“Il nostro sistema di istruzione umanistica superiore è come un nastro trasportatore carico di malcontento” era il titolo di un programma trasmesso domenica sul canale televisivo “Rossija-1”. La ragione di ciò è stata la controversa dichiarazione fatta dall’insegnante di una prestigiosa università di Mosca, Gasan Guseinov (nella foto), che ha affermato che la lingua russa è “una fogna” e che la Russia è “diventata selvaggia”.
“Sono sorpreso che la Russia sia un paese così non sviluppato. Quando sono arrivato a Berlino”, ha affermato il professore, come se fosse nato in Europa, “le persone intelligenti non erano sorprese di vedere i giornali nei chioschi del luogo non solo in tedesco, ma anche in russo e turco, serbo e francese, greco e polacco, inglese e italiano. E a Mosca, con centinaia di migliaia di ucraini e tartari, kirghisi e uzbeki, cinesi e tedeschi, è impossibile trovare qualcosa in altre lingue – tranne per la povera lingua russa “spazzatura” in cui questo paese ora parla e scrive”.
La cosa più sorprendente è che questa assurdità russofoba non è stata espressa da un arrabbiato senatore americano che odia la Russia, e non da un russofobo di Londra, ma da una persona che ha pubblicato la sua tesi di dottorato all’Università Statale di Mosca, è uno specialista di greco antico, che ha il titolo di professore e insegna ai giovani in una delle università più prestigiose della capitale: Higher School of Economics.
Ma è ancora più sorprendente che nessuno di questa stessa università abbia biasimato Guseinov per parole così odiose sulla nostra “grandezza e potenza” e sulla Russia. Il rettore dell’istituto ha solo scrollato le spalle e ha detto cose come, ad esempio, che è l’opinione personale del professore e in generale la Russia è un paese libero, e tutti possono dire quello che vogliono.
È chiaro che ciò che è accaduto ha causato una tempesta di indignazione. La gente si chiedeva una domanda abbastanza logica, chi è questo signor Guseinov, che si è stabilito convenientemente a Mosca e si è permesso di parlare in modo così offensivo della lingua russa e del nostro paese?
È nato nella soleggiata Baku, ma non in un ambiente di scaricatori di porto, che non hanno paura di esprimersi, ma in una famiglia abbastanza prospera e intelligente. Suo padre, Chingiz Guseinov, era uno scrittore e sua madre, Marina Davydova Greenblat, lavorava come traduttrice.
Nel paese che ora definisce in maniera sprezzante “selvaggio” e “non sviluppato”, il nativo di Baku ha ricevuto un’eccellente istruzione presso il dipartimento classico della Facoltà di Lettere dell’Università Statale di Mosca, e ha insegnato nelle università più prestigiose: l’Istituto russo di Arti Teatrali, e poi ha lavorato all’Istituto Gorki di Letteratura Mondiale sovietico. Ha lavorato in università straniere in Germania, Danimarca, Stati Uniti e come freelance nella redazione Internet di “Deutsche Welle”, e ha visitato l’Università di Bonn come professore privato. Lì, tuttavia, non è stato visto chiamare l’inglese, il danese o il tedesco “una fogna”.
Nel 2007 Guseinov è tornato dall’estero, ed è diventato professore alla Facoltà di Filologia dell’Università Statale di Mosca, dove ha tenuto corsi di storia della letteratura antica, di lingua greca antica e di introduzione alla filologia classica. Dall’ottobre 2012 è professore ordinario della Facoltà di Filologia della National Research University alla Higher School of Economics, ed è stato membro del consiglio scientifico. Insegna anche all’Università di Basilea, in Svizzera.
Oggi, Guseinov non si limita ad insegnare alla Higher School of Economics, ma è anche impegnato nell’insegnamento dell’ordinamento europeo ai “selvaggi russi”, e nel tenere conferenze presso il focolaio della Russofobia – lo Yeltsin Center.
Lì ha recentemente affermato: “All’inizio degli anni ‘90 si stava creando un nuovo stato. C’era la sensazione che la Russia avesse guadagnato qualcosa di incommensurabilmente importante – la libertà politica e creativa. Ci sono diversi autori che hanno creato un panorama della vita. Gli scrittori Vladimir Sorokin, Michail Shishkin, Ljudmila Ulickaja hanno espresso lo spirito della Russia moderna”.
