Jeremy Corbyn, leader del Partito Laburista del Regno Unito, è tornato alla ribalta dopo che sette settimane fa era stato scritto e ampiamente accettato il suo necrologio politico. Anche se i Conservatori, guidati da Theresa May, avranno ancora il numero maggiore di seggi, hanno perso la maggioranza assoluta dopo aver indetto le elezioni nella convinzione che avrebbero migliorato i loro risultati. I Laburisti hanno guadagnato almeno 29 seggi. Il risultato è un Parlamento in bilico, e non è ancora chiaro se si formerà un governo di coalizione o se si dovranno tenere nuove elezioni.

Gli osservatori hanno indicato diverse cause storiche che hanno portato Corbyn ad ottenere il mantenimento della sua posizione di leadership, come il fallimento del progetto centrista e neoliberista del “Nuovo Partito Laburista”, che avrebbe dovuto offrire sicurezza economica o addirittura un futuro alla base operaia del partito; o la politica estera profondamente impopolare di Tony Blair, inclusa la Guerra in Iraq e le menzogne ​​sulle quali si basava.

Molti hanno fatto il confronto con Bernie Sanders, che nonostante abbia perso le primarie dello scorso anno è attualmente il politico in attività più popolare [in Inglese] degli Stati Uniti ed è particolarmente amato dai più giovani. Il fascino di cui godono questi due anziani tra i giovani è impressionante, e fa ben sperare per il futuro.

Ma una delle lezioni più importanti del ritorno di Corbyn è che la verità, così spesso liquidata come la prima vittima della politica, può essere un’arma efficace. Dopo l’attacco terroristico di Manchester, Corbyn ha detto qualcosa che nessun leader di partito negli Stati Uniti avrebbe detto durante una campagna elettorale:

“Molti esperti, inclusi i professionisti dei nostri servizi di intelligence e di sicurezza, hanno sottolineato i legami tra le guerre che il nostro governo ha sostenuto o combattuto in altri paesi, e il terrorismo qui in patria”.

Corbyn si è opposto al coinvolgimento del Regno Unito nelle guerre in Afghanistan, Libia, Iraq e Siria.

Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth Boris Johnson, un personaggio buffonesco simile a Trump con la bussola morale di un topo di fogna, ha dato una risposta in linea col suo personaggio, affermando che la dichiarazione di Corbyn era “assolutamente mostruosa” e che è stato “straordinario e inspiegabile che questa settimana ci sia stato un tentativo di giustificare o legittimare le azioni dei terroristi in questo modo”.

Ma questi attacchi disonesti, ripetuti da alcuni dei più grandi media del Regno Unito, non hanno fatto presa, perché la gente sapeva che Corbyn stava dicendo la verità. Un sondaggio [in Inglese] di questa settimana per The Independent ha scoperto che il 75 per cento degli intervistati era d’accordo sul fatto che “gli interventi in Iraq, Afghanistan e in Libia hanno reso più probabili le atrocità sul suolo del Regno Unito”.

Qui c’è una lezione importante: l’unico modo per impedire alla destra di capitalizzare costantemente e perpetuare il ciclo del terrorismo e dell’intervento militare all’estero è quello di spiegare alla gente ciò che sta realmente accadendo.

Il Presidente Obama lo ha detto per alcuni secondi in un’intervista [in Inglese] a Vice News nel marzo 2015:

“L’ISIL è un derivato diretto di Al-Qaida in Iraq, che si è espansa per via della nostra invasione”.

Ma i media principali guardavano dall’altra parte; negli USA sono stati i media e i blog più di destra ad accorgersene, perché pensavano che fosse scandaloso, e che avrebbe danneggiato Obama.

Ovviamente Obama avrebbe potuto andare oltre e spiegare che Al-Qaida stessa, incluso Osama bin Laden, è un prodotto di miliardi di dollari di sostegno statunitense ai jihadisti in Afghanistan negli anni ‘80; per non parlare della stretta alleanza di Washington con quello che rimane [in Inglese] il principale centro ideologico e finanziario dell’estremismo Islamico: l’Arabia Saudita.

Pochi hanno il coraggio di affermare che la minaccia all’Occidente proveniente dal terrorismo è in gran parte una ripercussione causata dai suoi interventi, perché hanno paura di risposte come quelle di Boris Johnson e dei media britannici. Ma bisogna dirlo anche qui, anche perché la “Guerra al Terrore” è l’ultimo rifugio per i politici di destra screditati come Donald Trump, che altrimenti sarebbero sulla strada per l’autodistruzione. I Repubblicani hanno utilizzato la mobilitazione per la Guerra in Iraq per mantenere la maggioranza al Congresso nel 2002; e nonostante il fatto che nel 2004 la guerra fosse già un disastroso fallimento, questa ha aiutato George W. Bush ad essere rieletto.

Anche il “Manifesto Laburista” è un atto di coraggio, perché aderisce ai principi della giustizia economica e sociale che da tempo motivano la base del partito e la maggior parte dei suoi elettori. Propone una sostanziale espansione del servizio sanitario nazionale, un’assistenza infantile fornita dal governo, una legislazione sui diritti del lavoro che aumenti il potere d’acquisto dei lavoratori, impedisce l’innalzamento dell’età pensionabile e aumenta gli investimenti pubblici. Le imposte alle corporazioni, sui redditi alti e sulle transazioni finanziarie verranno aumentate per pagare nuove spese sociali.

Come per le proposte di Bernie Sanders su università gratuite, assistenza sanitaria universale e imposte a Wall Street, è stato un movimento di massa guidato da giovani che ha messo queste riforme popolari sulla mappa politica.

Le elezioni britanniche, purtroppo, mostrano anche il potere che i mass media hanno sul pensiero di tanta gente, e quindi sulle possibilità elettorali. Negli Stati Uniti, i media principali hanno contribuito a mantenere Bernie lontano dalla nomination Democratica, per lo più fornendo poca copertura giornalistica. I media britannici, in particolare i quotidiani letti da milioni di persone, sono più aggressivamente partigiani, e si sono impegnati in una guerra per uccidere il personaggio Corbyn. Entro il 18 aprile, quando il Primo Ministro Theresa May ha annunciato le elezioni, i media erano quasi riusciti a finire Corbyn e ad assicurare una vittoria a valanga dei Conservatori.

Ciò che ha dato nuova vita a Corbyn è stato in parte il Manifesto Laburista, che ha permesso a molti elettori di capire che lui sosteneva cose nelle quali loro credevano. Ed inoltre ha ottenuto una spinta dalle leggi elettorali per i media televisivi introdotte all’inizio di maggio. Queste sono state progettate per dare un uguale tempo di esposizione televisiva ai partiti in gara.

Se vogliamo muoverci verso un sistema politico più democratico, avremo bisogno di media più equi e imparziali negli Stati Uniti, tra le altre riforme [in Inglese]. Ma la lezione più importante dalle elezioni del Regno Unito è che alcune delle più grandi verità che i media non toccheranno, non devono necessariamente essere temute da veri leader politici.

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Articolo di Mark Weisbrot pubblicato su Counterpunch il 12 giugno 2017.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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