Il sito web del canale televisivo russo “Tvzvezda” ha pubblicato una serie di articoli sulla Grande Guerra Patriottica del 1941-1945 dello scrittore Leonid Maslovsky, basati sul suo libro “Russkaya Pravda”, uscito nel 2011.
In questi articoli d’autore, Maslovsky rivela “i miti di un nemico immaginario, la Russia, e gli eventi della Grande Guerra Patriottica che mostrano la grandezza della nostra vittoria”. L’autore dice poi che nei suoi articoli “svelerà l’inutile ruolo tenuto dagli Stati Uniti nei preparativi tedeschi per la guerra contro l’Unione Sovietica”.
L’inizio della battaglia di Mosca
Il Comando nazista aveva messo a punto una grande offensiva per la cattura di Mosca, chiamata in codice “Tifone”. Il 30 settembre 1941 è considerato il giorno d’inizio della battaglia di Mosca. In un precedente articolo sulla battaglia di Kiev avevamo espresso dei dubbi sull’effettivo numero dei nostri prigionieri di guerra.
Gli stessi dati, non veritieri, sul numero dei soldati e degli ufficiali sovietici catturati a Vyazma li troviamo quando leggiamo la maggior parte dei resoconti sulle nostre perdite in questa località, all’inizio della battaglia di Mosca.
Bisogna notare che l’esercito tedesco, alla fine del mese di settembre 1941, era ancora molto agguerrito. Le forti perdite di uomini e materiali nelle battaglie di confine di Minsk, Kiev, Smolensk, Leningrado e in tutte le altre migliaia di cittadine e villaggi dell’Unione Sovietica difesi dai nostri soldati, erano state compensate dai Tedeschi facendo affluire truppe fresche dal resto d’Europa.
In tutta la durata delle guerra, l’Armata Rossa ha combattuto 160 battaglie importanti, mentre gli scontri di entità minore si contano a decine di migliaia. Ma fra tutte le battaglie, tre hanno una particolare importanza: quelle di Mosca, Stalingrado e Kursk, non perchè siano state le battaglie più grandi di tutta la Grande Guerra Patriottica (ce ne sono state di più imponenti), ma perchè in esse si è deciso il destino della Madrepatria, dell’intera nazione. Per salvare l’Unione Sovietica queste battaglie abbiamo dovuto vincerle .
La battaglia di Mosca può essere divisa in due parti: una difensiva, dal 30 settembre al 5 dicembre 1941, ed una offensiva, dal 5 dicembre al 20 aprile 1942. Per l’esecuzione del piano destinato alla presa di Mosca il Comando tedesco aveva spostato il Gruppo d’Armate “Centro” ad est di Smolensk: 1.800.000 uomini, 1.700 carri armati, più di 14.000 fra cannoni e mortai e 1390 aerei.
Per contrastare l’avanzata delle truppe della Whermacht c’erano i nostri tre Fronti: quello Occidentale (sotto il comando del Colonnello-Generale I.S. Konev), quello della Riserva (comandato dal Maresciallo dell’Unione Sovietica S.M. Budyonny) e quello di Bryansk (comandato dal Colonnello-Generale A.I. Eremenko). In totale, sui tre fronti, erano schierati 1.250.000 uomini, 990 carri armati, 7.600 fra cannoni e mortai e 677 aerei.
Il primo giorno dell’offensiva, il 30 settembre 1941, le forze tedesche erano riuscite a sfondare le nostre difese e a circondare le truppe del Fronte di Bryansk, ma non erano riuscite a mantenere l’accerchiamento e cosi, il 23 ottobre, i contingenti del Fronte di Briank, con l’aiuto dell’aviazione, erano riusciti a ritirarsi e a raggiungere le nuove linee di difesa. Nel corso di questi duri e sanguinosi combattimenti le nostre forze avevano subito pesanti perdite. Questa battaglia del 1941 va sotto il nome di Operazione Orel-Bryansk.
Il 30 settembre 1941, il Fronte di Bryansk era costituito dalla 50°, 3°, 13° armata e dal loro gruppi d’assalto, in totale la consistenza di questa formazione era di circa 250.000 uomini.
