Il sito web del canale televisivo russo “Tvzvezda” ha pubblicato una serie di articoli sulla Grande Guerra Patriottica del 1941-1945 dello scrittore Leonid Maslovsky, basati sul suo libro “Russkaya Pravda”, uscito nel 2011.
In questi articoli d’autore, Maslovsky rivela “i miti di un nemico immaginario, la Russia, e gli eventi della Grande Guerra Patriottica che mostrano la grandezza della nostra vittoria”. L’autore dice poi che nei suoi articoli “svelerà l’inutile ruolo tenuto dagli Stati Uniti nei preparativi tedeschi per la guerra contro l’Unione Sovietica”.
In Unione Sovietica tutti, al fronte e nelle retrovie, valevano, come si dice, il loro peso in oro. Dall’epoca dell’industrializzazione al paese mancavano le risorse umane per la costruzione delle fabbriche, per il lavoro nelle imprese edili del paese, e per lo sviluppo dei territori dell’Estremo Oriente russo e della Siberia.
Mancavano le risorse umane per proteggere la patria e le retrovie durante la Grande Guerra Patriottica [Così i Russi chiamano la Seconda Guerra Mondiale, NdT]; l’Europa Unita di Hitler superava considerevolmente di numero l’URSS. Fino all’estate del 1943 la forza delle truppe della Germania e dei suoi alleati superava il numero di truppe dell’Armata Rossa sul fronte orientale di più di 1 milione di uomini.
Nonostante le forze nemiche superiori, le nostre truppe nella prima metà del 1942 raggiunsero risultati positivi non solo nella Battaglia di Mosca, ma anche in operazioni separate in altre aree.
Dal 7 Gennaio al 20 Maggio 1942, le armate del Fronte Nordoccidentale eseguirono l’operazione offensiva a Demjansk, circondando sei divisioni tedesche (circa 95.000 soldati). Sfortunatamente, non fu possibile catturare o distruggere il raggruppamento circondato. La maggior parte delle truppe tedesche fuggì. Nel 1942 l’Armata Rossa condusse più di 20 offensive su larga scala e operazioni difensive.
Svolgendo alcune operazioni, le nostre truppe ottennero un importante successo tattico: le forze che tenevano il Fronte Nordoccidentale e l’ala destra del Fronte di Kalinin, nel periodo dal 9 Gennaio al 6 Febbraio 1942, durante l’Offensiva Toropec-Cholm, avanzarono di 250 chilometri e sfondarono a Velikie Luki e Vicebsk; conducendo un’operazione dal 18 al 31 Gennaio a Barvenkovo-Lozovaja le truppe dei fronti Sudoccidentale e Meridionale avanzarono di 100 chilometri nelle direzioni ovest e sudovest, infliggendo perdite significative al nemico – fino al 70% del personale delle divisioni di fanteria; quando le nostre forze eseguirono un’operazione dal 30 Luglio al 23 Agosto a Ržev-Syčëvka sull’ala sinistra del Fronte di Kalinin e l’ala destra del Fronte Occidentale, le forze tedesche subirono gravi perdite in termini di uomini (il 50-80% dell’organico) e mezzi (nelle divisioni corazzate tedesche, rimasero solo 20-30 carri armati su 150-160).
Ci sono altri esempi di offensive riuscite delle nostre truppe in operazioni nell’inverno e nell’estate del 1942. Ma in genere non avevamo abbastanza forze per raggiungere completamente gli obiettivi stabiliti per le operazioni della primavera e dell’estate 1942.
Comunque, era necessario continuare a condurre operazioni offensive su certe direttrici: primo, espellere il nemico dai territori occupati, secondo, conservare le iniziative strategiche necessarie ad impedire grosse perdite non giustificate, e terzo, aiutare le nostre truppe sulla difensiva – in particolare le truppe che difendevano Sebastopoli.
Questo supporto risaliva al 1941. Il 25 Dicembre 1942, solo dopo un mese dalla cattura della Crimea ad opera degli eserciti tedesco e romeno, cominciò l’operazione Kerč’-Feodosia – truppe Sovietiche vennero fatte sbarcare sulla Penisola di Kerč’.
L’operazione cominciò con l’obiettivo di assistere Sebastopoli, che, dal 20 Ottobre 1941, continuò a combattere le truppe tedesche in avanzata. Il 2 Gennaio 1942 l’operazione venne completata con successo, e la Penisola di Kerč’ venne ripulita dal nemico. Da quel momento la difesa della Penisola di Crimea tenne il fronte.
