Quello che i critici delle mosse statunitensi denunciano come “due pesi – due misure” é invece la sua versione singola: gli USA non considerano se stessi (o i loro alleati) soggetti alle regole di comportamento che si applicano a tutti gli altri.
Nel febbraio 2012 il presidente dello Yemen Hadi venne eletto presidente in elezioni dalla dubbia legittimità democratica, nelle quali era l’unico candidato. Nel gennaio 2015 é stato rovesciato da un golpe guidato dalla minoranza Sciita dello Yemen. Nel Febbraio 2015 é fuggito nella città portuale meridionale di Aden, dove ha dichiarato illegale la sua deposizione. E’ poi fuggito in Arabia Saudita, la quale sta usando la forza per rimetterlo al potere.
Gli Stati Uniti sostengono le azioni dell’Arabia Saudita e forniscono intelligence e supporto logistico.
Nel gennaio 2010 il presidente dell’Ucraina Yanukovich fu eletto presidente del Paese dopo elezioni vinte di stretta misura e dichiarate democratiche dalle potenze occidentali. Nel febbraio 2014 é stato rovesciato in un golpe incostituzionale guidato dalla minoranza dell’Ucraina occidentale. Nello stesso mese é fuggito in Crimea dove ha dichiarato illegale la sua deposizione e chiesto l’aiuto della Russia per rimetterlo al potere. La Russia ha declinato la richiesta ma lo ha invece soccorso e portato in Russia.
Gli Stati Uniti denunciano vigorosamente le azioni della Russia, accusandola di compiere un intervento armato in Ucraina – cosa che non sta in realtà accadendo – ed hanno imposto sanzioni contro la Russia, marchiando il Paese come una minaccia per la pace mondiale.
Un osservatore non informato potrebbe trovare strano che gli USA sostengano i sauditi nel fare nello Yemen quello che accusano i russi di fare in Ucraina. Lo stesso osservatore non informato potrebbe essere ancora più perplesso nel rendersi conto di come i russi non stiano realmente facendo quello che gli USA li accusano di fare in Ucraina, ma che i sauditi lo stiano effettivamente facendo in Yemen.
I meglio informati tra noi riguardo al mondo sanno invece che questo é il modo in cui gli Stati Uniti si comportano sempre.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov chiama ciò “due pesi – due misure”. Si sbaglia. Come Noam Chomsky (l’attivista politico statunitense che é anche un importante linguista) ha fatto notare tempo fa, ciò che Lavrov chiama “due pesi – due misure” é in realtà “un peso – una misura”: gli USA non considerano se stessi (o i loro alleati) soggetti alle regole di comportamento che si applicano a tutti gli altri. Gli Stati Uniti si sentono sempre profondamente offesi quando qualcun altro sostiene altrimenti. Il “Paese eccezionale” non é soggetto a regole. E’ lesa maestà quando “Paesi inferiori” dicono che lo sia.
Nel caso dello Yemen l’applicazione di “singolo standard” é sia rigida che controproducente.
Nessun principio della democrazia o dell’ordine costituzionale é in gioco in questo conflitto. Quanto il presidente Hadi abbia maggior diritto a governare lo Yemen rispetto agli Houthi é opinabile. La sua elezione può difficilmente ritenersi “democratica” e il precedente regime del quale ha fatto parte per molti anni é stato definito una “cleptocrazia”. Gli Houthi si oppongono veementemente ad Al-Qaeda e allo Stato Islamico, i due violenti gruppi jihadisti, coi quali gli Stati Uniti sono in conflitto, che stanno facendo pericolose incursioni nello Yemen. Superficialmente parrebbero naturali alleati degli Stati Uniti, non nemici.
L’intervento saudita nello Yemen, che gli Stati Uniti sostengono, è in realtà parte del conflitto di lunga data tra Arabia Saudita ed Iran, e dell’antico conflitto settario tra Sunniti e Sciiti all’interno dell’Islam. Dal momento che gli Houthi in Yemen sono Sciiti, i sauditi li trattano come rappresentanti dell’Iran, benché si possa dubitare che lo siano, poiché praticano una differente variante della Shia rispetto a quella seguita in Iran.
Sembra incredibile che gli Stati Uniti si debbano intromettere con tanta disinvoltura in un millenario conflitto religioso settario che comprendono a stento, stracciando le leggi internazionali nel farlo.
*****
Articolo di Alexander Mercouris apparso originariamente su Sputniknews.com il 27/03/2015
Traduzione in italiano a cura di Fulvio per Sakeritalia.it
E’ sempre stato così, come afferma l’articolo. Nella crisi di Cuba gli USA non potevano accettare i missili sovietici a poche miglia dalla loro costa, mentre la Russia dovrebbe accettare le truppe Nato con missili e quant’altro ai suoi confini. Gli USA (e gli alleati israeliani) non vogliono che l’Iran si doti di armi atomiche, che loro hanno in sovrabbondanza. Potremmo fare un elenco infinito. Del resto basta ricordare la seconda Guerra mondiale, dove contro la barbarie nazista si compirono atti di guerra “umanitaria” come la distruzione totale di Dresda e le atomiche su Hiroshima e Nagasaki.