Il sito web del canale televisivo russo “Tvzvezda” ha pubblicato una serie di articoli sulla Grande Guerra Patriottica del 1941-1945 dello scrittore Leonid Maslovsky, basati sul suo libro “Russkaya Pravda”, uscito nel 2011.
In questi articoli d’autore, Maslovsky rivela “i miti di un nemico immaginario, la Russia, e gli eventi della Grande Guerra Patriottica che mostrano la grandezza della nostra vittoria”. L’autore dice poi che nei suoi articoli “svelerà l’inutile ruolo tenuto dagli Stati Uniti nei preparativi tedeschi per la guerra contro l’Unione Sovietica”.
Nel novembre del 1939, la questione della sicurezza nazionale era il problema centrale del governo dell’Unione Sovietica. Dal punto di vista della sicurezza era impossibile entrare in Finlandia dal confine situato nei pressi di Leningrado perché questa nazione ci era ostile. Nel caso di guerra con la Germania, una linea di confine in quella posizione avrebbe permesso la rapida conquista da parte dei Tedeschi di Leningrado e di tutta la parte nord-occidentale dell’Unione Sovietica, cosa che avrebbe comportato un incalcolabile numero di vittime ed anche la sconfitta militare dell’URSS.
Il confine con la Finlandia era a 32 km. da Leningrado. E’ chiaro che l’Imperatore Alessandro non era molto competente negli affari di Stato. Dopo la conquista della Finlandia, aveva ceduto l’Istmo di Karelia, che apparteneva alla Russia, alla stessa Finlandia per “completarne l’estensione territoriale”.
L’annessione della Finlandia alla Russia nel 1809, con il nome di Granducato di Finlandia, non era avvenuta a detrimento della sovranità dei Finlandesi, dal momento che questi ultimi, dal XII al XIV secolo erano stati sotto il dominio degli Svedesi.
L’Unione Sovietica, dopo la rivoluzione del 1917, aveva restituito l’indipendenza alla Finlandia. Quest’ultima aveva poi ringraziato la Russia nel 1919-1020, quando, insieme alle altre nazioni dell’Intesa, aveva partecipato all’intervento anti-sovietico, per attaccare poi, nel 1922, la Karelia sovietica.
Le truppe finlandesi erano state sconfitte e l’Armata Rossa le aveva estromesse dal nostro territorio. La Polonia nel 1920 e la Finlandia nel 1922 avevano infatti cercato di strappare una parte della regione ad una Russia logorata da una guerra combattuta tutta sulla difensiva.
Nel 1939, come anche prima di allora, la Finlandia non aveva fatto mistero della sua ostilità verso l’Unione Sovietica ed era interessata non al rafforzamento ma bensì all’indebolimento della stabilità della Russia. Inoltre, la Finlandia era certa che in caso di confronto con l’Unione Sovietica, sarebbe stata sostenuta da tutte le nazioni occidentali, comprese Germania, Inghilterra e Francia, e di conseguenza aveva rifiutato la richiesta di Mosca di arretrare il confine presso Leningrado di poche decine di chilometri all’interno dell’Istmo di Karelia.
Come compensazione, l’Unione Sovietica era disposta a concedere il doppio del territorio nella Karelia sovietica, ed aveva anche chiesto di poter affittare una certa estensione di terreno per poter costruire una base navale all’ingresso del Golfo di Finlandia. Queste condizioni, assai favorevoli alla Finlandia, non erano state prese in considerazione. Inoltre, i Finlandesi avevano iniziato a comportarsi in modo provocatorio, fino a causare lo scoppio delle ostilità
Il comportamento tenuto dalle maggiori nazioni europee mostra come i paesi occidentali spingessero i Finlandesi verso una guerra con l’Unione Sovietica. Nelle sue memorie, K.A. Meretskov ha scritto: “Il 26 novembre avevo ricevuto un messaggio d’emergenza, in cui si riferiva che, presso il villaggio di Mainila, i Finlandesi avevano aperto il fuoco sulle guardie di frontiera sovietiche. Quattro persone erano rimaste uccise e altre nove ferite. Dopo aver ordinato di prendere il controllo del confine per tutta la sua estensione, utilizzando le forze del Distretto Militare, avevo immediatamente inoltrato il dispaccio a Mosca. Dalla capitale era arrivato l’ordine di preparare un contrattacco. Il tempo per la sua preparazione avrebbe dovuto essere di una settimana, ma in pratica si era dovuto ridurlo a quattro giorni perché in alcuni punti le truppe finlandesi avevano già passato il confine, incuneandosi nel nostro territorio ed inviando gruppi di sabotatori nelle retrovie dei Sovietici”.