Le memorie dei comandanti militari tedeschi esagerano il numero delle nostre truppe che sbarcarono sulla Penisola di Kerč’.
“In realtà, vicino Kerč’, dal 26 al 31 Dicembre, vennero fatti sbarcare circa 19.000 uomini della 51a Armata del Fronte Transcaucasico. A Feodosia, dal 29 al 31 Dicembre, con l’aiuto della Flotta del Mar Nero, sbarcarono 3 squadroni comprendenti 23.000 soldati della 44a Armata dello stesso fronte.
Tenendo in conto le perdite avvenute l’1 Gennaio, non vennero concentrati in quel luogo più di 40.000 soldati. In quel periodo il nemico aveva, considerando le riserve che vennero trasferite, circa lo stesso numero di soldati”, – scrivono A.V. Isjaev ed E.M. Moroz. Erano in larga parte truppe romene.
Von Manstein scrisse di sei divisioni della 44a Armata che sbarcarono a Feodosia, mentre erano solo tre: la 157a, la 236a e la 9a Divisione di Fanteria. Non solo non avevamo il triplo delle forze del nemico, come afferma von Manstein, ma non avevamo alcuna superiorità numerica. Ma, nonostante questa mancanza di superiorità, le nostre truppe ancora occupavano la Penisola di Kerč’.
Von Manstein fece un capro espiatorio del Conte von Sponeck, che, va notato, facendo ritirare le sue truppe salvò le divisioni dalla distruzione causata dall’impatto dei paracadutisti Sovietici. Il 23 Gennaio 1942 von Sponeck venne condannato a morte e giustiziato nel 1944. Von Manstein era compiaciuto del suo potere e usava i propri errori per ottenerne altro.
Il 2 Gennaio la linea del fronte si stabilizzò, e da quel momento il comandante dell’11a Armata cominciò a riunire forze contro le nostre truppe che resistevano sulla Penisola di Kerč’, che non avevano abbastanza forze per muoversi in profondità in Crimea. Ma la presenza delle nostre truppe non permise al nemico di prendere Sebastopoli.
Perciò, il 20 Marzo 1942, le truppe del Feldmaresciallo iniziarono l’offensiva contro il Fronte Crimeano. L’offensiva di von Manstein finì in una disfatta con gravi perdite. Questa sconfitta può essere spiegata dalla superiorità delle truppe Sovietiche, che andarono loro stesse all’offensiva, così come dallo scarso addestramento delle divisioni corazzate tedesche. Von Bock sostiene von Manstein e dichiara la perdita dei 72 carri armati fatti avanzare dall’esercito tedesco. Ma c’erano solo 17 carri tedeschi sulla nostra posizione, dei quali otto si dimostrarono funzionanti e vennero catturati dalle truppe Sovietiche. V. Gončarov conclude: “Si può affermare che la Wehrmacht prese un completo abbaglio – dal reggimento carri al comando del gruppo d’armate”.
La nostra offensiva del 9 Aprile sulle posizioni nemiche non ci portò al successo. Bisogna notare che le nostre truppe, reclutate nelle repubbliche del Caucaso e dispiegate in Crimea nel Gennaio-Febbraio 1942 per assistere i paracadutisti, dimostrarono scarsa efficienza.
L’8 Maggio 1942 i Tedeschi ripresero l’offensiva e catturarono… la Penisola di Kerč’. La maggior parte dei ricercatori e degli storici crede che questa vittoria fu la più brillante di quelle che von Manstein ottenne contro numeri di nemici schiaccianti. Va notato che tutte le altre vittorie le ottenne con forze superiori a quelle del nemico.
Secondo me, non ci sono le basi per asserire inequivocabilmente la superiorità delle nostre truppe sui Tedeschi, per via del fatto che non ci sono informazioni ufficiali sul numero di truppe tedesche che presero parte all’offensiva di Maggio contro la Penisola di Kerč’.
Gončarov stima le nostre forze in 249.800 soldati, inclusi quelli situati a Kerč’ e Kamish Burun come parte della Flotta del Mar Nero e della Flottiglia dell’Azov. Gončarov scrisse ciò riguardo al numero delle truppe tedesche:
“Il numero delle truppe tedesche è ignoto, e von Manstein e i successivi storici tedeschi hanno scelto di non riportarlo. Dal numero di unità (si stimano 10 divisioni più gli alloggiamenti e le unità collegate) possiamo presumere che anche con le perdite nelle precedenti battaglie il numero delle truppe tedesche era compreso fra i 150.000 e i 200.000 soldati”.
