Segue il precedente [in russo N.d.T.]
In serata il Ministero della Difesa della Repubblica di Donetsk ha dichiarato: I reparti delle Forze Armate dell’Ucraina si sono ritirati dalle posizioni che avevano occupato la mattina del 29 giugno nei pressi di Debaltsevo, come comunica mercoledì 29 giugno l’agenzia di stampa di Donetsk (DAN), citando una fonte del Ministero della Difesa della Repubblica di Donetsk.
“Le forze di sicurezza ucraine si sono ritirate dalle posizioni occupate al mattino e hanno lasciato il territorio, che rimane sotto il controllo delle forze repubblicane. Mentre le forze ucraine fanno il bilancio dei loro caduti, le nostre truppe non hanno subito perdite“, riporta l’agenzia. Il Ministero della Difesa della repubblica separatista ha fatto notare che il ritiro delle forze ucraine sulle posizioni precedenti è stato effettuato grazie alle trattative dei funzionari russi del Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del cessate il fuoco (STSKK) con la parte ucraina. L’offensiva di Debaltsevo era stata intrapresa dalla 54a brigata meccanizzata dell’esercito ucraino.
Sempre mercoledì, il Ministero della Difesa aveva riferito che l’esercito ucraino aveva tentato di sfondare la linea di difesa dell’autoproclamata Repubblica nei pressi di Debaltsevo, ed era avanzato per quattro chilometri in direzione del villaggio di Logvinovo. Inoltre, il Ministero della Difesa ha specificato che le unità ucraine attaccanti hanno sparato 116 colpi di artiglieria da 122 mm.
Zhuchkovsky:
“Il tentativo dell’esercito ucraino di sfondare in direzione di Debaltsevo ha avuto un risultato nullo, e ha causato grandi perdite: gli ucraini non sono riusciti a mantenere le posizioni occupate in precedenza nei pressi di Debaltsevo, strategicamente molto importanti”. E’ quanto riferito il 29 giugno in un’intervista a EADaily dal volontario e coordinatore degli aiuti non umanitari Alexandr Zhuchkovsky.
“Ora possiamo dire che il tentativo dell’esercito ucraino di irrompere nella direzione di Debaltsevo è stato soffocato. Già a mezzogiorno il nemico è stato costretto a ritirarsi sotto il pesante fuoco della nostra artiglieria. Prima delle 19 l’intero territorio della repubblica di Donetsk in questa direzione è tornato sotto il nostro controllo”, ha detto Zhuchkovsky.
“Allo stesso tempo – ha osservato – non ci sono state perdite tra i militari della Novorussia, mentre le forze ucraine, al contrario, hanno subito notevoli perdite. Di solito la gente diffida delle informazioni ufficiali sulle vittime, ma questa volta davvero non è il caso: la sera ho parlato con i medici di Debaltsevo, ed essi hanno riferito che non sono arrivati né morti né feriti gravi dalle linee del fronte. Le perdite del nemico sono abbastanza serie: chi attacca subisce quasi sempre delle perdite. I nostri artiglieri hanno riferito che nei campi sono rimasti almeno due dozzine di combattenti ucraini, caduti sotto il fuoco durante la ritirata. Inoltre, sono stati incendiati diversi veicoli blindati nemici, con i loro equipaggi. Gli stessi ucraini hanno ammesso gravi perdite, chiedendosi perché sono stati gettati in un’operazione fallimentare in partenza” ha aggiunto il miliziano.
Il nemico, a suo parere, non si aspettava una resistenza così dura e l’uso di artiglieria pesante – proibito dagli accordi di “Minsk” – che è il motivo principale del fallimento dell’esercito ucraino. “Hanno agito a casaccio, sperando nella fortuna, come nella zona di Yasinovataya, dove in primavera gli ucraini erano riusciti a consolidarsi senza gravi conseguenze per loro” ritiene Alexandr Zhuchkovsky.
La storia di oggi – egli sostiene – ha dimostrato ancora una volta che il comando delle forze ucraine intraprende ancora delle mosse azzardate e provocatorie, nonostante le perdite dei propri soldati: “ma se non prendiamo in considerazione le perdite, dovremmo riconoscere che di mese in mese l’esercito ucraino agisce in modo abbastanza razionale e coerente, occupando o cercando di occupare prima i territori neutrali e quindi le nostre posizioni sulla linea di contatto, al fine di ottenere un vantaggio strategico in caso di ripresa di ostilità su larga scala. E’ chiaro che il successo iniziale sarà garantito a coloro che occupano una posizione vantaggiosa, e dal successo iniziale può dipendere il corso delle operazioni militari su larga scala”, ha affermato Alexandr Zhuchkovsky.
