Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare.

Salmo 146: 3

Quando la Verità di Dio comincerà ad essere rivelata, allora in Russia tutto cambierà.

Starec Nikolaj Gurjanov

Prefazione

Il mio interesse in Grigorij Rasputin venne scatenato per la prima volta da un programma televisivo cinquant’anni fa, il cinquantesimo anniversario del suo assassinio. Anche se, in quanto bambino, non potevo indagare sulle affermazioni fatte, capii d’istinto che c’era qualcosa di sbagliato in ciò che veniva detto; intuii una manipolazione. Quarantadue anni fa andai a studiare nel college più antico dell’Università di Oxford, dove aveva studiato il Principe Feliks Jusupov, il presunto assassino di Grigorij Rasputin, e visitai la “stanza Jusupov”, dove aveva vissuto il Principe. Ancora non potevo comprendere la storia perché, con l’Unione Sovietica e la Guerra Fredda ancora in essere, non potevo avere accesso ai necessari archivi di entrambe le parti in causa. Altri da allora lo hanno fatto e i loro risultati, illustrati di seguito, hanno fornito la giustizia da tempo attesa.

Introduzione

“Rasputin? Un ladro di cavalli, un monaco pazzo, un truffatore con poteri ipnotici, un prete-ciarlatano che manipolava donne stupide e isteriche, un settario flagellante e pervertito, un criminale che ha dominato l’Impero Russo, dettando tutte le politiche e concedendo tutte le nomine politiche attraverso la corruzione, un debosciato che organizzava orge, un ubriacone (come tutti i Russi), un barbaro primitivo, un Satanista, una spia tedesca, la ragione della caduta della Russia, perfino il suo nome significa “depravato”. Lo so, ho letto il libro e visto il film”. Questa è l’opinione dell’Occidentale medio “istruito”, così come quella del cittadino Sovietico medio che, tuttavia, sono tutte vittime del lavaggio del cervello dello stesso calunniatore, e va ricordato che la parola greca per “calunniatore” è “ο diavolos”, “il diavolo”.

In realtà, niente di quanto detto sopra si è dimostrato vero, inclusa l’affermazione che fosse un debosciato e un ubriacone, e la maggior parte di esse è palesemente falsa. Si tratta di classica russofobia che si auto-giustifica, che afferma “i Russi sono primitivi, noi siamo superiori, perciò possiamo fare tutto quello che ci piace”. Certamente non era pazzo, né un prete, un monaco, un ladro o una spia, nemmeno un settario flagellante o un Satanista, e aveva pochissima, se non nessuna, influenza politica. Era un pio contadino Cristiano, sposato e con tre figli, che dava elemosine generose, capiva le Sacre Scritture meglio degli studiosi della Bibbia, ed era così pio che Dio gli donò miracolosi poteri guaritori. Per quanto riguarda il suo cognome, era un soprannome, era comune in Siberia e denotava qualcuno che viveva dove si incontrano le strade, un incrocio.

Invece, quello che sappiamo, e già dalla pubblicazione delle memorie del Principe Nikolaj Ževakov negli anni ’20, è che venne assassinato da spie inglesi, con la collaborazione di ricchi, decadenti, gelosi e apostati aristocratici russi, dei quali uno era un finto principe che si dilettava di occultismo, e picchiò selvaggiamente e in modo rituale il cadavere di Grigorij Rasputin, così come lo stesso Principe Jusupov, massone sadico e decadente, si vantò di aver fatto; un altro era un politico più o meno Fascista, e un altro era un principe Romanov dai facili costumi che tradì lo Zar, suo parente. Tutti loro, indirettamente, attraverso il loro atroce tradimento, lasciarono per tre generazioni la Russia nelle mani dei genocidi Bolscevichi e della loro ideologia importata dall’estero, 75 anni di tormento infernale.

