Egitto e India sono stati i primi due clienti per l’esportazione del caccia leggero bimotore francese Rafale di “generazione 4+”, con i due paesi che hanno firmato contratti rispettivamente a febbraio 2015 e settembre 2016. Nonostante il marketing aggressivo da parte di Parigi, l’aereo francese aveva precedentemente ottenuto prestazioni scadenti sui mercati dell’esportazione a causa della mancanza di competitività in termini di prezzo o prestazioni [in inglese] rispetto ai modelli di caccia non europei rivali come l’F-15 e l’F-35 americani. Sebbene il Rafale sia riuscito ad ottenere dei contratti, entrambi considerati fortemente motivati politicamente, la dimensione degli ordini effettuati ha lasciato molto a desiderare per il produttore francese Dassault. L’Egitto ha acquistato solo 24 caccia e, nonostante negoziati per ordini successivi, non ha mostrato un forte interesse nell’espansione della sua flotta. L’India nel frattempo ha acquistato 36 caccia, di gran lunga il più piccolo contingente di caccia della sua aeronautica, in calo di oltre il 70% rispetto a un ordine originariamente pianificato di 126 jet.

MiG-29M2 dell’aeronautica egiziana con missili aria-aria R-77, missili da crociera Kh-38 e modulo per l’acquisizione dei bersagli T-220.

Mentre l’Egitto avrebbe dovuto essere il primo a fare ulteriori ordini per i Rafale, il paese ha invece piazzato ordini per caccia russi più pesanti, e per molti versi più capaci. Ha acquistato 46 caccia medi MiG-29M dalla Russia, seguiti da un ordine nel 2018 per circa 27 caccia pesanti Su-35 di “generazione 4++”. Ordini successivi per il Su-35 e per il successore più avanzato del MiG-29M, il MiG-35 [tutti e tre i link in inglese], che è diventato disponibile per l’esportazione dal 2019, sono considerati molto più probabili degli ordini per il Rafale. Il MiG-29M, sebbene arrivi a circa un sesto del costo del Rafale, è dotato di missili aria-aria più potenti – i primi in servizio all’Egitto con una gittata di oltre 100 Km [in inglese] – e di missili da crociera anti-nave che viaggiano a pelo d’acqua a Mach 3 molto più sofisticati di qualsiasi altro equivalente francese. Sebbene i jet abbiano radar più deboli e un’autonomia leggermente più breve rispetto al Rafale, sono molto più veloci, possono operare ad altitudini più elevate, beneficiano di un rapporto spinta/peso superiore e di prestazioni di volo complessivamente molto migliori.

Su-35 dell’aeronautica egiziana.

La discrepanza nel prezzo implica che il MiG-29M non era un concorrente diretto contro il Rafale, ma il Su-35, che costava circa il doppio dei MiG, era altrettanto costoso. Si pensa che i jet Sukhoi verranno acquistati al posto di ulteriori Rafale, ed eclissano le capacità dell’aereo francese su tutto lo spettro. I jet russi trasportano una suite di sensori molto più ampia e potente, e beneficiano di un’autonomia molto più lunga, accesso a missili aria-aria che arrivano a distanze molto più elevate e prestazioni di volo superiori. L’unico grande vantaggio dei caccia francesi era il costo operativo inferiore e le minori esigenze di manutenzione, che derivavano dal fatto di avere un design leggero circa il 45% più piccolo. Forse più importante, il Su-35 è anche un progetto molto più praticabile per l’aviazione egiziana, se dovesse cercare di combattere avversari di allineamento occidentale come Israele o persino l’Etiopia [entrambi i link in inglese] – perché la Francia ha una lunga storia nel fornire ai suoi alleati le informazioni sensibili sui caccia venduti ai clienti del Terzo Mondo per aiutarli a contrastare tali aerei.

Rafale dell’aeronautica indiana.

Laddove il Su-35 rappresenta per l’Egitto una scelta migliore rispetto al Rafale, questo potrebbe valere in misura ancora maggiore per l’India. L’aeronautica militare indiana potrebbe trarre grandi vantaggi dai trasferimenti di tecnologia che accompagnano l’acquisto di un Su-35, poiché la maggior parte della sua flotta utilizza già aeromobili russi più vecchi, e potrebbe trarre vantaggio dall’integrazione di queste tecnologie. Un esempio notevole è stata l’offerta russa di consentire all’India di produrre il Su-35 su licenza, e di utilizzare le sue tecnologie per aggiornare i suoi jet Su-30MKI con i motori AL-41 e il radar Irbis-E per migliorare drasticamente le loro prestazioni [entrambi i link in inglese]. A differenza del Rafale, che sebbene potenzialmente pericoloso in un ruolo aria-terra ha prestazioni inferiori alla media nel dominio aria-aria, il Su-35 rappresenta un caccia specifico per la superiorità aerea – una risorsa che all’India manca in particolare. L’aereo potrebbe rappresentare una sfida potenzialmente seria per i caccia cinesi J-20 e J-16 e per i suoi imminenti J-31 e J-11D, e sarebbe anche più adatto per affrontare i futuri jet JF-17 Block 3 del Pakistan [in inglese]. Infine, resta da vedere la natura della decisione dell’India, che dovrebbe essere influenzata da fattori sia politici che militari e dalla necessità di coltivare la Francia come sostenitore politico. C’è una possibilità molto forte che non effettui ordini per nessuno dei due velivoli, e si concentrerà invece sul suo caccia leggero indigeno Tejas e nei futuri più capaci caccia russi Su-57 – un successore del Su-35 per il quale ha mostrato un maggiore interesse [entrambi i link in inglese].

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Pubblicato da Military Watch Magazine il 15 febbraio 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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