La US Navy ha appena ridotto l’autonomia del suo caccia migliore, rendendo più difficili le missioni in Asia orientale.

Fin dalla sua entrata in servizio nel 2001, il Boeing F-18E Super Hornet e il suo derivato per la guerra elettronica, l’E/A-18G Growler, sono stati utilizzati per fornire agli stormi imbarcati della US Navy, in precedenza disomogenei, un’unica cellula standard, facente parte di uno sforzo per ridurre i costi operativi e i requisiti di manutenzione per i gruppi americani incentrati su portaerei. Il Super Hornet in particolare sostituì velivoli con raggio molto più lungo, tra cui la piattaforma d’attacco A-6 Intruder e l’intercettore a lungo raggio F-14 Tomcat, con il risultato che gli stormi imbarcati potevano coprire sia per missioni offensive che difensive molto brevi. In effetti, si è scoperto che il passaggio dal Tomcat al Super Hornet ha ridotto l’area di influenza degli stormi imbarcati [in inglese] di uno sbalorditivo 77 percento – il che è stato considerato accettabile nel mondo successivo alla Guerra Fredda come un sacrificio necessario per liberare la marina dai costi operativi orrendamente elevati dell’F-14.

F-18 ed F-14 in formazione.

Dato che il Super Hornet è stato a lungo criticato per la sua autonomia estremamente ridotta, è degno di nota il fatto che la Marina degli Stati Uniti abbia cercato di commissionare una variante a raggio leggermente più lungo del velivolo nell’ambito del programma F-18E Super Hornet Block 3. La nuova variante dell’F-18E doveva integrare serbatoi di carburante aggiuntivi insieme a capacità stealth limitate, sensori e motori superiori e un pod per armi chiuso. Un sistema di ricerca e tracciamento a infrarossi, nuovi display nella cabina di pilotaggio, un nuovo computer di missione e la capacità di trasportare fino a 14 missili aria-aria erano altre caratteristiche degne di nota della nuova variante del Super Hornet, che nonostante il suo alto costo di acquisizione rimaneva economica e relativamente semplice da mantenere e operare. A fine agosto 2021 ci sono stati segnali che la US Navy si stesse muovendo per ridurre i costi di acquisizione del nuovo Super Hornet ponendo fine ai piani per l’integrazione di serbatoi di carburante aggiuntivi, con il produttore Boeing che ha annunciato che non si aspettava di consegnare alcun jet Block III con questo capacità di carburante extra.

E/A-18-G Growler.

L’annullamento dei piani per estendere l’autonomia dei nuovi Super Hornet ha conseguenze significative per la fattibilità delle super portaerei della Marina degli Stati Uniti come risorse per la proiezione di forza. La necessità di velivoli a lungo raggio simili all’F-14 o all’A-6 è diventata sempre più evidente poiché potenziali avversari come la Russia e la Corea del Nord, ma in particolare la Cina, hanno sviluppato classi più efficaci di armi antinave, costringendo i gruppi incentrati su portaerei a lanciare i loro velivoli da molto più lontano in caso di scontro con un avversario di alto livello. I missili balistici antinave cinesi DF-21D e DF-26 [entrambi i link in inglese], in particolare, sono stati motivo di preoccupazione per la capacità delle portaerei americane di essere dispiegate nel Pacifico occidentale in caso di una grande guerra. La decisione di abbandonare i serbatoi di carburante supplementari dell’F-18E potrebbe essere motivata dal fatto che l’aumento dell’autonomia che forniscono non sarebbe abbastanza significativo da valere la spesa. Il Super Hornet è in definitiva un caccia a raggio relativamente corto, rispetto ai suoi predecessori dell’era della Guerra Fredda e al nuovo caccia imbarcato cinese J-15B Flying Shark. È quindi probabile che la Marina degli Stati Uniti sia costretta ad aspettare fino a quando il suo prossimo caccia imbarcato di sesta generazione [entrambi i link in inglese] entrerà in servizio per avere la superiorità aerea a lungo raggio e le capacità di attacco necessarie per ottimizzare le operazioni offensive contro avversari di alto livello.

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Pubblicato da Military Watch Magazine il 3 settembre 2021.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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