Ma forse i Tedeschi avevano riunito le forze e rimpiazzato le perdite delle precedenti battaglie. Secondo la mia opinione, la forza delle truppe tedesche e Sovietiche era la stessa, e le sfide che dovevano affrontare erano le stesse; aiutare le proprie truppe nella battaglia per Sebastopoli. Le truppe Sovietiche, ovviamente, aiutarono i difensori della città, mentre le truppe di von Manstein aiutarono gli invasori Nazisti della città.
Von Manstein afferma che in queste battaglie vennero catturati 170.000 prigionieri Sovietici. Ma i calcoli dimostrano che von Manstein scrisse il falso, esagerando il numero dei prigionieri Sovietici, così come esagerò costantemente il numero di truppe Sovietiche che affrontava.
L’evacuazione delle truppe Sovietiche venne fatta in condizioni difficilissime, e dal 14 al 20 Maggio 120.000 soldati vennero portati via dalla Penisola di Kerč’. Quest’informazione è confermata dall’enciclopedia e dalle ricerche di V. Gončarov.
Il rapporto della KVBM (scuola per autisti di veicoli militari) sul combattimento, redatto nel Luglio 1942, indica che 150.000 persone transitarono attraverso lo Stresso. E questa è una stima reale, dato che molti feriti e divisioni della retroguardia cominciarono ad attraversare il 9-10 Maggio. Ma questo numero non tiene in conto coloro che hanno attraversato lo Stretto per conto proprio.
Parte delle nostre truppe si rifugiò nelle cave di Adžimuškaj e nell’Ottobre 1942 combatté eroicamente il nemico. Alcuni dei combattenti Sovietici vennero uccisi in battaglia e durante l’attraversamento. Scrisse Aleksandr Vasilevskij: “Come risultato il nemico, il 14 Maggio, sfondò attraverso la periferia di Kerč’. La ritirata delle nostre truppe verso est cominciò e proseguì oltre lo Stretto di Kerč’ fino alla Penisola di Taman. Le truppe subirono gravi perdite”.
Di solito venire catturati vuol dire essere dispersi senza lasciare traccia, ovvero, entrare in quel numero di truppe la cui cattura o morte non è confermata, così è difficile stabilire il numero di soldati e ufficiali Sovietici uccisi nel combattimento di Maggio in difesa della Penisola di Kerč’ e durante l’attraversamento. I marinai della Flotta del Mar Nero e della Flottiglia dell’Azov che combattevano in mare difficilmente avrebbero potuto finire tra i prigionieri.
Vasilevskij scrisse riguardo alla composizione della 21a Divisione del Fronte Crimeano. Per gli standard del 1942 la nostra divisione di fanteria di 7000 soldati veniva considerata ben fornita, il che significa che il numero degli uomini delle divisioni fucilieri del Fronte Crimeano non superava i 150.000 soldati.
Anche se consideriamo il numero di truppe sulla Penisola di Kerč’ l’8 Maggio 1942 come uguale a 249.800 uomini, e togliamo da questo totale gli evacuati, i morti, quelli rimasti nelle cave, i marinai della Flotta e della Flottiglia, così come quelli non tenuti in conto che stavano attraversando lo Stretto, il numero di soldati e ufficiali Sovietici catturati non può superare i 50.000 uomini, e questo è il numero massimo possibile.
Penso che in realtà il numero di prigionieri fu di molto inferiore. I Nazisti portarono un brutale terrore nella città e nei sobborghi di Kerč’; uccisero 15.000 prigionieri di guerra Sovietici, uccisero 14.000 civili e più di 14.000 persone vennero portate via per il lavoro forzato in Germania.
Forse il numero dei nostri prigionieri di guerra fu di 15.000 persone, e i Tedeschi li uccisero tutti, perché non volevano nutrirli e proteggerli; continuarono lo sterminio del popolo Sovietico, e nei numeri dei prigionieri von Manstein registrò che quasi tutti erano truppe del Fronte Crimeano.
Ma la domanda sorge spontanea: chi ha dato l’ordine di affidarsi senza rifletterci a fonti straniere e offrire informazioni non vere?
Continua…
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Articolo pubblicato da FortRuss il 7 Marzo 2016
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it
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