Al giorno d’oggi, le grandi navi di superficie formano la spina dorsale di qualunque grande flotta al mondo. Sono bene armate e in grado di eseguire una varietà di compiti, dalla difesa aerea e missilistica al fronteggiare eventuali nemici sottomarini, scrive l’edizione americana di Military Watch.
Le navi più grandi sono in servizio nella Marina Russa e nella US Navy. Ma solo la presenza delle tecnologie più recenti indica l’appartenenza di una particolare unità da combattimento nella lista mondiale di quelle più pronte al combattimento. Queste dovrebbero essere equipaggiate con nuovi radar, lanciatori verticali e una varietà di sistemi d’arma e di equipaggiamenti. La classifica delle navi più pericolose è presentata di seguito.
Al primo posto ci sono i cacciatorpedinieri lanciamissili cinesi della PLA Type 055, dotati di 112 lanciatori verticali e con una stazza di 12 mila tonnellate. Nel gennaio 2020 è entrata in servizio la prima unità, il Nanchang. Nel prossimo futuro, la flotta cinese sarà arricchita da sette ulteriori navi. Questi cacciatorpedinieri serviranno come scorta per le portaerei cinesi. Come bassa osservabilità, i Type 055 sono secondi solo agli americani Zumwalt. Allo stesso tempo, sono equipaggiati con i missili da crociera YJ-18, con un raggio d’azione di 540 chilometri, che possono distruggere navi di superficie e obiettivi a terra, con il sistema di difesa aerea HQ-9B (e in futuro l’H-26), e con un cannone da 130 mm. È prevista anche la comparsa di un cannone elettromagnetico.
Il secondo posto è occupato dalla più grande nave da combattimento di superficie al mondo, con una stazza di 26 mila tonnellate. Queste sono gli incrociatori lanciamissili nucleari pesanti del Project 114 “Orlan”, che sono in servizio con la Marina Russa. Queste navi sono tra le più letali, specie in un contesto di duello navale. Ma il tempo è inesorabile anche per loro.
Sono dotate dei massicci missili da crociera P-700 con caratteristiche uniche. Con una velocità di Mach 2, una testata da 750 kg e un raggio d’azione di 625 chilometri, non lasciano scampo a nessuna nave. In aggiunta, c’è il sistema di difesa aerea S-300F e il sistema antisom RPK-2 Vyuga.
I russi hanno ancora in servizio il Pietro il Grande, ma vogliono anche rimettere in azione la Ammiraglio Nachimov, per avere 2 di tali incrociatori. Solo un significativo aggiornamento consentirà alle Aquile [Orlan in russo] di rimanere tra le più pericolose navi al mondo.
Durante la modernizzazione, è prevista l’installazione del sistema di difesa aerea S-400 in versione navale, con un raggio fino a 400 chilometri. Ci saranno 80 lanciatori verticali per i missili “Onyx”, “Kalibr” e gli ipersonici “Zircon”, con una raggio fino a 100 chilometri. I costi operativi caleranno, l’automazione aumenterà [sarà consegnata a inizio 2022].
Al terzo posto, il cacciatorpediniere cinese Type 052D, con una stazza di 8.500 tonnellate. La sua entrata in servizio con la marina cinese (PLAN) è avvenuta nel 2014, e ha contrassegnato l’emersione tecnologica della Cina. Tali navi cinesi sono diventate le prime con un sistema modulare di lancio verticale. Questi cacciatorpedinieri sono equipaggiati con un’ampia gamma di attrezzature e di armamenti, comprensiva dei missili da crociera YJ-100 con raggio fino a mille chilometri, sistemi di difesa aerea e vari nuovi sistemi di difesa a breve raggio.
Il quarto posto è occupato dai cacciatorpedinieri Type “King Sejong the Great”, della marina della Corea del Sud, con una stazza totale di 111 mila tonnellate e 128 lanciatori. La nave è entrata in servizio presso la flotta coreana nel 2008. Le navi sono dotate di sistema AEGIS, torrette con cannoni, missili antinave, armi antisom e siluri.
A chiudere la classifica delle prime cinque, ci sono i cacciatorpedinieri giapponesi di classe Maya, con una stazza di oltre 10 mila tonnellate e 96 sistemi di lancio. La prima nave è entrata in servizio nel marzo 2020. Questi caccia sono dotati di sistema AEGIS, e possono portare i missili antisottomarino tipo 07, e fino a 88 missili antinave tipo 17. Ma non hanno missili capaci di colpire obiettivi a terra, il che limita significativamente il loro potenziale in combattimento [tutti i missili antinave possono essere usati contro bersagli a terra, ma solitamente hanno un raggio d’azione molto limitato, 200 chilometri in questo caso].
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Analisi di Military Watch pubblicata su Reporter il 3 dicembre 2020
Traduzione in italiano di Eros Zagaglia per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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nell’articolo non vengono menzionati i mezzi navali statunitensi a parte la zumwalt…..
oggi la marina statunitense è la più potente del mondo,sia come qualità media dei mezzi e ancora di più per numero.
nel futuro si vedrà.