Il Ministro degli Esteri russo ha incontrato due volte Rex Tillerson, la sua controparte americana, a New York all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I due paesi sono in disaccordo su una serie di questioni, ma le possibili violazioni del Trattato sulle Forze Nucleari a raggio Intermedio del 1987 (trattato INF [in inglese], qui in italiano) sono un argomento di particolare preoccupazione. Secondo Lavrov, “abbiamo sospetti su almeno tre fronti che gli americani stiano creando sistemi d’arma che violano o potrebbero violare gli obblighi del Trattato”. Il ministro ha sottolineato anche che Mosca voleva che il Trattato sia in vigore a condizione che gli Stati Uniti rispettino le sue disposizioni.
Il trattato, che vieta la sperimentazione, la produzione e il possesso di missili balistici e da crociera con un raggio d’azione compreso tra 500 e 5.500 chilometri, ha eliminato un’intera classe di missili dall’Europa, ed ha istituito un ampio sistema di verifica e conformità.
Lavrov non ha fornito particolari, ma la questione della non conformità di Washington è stata affrontata nel suo commento [in inglese] alla Relazione Annuale sulla Adesione e Conformità agli Impegni ed Accordi sul Controllo delle Armi, sulla Non Proliferazione e sul Disarmo da parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. In poche parole, le rivendicazioni russe includono:
– Il sistema di difesa missilistico Aegis Ashore che gli USA hanno attivato a Deveselu, in Romania, e che essi prevedono di installare anche in Polonia, rappresenta [in inglese] una violazione del trattato. L’impianto utilizza il sistema di lancio navale Mk-41, in grado di lanciare da terra i missili da crociera a lungo raggio (GLCM). Si tratta di una flagrante violazione del trattato, che vieta i lanciatori in grado di sparare missili di portata intermedia. I sistemi Mk-41 schierati in Europa possono lanciare missili da crociera su obiettivi situati profondamente in territorio russo. Un’arma militare statunitense lanciata dalla Romania o dalla Polonia richiede solo un breve tempo di volo per raggiungere il territorio russo oltre gli Urali.
– I velivoli senza equipaggio degli Stati Uniti (UAV) o droni armati rientrano nella definizione del GLCM del Trattato INF. Mosca sostiene che il loro raggio operativo (1.100 km) e la mancanza di pilota li fanno apparentare a dei missili da crociera a raggio più corto.
– l’uso di missili bersaglio con caratteristiche simili a quelle dei missili balistici intermedi ed a più corto raggio durante i test di difesa missilistica balistica (BMD). Con una portata operativa superiore a 1.000 km si qualificano come dei missili balistici intermedi e pertanto violano il punto 1 dell’articolo 6 del trattato INF. Il missile americano Hera [in inglese], ne è un buon esempio,
Nel mese di marzo, la Fondazione Heritage, un gruppo di esperti vicino al Partito Repubblicano, ha pubblicato la relazione [in inglese] intitolata “E’ ora di ritirasi dal Trattato sulle Forze Nucleari a raggio Intermedio”. A fine aprile, l’ammiraglio Harry Harris, comandante delle forze americane nel Pacifico, ha dichiarato [in inglese] che il trattato dovrebbe essere rinegoziato.
I media statunitensi hanno fatto la loro parte nel fomentare i sentimenti anti-russi, accusando Mosca di violare il trattato senza alcuna prova. Per esempio, il New York Times ha riferito [in inglese] fin da febbraio che la Russia aveva sviluppato in segreto un nuovo missile da crociera. Citando anonimi funzionari dell’amministrazione come fonte, l’articolo ha detto che due battaglioni del missile da crociera proibito chiamato SSC-8 erano stati installati nel sito di test missilistici russo a Kapustin Yar, nella Russia meridionale, vicino a Volgograd. Un altro era stato spostato a dicembre da quel sito di test ad una base operativa altrove nel paese.
L’arma in questione è probabilmente la 9M729 – una versione terrestre del missile da crociera navale a lunga percorrenza Kalibr, con una portata da circa 1.500 a 2.500 km. C’è anche una speculazione dei media statunitensi che sostiene che il missile è una versione terrestre del Kh-101, il missile aria-superficie con una portata di oltre 5.500 km.