Egli ha anche espresso la sua opinione sul perché il tentativo di sfondare delle forze ucraine in questa direzione è stato fatto proprio in questo momento: “Un ulteriore aggravarsi della situazione al fronte era stato previsto per il mese di luglio. Noi avevamo preso alcune misure, in previsione di questa eventualità. In particolare, una settimana fa è stato impiegato un grande raggruppamento dei cosiddetti «vacanzieri». Il nemico risponde di conseguenza con misure adeguate, e una di queste misure, a quanto pare, è stato il tentativo di prendere le posizioni sulla direzione di Debaltsevo – una delle direzioni determinanti per l’offensiva sia nostra che del nemico”, ha sottolineato Zhuchkovsky”.
Messaggio da parte del Ministero della Difesa della Repubblica di Donetsk:
“Alle 7 il nemico ha tentato di irrompere e, usando armi pesanti, con il supporto di tre veicoli da combattimento di fanteria e uno corazzato, è andato all’attacco. Grazie all’efficacia del comando e alle azioni coordinate delle milizie della Repubblica di Lugansk, il nemico è stato fermato e rigettato indietro. Allo stesso tempo, il nemico ha perso un blindato per trasporto truppe e due veicoli da combattimento di fanteria; il numero di morti e feriti è da confermare. Le forze ucraine si sono ritirate dalle posizioni occupate la mattina e hanno lasciato il territorio, che adesso rimane sotto il controllo delle forze repubblicane. L’esercito ucraino conta le sue perdite. Non un metro della nostra terra è stato concesso al nemico. Al momento, la situazione è tornata alla normalità, e gli scontri sono cessati”.
Da parte sua, la giunta [gli ucraini, NdT] afferma che non c’è stata nessuna offensiva generale. Tuttavia, l’avanzamento di 4 chilometri verso Logvinovo è confermato dalle fonti, sia nostre [repubblicane, NdT] che alcune ucraine. Entrambe le parti sostengono l’assenza di caduti (la giunta parla di circa 10 feriti), anche se entrambe denunciano l’uso massiccio di artiglieria e veicoli blindati. La giunta dichiara che circa 20 militari separatisti sono stati uccisi in uno dei punti d’appoggio presi durante l’offensiva. Da parte nostra, è stata annunciata ufficialmente la distruzione di veicoli da combattimento di fanteria e 2 blindati da trasporto ucraini, e inoltre fonti non ufficiali parlano di decine di soldati ucraini morti e vari mezzi militari distrutti. Per via della censura militare non è possibile stabilire le perdite reali.
Va inoltre notato che alcuni media hanno continuato a speculare sulla presenza dei battaglioni “punitivi“, anche se la giunta non ha negato che l’offensiva sia stata effettuata dalla 54a brigata dell’esercito ucraino.
Questa brigata non si è distinta particolarmente nei combattimenti precedenti, ed è possibile che l’assenza di risultati decisivi possa essere dovuta anche alle scarse capacità di combattimento dei suoi soldati.
Si noti che il battaglione “Kijevskaja Rus“, periodicamente menzionato nei bollettini, è da tempo incorporato nell’esercito ucraino e appartiene alla 54a brigata motorizzata.
Questa brigata non ha nemmeno due anni ed è un mescolanza di battaglioni motorizzati che facevano parte della 24a e 30a brigata meccanizzata e 17a brigata corazzata, più i vari cosiddetti “storpi” della Rus.
Se qualcuno l’avesse dimenticato, si tratta proprio di quel battaglione “Kijevskaja Rus“, che il primo giorno dell’attacco decisivo dell’esercito ucraino su Uglegorsk si diede a gambe levate dalla città e poi continuò allegramente a scappare dalla sacca di Debaltsevo.
Giusto per capire di che tipo di gente si tratta:
Il comandante fuggito, feriti che muoiono, e noi che mangiamo la neve.
Il comandante della batteria del 25° battaglione di fanteria meccanizzata “Kijevskaja Rus“, Evgenij Tkachuk, è stato arrestato perché ha dato l’ordine di ritirarsi dalle posizioni che avevano occupato nella zona di Debaltsevo.
Oleg, un combattente del battaglione “Kijevskaja Rus“, tra quelli usciti dalla sacca di Debaltsevo con Tkachuk, ha riferito al sito TSN.ua che “il procuratore militare mi ha informato che il nostro comandante è nell’ufficio del comando militare a Kharkov”. Secondo Oleg, l’avvocato di Tkachuk ha detto che il comandante della batteria “è accusato per due motivi: il mancato rispetto di un ordine militare (anche se inesistente), e il tradimento della patria”.