Il 10 novembre 1941, il Fronte Bryansk veniva disaggregato. Il 2 ottobre 1941, con il 50% dei carri armati e il 75% delle divisioni di fanteria del Gruppo di armate “Centro” i Tedeschi avevano eseguito due imponenti attacchi nella direzione di Vyazma, sfondando il nostro fronte e circondando una parte delle nostre truppe dei fronti Occidentale e della Riserva.
Anche se circondate, le nostre forze, al comando del Tenente-Generale M.F. Lukin avevano combattuto con coraggio, tenendo impegnate 28 divisioni tedesche, impedendo fino a metà ottobre a 14 di esse di avanzare su Mosca. Dopo la metà di ottobre, una parte delle nostre truppe era riuscita a rompere l’accerchiamento e a raggiungere il fronte della difesa di Mosca e un’altra parte aveva continuato a compiere azioni di guerriglia dietro le linee nemiche.
L’alto comando tedesco, nel suo rapporto, parlava di 663.000 prigionieri di guerra fatti dai Tedeschi a Vyazma. Il reale valore delle informazioni fornite da Goebbels e dai comandanti tedeschi lo conosciamo bene, grazie proprio alle parole di Goebbels, secondo cui una bugia, ripetuta 1000 volte, diventa una verità. I numeri forniti da Goebbels, presi senza riserve, hanno indotto a sbagliare un gran numero dei nostri ricercatori e dei nostri storici.
Il numero effettivo delle nostre truppe circondate a Vyazma, nelle fonti sovietiche, viene indicato facendo riferimento non agli uomini ma alle armate. L’enciclopedia della Grande Guerra Patriottica (1985), scritta da M.M. Kozlov, G.K. Zhukov, A.M. Vasilievsky e K.K. Rokossovsky dice che a Vyazma erano state circondate 4 armate del Fronte Occidentale e di quello della Riserva (19°, 20°, 24° e 32°). Ogni armata era costituita da circa 80.000 uomini, per cui, all’inizio dei combattimenti, in queste armate non potevano esserci più di 320.000 uomini.
Tenendo poi conto della reale entità delle perdite in combattimento, che ammontavano a più del 50% dei soldati e degli ufficiali dell’Armata Rossa, si può dire che, di fatto, non erano state circondate più di 150.000 persone. I combattimenti erano continuati fino al 12-13 ottobre. Molti dei soldati e degli ufficiali circondati erano caduti in combattimento, alcuni erano riusciti a sfuggire, altri erano passati alla guerriglia e così, il vero numero dei soldati e degli ufficiali sovietici fatti prigionieri non superava le 50.000 unità. E’ anche possibile che il numero complessivo dei prigionieri sia stato calcolato (dai Tedeschi) estrapolandolo da episodi isolati.
Come al solito i Tedeschi, nelle loro dichiarazioni, avevano esagerato i risultati raggiunti dalla loro offensiva, avevano sovrastimato il numero dei prigionieri sovietici fatti a Vyazma di almeno 10 volte. Le sacche di Kiev e Vyazma sono stati gli episodi di accerchiamento delle nostre truppe più importanti e più conosciuti di tutta la Grande Guerra Patriottica. Sfortunatamente, il numero dei soldati e degli ufficiali dell’Armata Rossa che erano stati circondati e sopratutto catturati, è ancora, per la maggior parte degli storici, quello fornito dalle assai poco affidabili fonti tedesche.
Nell’ottobre del 1941, l’alto comando sovietico aveva a sua disposizione un gran numero di uomini per la difesa di Mosca e della sua area fortificata. Le truppe tedesche in alcuni punti avevano sfondato le nostre difese, oltrepassato la linea del fronte e inviato guastatori nelle nostre retrovie e si erano verificati casi in cui l’assenza delle nostre divisioni in una specifica località aveva permesso all’esercito tedesco di superare la nostra linea di difesa.
