Non tutte le rivoluzionarie armi russe sono state menzionate nel cruciale discorso del presidente [in inglese] del quale i media convenzionali continuano a scrivere tanto. Il discorso del presidente semplicemente non poteva includere tutte le numerose innovazioni in tecnologia militare che la Russia ha raggiunto di recente. Alcuni sistemi all’avanguardia [in inglese] esistono ma non sono ancora operativi. Alcuni sono già parte dell’arsenale russo, anche se in numero piuttosto ridotto. Ma questo è solo l’inizio. Molte armi sono rimaste fuori dai radar dei media, e meritano più visibilità. Le informazioni disponibili da fonti pubbliche meritano di essere discusse per avere un’idea di dove le cose sembrano andare.

Nel 2016 i militari hanno aggiunto i missili aria-terra Kh-32 per aumentare le capacità operative del Tu-22M3 Backfire [in inglese]. L’arma è stata creata sulla base di aggiornamenti radicali al Kh-22. Dopo essere stato lanciato, il Kh-32 cabra fino alla stratosfera [in inglese], raggiungendo un’altitudine di 40 Km per arrivare a metà del suo percorso. Quando si avvicina al bersaglio, si tuffa in picchiata. L’attacco è troppo veloce e il missile troppo manovrabile per consentire al nemico di organizzare una difesa aerea.

L’arma vanta un sistema di navigazione inerziale [in inglese] e una testata a ricerca. Non ha bisogno di satelliti di navigazione per la guida ed è impossibile utilizzare contromisure elettroniche contro di essa. La sua missione principale è quella di mettere fuori uso le portaerei e le grandi navi di superficie, così come i bersagli basati a terra.

Il Kh-32 ha un’autonomia di circa 1.000 Km e una velocità di oltre 5.400 chilometri all’ora (1.500 metri al secondo). La sua testata da 500 chilogrammi può essere nucleare o convenzionale.

Gli Stati Uniti non hanno nulla di paragonabile al Kh-32, né hanno un sistema efficace per proteggersi da esso. Anche la velocità e l’altitudine del famoso Aegis (SM-6) sono inutili contro questa nuova arma. Il Kh-32 non viola il Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico del 1967, poiché la sua traiettoria non prevede l’entrata in orbita. E questo non è l’unico passo avanti di cui vale la pena parlare.

Il 15 marzo, il Capo della Difesa russa Sergej Shoigu ha fatto un bel colpo quando ha affermato [in inglese] che la produzione di massa di robot da combattimento inizierà quest’anno. L’esercito aveva 160 droni aerei senza equipaggio alcuni anni fa, ma oggi ne utilizza circa 1.800. Le prove dei robot progettati per le operazioni di terra sono quasi complete. Sono stati sviluppati con successo anche veicoli sminatori robotici [in inglese].

Esistono varianti da combattimento, da trasporto e per le osservazioni d’artiglieria del robot Nerekhta. Il sistema è costituito da un telaio compatto, con cingoli leggeri e uno scafo che può montare attrezzature speciali. È usato per ingaggiare armi corazzate. Il robot può essere utilizzato anche per il trasporto e la ricognizione. Il Nerekhta può operare a fianco dei droni. La dotazione di armi può includere una mitragliatrice Kord o un Kalashnikov, un lanciagranate automatico AG-30M e un sistema missilistico anticarro.

Il robot biomorfo (a quattro gambe) Lynx da 400 Kg sarà equipaggiato con una mitragliatrice e missili guidati anticarro, e può operare in aree urbane e industriali, su asfalto, marmo, legno, sabbia e strade non asfaltate. Quasi nessun terreno è off-limits, persino il ghiaccio, l’erba, la neve o le acque poco profonde. Il Lynx può viaggiare fino a 15 Km/h su terreno piano e 10 Km/h su superfici irregolari.

