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Il sito web del canale televisivo russo “Tvzvezda” ha pubblicato una serie di articoli sulla Grande Guerra Patriottica del 1941-1945 dello scrittore Leonid Maslovsky, basati sul suo libro “Russkaya Pravda”, uscito nel 2011.

In questi articoli d’autore, Maslovsky rivela “i miti di un nemico immaginario, la Russia, e gli eventi della Grande Guerra Patriottica che mostrano la grandezza della nostra vittoria”. L’autore dice poi che nei suoi articoli “svelerà l’inutile ruolo tenuto dagli Stati Uniti nei preparativi tedeschi per la guerra contro l’Unione Sovietica”.


La completa disfatta delle truppe tedesche nei pressi di Mosca del Dicembre del 1941 anticipò l’intervento di Hitler. I battaglioni penali, le divisioni tedesche dove venivano assegnati coloro che venivano sottoposti a processo, e, in particolare, usando la definizione di Keitel, la “spietata durezza di Hitler”, impedirono il panico nell’esercito nel Dicembre 1941.

Durante la campagna invernale il tribunale militare Nazista condannò 62.000 soldati e ufficiali per diserzione, partenza non autorizzata, insubordinazione e così via. 35 generali furono sospesi dal loro incarico, inclusi i feldmarescialli von Brauchitsch e von Bock, e il Colonnello Generale Guderian.

Riguardo alla ritirata dell’esercito tedesco vicino Mosca, Keitel scrisse il seguente pensiero: “Sarebbe contrario alla verità se non lo affermassi qui con la massima convinzione: la catastrofe è stata evitata solo dalla pura forza di volontà, dalla perseveranza e dall’implacabile durezza di Hitler. Se il piano ben congegnato nella sua forma originaria di una ritirata graduale, il cui desiderio di portarlo a termine era di vedute ristrette, egoista e dettato dalla disastrosa situazione del Gruppo d’Armate Centro che era fortemente sotto pressione e in sofferenza per via del freddo tremendo (causa di apatia), non avesse incrociato inesorabilmente l’opposizione senza compromessi di Hitler e la sua ferrea energia, il destino dell’esercito tedesco nel 1941 sarebbe stato inevitabilmente lo stesso di quello di Napoleone nel 1812.

Come testimone e partecipante agli eventi di quelle terribili settimane lo devo dire con assoluta certezza! Tutte le armi pesanti, tutti i carri armati e i mezzi motorizzati sarebbero rimasti sul campo di battaglia. Essendo coscienti del fatto di essere indifesi, le truppe avrebbero gettato anche le loro armi, e, avendo alle spalle un inseguitore implacabile, sarebbero scappate”.

A quell’epoca il numero di battaglioni penali nell’Esercito tedesco stava aumentando in modo particolare. Le divisioni di questo tipo, che esistettero fino alla fine della guerra, salvarono le unità tedesche dalla distruzione, ma furono fermate dalla ritirata dei Tedeschi a Mosca. Poche persone sanno che la pratica dei battaglioni penali venne presa in prestito da Stalin dalla Germania. I soldati dell’esercito Sovietico che venivano inviati nei battaglioni penali dovevano combattere fino al primo sangue, ovvero fino a quando non venivano feriti, e dopo aver fatto ammenda potevano tornare ai battaglioni ordinari. E l’obiettivo non era sbarazzarsi delle persone, ma punire i soldati che avevano commesso dei crimini. Questi battaglioni venivano usati soprattutto per la ricognizione dei punti fortificati nemici. Ma basta parlare dei battaglioni penali – il tema di oggi è il 1942, e faremmo meglio a tornarci.

Le truppe sovietiche liberarono il 9 Dicembre Rogačevo, l’11 Dicembre – Istra, il 12 Dicembre Solnečnogorsk, il 15 Dicembre Klin, il 16 Dicembre – Kalinin [l’odierna Tver’, NdT] il 20 Dicembre – Volokolamsk. Centinaia di altri villaggi e città vennero liberati nel Dicembre 1941 lungo il Fronte Occidentale e il Fronte di Kalinin.

Le truppe avanzarono con successo sul Fronte Sudoccidentale. I Tedeschi non riuscirono a fermare l’avanzata delle nostre truppa sulla linea del Fiume Oka. E il 30 Dicembre venne presa Kaluga. L’avanzata delle truppe Sovietiche a sud non finì con la liberazione di Rostov sul Don. Inseguendo il nemico in ritirata, le nostre truppe attraversarono il Fiume Mius e crearono il saliente di Barvenkovskij nella regione di Izjum.

Le truppe dei fronti di Leningrado e del Volchov non riuscirono nel Dicembre 1941 a rompere il blocco di Leningrado. Ma ottenemmo l’iniziativa strategica e facemmo perfino sbarcare truppe in Crimea con lo scopo di appoggiare il combattimento a Sebastopoli. I cuori del popolo Sovietico si riempirono d’orgoglio e della fiducia in una rapida vittoria e nella fine della guerra. Ma Stalin capì la vera forza degli eserciti europei. Disse all’Inviato del Presidente degli Stati Uniti, Harry Hopkins, “Credo, comunque, che la guerra sarà intensa e forse prolungata”. E chiese i materiali necessari per una lunga guerra.

