Secondo la tradizione della Chiesa, il Cristianesimo arrivò per la prima volta nei territori delle moderne Bielorussia, Russia e Ucraina grazie a Sant’Andrea, il primo apostolo di Gesù Cristo. Egli attraversò il Mar Nero fino alla colonia greca del Chersoneso Taurico, l’attuale Cherson, in Crimea, dove convertì diverse migliaia di uomini alla nuova fede. Presumibilmente Sant’Andrea viaggiò anche a nord lungo il fiume Dnepr, dove intorno al V secolo sarebbe stata fondata Kiev, e proseguì a nord fino alla futura posizione di Velikij Novgorod. La Cronaca degli Anni Passati, resoconto redatto nella Rus’ di Kiev intorno al 1116 che raccoglie diverse leggende, racconta che Sant’Andrea era divertito dall’usanza slava della banja, la tradizionale sauna russa. Ma questo è quello che raccontano le leggende, in realtà il Cristianesimo arrivò ai confini orientali dell’Europa molto più tardi.

Le colonie greche del Ponto settentrionale, sia in Crimea che sulle attuali rive ucraine del Mar d’Azov e del Mar Nero, rimasero i principali centri del Cristianesimo nell’Europa orientale per quasi mille anni. Le località Cristiane più importanti includevano il Monastero Rupestre di Inkerman, un monastero Bizantino medievale dove si dice fossero state custodite le reliquie di San Clemente, il quarto Vescovo di Roma, prima del loro trasferimento nella Basilica di San Clemente al Laterano ad opera dei Santi Cirillo e Metodio.

I Santi Cirillo e Metodio furono i missionari del Cristianesimo tra i popoli slavi del Primo Impero Bulgaro, della Grande Moravia e dell’ex provincia romana della Pannonia. Attraverso il loro lavoro influenzarono lo sviluppo culturale di tutti gli slavi, cosa per la quale hanno ricevuto il titolo di “Apostoli degli slavi”. Gli viene attribuito il merito di aver creato l’alfabeto glagolitico, il primo alfabeto usato per trascrivere lo Slavo Ecclesiastico Antico. In seguito i loro discepoli crearono nel Primo Impero bulgaro l’alfabeto Cirillico, che viene ora usato in molti paesi slavi, inclusa la Russia. Dopo la loro morte, i loro seguaci continuarono la loro opera missionaria tra gli altri slavi. Entrambi i fratelli sono stati elevati a compatroni d’Europa da Papa Giovanni Paolo II e oggi vengono venerati in tutte le Chiese Cristiane che ammettono il culto dei santi, nonché nella chiesa Ortodossa, dove godono del titolo di “Pari agli Apostoli”.

I primi passi del Cristianesimo nella Rus’ del IX secolo

La fonte più autorevole riguardante la primissima cristianizzazione della Rus’ è un’enciclica del Patriarca Fozio, risalente forse all’inizio dell’867. Parlando dell’Assedio di Costantinopoli dell’860, Fozio informa i patriarchi e i vescovi orientali che, dopo che i bulgari si sono convertiti al Cristianesimo nell’863, la Rus’ ha seguito il loro esempio. Il Patriarca affermava inoltre che, come nel caso dei bulgari, sarebbe stato prudente inviare fra i barbari un vescovo di Costantinopoli.

Con alcune modifiche, questa storia viene ripetuta dall’Imperatore Costantino VII Porfirogenito nel suo De Administrando Imperio, e in seguito verrà riportata anche da diverse generazioni di storici bizantini, tra cui Giovanni Scilitze e Giovanni Zonara. Che la corte imperiale e il patriarcato considerassero i Rus’ del X secolo come Cristiani, è evidente dal fatto che nelle liste delle sedi Ortodosse, compilate durante i regni degli imperatori Leone VI il Saggio e Costantino VII Porfirogenito, figurava il Vescovato della Rus’. Senza contare il fatto che nessuna fonte greca ha registrato il secondo battesimo della Rus negli anni 990.