Sappiamo anche che era molto rispettato, in qualità di starets [mistico Cristiano Ortodosso dotato di grande carisma e seguito] e guaritore miracoloso, da innumerevoli ecclesiastici e laici, e che le incredibili diffamazioni contro di lui vennero inventate da fonti corrotte, sia poco prima della Rivoluzione che immediatamente dopo, quando il suo corpo venne disseppellito e cremato da dei fanatici, spaventati dal fatto che la venerazione per lui crescesse. Tutte queste menzogne e gli stupidi pettegolezzi che diffusero sono stati ripetuti fino ai giorni nostri dai sensazionalisti cultori del denaro di Hollywood, dagli scrittori senza valore occidentali e Sovietici, e da emigrati amareggiati che non riuscivano ad accettare la loro responsabilità per la loro autopunizione ed esilio. Promossero semplicemente le loro bugie e i loro scandali auto-giustificanti, sapendo che potevano trarne profitto.

Le fonti della calunnia

Una recente ricerca dalla caduta del regime Bolscevico, una generazione fa, nel 1991, ha condotto a diversi nuovi studi su Grigorij Rasputin da parte di storici professionisti, e perfino alla venerazione del “Martire Grigorij” da parte di alcuni, incluso lo Starec Nikolaj Gurjanov, con la composizione di un akathist [in italiano] e icone dipinte in suo onore. Finora questi studi non sono stati presi in considerazione, e nemmeno tradotti, perché gli editori occidentali traducono solo opere scurrili come quelle del romanziere Sovietico Edvard Radzinskij, e non opere scritte da professionisti; questi nuovi studi russi fatti da storici professionisti, come i sette volumi di Sergej Fomin, e i libri di Aleksandr Bokanov, Jurij Rassulin, Igor Evsin, Tatjana Mironova e Oleg Platonov, ci portano ad avere un’opinione molto differente.

Tutti i miti su Grigorij Rasputin sono stati inventati a partire dal 1910 da coloro che erano gelosi dello Zar – senza tanto bisogno di immaginazione, perché gli attribuivano quello che facevano loro stessi, e quindi stavano parlando di loro stessi e dei vizi che praticavano ed erano profondamente radicati in lor stessi. Erano gelosi perché volevano il potere dello Zar, e perciò volevano screditare i legittimi detentori di quel potere, lo Zar e la sua famiglia, incluso il suo erede malato e il suo guaritore, e anche la società Cristiana Ortodossa sulla quale regnava, che loro odiavano così tanto. E così questi ricchi edonisti decadenti diffusero le bugie e i pettegolezzi nei saloni mondani di San Pietroburgo, tra i fatui ricchi e gli aristocratici dissoluti, e nella stampa scandalistica dell’epoca.

Queste fonti includono: l’astuto Granduca Nikolaj Nikolaevič, che, come i generali francesi e inglesi sul Fronte Occidentale, aveva condotto le sue truppe al massacro e alla sconfitta, affidandosi alla fanteria e alla cavalleria lanciate contro le mitragliatrici, e aveva dovuto essere sostituito; i massoni Maklakov, Džunkovski e il giornalista da quattro soldi Amfiteatrov; l’apostata spretato Sergej Trufanov (alias lo Ieromonaco Iliodor); il politico senza scrupoli Guckov; gli atei Miljukov e Gorkij; il bugiardo Rodzjanko; il pervertito e occultista Jusupov; e lo stupido Puriškevič. Erano tutti traditori che volevano imporre la loro Russia pagana sulla Russia Cristiana. Questi furono coloro che accusarono Grigorij Rasputin dei suoi peccati, ed è per questo che le loro descrizioni erano così eloquenti.