La Russia usa guardie di sicurezza robotiche per mantenere sicuri i suoi siti strategici, compresi i silo ICBM. Questi veicoli, armati con una mitragliatrice e un lanciagranate automatico (entrambi con un raggio di circa 400 metri), possono rilevare bersagli di notte rimanendo invisibili e spostandosi lungo il perimetro del sito. Dal 2017, i siti strategici di missili nucleari vengono custoditi con il Mobile Robotics Complex (MRC), progettato per rilevare e distruggere bersagli stazionari e in movimento. Ci sono molti altri robot in diverse fasi di sviluppo che stanno per diventare operativi. La robotizzazione delle forze armate russe è una chiara tendenza, e non è l’unica.

Cinque cacciatorpediniere del Progetto 1155 Udaloj sono stati rinnovati [in inglese] per essere armati con missili da crociera a lungo raggio Kalibr [in inglese], fornendo loro capacità anti-nave e di attacco a terra. Il prestigioso quotidiano russo Izvestia ha appena riportato [in russo] l’installazione dei sistemi d’arma sulle navi, che è già stata avviata e che sarà completata entro il 2022. Il programma aumenterà notevolmente la potenza di attacco della marina e la capacità di proiezione della potenza.

Le bombe russe invisibili ai radar sono già in servizio, e colpiscono obiettivi dei terroristi in Siria. La bomba planante Drel (trivella) può lanciare 15 testate autoguidate, ciascuna del peso di circa 20 chilogrammi. L’arma non viola la convenzione internazionale che vieta l’uso di bombe a grappolo. Senza motore, la bomba può planare per decine di miglia. Vanta un raggio operativo di oltre 30 Km dopo la separazione dal vettore. Una singola sub-munizione può distruggere fino a dieci carri armati – quasi il doppio rispetto al suo concorrente più vicino, l’AGM-154 statunitense. Può rilevare bersagli senza produrre emissioni infrarosse. Il sistema di identificazione amico-o-nemico del Drel gli impedisce di colpire i bersagli sbagliati.

Quest’anno, la mostra Army-2018 [in inglese] vedrà un aereo leggero alimentato da un motore ad idrogeno. La presentazione è prevista per il 21-26 agosto. Il concetto alla base di questo motore è noto come “aereo elettrico”, che utilizza celle a combustibile come fonte di energia per produrre energia elettrica senza il processo di combustione. Il carburante utilizzato è l’idrogeno, che viene trasformato in energia elettrica. Un aereo del genere potrebbe rimanere in aria per un tempo molto lungo e sarebbe molto economico. Nessun altro paese è riuscito a rendere operativo un aereo del genere. Potrebbe essere utilizzato per una moltitudine di varie missioni da parte delle forze armate e di altre agenzie di sicurezza.

Da quando Mosca ha avviato la sua operazione in Siria, la domanda più frequente tra gli studiosi e gli esperti militari è stata “La Russia ha davvero una tecnologia militare superiore?” e la risposta spesso è stata: “No, non è sofisticata ed è chiaramente diversi passi indietro”. Sono sempre di più le prove emerse di recente che illustrano che la Russia è in realtà un leader nella tecnologia militare e quasi ogni giorno arrivano più informazioni a confermare questo fatto.

Le innovazioni all’avanguardia, che sono un fiore all’occhiello dei militari, che vengono prodotte dal settore della difesa dell’economia, sono isolate dai restanti settori? Al giorno d’oggi è impossibile, soprattutto in considerazione di quanto viene fatto [in inglese] per trasferire i risultati dell’industria della difesa ai settori civili dell’economia. Le sanzioni dell’Occidente hanno utilmente accelerato il processo di sostituzione della tecnologia occidentale con soluzioni “fatte in Russia”. Le tecnologie militari destinate al settore civile rafforzeranno inevitabilmente l’economia della Russia. L’Occidente voleva trasformare la Russia in un paese arretrato e in ginocchio. Questo è stato un errore strategico che invece l’ha incoraggiata a restare in piedi e a rimanere prima nella corsa per la tecnologia allo stato dell’arte, costringendo gli Stati Uniti e i loro alleati a restare indietro.

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Articolo di Arkadij Savickij pubblicato su Strategic Culture il 27 marzo 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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