A causa di questi avvenimenti, il 28 novembre 1939, il governo dell’URSS aveva denunciato il trattato di non aggressione sovietico-finlandese e aveva ritirato il corpo diplomatico dalla Finlandia.
Il 30 novembre 1939, le truppe del Distretto Militare di Leningrado erano passate all’offensiva nell’Istmo di Karelia. Immediatamente, i nostri soldati si erano trovati di fronte alla “Linea Mannerheim”. Il Generale Badu, che aveva costruito queste fortificazioni, aveva scritto: “In nessuna altra parte del mondo ci sono condizioni naturali così favorevoli alla costruzione di una linea fortificata come in Karelia. Nel suo punto più stretto, fra i due specchi d’acqua, il Lago Ladoga e il Golfo di Finlandia, ci sono boschi fitti e montagne. Con il legno e con il granito, e quando è stato necessario con il cemento, abbiamo costruito la famosa Linea Mannerheim. Come una grande fortezza, la Linea Mannerheim ha, in più, ostacoli anticarro realizzati in granito. Anche i carri armati T-26 non sarebbero in grado di superarli. In mezzo alle rocce i Finlandesi hanno ricavato con gli esplosivi postazioni per mitragliatrici e piazzole per artiglieria che non temono le bombe più potenti. Se non c’era abbastanza granito i Finlandesi non hanno disdegnato il cemento”.
C’è comunque l’opinione che la Linea Mannerheim fosse ben lungi dall’essere il miglior esempio di fortificazione europea. Le difficoltà a cui erano andate incontro le nostre truppe erano dovute alla mancanza di intelligence affidabile sui principali punti di difesa della linea.
K.A. Meretskov ha scritto: “Prima dell’azione avevo chiesto informazioni a Mosca, ma, ancora una volta, avevo ricevuto indicazioni, in seguito non confermate, che sottostimavano la reale efficacia della Linea Mannerheim. Sfortunatamente questo aveva creato molte difficoltà. L’Armata Rossa ha dovuto letteralmente arrivarci addosso per capire di che cosa si trattasse”.
Comunque, la ragione della lenta avanzata delle nostre truppe non è stata questa, ma il fatto che l’Armata Rossa non aveva un significativo vantaggio numerico sull’esercito finlandese. Questo perché, per ottenere la vittoria in simili condizioni, un esercito in attacco deve conquistare una testa di ponte nelle linee di difesa dell’avversario.
L’esercito finlandese, nell’Istmo di Karelia era di 130.000 uomini, quello sovietico di 169.000. Ci sono storie di “ondate umane” che vanno all’assalto dei bunker, ma non sono vere.
L’Armata Rossa disponeva di un gran numero di carri armati con blindatura antiproiettile, ma questi non erano in grado di sfondare la linee finlandesi in quanto vi erano casematte e bunker mimetizzati che potevano essere distrutti solo con armi speciali, che non erano a disposizione delle truppe di prima linea del Distretto Militare di Leningrado.
A causa di questo (sfavorevole) rapporto di forze e dell’assenza di artiglieria di grosso calibro, l’Armata Rossa non era riuscita ad avanzare in modo significativo, in una zona boscosa e contro fortificazioni permanenti. Anche lungo la direttrice secondaria, fra i laghi Ladoga e Onega, le truppe sovietiche non erano riuscite ad imbastire un’offensiva di successo.
Il Comando sovietico aveva capito, ancor prima che l’Armata Rossa entrasse in Finlandia, che era impossibile superare le fortificazioni fisse della Linea Mannerheim con le forze attualmente a disposizione, e così l’attacco era stato fermato. Dovevamo aumentare la consistenza delle truppe fino al livello che un esercito all’offensiva dovrebbe avere sulla linea dell’attacco principale, con l’armamento appropriato.