Con l’unico attacco nella direzione strategica occidentale le nostre truppe distrussero 11 divisioni panzer, 4 unità di fanteria motorizzata e 23 divisioni tedesche. Nel Dicembre 1941, le nostre truppe continuarono ad attaccare, comunque, muovendosi in avanti, e Vasilevskij scrisse: “Durante l’offensiva invernale le truppe Sovietiche sconfissero 50 divisioni nemiche, causando sconfitte gravissime al principale raggruppamento di truppe nemiche – il Gruppo d’Armate Centro”.

Il prestigio della Germania agli occhi di Giappone e Turchia calò significativamente. I nostri soldati erano più forti del selettivo addestramento fisico, della volontà e dell’abilità militare delle SS. Le truppe delle SS tedesche possono essere definite d’élite perché questa branca del servizio accettava solo reclute provenienti dalla campagna, con uno stato di salute eccellente. Perfino a coloro che avevano solo un’otturazione dentale non veniva permesso di arruolarsi in queste divisioni.

Il nostro equipaggiamento militare lavorava in modo affidabile sia col caldo che col freddo. I nostri ufficiali guadagnarono esperienza in battaglie sanguinose. La nostra Armata Rossa stava avanzando, coprendo il terreno innevato coi cadaveri di soldati e ufficiali tedeschi, pezzi d’artiglieria distrutti, carri e veicoli in fiamme e cavalli morti. Colonne di prigionieri tedeschi venivano condotti ad est dai nostri soldati, tenendo pronti i fucili con le baionette inastate.

8721250Ma i soldati non videro solo l’esercito tedesco sconfitto. I nostri combattenti incontrarono lungo la strada migliaia di Tedeschi nei villaggi dati alle fiamme, e civili rimasti senza casa, davanti agli occhi dei soldati Sovietici apparvero dozzine di città in rovina con le case e le fabbriche distrutte, migliaia di donne e bambini torturati a morte e uccisi.

Alla vista di queste terribili atrocità dei soldati tedeschi, i cuori dei soldati e degli ufficiali dell’Armata Rossa si riempirono di sacro furore, chiesero vendetta e castigo per questi atti e li sfidarono in battaglia. Pare che Stalin, dopo che venne torturata Zoja Kosmodem’janskaja, diede ordine agli ufficiali e ai soldati di non fare prigionieri.

Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri inglese, Eden, arrivò a Mosca a tarda sera del 15 Dicembre 1941. Attraversò la città di Murmansk mai sconfitta dai Tedeschi. Eden disse bruscamente a Stalin: “Per adesso, Hitler resiste ancora vicino Mosca, e Berlino è lontana”. Al che Stalin replicò: “Non è nulla, i Russi sono già stati a Berlino due volte, e ci sarà una terza”.

Durante il banchetto celebrativo, Stalin offrì a Eden del “whisky russo” – vodka al pepe, e quando riprese fiato disse, “Questa bevanda può essere bevuta solo da gente forte. Hitler sta cominciando a capirlo”. Eden fu condotto in auto attraverso le strade dei sobborghi, e vide veicoli ed equipaggiamento militare tedesco distrutti provenienti da tutta Europa. Vide anche centinaia di corpi dei conquistatori che avevano calpestato la terra di Varsavia e Dunkerque, di Capo Nord e di Creta, di Parigi e Salonicco, e si consideravano i padroni del mondo, ma avevano trovato la morte per mano dei soldati Sovietici sui campi e nelle foreste vicino Mosca. Al ritorno dal viaggio Eden disse a Maiskij: “Ora ho visto con i miei occhi come l’esercito tedesco possa subire la sconfitta, la ritirata, la fuga”.

L’8 Luglio 1941 il Capo di Stato Maggiore Generale delle forze terrestri tedesche, Colonnello Generale Franz Halder, che anelava a distruggere tutti gli Slavi e aveva fatto tutto il possibile per eliminarli (dopo la guerra, fino al 1961, collaborò col servizio storico-militare dell’U.S. Army), scrisse nel suo diario ufficiale: “Il Führer ha fermamente deciso di radere al suolo Mosca e Leningrado, per sbarazzarsi completamente della popolazione di queste città”. Ma questo non accadde.

Nel 1941 i nostri nonni e bisnonni difesero il diritto alla vita e, salutando il nuovo anno 1942, brindarono alla vittoria. Cosa sarebbe successo al popolo dell’URSS in caso di sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale viene mostrato nella storia narrata dal Maresciallo dell’Aeronautica Golovanov. Scrisse: “Una volta venne trovata una ragazza pilota bionda e con gli occhi azzurri in un bombardiere tedesco abbattuto. Quando le chiedemmo come potesse lei, una donna, decidere di bombardare pacifiche città, uccidendo donne e bambini innocenti, rispose: “La Germania ha bisogno di spazio, ma non ha bisogno di persone su queste terre”.