Lo accusarono di mentire, di dissolutezza, e di interferire negli affari dello Stato – tutto quello che loro stessi o facevano o anelavano di fare. Appartenendo all’élite, erano in un tale stato di allucinazione demoniaca che si erano perfino convinti che stavano facendo del bene alla Russia, assecondando la loro vanità e tramando contro lo Zar e quelli a lui fedeli, incluso il guaritore dell’Erede al Trono, e prendendo così il potere. Credevano alle loro stesse menzogne e falsificazioni, quando in realtà stavano parlando dei loro peccati. Grigorij Rasputin fu l’utile capro espiatorio inventato da “principi e figli degli uomini” per giustificare la loro spietata ambizione. Se non avessero scelto lui, ne avrebbero scelto un altro – la Russia contadina esisteva solo per essere sfruttata da loro.

Le opinioni di chi conosceva Grigorij Rasputin

Se ci rivolgiamo a coloro che lo conoscevano davvero, otteniamo un’opinione differente. I Vescovi Barnabas Nakropin e Isidor Kolokolov furono intimi amici di Grigorij Rasputin fino alla sua morte, si fidavano completamente di lui, e il Vescovo Isidor celebrò la sua cerimonia funebre, cosa per la quale a sua volta venne molto calunniato. Nelle sue memorie un altro testimone, il Generale Kurlov, scrisse che era rimasto “colpito dalla profonda conoscenza delle Sacre Scritture e delle domande teologiche di Rasputin”, e lo descrisse come un uomo buono che “esprimeva costantemente il senso Cristiano del perdono dei nostri nemici”. Tali affermazioni sono confermate da altri ecclesiastici e laici devoti e ben istruiti, impressionati dalla pietà di Grigorij Rasputin, e lo riverivano in modo naturale come uno starec.

Nelle sue memorie il capo del Dipartimento di Polizia, A. T. Vasiliev, scrisse che i risultati delle sue numerose indagini confermarono la sua iniziale supposizione che non c’era alcuna corrispondenza compromettente, nessuna lettera tra Rasputin e la Zarina. Di fatto, perché ci sarebbe dovuta essere? Rasputin era semianalfabeta, avrebbe avuto difficoltà a leggere qualsiasi cosa. Vasiliev scrisse: “Ho indagato anche per scoprire se Rasputin conservasse documenti, denaro o oggetti di valore in una banca, ma le mie indagini si sono dimostrate infruttuose, un’altra prova della mia convinzione dell’assurdità degli scandalosi pettegolezzi riguardo Rasputin”. Ma queste testimonianze sono solo l’inizio, ce ne sono molte altre di integrità e reale santità che affermano lo stesso, confermando l’assurdità delle maldicenze.

Tra queste ci sono ovviamente quelle dei futuri santi [per la Chiesa Ortodossa] lo Zar Nicola, la Zarina Alessandra e i loro cinque pii figli; dell’Arciprete Aleksandr Vasiliev, padre spirituale della Famiglia Imperiale; della pia vergine Anna Vyrubova (poi madre di Maria di Helsinki, che oggi è venerata come santa); del Principe N. D. Ževakov; di Julia Dehn; di altri vescovi ammiratori di Grigorij Rasputin come il futuro San Macario degli Altaj, Metropolita di Mosca; del pio Metropolita Pitirim di San Pietroburgo; e di molti altri uomini e donne giusti, casti, sobri e onesti che amavano la Santa Rus’ [il Regno dei Cieli, il futuro Zarato eterno di Dio in Cielo e sulla Terra, un importante concetto religioso e filosofico nella Chiesa Ortodossa Russa]. Nessuno di questi credeva nel mito di Rasputin e questo per alcuni semplicissimi motivi – lo conoscevano di persona, e lo avevano visto operare i suoi miracoli e le sue profezie e conoscevano le motivazioni dei gelosi calunniatori.