Nel febbraio del 1940 la consistenza dell’esercito sovietico ammontava a 460.000 uomini, contro i 150.000 di quello finlandese, la giusta proporzione per un esercito in attacco, secondo la dottrina militare. Per la distruzione dei bunker in cemento armato, il contingente disponeva di mortai da 280 mm., obici B-4 da 203 mm., che i Finlandesi chiamavano “il martello di Stalin” e tutta l’artiglieria da 152 mm. necessaria.
Come risultato di tutta questi preparativi, la Linea Mannerheim nel febbraio del 1940 veniva conquistata in breve tempo.
K.A. Meretskov, in una riunione dell’aprile 1940 spiegava con le seguenti parole le ragioni del nostro insuccesso durante l’attacco del dicembre 1939: “Come era stata condotta la nostra offensiva nelle zone fortificate? E’ sbagliato dire che cercavamo di conquistarle con attacchi frontali. Il fuoco d’artiglieria era molto efficace e costringeva il nemico ad abbandonare le trincee, ma l’offensiva era stata comunque respinta. Perché? Perché non era stata fatta la cosa più importante: i bunker non erano stati distrutti. In essi rimanevano comunque dei difensori che riuscivano a bloccare l’avanzata della fanteria che cercava di proteggersi dal fuoco delle mitragliatrici stando al riparo dei carri. Abbiamo assistito ad atti di eroismo da parte di carri armati che avevano sfondato la zona fortificata, ma, in ogni caso, non riuscivamo a diminuire la distanza fra i carri e la fanteria a causa delle fortificazioni in cemento armato”.
Tra parentesi, i Finlandesi, il 29 ottobre 1941 [durante la Grande Guerra Patriottica] avevano attaccato la zona fortificata della Karelia sovietica, subendo gravi perdite e non erano riusciti a sfondare da nord in direzione di Leningrado. La regione fortificata della Karelia aveva bloccato i Finlandesi: una fortezza imprendibile per tutta la durata della guerra.
Nel 1939, fra i laghi Ladoga e Onega, i Finlandesi erano riusciti, con grande gioa per tutta l’Europa, a circondare una parte delle nostre truppe. Questa azione era stata resa possibile dagli errori dei nostri comandanti e dalla presenza di altri fattori che vedremo dopo. Ma anche questo triste evento non sminuisce il nostro onore, perché i Finlandesi avevano combattuto contro gente che era stata alla fame e al freddo e frazionata in piccole guarnigioni per due mesi.
Per le nostre truppe, attaccare in mezzo a dense foreste, senza il necessario numero di uomini con esperienza per poter sostenere l’offensiva, era stato estremamente difficile. I nostri comandanti non conoscevano le fortificazioni finlandesi e il numero delle truppe in esse dislocate. E chi avrebbe potuto immaginare che la piccola Finlandia avesse potuto schierare un esercito così numeroso? Onore, gloria ed eterna memoria ai nostri soldati che, per due mesi sono stati tenuti in queste condizioni terribili di difesa, in modo da poter allontanare una parte delle truppe finlandesi dalla Linea Mannerheim.
La guerra con la Finlandia era durata 3 mesi e 12 giorni. Le perdite sovietiche erano state di 131.476 uomini, quelle dell’esercito finlandese di 48.243. Le nostre perdite superavano almeno di tre volte quelle finlandesi, ma dobbiamo ricordare che avevamo dovuto conquistare una fortezza di cemento armato e avevamo dovuto avanzare fra rocce, foreste e paludi, nel più sfavorevole dei terreni.
Dopo aver sfondato la Linea Mannerheim, le forze sovietiche avevano avuto l’opportunità di occupare rapidamente l’intera Finlandia, in quanto l’esercito finlandese era completamente distrutto, ma avevamo scelto di non farlo e, appena la Finlandia lo aveva richiesto, avevamo firmato un trattato di pace.