Fallimento e nuovi tentativi di cristianizzazione nel X secolo.

Il Battesimo di Olga di Kiev.

Qualunque fu la portata degli sforzi di Fozio per cristianizzare la Rus’, il loro effetto non durò a lungo. Ciononostante, sebbene non menzionino la missione di Fozio, gli autori della Cronaca degli Anni Passati erano a conoscenza del fatto che nel 944 una parte considerevole della popolazione di Kiev era Cristiana. Nel Trattato Rus’-Bizantino del 945, conservato nel testo della cronaca, una minoranza di Rus’ Cristiani giura secondo la loro fede, mentre il Principe Igor’ di Kiev e gli altri Rus’ non Cristiani invocano Perun e Veles secondo le usanze pagane. Nel testo della cronaca viene menzionata anche la collegiata di Sant’Elia a Kiev.

Nel 945 o nel 957, la reggente al potere nella Rus’, Olga di Kiev, visitò Costantinopoli con un certo sacerdote, Gregorio. Il suo ricevimento alla corte imperiale è descritto nel De Ceremoniis. Secondo la leggenda, l’imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito si innamorò perdutamente di Olga, ma questa respinse le sue proposte di matrimonio con un trucco: chiese al Porfirogenito di essere il suo padrino di battesimo e dopo la cerimonia disse all’imperatore che sarebbe stato sconveniente per un padrino sposare la sua figlioccia. La verità, però, è che Olga era già una donna anziana, e Costantino, pur se avesse voluto a tutti i costi sposarla avrebbe dovuto prima trovare un modo per sbarazzarsi di sua moglie, Elena Lecapena (per quanto è innegabile che l’ipotesi di vedere la Seconda e la Terza Roma riunite in un unico impero sia piuttosto suggestiva).

Anche se di solito si presume che Olga fu battezzata a Costantinopoli e non a Kiev, non vi è alcuna menzione esplicita del sacramento, perciò sia la versione di un battesimo a Costantinopoli che quella di un battesimo a Kiev sono plausibili. Si sa che Olga richiese anche l’invio di un vescovo e di sacerdoti Cattolici da Roma. Suo figlio Svjatoslav I, però, continuò ad adorare Perun e gli altri dei del pantheon slavo, e rimase un fervente pagano per tutta la vita; secondo la Cronaca degli Anni Passati, egli credeva che i suoi guerrieri avrebbero perso il rispetto per lui e lo avrebbero deriso se fosse diventato Cristiano.

Sembra che il successore di Svjatoslav, Jaropolk I, abbia avuto un atteggiamento più conciliante nei confronti del Cristianesimo. Fonti tardomedievali sostengono addirittura che Jaropolk abbia intrapreso relazioni diplomatiche con il Papa. Il Chronicon Aquitanicum di Ademaro di Chabannes e la Vita Beati Romualdi di San Pier Damiani documentano effettivamente la missione di San Bruno da Querfurt nella Rus’, dove egli sarebbe riuscito a convertire al Cristianesimo un re locale. Per spiegare le affermazioni di questi ecclesiastici occidentali lo storico russo Aleksander Nazarenko ha teorizzato che Jaropolk venne sottoposto ad alcuni riti preliminari al battesimo, ma venne assassinato per volere del fratellastro pagano, il futuro Vladimir I di Kiev, prima che la sua conversione fosse formalizzata. Sempre secondo questa teoria, tutte le informazioni sul battesimo di Jaropolk secondo il rito Latino sarebbero state soppresse dai successivi cronisti Ortodossi, desiderosi all’estremo di mantenere incontaminata l’immagine di Vladimir come apostolo della Rus’ per le generazioni successive.

Preludio al battesimo

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In questo dipinto di Ivan Eggink, Vladimir I di Kiev ascolta interessato un prete Ortodosso, mentre gli inviati papali vanno via delusi e amareggiati.

