Dal momento che mi sono già dedicato altre due volte all’imitazione di quella tipica trovata dei media corporativi rappresentata dall’”Uomo dell’anno”, penso di poterlo benissimo fare anche in questa occasione. Nel 2013 avevo scelto, per il suo eccezionale coraggio e spirito combattivo, il Soldato Siriano e nel 2014 avevo optato per il Soldato Russo e sono del parere che in tutti e due i casi la nomina fosse ben meritata. Ancora una volta, quest’anno, il titolo spetta collettivamente ad un gruppo di uomini, a tutti gli Aviatori Russi che in Siria combattono contro il Daesh e l’Impero Anglo-Sionista. Questa volta però gli Aviatori Russi dovranno dividere il premio ex-aequo con due notevoli personalità: il Generale iraniano Qasem Soleimani e il Presidente della Repubblica Popolare di Donetsk, Alexandr Zakharchenko.

L’Uomo Saker (collettivo) per l’anno 2015: gli Aviatori Russi

Russian pilot in Syria

Piloti russi in Siria

Sicuramente nessuno potrà negare che la prestazione degli Aviatori Russi in Siria è stata assolutamente spettacolare: il numero di missioni, l’altissima efficacia degli attacchi, il loro coraggio, tutto quello che ha visto il mondo durante questa missione delle Forze Aeree Russe in Siria è stato veramente rimarchevole, sopratutto se paragonato alla francamente patetica performance delle forze della “coalizione” americana. Inoltre, dopo l’attacco turco al Su-24 russo e l’uccisione da parte dei combattenti turchi di uno dei due piloti che si erano catapultati dall’aereo in fiamme (un crimine di guerra), il navigatore Konstantin Myrakhtin era riuscito a sfuggire alla ricerca delle truppe turche per 10 ore, prima di essere recuperato da una squadra di soccorso composta da Hezbollah, Siriani e Forze Speciali russe. Considerando la piccola striscia di terreno dove si erano svolti i fatti e la presenza in loco di numerose truppe turche, è notevole come il Capitano Mutrashkin sia riuscito a non farsi catturare e a stabilire i contatti con la squadra di soccorso, anche se un elicottero russo era stato costretto ad un atterraggio di emergenza e poi fatto saltare (con un missile TOW americano, grazie Zio Sam). Tutti [meno un Fante di Marina russo rimasto ucciso, NdT] erano poi stati evacuati e portati in sicurezza da un secondo elicottero.

СУ-34

Il Sukhoi-34, il più importante aereo in Siria

Considerando quanti risultati sono stati raggiunti da questo piccolo contingente, mi viene in mente la famosa frase di Churchill “Mai, così tanto fu dovuto da tanti a tanto pochi”, che penso si possa applicare in pieno nei loro confronti. Sceglierli come “Soldato Saker dell’anno” è stato veramente un gioco da ragazzi.

L’Uomo Saker per l’anno 2015: Maggiore-Generale Qasem Soleimani

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Qasem Soleimani

Qasem Soleimani è un Generale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ed è il Comandante delle truppe scelte di questo Corpo, la “Forza Quds”, che si occupa, o almeno così si dice, delle operazioni clandestine all’estero per conto dell’IRGC. Soleimani ha avuto una lunga e prestigiosa carriera, ma è comunque un vero generale da “prima linea” e recentemente è stato ferito in Siria.

Secondo alcune fonti, Soleimani ha partecipato allo sviluppo dell’intervento militare russo in Siria e sembra che attualmente sia al comando di tutte le forze iraniane in questa regione. Secondo informazioni iraniane, Soleimani ha personalmente partecipato alla preparazione della squadra che ha recuperato il Capitano Myrakhtin. Il gruppo era composto da 18 membri della Forze Speciali Siriane e 6 fra Hezbollah e Forze Speciali Russe.

Qui c’è l’unica foto che sono riuscito a trovare di questa squadra appositamente costituita:

Rescue force

Hezbollah, Forze Speciali Russe e Siriane operanti insieme in Siria

Quello che è certo è che Soleimani, gli Hezbollah e le truppe iraniane stanno avendo una funzione assolutamente cruciale in Siria, e questo ruolo è destinato a divenire sempre più importante. Per questo motivo Soleimani merita assolutamente di essere nominato uomo dell’anno.