Ovviamente, ce ne erano degli altri: questo è il caso del giovane e ingenuo Vescovo Teofan Bystrov, che per primo presentò entusiasticamente Grigorij Rasputin alla Famiglia Imperiale. Cambiò idea solo perché credette alle bugie che gli dissero nelle confessioni, ma poi rimase inorridito quando scoprì che gli avevano mentito. Poi ci fu il caso della Granduchessa Elisabetta, badessa a Mosca: anche lei credette ai calunniatori, anche se alla fine pare che sua sorella la Zarina riuscì a convincerla che, da quando viveva a Mosca e aveva dato adito ai maldicenti, era stata tratta in inganno. Nessuno di quelli che credevano ai calunniatori aveva incontrato Grigorij di persona, e non avevano avuto esperienze in prima persona, avevano semplicemente preso parte ad un diffamatorio gioco di sussurri cinesi.

Perché le menzogne sono state ripetute fino ad oggi

Perché queste bugie vengono ripetute e credute ancora oggi? Prima di tutto, perché le scandalose storie di sesso arricchiscono molte persone, e sono ciò che vuole la gente; secondo, perché quelli che ci credono e le ripetono vogliono crederci e ripeterle perché sono motivati dall’auto-giustificazione. L’alternativa sarebbe pentirsi e la maggior parte non vuole pentirsi. L’assassinio del contadino Ortodosso russo Grigorij Rasputin diede di fatto il via alla Rivoluzione, non la Rivoluzione Bolscevica, ma una Rivoluzione da tempo desiderata, almeno dal Dicembre 1825, da un’aristocrazia gelosa e da una crescente classe media, tutti apostati della Chiesa Ortodossa russa. I discendenti di tutti coloro che pensavano che avrebbero beneficato dalla Rivoluzione non vogliono pentirsi.

Questi includono non solo gli ex cittadini Sovietici che hanno subito il lavaggio del cervello, non solo i discendenti degli aristocratici emigrati a Parigi e altrove, ma anche tutte le altre vittime occidentali della propaganda russofoba che vuole far credere che il cosiddetto “regime Zarista” (ovvero il legittimo Impero Cristiano, fondato da San Costantino) era corrotto, primitivo, barbaro, depravato, piagato dall’alcolismo e chiaramente malvagio. Perciò, è stato demonizzato, così da poter essere rovesciato dall’Occidente “puro”, e il tutto con una giustificazione. Una tale russofobia è in linea diretta con la propaganda auto-giustificante del secolarismo del Declino e Caduta dell’Impero Romano di Edward Gibbon. E se Grigorij fosse la vittima, il capro espiatorio più o meno innocente delle macchinazioni dei traditori?

Se Grigorij era innocente, allora gli ideologi del mondo occidentale anti-Cristiano sono colpevoli di averlo calunniato e assassinato, e sono anche colpevoli dell’assassinio della canonizzata Famiglia Imperiale, più dell’aristocrazia e della Duma di Stato, più dei generali e perfino di qualche ecclesiastico, più dei giornalisti e più del popolo. Sono colpevoli anche tutti quelli che hanno creduto alle bugie senza fare domande, e tutti quelli che continuano a credere a questi miti e a queste redditizie bugie (il denaro è sempre un motivo per la malvagità) e perfino le diffondono. Dopotutto, queste sono le persone che tre mesi dopo l’omicidio, agendo su ordine del Massone Kerenskij, dissotterrarono il cadavere di Grigorij Rasputin e l’11 Marzo 1917 lo cremarono.

Fu questo un atto da Cristiani Ortodossi o da Cristiani in generale? Fu questo un atto di patrioti Cristiani che amavano lo Zar, il Piccolo Padre? Chi poteva aver eseguito un tale atto blasfemo se non apostati, occultisti e secolaristi anti-Cristiani? Anche se tutto o solo parte di quello che hanno affermato fosse vero, avrebbe questo giustificato un odio così profondo per un cadavere? Nessuno ha fatto questo o ha perfino proposto di fare questo col cadavere degli assassini di massa Bolscevichi, e con quello del blasfemo Lenin, che, sorprendentemente, giace ancora nella sua zuppa chimica a Mosca. Sicuramente le uniche persone che avrebbero potuto eseguire quest’atto erano atee e Sataniste? Comunque, in un certo senso, tutti quelli che continuano a diffondere queste menzogne stanno prendendo parte indirettamente a questa stessa blasfemia.

