Il 2020 celebra i cinquant’anni anni da quando l’intercettore sovietico pesante MiG-25  entrò in servizio per la prima volta nelle forze armate del paese come il jet da combattimento d’élite, quello che infranse il record dell’aereo da combattimento più veloce del mondo, mantenendo da allora la sua posizione per 5 decenni.

Il Foxbat è largamente considerato il jet da combattimento più capace della terza generazione e, sotto il programma MiG-25 D, fu pesantemente migliorato [in inglese] per raggiungere il livello della quarta generazione. Il programma prevedeva che l’aereo fosse dotato di un nuovo radar Sapphire  con modalità look down shoot down [tecnologia che permette di vedere bersagli e quindi lanciare missili anche verso obiettivi ad altezza notevolmente inferiore, che si confondono col terreno], un migliorato motore R-15 D-300, nuova avionica e sistemi di guerra elettronica, nuovi sistemi d’arma e una nuova e più potente versione dei suoi temutissimi missili aria-aria R-40.

Il Foxbat era apprezzato per la sua abilità di ospitare sia un radar molto grande che una dotazione fino a quattro missili R-40, che non solo avevano una portata di ingaggio di 40-100 chilometri (cosa che infranse diversi record del mondo quando entrarono in servizio) ma possedevano  inoltre una testata da 100 chilogrammi , oltre a cinque volte quanto i suoi avversari occidentali.

Furono sviluppate diverse varianti specializzate del Foxbat per andare  incontro ai differenti requisiti di missione, inclusi il MiG-25 RR costruito [in inglese] per rivelare  le radiazioni del programma nucleare cinese, e il MiG-25 BM che schierava missili aria-terra per la soppressione delle difese aeree nemiche.

L’intercettore pesante MiG-25 Foxbat

Anche se l’equipaggiamento di sensori e l’armamento erano notevoli, il progetto è principalmente noto per le sue eccezionali prestazioni di volo, che gli permettevano una grande capacità di sopravvivenza  anche quando doveva fronteggiare [in inglese] i più avanzati [in inglese] jet da combattimento  occidentali di quarta generazione, come l’F-14 Tomcat o l’F-15 Eagle.

La grande capacità di sopravvivenza dell’aereo è stata dimostrata nel 1971, appena un anno dopo l’entrata in servizio, con quattro velivoli equipaggiati per la ricognizione e schierati in una base sovietica nel nord dell’Egitto. I Foxbat portarono a termine diversi sorvoli  della Penisola del Sinai sotto controllo israeliano, e nonostante il terreno fosse pesantemente protetto, con difese che potevano rivaleggiare con quelle delle delle zone più difese dell’Europa occidentale che fronteggiavano il Patto di Varsavia, il MiG-25 si dimostrò capace di evadere tutte le difese israeliane. Contro una gamma delle ultime armi fornite dagli americani, compresi i caccia F-4 E Phantom, i missili aria-aria AIM-7 Sparrow e la difesa aerea dei MIM-23 Hawk, il veloce jet russo in grado di volare più in alto di tutti  era pressochè invulnerabile.

Il missile aria-aria a lungo raggio R-40

Il Foxbat avrebbe dimostrato un’estrema capacità di sopravvivenza in numerose occasioni durante la Guerra Fredda e, nonostante l’Iraq abbia schierato solo un piccolo contingente di questo jet, rimane sino ad oggi il caccia con maggiori capacità nel combattimento aria-aria mai schierato dallo stato mediorientale. Nonostante i Foxbat iracheni fossero la versione da esportazione pesantemente depotenziata, si sono rivelati quasi impossibili  da essere inquadrati sia per gli F-14 iraniani forniti dagli Stati Uniti durante la guerra Iran- Iraq, che in seguito per le forze aeree statunitensi durante l’operazione Desert Storm, impegnando gli F-15 C Eagle varie volte ed evadendo costantemente la grande maggioranza di attacchi missilistici. Gli F-15 e F-14 sarebbero rimasti i caccia occidentali più avanzati in servizio sino al 2005.

I MiG-25 hanno poi condotto sorvoli sopra le installazioni nucleari e le città pachistane, condotti dalle forze aeree indiane, con gli F-16 pachistani di recente consegna totalmente incapaci di minacciarli, e segnalazioni non verificate parlano anche di voli algerini vicino ai territori spagnoli, con lo stato europeo totalmente incapace di fronteggiare i sorvoli. La presenza dei MiG-25 sui cieli algerini è stata sufficiente [in inglese], alla fine anni ’80, ad impedire bombardamenti israeliani sul paese, poiché i Foxbat rappresentavano una grande minaccia per gli  F-15 israeliani.