In quei momenti critici, in assenza di truppe regolari che fossero in grado di opporsi alle unità tedesche che erano riuscite a filtrare attraverso una parte dello schieramento sovietico, tutte le unità militari della zona erano state costrette a combattere insieme contro il nemico.I cadetti della Scuola Militare di Podolsk avevano ritardato l’avanzata dei Tedeschi nel momento più critico, fino all’arrivo delle unità militari vere e proprie.
A causa del concentramento tedesco nei luoghi previsti per l’offensiva contro le nostre difese, un gran numero di carri armati tedeschi era riuscito a passare attraverso le linee sovietiche, almeno fino all’arrivo dei nostri carri e delle nostre batterie controcarro, che in Russia combattevano alla morte. Dobbiamo sempre ricordare ed onorare l’impresa dei cadetti di Poldosk, ragazzi che hanno resistito fino alla morte contro i carri armati tedeschi, a fianco delle altre unità dell’Armata Rossa, ma questo episodio non deve farci credere che mancassero solide difese, come p.e. altre formazioni militari sulla strada degli invasori fascisti diretti a Mosca.
Se vi capita di leggere che il Gruppo di Armate “Centro”, dopo aver circondato le forze sovietiche a Vyazma, si era aperto la strada verso Mosca, non credete a quello che leggete.La favola che la via di Mosca fosse aperta passa di libro in libro, se ne parla in TV e ci si fanno film.
Il fatto è che Stalin aveva nominato Zhukov comandante del settore occidentale, ma non gli aveva dato un nuovo esercito.Zhukov aveva assunto il comando delle armate di I.S. Konev e S.M. Budyonny. Il 10 ottobre 1941 Khonev aveva assegnato a Zhukov 4 armate, la 22°, 29°, 30° e la 16°, Konev ne aveva fornite altre 4, la 31°, 33°, 43° e la 49°. Le 8 armate che Konev e Budyonny avevano trasferito a Zhukov, prima dell’inizio delle ostilità ammontavano a circa 666.400 uomini.
Queste 8 armate erano state riunite nel Fronte Occidentale e messe sotto il comando di Zhukov. Così Zhukov, il 10 ottobre 1941 aveva avuto non due reggimenti, come dicono i detrattori della Russia, ma 8 armate. Queste armate erano quelle di Vyazma; delle 12 che erano là, 4 erano state circondate e 8, quelle di Konev e Budyonny, erano passate poi sotto il comando di Zhukov. In pratica era stato con queste 8 armate, sfuggite all’accerchiamento, che Zhukov aveva potuto tenere il fronte fino all’arrivo delle truppe fresche.
La battaglia di Vyazma aveva mostrato come, anche con una linea di difesa accuratamente preparata, il nemico può sempre sfondare il fronte, e la difesa di Vyazma era stata preparata in modo scrupoloso, secondo le richieste del Quartier Generale del 10 settembre 1941: “trincerarsi saldamente, anche a scapito delle linee di penetrazione secondarie, e strutturare le difese mantenendo 6 o 7 divisioni di riserva per creare un gruppo da manovra agile e potente in vista di future offensive”.
I comandanti dell’esercito e la Stavka avevano messo a punto la direttiva N° 002 373, datata 27 settembre, dove si diceva: “In tutte le parti del fronte bisogna instaurare una difesa rigida e invalicabile e allo stesso tempo condurre azioni di ricognizione attiva sulle forze nemiche e, solo se necessario, intraprendere azioni di attacco allo scopo di migliorare le proprie posizioni difensive. Bisogna mobilitare tutte le truppe di fanteria del Fronte, le armate e le divisioni per le operazioni di scavo, in modo da creare sul fronte un sistema di trincee a pieno profilo su diverse linee, con sistemi di comunicazione, filo spinato ed ostacoli anticarro”.
L’esecuzione, a regola d’arte, delle direttive del Quartier Generale era stata descritta da Konev e dal comandante del Fronte Occidentale M.F. Lukin, che avevano scritto: “Le trincee erano state scavate praticamente dappertutto, trincee a pieno profilo. Le zone dove stazionavano i carri armati erano state minate e, dove possibile, erano state create scarpate e fossati anticarro. Erano stati costruiti ripari e mimetizzazioni per le piazzole dei cannoni”.