Conclusione

Grigorij Rasputin era un simbolo della Russia Ortodossa contadina, un utile capro espiatorio per chi voleva prendere il potere e il cui slogan era “Demonizza i tuoi nemici e poi tutto quello che farai sarà giustificato”. I suoi assassini simbolizzavano tutto quello che c’era di sbagliato in Russia – “tradimento, codardia e inganno”, per dirla con le parole del martire Imperatore Nicola II: il tradimento arrivò dalla classe dell’élite e dall’intelligencija che consegnò la Famiglia Imperiale e la Chiesa ai Tedeschi e ai Bolscevichi finanziati dall’Occidente, la codardia arrivò da quelli che erano troppo deboli per resistere all’élite e invece si accodarono ad essa, e l’inganno arrivò dai presunti Alleati, che complottarono anch’essi contro lo Zar. Tutti loro calunniarono la Famiglia Imperiale e di conseguenza anche Grigorij Rasputin.

Attraverso Grigorij Rasputin capiamo esattamente chi erano i nemici della Russia e degli ideali della Santa Rus’: tutti quelli che credettero e diffusero le calunnie su di lui e la Famiglia Imperiale. Il fatto che molti di questi fossero membri infidi e gelosi della Famiglia Romanov e di altri aristocratici milionari non fa alcuna differenza; né lo fa il fatto che tra questi ci fosse la maggior parte dei generali e anche dei membri più eminenti del clero, come il Protopresbitero Georgij Šavelskij; il fatto che Grigorij Rasputin fu assassinato da spie inglesi, come rivelò 90 anni fa il Principe N. D. Ževakov, vicecapo del Santo Sinodo, non fa alcuna differenza; perché non avrebbero potuto operare senza il diffuso e perfino popolare sostegno a questi traditori russi.

Non è un segreto che Grigorij Rasputin avesse il dono della guarigione che la scienza medica poteva solo constatare con gelosia senza comprendere – è un fatto storico; che avesse la capacità di guarire lo Zarevic Alessio, che sarebbe potuto diventare il più grande, misericordioso e saggio degli Zar russi, è un fatto storico; che fosse un devoto uomo di preghiera e pellegrino a Gerusalemme e nei luoghi santi della Russia, che conosceva molto bene le Sacre Scritture, le Vite dei Santi e la messa Ortodossa è un fatto storico; che fece diverse profezie sul futuro della Russia, lo Zarato, il proprio assassinio e il futuro del mondo, tutte avveratesi con precisione, è un fatto storico; perché Grigorij Rasputin conosceva il prezzo della sofferenza, sia morale che fisica.

Se era innocente, allora le sofferenze indicibili seguenti al Dicembre 1916 hanno senso: il giogo straniero Bolscevico e i suoi milioni di vittime; l’assassinio dell’Unto del Signore; la seconda invasione tedesca che iniziò il giorno della ricorrenza di Tutti i Santi delle Terre Russe nel Giugno 1941; la presa di Vienna e Berlino nel giorno dedicato a San Giorgio nel 1945, vittoria che sarebbe potuta avvenire, senza incomparabili sacrifici, nel 1917 sotto la leadership dello Zar Nicola II; le piaghe dell’alcolismo, dell’aborto, della corruzione e del divorzio dopo il 1945; il collasso di quello che era in effetti l’Impero Russo nel 1991; e gli attuali tormenti in Ucraina, sono tutti parte del lungo e lento cammino di penitenza che va ancora avanti 100 anni dopo il 1916. La fine delle nostre sofferenze non è ancora arrivata.

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Articolo pubblicato dall’Arciprete Andrew Phillips su Orthodox England il 31 agosto 2016.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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