Nel 1942, l’Armata Rossa continuò ad avanzare. Le regioni di Mosca e Tula vennero liberate, così come molte aree delle regioni di Kalinin, Smolensk, Rjazan’ e Orël. Le perdite di uomini per il solo Gruppo d’Armate Centro, che recentemente aveva resistito vicino Mosca, per il periodo dall’1 Gennaio al 30 Marzo 1942 furono di oltre 333.000 soldati. Dopo l’8 Gennaio fino alle operazioni offensive del 20 Aprile a Syčëvka-Vjazemskij, Toropec-Cholm, Ržev e Bolchov, le truppe dei nostri fronti Occidentale, di Kalinin e di Brjansk andarono sulla difensiva. Avanzare ulteriormente era impossibile a causa del disgelo di primavera e della difficoltà di rifornire di munizioni l’esercito, delle perdite di uomini e materiali come risultato di quattro mesi di scontri offensivi, e della mancanza di riserve necessarie per ottenere la superiorità sul Gruppo d’Armate Centro.

Il comando tedesco ripristinò l’ordine nell’esercito con misure disciplinari punitive e creò una linea di difesa pesantemente fortificata, che l’Armata Rossa non aveva forze sufficienti per oltrepassare. Inoltre, il comando tedesco aveva spostato sostanziali forze dall’Europa occidentale per tenere il fronte, In particolare, per evitare la sconfitta durante la nostra operazione a Ržev-Vjaz’ma nel 1942, i Tedeschi trasferirono dall’Europa occidentale 12 divisioni e due brigate.

Il giorno del trasferimento delle nostre truppe per difendere i summenzionati fronti (20 Aprile 1942) viene considerato il giorno della fine della Battaglia di Mosca.

Durante la Grande Guerra Patriottica [così i Russi chiamano la Seconda Guerra Mondiale, NdT], l’esercito condusse più di 51 operazioni strategiche, più di 250 operazioni sulla linea del fronte e circa 1000 altre operazioni militari. Tutte queste operazioni e battaglie vennero condotte sotto la guida del Comando Supremo alla cui testa c’era Stalin. Milioni di persone vennero messe in moto per decisione dello Stavka [il comando supremo Sovietico, NdT].

Žukov scrisse il seguente pensiero riguardo allo Stavka: “Lo Stavka era incaricato di tutte le operazioni militari delle forze armate su terra, cielo e mare, produrre la capacità per sforzi strategici nella lotta contro le riserve e usare le forze del movimento guerrigliero. Le intenzioni e i piani delle operazioni e campagne strategiche venivano elaborate all’interno dell’apparato dello Stavka – il Quartier Generale, con la partecipazione di alcuni membri dello Stavka”.

Questa pianificazione veniva preceduta da svariati lavori nel Politburo e nel Comitato di Difesa dello Stato. Discutevano della situazione internazionale del momento, e studiavano le capacità politiche e militari degli stati in guerra. Solo dopo aver studiato e discusso tutte le questioni pubbliche venivano fatte previsioni di natura politica e militare. Come risultato di tutto questo complesso lavoro veniva decisa la strategia politica e militare che avrebbe guidato il Comando Supremo.

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Per lo sviluppo dell’operazione successiva, Stalin di solito convocava il Capo di Stato Maggiore Generale e il suo Vice e considerava accuratamente con loro la situazione operativo-strategica sul fronte Tedesco-Sovietico: lo stato delle truppe sui fronti, i dati provenienti da tutti i tipi di intelligence e la prontezza delle riserve di tutte le branche militari. Poi il Comandante della Logistica dell’Armata Rossa veniva convocato allo Stavka, così come i comandanti delle varie branche militari e i capi dei dipartimenti più importanti del Commissariato del Popolo per la Difesa, che fondamentalmente avrebbero dato supporto all’operazione.

Poi il Comandante Supremo, il Vicecomandante Supremo e il Capo di Stato Maggiore discutevano delle opportunità strategiche per le nostre truppe. Al Capo di Stato Maggiore Generale e al Vicecomandante Supremo veniva dato il compito di considerare e calcolare le nostre capacità per quelle operazioni che si era pianificato di svolgere. Di solito il Comandante Supremo ci assegnava quattro o cinque giorni per questo lavoro. Poi, il Comandante Supremo dava al Capo di Stato Maggiore Generale il compito di chiedere l’opinione dei consigli militari dei fronti coinvolti nell’operazione.

Lo Stavka era ben conscio della situazione sui fronti, e rispondeva in maniera immediata alle circostanze in mutamento. Attraverso di esso lo Stato Maggiore Generale, seguendo da vicino il progresso delle operazioni, faceva gli aggiustamenti necessari per le sue truppe, ragionando su o affrontando nuovi problemi che erano sorti nella situazione esistente. Se necessario, ordinavano un raggruppamento di forze, i mezzi per raggiungere gli obiettivi dell’operazione e affidava compiti alle truppe, e in casi speciali faceva terminare le operazioni. Il Maresciallo dell’Artiglieria Nikolaj Jakovlev scrisse: “Il ritmo di lavoro era degno di nota per la sua semplicità e intelligenza. Niente discorsi sfarzosi, toni elevati, o parole dolci”.

Continua…

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Pubblicato su Fort Russ il 25 Febbraio 2016.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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