In risposta alla violazione del trattato che gli americani hanno compiuto installando Aegis Ashore in Romania, la Russia ha testato [in inglese] un missile da crociera per il sistema missilistico Iskander nel novembre scorso, ma la sua portata non supera i 500 km stabiliti dal trattato, secondo i funzionari russi.
Secondo gli accordi, la Russia non deve riferire dove staziona i missili con una portata inferiore a 500 km. Non sarebbe comunque un segreto perché un battaglione di missili – due batterie di due lanciatori – è troppo grande per nascondersi dai satelliti. Un missile deve essere testato prima di poter dire che supera una certa portata. È inoltre impossibile nascondere un test di volo dai mezzi contemporanei di sorveglianza.
Ci sono anche altri dettagli da tenere in conto. Ad esempio, non è una violazione testare un missile con una portata superiore a 500 km. Il trattato INF consente la sperimentazione di missili da crociera lanciati dal mare (SLCM) effettuata da piattaforme poste a terra, purché esse siano fisse. L’articolo VII (par. 11) afferma: «Quei missile da crociera che non sono da utilizzare in modalità a terra, non devono essere considerati dei GLCM se vengono testati in un sito di prova a terra con un lanciatore utilizzato esclusivamente per scopi di prova e distinguibile dai lanciatori GLCM ».
Oggi, con mezzi tecnici di verifica in atto, le violazioni sono impossibili da nascondere. Possono essere presentate prove e si possono distinguere le differenze. Ma il Congresso ha già adottato i primi passi pratici per far uscire l’amministrazione dall’accordo. Un emendamento [in inglese] alla Legge sulla Autorizzazione per la Difesa Nazionale dell’esercizio 2018, riguardante il possibile ritiro dal Trattato INF, è stato appena approvato dal Senato. Anche se non è necessaria l’approvazione del Congresso per ritirarsi (il trattato offre una simile possibilità) il fatto riflette l’umore generale tra i legislatori americani. La pressione sull’amministrazione è forte, e il presidente non può ignorarla. Ciò dimostra che questo fondamentale trattato è veramente in pericolo.
Inoltre, le versioni della Camera e del Senato del disegno di legge del 2018 prevedono lo sviluppo di un nuovo missile da crociera a base mobile (GLCM) con una portata compresa tra 500 e 5.500 chilometri, in violazione del Trattato INF.
Come si può vedere, le iniziative per annullare il trattato vengono dagli Stati Uniti e non dalla Russia. Mosca ha dichiarato molte volte che è pronta a discuterne.
Se gli Stati Uniti fossero sinceri, avrebbe affrontato tutte le controversie e i sospetti sul trattato INF nel quadro della Commissione Speciale di Verifica (SVC) creata appositamente per questo scopo. Nonostante la sfiducia che oscura le relazioni, le parti avrebbero potuto utilizzare la sede SVC per prendere in considerazione ulteriori misure di costruzione della fiducia, nonché scambi di informazioni che tengano conto degli sviluppi tecnologici e politici recenti.
L’affermazione del Ministro degli Esteri Lavrov ha reso chiara la posizione della Russia. Il fatto che la sua preoccupazione sia stata resa nota all’Assemblea Generale dell’ONU dimostra quanto sia grave la preoccupazione di Mosca. La questione è abbastanza importante per essere discussa dai presidenti Trump e Putin quando si incontreranno al vertice asiatico-pacifico previsto a Danang, in Vietnam, per esaminare i progressi nelle loro relazioni bilaterali. Le discussioni a livello ufficiale, come le riunioni di Ryabkov-Shannon, sono il posto giusto per discutere su come dissipare i sospetti reciproci e fare progressi prima che i presidenti si riuniscano. Non va sottovalutata l’importanza dei contatti non ufficiali a livello di esperti. Ma per ballare il tango bisogna essere in due. La Russia ha allungato una mano che esprime la disponibilità a salvare il trattato. Ora la palla è nel campo degli Stati Uniti.
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Articolo di Peter Korzun apparso su Strategic Culture Foundation il 22 settembre 2017
Traduzione in italiano di Hajduk per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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