Così, il 12 marzo 1940 era stato firmato il trattato di pace. L’unione Sovietica aveva ottenuto l’Istmo di Karelia, il litorale nord-est del Lago Ladoga nella regione di Kuolajarvi e parte delle penisole di Rybachy e Sredny. I finlandesi avevano anche concordato di cedere in affitto l’isola di Hanko e gli isolotti adiacenti .
Durante la Grande Guerra Patriottica, i difensori della penisola di Rybachy sono diventati, a ragione, i leggendari eroi dell’Artico, su cui si sono scritti poemi e composte canzoni. Hanno difeso con onore la nostra patria, gli Stretti e i convogli degli Alleati. Non si sa se avremmo potuto tenere l’Artico e Murmansk senza quelle penisole. Questo conferma che, nella guerra con la Finlandia, il nostro governo aveva cercato esclusivamente di aumentare la sicurezza della popolazione dell’Unione Sovietica.
Gli errori commessi dalle nostre forze armate durante la guerra finlandese erano stati considerati attentamente, i risultati negativi e positivi del nostro esercito, analizzati. Sull’esperienza della campagna di Finlandia era stata poi creata la Commissione Militare Principale del Consiglio dell’Armata Rossa.
Inoltre, Voroshilov era stato nominato Commissario per la difesa Popolare da S.K. Timoshenko. Sulla guerra di Finlandia si sono scritte molte storie. In particolare quella che i soldati sovietici combattessero con i fucili, mentre quelli finlandesi con i mitragliatori. Fatto è che, nei reggimenti di fanteria finlandesi, i mitragliatori erano solo il 3% del totale dei fucili. Erano usati sopratutto da battaglioni specializzati. I fucili poi, in battaglia erano più affidabili dei mitragliatori leggeri finlandesi, che potevano contenere solo 20 colpi. Le armi automatiche dell’Armata Rossa erano migliori di quelle finlandesi e ne avevamo molte più di loro.
Naturalmente l’Occidente aveva fornito armi ai Finlandesi. Gran Bretagna, Francia e Svezia avevano inviato aerei in Finlandia, più di 500. Anche Stati Uniti, Norvegia, Italia ed altre nazioni avevano mandato armi alla Finlandia. Le storie sui soldati finlandesi armati tutti di fucile mitragliatore, sono però completamente inventate, uno dei tanti esempi di distorsione della verità riguardo alla guerra contro la Finlandia.
Durante una riunione di ufficiali dell’Armata Rossa, dove si studiavano gli errori commessi combattendo contro la Finlandia, Stalin, il 17 aprile 1940 aveva detto: “Potevamo fare a meno della guerra? Mi sembra che una cosa del genere fosse impossibile… la guerra è stata necessaria perché i negoziati di pace con la Finlandia non avevano dato risultati e la sicurezza di Leningrado doveva essere garantita. Naturalmente, la sua sicurezza è anche la sicurezza di tutta la madrepatria…” Nel corso di quella riunione aveva coniato lo slogan : “Non sprecate neanche un minuto a commiserare il suo popolo”.
Stalin era molto preoccupato per gli errori commessi dall’esercito, perché le nostre operazioni militari in Finlandia nel 1939 avevano fatto capire ai Tedeschi che noi avevamo ancora molto da imparare sull’organizzazione di un conflitto moderno. E una tale conclusione spingeva la Germania ad una guerra contro di noi.
La guerra con la Finlandia è stata una prova di forza dell’Occidente contro la Russia. Dopo l’accerchiamento e la sconfitta da parte dei Finlandesi della nostra 44° divisione di fanteria, Winston Churchill, in un’intervista radiofonica del 20 gennaio 1940, aveva detto che “la Finlandia aveva aperto al mondo la debolezza dell’Armata Rossa”.
Questa dichiarazione era stata fatta allo scopo di affrettare l’attacco tedesco all’Unione Sovietica e, naturalmente, come come si sarebbe visto dalle successive azioni militari dell’Armata Rossa, non era assolutamente veritiera. Tutta la politica dell’Occidente era volta al raggiungimento di un unico scopo: l’attacco tedesco all’Unione Sovietica.
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Pubblicato su FortRuss il 28 gennaio 2016
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
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