L’Uomo Saker per l’anno 2015: Maggiore-Generale Alexander Zakharchenko

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Alexander Zakharchenko

Dopo la batosta presa dagli Ukronazi a Debaltsevo, non ci sono più state folgoranti battaglie o grandi vittorie della Novorussia nel 2015. Nondimeno, le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk possono essere orgogliose di una cosa sorprendente: alla fine sono riuscite a trasformare una milizia di volontari in un vero esercito regolare. E’ stato un processo estremamente difficile e, all’epoca, anche decisamente doloroso da portare avanti. Credo che la maggior parte del merito di questa rivoluzione (perché questo è ciò che un tale processo rappresenta) dovrebbe andare ad Alexander Zakharchenko, a cui l’inconfondibile mix di tranquilla fiducia, ferrea determinazione, grandissima pazienza e sincero amore per il proprio Paese ha reso possibile convincere la gente della Novorussia e la maggior parte dei comandanti militari (che erano completamente indipendenti nelle fasi iniziali dell’insurrezione) a fidarsi e a stare con lui.
Zakharchenko ha dovuto combattere diverse “teste calde” e comandanti di milizia che non volevano stare agli ordini, malavitosi locali, ufficiali corrotti e oligarchi senza scrupoli, il tutto pianificando la battaglia del “calderone” del Debaltsevo, la prima offensiva in cui le forze della LNR e della DNR hanno operato come unico esercito della Novorussia. Nel frattempo Zacharkenko è stato ferito ad una gamba e anche dopo aver lasciato l’ospedale, la ferita ha continuato a tormentarlo. Si rende benissimo conto che molti leaders novorussi sono stati uccisi, talvolta in circostanze misteriose, e sa che ogni suo movimento può mettere in pericolo la sua vita.

Zaharchenko

Zakharchenko sotto pesante scorta

Nonostante questo, continua a lavorare indefessamente, senza sosta, giorno dopo giorno. Sotto il suo comando, anche l’economia locale ha incominciato a dare segni di miglioramento e persino il tasso di criminalità, che aveva fatto così tanti danni alla Novorussia, ha iniziato lentamente ed abbassarsi. La situazione in Novorussia è ancora ben lungi dall’essere buona, ma almeno è ora paragonabile a quella del resto dell’Ucraina. Certo, di problemi grossi ce ne sono ancora molti, ma quello che Zakharchenko ha fatto nell’ultimo anno è stato veramente rimarchevole, anche se la sua impresa non è una di quelle da titoloni sui giornali. Ultimo, ma non meno importante, sotto il comando di Zakharchenko, i Novorussi hanno portato a termine con successo una mobilitazione generale. Anche se il numero esatto dei coscritti è difficile da determinare, sembra proprio che ora l’esercito novorusso sia abbastanza consistente, ben equipaggiato, ben addestrato e disciplinato. Ancora più importante, ha probabilmente acquisito la capacità di gestire offensive a livello operativo, e la cosa sembra sia stata sufficiente, almeno fino ad ora, a fare da deterrente ad una (ulteriore) offensiva Ukronazi. Se il regime di Kiev dovesse crollare, insieme a tutta l’economia ucraina, rimane comunque possibile, se non addirittura probabile, un ultimo, disperato attacco degli Ukronazi alla Novorussia e, anche se è molto pericoloso essere troppo sicuri di sè, ci sono buone ragioni per credere che adesso la Novorussia sia in grado di respingere tutti i loro assalti. E anche questo è, in non piccola misura, un successo personale di Alexander Zakharchenko. Per tutti questi motivi credo che sia solo corretto dare questo riconoscimento a lui e al suo duro lavoro.

Ed ora tocca a voi!
Chi avreste scelto VOI come “Uomo della resistenza” per l’anno 2015?

The Saker

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Pubblicato su Thesaker.is il 10 dicembre 2015
Tradotto in Italiano da Mario per Sakeritalia.it

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