Come è stato riportato in precedenza, 55 soldati del 25° battaglione meccanizzato di fanteria “Kijevskaja Rus” hanno lasciato le loro posizioni presso la città di Uglegorsk, nella regione di Donetsk, su ordine del comandante della batteria.
Insomma, forse tutto si spiega se si considera chi ha cercato di attaccare.
Sembra che si tratti del riacutizzarsi di una crisi locale, e dopo che le parti sono state coinvolte nella battaglia per delle alture insignificanti e la giunta ha cominciato a prendere batoste, sono arrivati dall’alto gli ordini dei politici e si è cercato di aggiustare la situazione. Come risultato, verso sera è stato dichiarato che la giunta ha lasciato il territorio occupato ed è tornata sulle posizioni precedenti, il che ripete gli avvenimenti dell’agosto del 2015, quando più o meno con le stesse motivazioni ufficiali si “andava alla controffensiva” su Novaja Laspa, e la giunta si era “rotta le corna” [detto in una forma molto gergale, NdT].
In questo caso, non è chiaro cosa ha prevalso in questa ritirata – se siano intercorsi accordi politici, o se l’arrivo dell’artiglieria repubblicana abbia minacciato di far passare gli scontri locali a un livello più elevato, se le perdite delle forze ucraine durante i combattimenti nella notte del 29 giugno abbiano superato i limiti consentiti, se l’attacco esplorativo sia fallito, oppure se sia è trattato di una scommessa azzardata fin dall’inizio. In ogni caso, le testimonianze frammentarie della parte ucraina confermano che entro mezzogiorno del 29 giugno il fuoco di artiglieria della Repubblica di Donetsk aveva raggiunto una forte intensità. In effetti, si possono valutare i combattimenti di oggi nella fase di ritiro dell’esercito ucraino solo con i dati reali delle perdite umane e di mezzi da entrambe le parti.
Insomma, le due parti sono rimaste più o meno sulle posizioni di prima a parte qualche cambiamento tattico, che probabilmente verrà eliminato con le trattative politiche o con mezzi militari.
Non è una situazione nuova, si ripete la storia di cui sopra di Novaja Laspa, i combattimenti per Spartak di metà aprile 2015 e il macello di Marjino: un forte aumento delle tensioni e l’esplosione locale, seguita poi da un’attenuazione.
Vedremo come si svolgeranno gli eventi durante la notte. E’ possibile che anche nel caso di una ridotta intensità dei combattimenti, gli ucraini per precauzione spareranno dei proiettili da 122 e 152 mm.
Insomma, credo che per domani sarà finalmente chiaro se l’esercito ucraino è riuscito a mantenere occupata qualche zona, e forse si saprà qualcosa delle perdite. In ogni caso, se l’offensiva di Svetlodarsk aveva scopi militari di vasta portata, questi non sono stati raggiunti.
PS. Nella foto sotto il titolo: soldati del battaglione Somalia su una delle alture sotto Logvinovo.
* * *
UPD: Altre testimonianze sulle perdite.
Anna Dolgareva:
Debaltsevo oggi. Info non da Eduard Basurin ma reali.
I nostri – circa 20 vittime; gli Ucraini – quasi 200. Questo non è un uno a tre. Questo è un uno a dieci. Si tratta di 220 persone, con cui non puoi più scherzare, non puoi più bere, a cui non puoi dare un pugno in faccia.
Sì, la nostra fanteria è stata debole. Un po’ più in là c’era l’artiglieria. Buona artiglieria. I nostri si sono ritirati, l’artiglieria ha fatto il suo.
20 dei nostri. 20 persone che sono venute a difesa della Novorussia. 20 dannati idealisti. E altri 200.
Marina Kharkova:
La svolta è stata nella direzione di Logvinovo. Gli ucraini hanno sfondato la prima linea di difesa e quasi schiacciato la seconda, ma i rinforzi, tra cui i reparti dei comandanti Abkhaz e Givi, hanno rigettato il nemico sulle posizioni iniziali. Si sa di sicuro di tre morti e cinque feriti dalla nostra parte.
In generale, da entrambe le parti le informazioni sulle perdite sono molto contrastanti.
***
Articolo di Boris Rozhin, comparso su Colonel Cassad il 28 luglio 2016
Tradotto da Elena Petrova per Saker Italia il 3 luglio 2016
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.