L’intercettore pesante MiG-31 Foxhound

Nonostante le varianti da esportazione del MiG-25 mancassero dei sofisticati sistemi di guerra elettronica e dei sensori sovietici, hanno dimostrato una grande capacità di sopravvivenza grazie alla loro altitudine operativa senza rivali e la velocità molto alta, che poteva superare Mach 3,2. Nonostante jet ipersonici capaci di superare Mach 5 siano attualmente in fase di sviluppo, nessuno è entrato attualmente in servizio, e questo significa che il record di velocità del Foxbat non è stato ancora superato. Il programma MiG-25 sarebbe stato poi chiuso negli anni 90 in seguito ad una serie di fattori. La forza aerea russa, in particolare, aveva solo una frazione dei fondi del suo predecessore sovietico  a partire dall’inizio degli anni ’90, e questo significa che la maggior parte della sua flotta da combattimento doveva essere ritirata dal servizio, e i fondi non potevano più essere resi disponibili per la modernizzazione delle capacità del Foxbat. Il jet era estremamente costoso da operare, e aveva un consumo di carburante molto alto, il che significa che, dopo il collasso sovietico, per la Russian Air Force era  più efficiente acquisire i caccia Su-27 e Su-30 che, anche se molto più lenti, erano più versatili e potevano integrare tecnologie molto più moderne.

L’aereo è stato poi superato anche dal suo diretto successore, l’intercettore MiG-31 Foxhound, derivato vagamente dal progetto Foxbat. Il Foxhound era sempre più lento del Foxbat, nonostante fosse molto veloce, con la possibilità di superare MACH  2.8, ma integrava un nuovo radar, molto più grande e potente, aveva un raggio di intervento e un’autonomia maggiori, e poteva essere inserito [in inglese] in ruoli antinave e anti-satellite.

Gli ultimi Foxbat sono stati ritirati dal servizio in Russia nel 2013, probabilmente per ragioni di bilancio, con il paese che si trovava ad investire pesantemente nei nuovi e costosi caccia SU-34 e SU-35 dall’inizio dell’anno seguente.

L’intercettore pesante MiG-25 Foxbat delle forze aeree algerine

Il MiG-25 oggi è in servizio solo con le forze aeree algerine come ruolo di prima linea, con la notevole caratteristica di superare  come capacità anche quelli in servizio nell’Unione Sovietica a seguito [in inglese] di un pacchetto di aggiornamento massiccio acquistato negli anni ’90, che ha incluso nuovi sensori, armamento e sistemi di guerra elettronica e avionica.

I Foxbat sono stati schierati anche in Libia e in Siria, nonostante l’intervento militare occidentale nella prima e le rivolte finanziate dall’Occidente nella seconda abbiano relegato i MiG-25 in entrambi i paesi a posizioni di riserva.

Ci si attende che l’Algeria ritiri i suoi MiG-25  prima del 2030, e probabilmente molto prima, per essere rimpiazzati dai caccia pesanti SU-57 russi di prossima generazione, che sono i jet russi con maggiori capacità oggi in produzione.

Limitazioni del budget nella Siria del dopoguerra significano che anche questo paese potrebbe ritirare i propri Foxbat in favore di aerei dai minori costi operativi come i MiG-29 SMT  o anche i MiG-35, entrambi più leggeri e con una gestione molto più economica.

Il titolo che resiste da 50 anni come aereo da combattimento più veloce del mondo è facile venga perso negli anni ’20, quando gli aerei ipersonici come il MiG-41 si avvicineranno alla prontezza  operativa per il servizio di prima linea, con i prossimi nuovi intercettori di sesta generazione da cui ci si aspetta possano superare Mach 6 e volare ad altezze perlomeno del 50% maggiori di quelle del Foxbat.

Ma avere detenuto il titolo cosi a lungo, e aver mantenuto la sua pericolosa reputazione sino ad oggi, nonostante il collasso sovietico abbia minato il programma, rappresenta per il Foxbat un traguardo grandioso in sé e per sé.

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 Editoriale pubblicato su Military Watch il 27 settembre 2020
Traduzione in italiano di Eros Zagaglia per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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