Ma se per lui lo spirito della Russia moderna è espresso dallo scrittore-pornografo Sorokin, dal fuggitivo Shishkin e dalla Ulickaja, che parla con disprezzo del nostro inno e sollecita i russi a “scusarsi con l’Ucraina”, è chiaro il motivo per cui lui stesso parla della Russia e della sua lingua con tale disprezzo.
È anche chiaro che Guseinov è stato amichevolmente sostenuto dai liberali che la pensano allo stesso modo, che, come si può vedere, considerano anch’essi la Russia un paese “selvaggio”. “Gasan Guseinov è un eccezionale filologo e un meraviglioso linguista”, ha detto uno dei guru dell’opposizione, lo scrittore Dmitrj Bykov. E ha definito le proteste in Russia dopo le osservazioni russofobe di Guseinov “attacchi contro gli intellettuali”.
“Naturalmente”, ha detto Bykov, “qualsiasi intellettuale è potenzialmente pericoloso per il governo russo di oggi. Lo dico senza riserve: potenzialmente pericoloso, perché gli intellettuali producono sviluppo, e secondo Putin non può esserci nulla di più pericoloso per la Russia dello sviluppo”.
A proposito, la ricetta “di Bykov” per farsi notare dai Liberali tra gli intellettuali “che creano sviluppo” è quella di chiamare la lingua russa “fogna” e insultare la Russia.
Il dibattito scoppiato in merito alle parole di Guseinov si è riflesso nella citata storia del canale televisivo “Rossija-1”, dove è stato chiesto perché all’interno delle mura delle nostre università iniziassero a risuonare dichiarazioni così offensive per il paese. È stata menzionata anche la nota storia della Facoltà di Giornalismo dell’Università Statale di Mosca, con due studenti fuori sede del 4° anno con debito accademico, cioè “fuori corso”, che hanno iniziato a raccogliere firme in difesa dello studente laureato alla Facoltà di Meccanica e Matematica Azat Miftakhov, che fa parte di un’organizzazione di anarchici. Quando un gruppo di sconosciuti ha dato fuoco ad un ufficio di “Russia Unita” in ottobre, lanciando un bengala attraverso una finestra rotta, Azat Miftakhov, che era stato precedentemente processato, era tra gli arrestati. In risposta, gli studenti Marina Kim e Fariza Dudarov hanno deciso di creare un gruppo di appoggio per Azat. Tuttavia, si è scoperto che loro stesse si erano recentemente prese un congedo accademico usando falsi certificati medici. L’Università Statale di Mosca è solita espellere chi usa certificati falsi. Ma in risposta Marina e Fariza hanno accusato la direzione della Facoltà di Giornalismo di “persecuzione politica” e ora rilasciano interviste a destra e a manca. L’opposizione ha immediatamente approfittato dello scandalo e ha iniziato a gonfiare l’eccitazione in ogni ambito dell’ambiente studentesco.
In relazione a questi scandali nelle università è stata posta una domanda naturale sul canale “Rossija-1”: perché il nostro sistema di istruzione umanistica superiore si trasforma in realtà in un “nastro trasportatore carico di malcontento”?
Uno dei motivi principali di questa situazione è stata l’apparente sovrapproduzione di laureati in professioni umanistiche.
Per esempio, del mezzo milione di studenti a tempo pieno che si sono iscritti quest’anno ai dipartimenti a bilancio – circa la metà hanno scelto quelli umanitari. Il paese non ha bisogno di un numero così elevato di laureati. Nella prima metà del 2019 solo il 56% dei laureati delle università e degli istituti di istruzione speciale secondaria è stato in grado di trovare lavoro attraverso i servizi per l’impiego. Di conseguenza, molti sentono di non essere richiesti, provano depressione e frustrazione, che poi si trasformano in sentimenti di protesta.
Ma le università stesse beneficiano di un numero così elevato di umanisti non necessari al paese, che si trasformano semplicemente in un mezzo per ricavare denaro. Allo stesso tempo, alla Russia mancano urgentemente specialisti in professioni tecniche, ingegneri, programmatori, lavoratori qualificati.
Il Presidente Vladimir Putin ha ripetutamente parlato della necessità di avvicinare l’istruzione superiore alla produzione. In un incontro con i rettori delle università, ha affermato che “la nostra istruzione superiore dovrebbe essere forte e offrire un’istruzione veramente moderna e degna. È chiaro che non tutti possono padroneggiare una conoscenza di così alto livello e di tale qualità. E quando alcune università iscrivono candidati con conoscenze ovviamente insoddisfacenti, questo non solo fa sorgere un sacco di domande. Questa gara per ottenere studenti, e quindi finanziamenti, è necessario dirlo direttamente, a volte svaluta le università ed erode il valore, il prestigio, l’autorità dell’università stessa. Quale qualità di specialisti otterremo quando si laureeranno? È chiaro che non ci si può aspettare un buon risultato”.
