Visto che le operazioni di raccolta delle spoglie nemiche e di cattura dei soldati della giunta che ancora vagano nell’ accerchiamento continuano, in teoria la sacca esiste ancora, sebbene nei fatti la battaglia per Debalchevo sia già finita. Man mano che le azioni intorno a Debalchevo rallentano, il numero complessivo degli incidenti e degli scontri a fuoco diminuisce. La maggioranza di questi, comunque, avviene nell’area intorno a Debalchevo. L’occidente cerca di accusare la Russia di violare gli accordi di Minsk per via della rotta della giunta a Debalchevo, ma ormai tutti si sono abituati a questa retorica e siamo arrivati al punto che la Federazione Russa non fa neanche caso alle minacce che riguardano Debalchevo, visto che la sua condotta si basa su precisi presupposti legali, a causa dello stato di indeterminatezza riguardante il gruppo di Debalchevo. I pianti strappacuore dell’occidente su questo argomento (senza alcuna azione concreta intesa a punire la Russia per Debalchevo) dimostrano chiaramente che questo pasticcio resterà sul conto di Poroshenko: è lui che ha rinunciato a stabilire dei parametri negoziali per risolvere la situazione a Debalchevo (forse a sua volta sviato dal Quartier Generale). E così, invece di concordare una ritirata, la giunta è stata espulsa a forza, il che ha inflitto ulteriori perdite a forze già duramente provate. Ovviamente Russia, Donetsk e Lugansk non avrebbero consentito in ogni caso ad un ritiro del materiale dalla sacca, ma il ritiro del personale in cambio della cessione del materiale e della rinuncia a minare le infrastrutture del territorio era una intesa fattibile. Non è stata conclusa, e così in questo settore la guerra è continuata per un altro po’ di tempo. E’ continuata per colpa di Poroshenko.

Ora c’è una reale possibilità di attuare i punti più facilmente realizzabili degli accordi di Minsk (il cessate il fuoco, il ritiro dell’artiglieria pesante e lo scambio di prigionieri di guerra sulla base del principio “tutti per tutti”). Nonostante lo scetticismo che circonda i punti “politici” dell’accordo firmato a Minsk, almeno tre dei punti citati sarebbero abbastanza attuabili se solo vi fosse un minimo interesse delle parti in tal senso.

Nell’intento di stabilire linee guida per congelare il conflitto le modalità di ritiro delle artiglierie pesanti sono già state concordate (con conseguente probabilità che entro la fine di febbraio le parti possano almeno ritirare i veicoli “Tochka U” gli “Smerch” e gli “Uragan” ad una distanza di sicurezza dalla linea del fronte). Il ritiro incomincerà nei prossimi giorni. Proprio come è successo lo scorso autunno, Lentsov sovraintenderà alla situazione sul lato russo. Per lui questo è il secondo tentativo di assicurare un cessate il fuoco. La sua partecipazione ai colloqui di Gorlovka e Maiupol, questo autunno, non ha prodotto un successo. Vedremo come andranno le cose questa volta. E’ incominciato anche il processo di scambio dei prigionieri di guerra (qui c’è un eccellente reportage fotografico con commenti in russo).

E la giunta non riesce proprio a fare a meno dei soliti sporchi trucchi: alcuni dei miliziani scambiati avevano tracce di torture. A dispetto dei proclami, la modalità “tutti per tutti” non è destinata a trovare, al momento, applicazione, perché ci sono temi sensibili che riguardano un certo numero di attivisti; inoltre la giunta consegna uomini della strada di Donetsk e Lugansk come parte degli scambi, gente catturata col pretesto di offese del tutto insignificanti. Alla fin fine la nostra parte ha un numero di prigionieri molto più alto, la maggior parte catturati durante l’estate del 2014 e solo in buona parte scambiati in autunno. Il problema principale sono gli attivisti che operano in clandestinità e gli esponenti della resistenza che soffrono nelle segrete della Gestapo ucraina nelle città del sud est. Siccome la giunta sospetta che alcuni di loro siano legati all’ FSB, è molto riluttante all’ idea di rilasciarli.

Comunque, salvo si verifichino provocazioni sanguinose, nelle prossime 2 – 3 settimane assisteremo ad un tentativo di attuare almeno tre dei punti citati concordati a Minsk, visto che l’intralcio creatosi a Debalchevo è ormai archiviato. Comunque, se teniamo presenti le posizioni degli Stati Uniti e della Giunta, ci rendiamo conto facilmente che questa tregua sarà solo temporanea, e che l’unico dubbio riguarda i tempi entro cui verrà violata. La tempistica sulla ripresa delle operazioni militari in primavera dipenderà dalle condizioni metereologiche e del terreno visto che le avanzate sono problematiche durante la rasputitsa [maltempo primaverile che allaga le strade rendendo difficili le comunicazioni nell’est Europa, N.d.T.]. Sulla nuova linea del fronte, dopo l’eliminazione del saliente di Debalchevo, le parti, oltre a ritirare le artiglierie pesanti, si concentreranno e rinforzeranno le unità malconce. La giunta rinforzerà il fronte fra Gorlovka e Popasnaya, specialmente alla base del saliente di Svetlodarsk. Nelle prossime settimane possiamo aspettarci il dispiegamento di rinforzi verso Artyomovsk per ricreare la riserva operativa distrutta in Gennaio e Febbraio nei settori di Popasnaya, Svetlodarsk e Debalchevo. Le VSN, dopo il taglio di Debalchevo, saranno in grado di liberare forze significative (una brigata, una brigata e mezzo), che non solo rinforzeranno il fronte a sud di Svetlodarsk, ma potranno anche sostenere altri settori (ad esempio nella zona di Popasnaya, o ad occidente di Gorlovka, con l’obiettivo di Mayorsk e Dzerzhinsk). Le spoglie catturare consentiranno alle nostre forze di reintegrare le scorte di materiale dopo le perdite patite durante l’offensiva invernale a di completare l’equipaggiamento delle unità che non avevano sufficiente fornitura già prima delle recenti perdite.

Con la presa di Debalchevo le questione di ripristinare l’infrastruttura della città verrà sollevata entro breve tempo. Dopo la necessaria bonifica della località per dalle residue truppe circondate, sarà intrapreso un lavoro di rapido sminamento e ripristino della strada Lugansk – Debalchevo – Donetsk. Questa sarà una strada di importanza strategica primaria, che aumenterà la viabilità delle Repubbliche Popolari e semplificherà la manovra delle loro forze. Il ripristino del nodo ferroviario richiederà tempo, ma dal punto di vista dello sviluppo delle capacità di trasporto delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk si tratta di misure assolutamente essenziali.

Senz’altro ricostruiranno Debalchevo come insediamento dopo i recenti combattimenti, ma non farei affidamento su di un intervento rapido. Le risorse a disposizione delle nuove autorità per la ricostruzione della città sono molto scarse. Suppongo che ora si concentreranno sulla riattivazione dei servizi essenziali e sulla distribuzione di cibo alla popolazione per ovviare alle più gravi conseguenze della catastrofe occorsa.

Ecco un lungo video su Debalchevo.

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