Durante il primo decennio del regno di Vladimir I di Kiev, ebbe inizio una reazione pagana. Il dio del tuono Perun fu scelto come divinità suprema del pantheon slavo e il suo idolo fu posto su una collina vicina al palazzo reale. Questa rinascita del paganesimo fu contemporanea a tentativi simili intrapresi da Hákon Sigurðarson in Norvegia e Sweyn I di Danimarca, ma verso la fine degli anni 980 Vladimir ritenne che per la Rus’ era arrivato il momento irrevocabile di adottare il monoteismo dall’estero.

La Cronaca degli Anni Passati riferisce che nell’anno 986 Vladimir incontrò rappresentanti di diverse religioni. Il risultato è descritto in modo divertente nel seguente aneddoto apocrifo. Quando incontrò i bulgari del Volga, Musulmani, Vladimir trovò la loro religione inadatta a causa dell’obbligo di circoncidersi e dei vari tabù contro le bevande alcoliche e il maiale; a quanto sembra Vladimir disse in quell’occasione: “Bere è la gioia della Rus’”. Si consultò anche con inviati cazari, li interrogò sull’Ebraismo, la religione che avevano adottato, ma alla fine lo respinse. Gli Ebrei avevano perso il controllo di Gerusalemme da ormai diversi secoli, non era forse questa una prova che erano stati abbandonati da Dio?

Sempre la Cronaca degli Anni Passati afferma anche che nell’anno 987, a seguito di una consultazione con i suoi boiardi, Vladimir mandò inviati a studiare le religioni delle varie nazioni vicine, i cui rappresentanti lo avevano invitato ad abbracciare le loro rispettive fedi. Dei bulgari del Volga, Musulmani, gli inviati riferirono che non c’era gioia tra loro; solo tristezza e un fetore tremendo. Nelle tetre chiese Cattoliche dei tedeschi i suoi emissari non videro alcuna bellezza; ma a Santa Sofia, dove per impressionarli venne messo in moto il rituale festivo completo della Chiesa bizantina, trovarono ciò che più si confaceva a loro: “Non sapevamo più se eravamo in Paradiso o sulla Terra”, riferirono, “la bellezza era tale che non sapevamo come descriverla”.

Vladimir si converte

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Il battesimo di Vladimir.

Le fonti esterne alla Rus’ presentano una storia differente della conversione di Vladimir. Yahya di Antiochia e i suoi seguaci danno essenzialmente lo stesso resoconto: nel 987, i generali Barda Sclero e Barda Foca si ribellarono contro l’imperatore bizantino Basilio II Bulgaroctono. Entrambi i ribelli unirono brevemente le forze, avanzarono su Costantinopoli e il 14 settembre 987 Barda Foca si autoproclamò imperatore. Ansioso di evitare l’assedio della sua capitale, Basilio II si rivolse ai Rus’ in cerca di assistenza, anche se all’epoca erano considerati dei nemici. Vladimir acconsentì, in cambio di un’unione matrimoniale; accettò anche di convertirsi al Cristianesimo Ortodosso e di portare il suo popolo alla nuova fede. Quando furono stabilite le disposizioni per il matrimonio, Vladimir inviò 6.000 soldati nell’Impero bizantino per aiutare Basilio a reprimere la rivolta.

Nella Cronaca degli Anni Passati, il racconto del battesimo di Vladimir è preceduto dalla cosiddetta Leggenda di Korsun’. Secondo questa storia apocrifa, nel 988 Vladimir conquistò la città greca di Korsun (Cherson) in Crimea, molto importante dal punto di vista commerciale e politico. Questa campagna potrebbe essere stata dettata dal suo desiderio di assicurarsi i benefici promessi da Basilio II quando egli aveva chiesto l’assistenza della Rus’ contro Foca. Come compenso per l’abbandono del Chersoneso, a Vladimir fu promessa la mano della sorella dell’imperatore, Anna Porfirogenita. Prima del matrimonio, Vladimir decise di battezzarsi, prendendo il nome Cristiano di Basilio in omaggio al cognato imperiale. Il sacramento fu seguito dal suo matrimonio con la principessa bizantina e sul presunto luogo del battesimo di Vladimir venne eretta la Cattedrale di Cherson.