E quindi le nostre università in realtà si trasformano in un “nastro trasportatore carico di malcontento”. Le ambizioni non vengono soddisfatte, le aspettative diventano ingiustificate ed esiste un terreno favorevole per il risentimento e la protesta.
“Qui tutto è chiaro”, ha osservato con ironia il presentatore del programma del canale televisivo “Rossija-1”, “se non puoi creare – protesta. Se non puoi imparare, protesta comunque. E così ne viene fuori che abbiamo un sistema di istruzione superiore che è un nastro trasportatore che crea malcontento”.
E l’opposizione e i professori Liberali cercano di sfruttare questo malcontento, gonfiarlo artificialmente e guidarlo contro il governo.
*****
Articolo di Andrej Sokolov pubblicato su Stalker Zone l’11 novembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
__________
La redazione di SakerItalia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.
Guseinov-Greenblat appartiene sicuramente alla quinta colonna che vuole la distruzione della Russia…
Per via dell’ascendenza lappone ovviamente…
comunque il problema è grave, chi controlla l’ educazione dei giovani controlla il futuro , e se putin , il cui modello dichiarato è il penultimo zar , alla fine si lasciasse scippare la russia dalla solita autorazzistica intellighenzia occidentalista che già fece il disastro del ’17 passerà alla storia come un coglione tale e quale a l’ ultimo zar
Nell’antica Cina quando gli imperatori decisero di togliere il potere locale ai signori feudali (dei quali a ragione non si fidavano ) li sostituirono con governatori (i famosi Mandarini) scelti con “concorsi pubblici”.
Ovviamente i concorsi furono molto severi dato che c’era bisogno dei “migliori” per assicurare un “buon governo” e schiacciare il potere della vecchia classe feudale.
Ed in effetti accurate ricerche storiche hanno dimostrato che poi nel corso dei secoli almeno il 50% dei vincitori non appartenevano a famiglie “altolocate”.
Naturalmente il numero dei giovani di “belle speranze” superava abbondantemente il numero dei posti a disposizione in tutta la Cina (che erano circa 50.000).
Ed allora che facevano i giovani delusi nelle loro aspettative?
Le vie erano due:
La prima era quella di diventare istitutori dei figli di qualche ricco mercante.
La seconda è veramente curiosa:
Dato che i caratteri ideografici della scrittura cinese sono molto eleganti esiste in Cina una particolare forma d’arte:
Un pittore dipinge un quadro ed un letterato vi aggiunge una poesia ispirata al soggetto del quadro usando i caratteri cinesi più eleganti e decorativi possibile.
E dato che tutti i giovani colti aspiranti mandarini erano tutti degli eleganti calligrafi, si mettevano d’accordo con un pittore e tiravano avanti con questa forma d’arte.
Tutto questo per dire che la “meritocrazia” non potrà mai funzionare se non si trova una sistemazione onorevole per tutti i delusi dal “sistema concorsuale”.
Nel caso della sistemazione dei laureati in facoltà umanistiche che in Russia sarebbero troppi, secondo il mio modesto punto di vista si potrebbe, nelle facoltà umanistiche, rendere obbligatorio lo studio del Cinese.
Dati i crescenti e sempre più stretti rapporti tra Cina e Russia uno sbocco lavorativo come interpreti o “mediatori culturali” lo si troverebbe sempre.
la Russia sta sperimentando il fenomeno che in Italia si è presentato nel decennio anni 60/70.
Molti studenti, ancor oggi pensano che la loro scelta di istruzione superiore e la laurea o il diploma debba costituire un obbligo per lo Stato e per il sistema economico privato a realizzare i posti di lavoro corrispondenti per il loro inserimento nel mondo del lavoro intellettuale.
I poveretti non sanno(intendo quelli in Russia di cui stiamo ragionando),che nemmeno nell’eldorado dell’Ovest il sistema economico garantisce quello che vorrebbero in Russia.
I più intraprendenti faranno attivismo politico per accedervi e garantirsi il reddito cui aspirano ,gli altri saranno frustrati e perennemente arrabbiati, incapaci di elaborare una filosofia politica che costruisca una Società utopistica cui aspirano.