Nonostante queste misure, la difesa di Vyazma non aveva retto. Questo conferma che le azioni di difesa, da sole, non garantiscono la tenuta del fronte, in assenza della necessaria densità di truppe e di informazioni sulla direttrice principale dell’attacco nemico.
Le truppe del Fronte Occidentale, sotto il comando di G.K. Zukhov si erano ritirate sulla linea difensiva di Mozhaisk. Il 20 ottobre 1941, il Comitato per la Difesa dello Stato (GKO) aveva dichiarato lo stato d’assedio per Mosca e le zone circostanti.
Nel mese di ottobre il nemico aveva compiuto 31 raid aerei su Mosca. A questi attacchi avevano preso parte in totale 2.000 aerei nemici, di cui 278 erano stati abbattuti. Solo 72 aerei erano riusciti a sganciare le loro bombe sulla città. Da metà ottobre fino ai primi di novembre, a Mozhaisk si erano svolti continui combattimenti.
La costruzione della zona fortificata alla periferia di Mosca era iniziata nel luglio del 1941. La linea di difesa principale era costituita da un sistema di fortificazioni permanenti, che comprendevano bunker, ridotte in cemento armato, ostacoli anticarro e anti-uomo.
Questa zona comprendeva Volokolamsk, Mozhaisk, Maloyaroslavets e la regione fortificata di Kaluga. Al 10 ottobre 1941 erano stati costruiti 296 ridotte, 535 bunker, 170 km. di fossati anticarro e 95 km. di scarpate. L’area fortificata di Kaluga non era stata interessata dai combattimenti perchè alla fine di ottobre le truppe tedesche, al comando di F. Boch, erano riuscite a penetrare solo per 75 km. all’interno delle nostre difese ma erano state incapaci di sfondare la linea del fronte.
Nell’area di Volokolamsk, la 16° armata aveva combattuto agli ordini del Tenente-Generale Rokossovsky, a Mozhaisk c’era la 5° armata del Maggiore-Generale Lelyushenko e, dopo il suo ferimento, del Maggiore-Generale L.A. Govorov, a Narofominsk la 33° armata del Tenente-Generale M.G. Yefremov, a Maloyaroslavets la 43° armata del Maggiore-Generale K.D. Golubev e nella direttrice di Kaluga la 49° armata del Tenente-Generale I.G. Zakharkin. I nomi di questi comandanti sono entrati nella storia della battaglia di Mosca e in quella della nostra nazione.
Feroci battaglie erano state combattute nelle vicinanze e all’interno della città di Kalinin (Tver), che era stata conquistata dai tedeschi il 14 ottobre. Il 17 di ottobre era stato creato il Fronte di Kalinin, sotto il comando del Colonnello-Generale I.S. Konev. I tedeschi avevano dovuto fermarsi e non erano riusciti ad attaccare alle spalle il fronte nord-occidentale o a sfondate in direzione di Tula.
L’esercito e la popolazione della città di Tula, aveva fermato le truppe nemiche, infliggendo loro gravi perdite in uomini e materiali (100 carri armati). Il loro è stato un contributo decisivo per la difesa di Tula e per la liberazione dall’accerchiamento delle unità del Fronte di Briansk.
Nel mese di ottobre la difesa di Mosca era stata portata avanti al limite della resistenza umana. Il popolo russo, sovietico, aveva combattuto da solo. Ma non bisognerebbe anche mettere una parola buona per Stalin, che, nel luglio 1941, aveva organizzato la costruzione delle ridotte fortificate, dei bunker, delle barriere anticarro e delle altre opere difensive nelle zone fortificate alla periferia di Mosca e che aveva fornito armi, munizioni, cibo e uniformi ai soldati?
Le nostre truppe sono riuscite a resistere sul fronte Occidentale davanti a Mosca sopratutto perchè, nell’ottobre 1941, i soldati e gli ufficiali sovietici che combattevano il nemico avevano le armi per abbattergli gli aerei, distruggergli i carri armati e confondere la sua fanteria.
Continua…
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Pubblicato da FortRuss il 19 Febbraio 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it
A quando il seguito? E’ da un po’ che non si pubblica