Il battesimo della Rus’ di Kiev

La popolazione di Kiev viene battezzata.

Ritornato a Kiev in trionfo, Vladimir esortò gli abitanti della sua capitale a dirigersi verso il fiume Dnepr per il battesimo. Questo battesimo di massa divenne l’iconico evento inaugurale della cristianizzazione della Rus’ di Kiev.

Inizialmente Vladimir battezzò i suoi 12 figli e molti boiardi. Poi distrusse le statue lignee degli dei pagani slavi, e la statua di Perun – il dio supremo – venne gettata nel Dnepr.

Quindi Vladimir mandò un messaggio a tutti i residenti di Kiev, invitando “ricchi e poveri, mendicanti e schiavi” a recarsi al fiume il giorno seguente, se non volevano rischiare di diventare “nemici del principe”. Venne un gran numero di persone; alcuni portarono con loro anche dei neonati. Furono mandati in acqua mentre dei sacerdoti Ortodossi, venuti per l’occasione da Cherson, pregavano.

Per commemorare l’evento, Vladimir costruì la prima chiesa in pietra della Rus’ di Kiev, chiamata Chiesa delle Decime, dove sarebbero dovuti essere sepolti il suo corpo e quello della sua nuova moglie. Un’altra chiesa fu costruita sulla cima della collina dove prima venivano erette le statue pagane.

Dopo il battesimo

Il battesimo di Kiev venne seguito da cerimonie simili in altri centri urbani del paese. Le Cronache di Ioachim affermano che lo zio di Vladimir, Dobrynja, costrinse gli abitanti di Novgorod a convertirsi al Cristianesimo “col fuoco”, mentre il sindaco della stessa città, Putyata, persuase i suoi compaesani ad accettare la fede Cristiana solo “con la spada”. Allo stesso tempo, il Vescovo Gioacchino il Corsuniano costruì la Cattedrale di Santa Sofia, che all’epoca era un edificio ligneo a “con 13 tetti”, sul sito di un cimitero pagano.

Il paganesimo persistette a lungo nel paese, affiorando durante la Rivolta dell’Alto Volga e in altre occasionali proteste pagane. La parte nordorientale del paese, che faceva capo a Rostov, si dimostrò particolarmente ostile alla nuova religione. La stessa Novgorod affrontò una rivolta pagana già nel 1071, durante la quale il Vescovo Teodoro rischiò la vita; fortunatamente per lui il Principe Gleb Svjatoslavič disperse la folla tagliando a metà uno stregone pagano con un’ascia.

La cristianizzazione legò saldamente la Rus’ all’Impero bizantino. La cultura e i libri greci si diffusero a Kiev e in altri centri del paese. Le chiese iniziarono a essere costruite sul modello bizantino. Durante il regno del figlio di Vladimir, Jaroslav I, il Metropolita Ilarione scrisse la prima opera conosciuta della letteratura slava orientale, un’elaborata orazione nella quale paragonava in modo favorevole la Rus’ con altre nazioni conosciuta come “Sermone sulla Legge e sulla Grazia”. Il primo libro slavo orientale dell’epoca completamente conservato è, guarda caso, un testo sacro, i cosiddetti Vangeli di Ostromir, provenienti da Novgorod. L’unica opera sopravvissuta della letteratura laica contemporanea all’adozione del Cristianesimo da parte dei russi, Il Canto della Schiera di Igor, indica che nella Rus’ di Kiev erano rimaste tracce del paganesimo, ma ormai la strada era tracciata. L’abbraccio tra la Russia e la sua Chiesa non si è mai più sciolto e continua ancora oggi.

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Articolo di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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