“La Russia è pronta a rispondere ad ogni provocazione, ma l’ultima cosa che i Russi vogliono è un’altra guerra. E questo, se vi piacciono le buone notizie, è la notizia migliore che potrete sentire”.
Un refolo di Terza Guerra Mondiale aleggia nell’aria. Negli Stati Uniti la Guerra Fredda 2.0 è in pieno svolgimento e la retorica anti-russa che emana dalla campagna elettorale della Clinton, amplificata dai mass-media, riporta indietro al maccartismo ed al pericolo rosso. Come tutta risposta, molta gente comincia a pensare che l’Armageddon potrebbe essere una guerra atomica totale, seguita da un inverno nucleare e dall’estinzione della razza umana. Sembra che molta gente negli Stati Uniti abbia deciso di pensarla così. Caspita!
Ma sapete, è difficile dar loro torto. Gli Stati Uniti si stanno avviando verso un collasso finanziario, economico e politico, stanno perdendo la loro posizione nel mondo e stanno diventando un ghetto di dimensioni continentali, pieno di tossicodipendenza, violenza e infrastrutture in decadimento, con una popolazione in preda al vizio, avvelenata dal cibo geneticamente modificato, obesa in modo patologico, vessata da polizia e amministrazioni comunali predatorie, con in più un vasto assortimento di rackets, dai farmaci, all’educazione, al settore immobiliare… Tutte cose che sappiamo.
Sappiamo anche quanto faccia male capire che gli Stati Uniti sono rovinati al punto che ogni riparazione è impossibile, o riconoscere il fatto che la maggior parte del danno è auto-inflitto: le guerre inutili e senza fine, la corruzione senza limiti della politica dei soldi, la cultura tossica e la guerra dei sessi, e l’arroganza imperiale e la caparbia ignoranza che sottintende tutto… Il livello di scollamento fra ciò che ci si aspetta e quello che si osserva fa certamente male, ma il dolore può essere evitato, almeno per un certo tempo, con dosi massicce di illusione.
Questa specie di avvitamento verso il basso non richiama automaticamente l’“Apocalisse”, ma la specificità del culto di stato degli Stati Uniti, una religiosità del tempo passato a cui si è sovrapposto il culto secolare del progresso, è tale che non ci può essere nessun’altra possibilità: o andiamo a costruire colonie su Marte o dobbiamo perire in una palla di fuoco. Dal momento che l’umiliazione di dover chiedere ai Russi il permesso di usare la Soyuz per accedere alla stazione Spaziale Internazionale mette in dubbio la prospettiva di colonie spaziali americane, allora è il Piano B: palle di fuoco, arriviamo!
E così, la maggior parte del recente bellicismo americano nei confronti della Russia può essere spiegato dal desiderio di trovare il modo di incolpare chiunque, ma non sé stessi, per il proprio, attuale, insuccesso. Questo è un atteggiamento psicologico ben conosciuto – la proiezione dell’ombra – dove si prende tutto quello che si odia e lo si proietta su di un’altra persona perché non si può farlo su sé stessi. A livello subconscio (e, nel caso di gente particolarmente stupida, anche a livello conscio) agli Americani piacerebbe nuclearizzare la Russia fino a carbonizzarla, ma non possono farlo perché la Russia li bombarderebbe immediatamente. Ma gli Americani possono proiettare sulla Russia il loro stesso desiderio e, dal momento che sono obbligati a credere di essere i buoni, mentre la Russia è il male, tutto questo rende lo scenario dell’Armageddon molto più realistico.
Ma questo modo di pensare comporta uno scollamento dalla realtà. C’è esattamente un unico stato al mondo che ha usato l’atomica sulle altre nazioni, e questi sono proprio gli Stati Uniti. Hanno bombardato a titolo gratuito il Giappone, quando, in ogni caso , era già pronto ad arrendersi, per il semplice motivo che potevano farlo. Si erano preparati a bombardare la Russia all’inizio della Guerra Fredda, ma, all’epoca, ne erano stati impediti dalla mancanza di un numero abbastanza consistente di bombe atomiche. E hanno tentato di far sì che la Russia si trovasse indifesa contro gli attacchi nucleari rigettando, nel 2002, il Trattato Anti-Missili Balistici, ma ne sono stati impediti dalle nuove armi della Russia. Queste comprendono, fra l’altro, missili da crociera supersonici a lunga gittata (Kalibr) e missili intercontinentali sub-orbitali a testata multipla, in grado di eseguire manovre evasive durante l’avvicinamento al bersaglio (Sarmat). Tutte queste nuove armi sono impossibili da intercettare con le attuali tecnologie difensive conosciute. Allo stesso tempo, la Russia ha sviluppato le sue proprie capacità difensive e il suo sistema S-500 di ultima generazione è in grado effettivamente di sigillare lo spazio aereo russo, potendo intercettare bersagli sia in volo radente che in orbita bassa.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno dilapidato una fantastica somma di denaro, ingrassando il loro notoriamente corrotto apparato della difesa con diverse versioni delle “Guerre Stellari”, ma neanche un centesimo di quei soldi è stato veramente speso bene. Le due installazioni in Europa dello Aegis Ashore (completata in Romania, pianificata in Polonia) non potranno fare nulla contro i missili Kalibr lanciati da sommergibili o da piccoli battelli nel Pacifico o nell’Atlantico, vicino alle coste americane, o contro i missili intercontinentali che possono volare attorno ad esse. Anche l’installazione della Terminal High Altitude Area Defense (THAAD, Difesa d’area terminale ad alta quota) attualmente in corso nella Corea del Sud (contro cui la gente del posto sta attualmente protestando rasandosi il cranio) non cambierà il quadro della situazione.
Sulla Terra c’è esattamente un’unica nazione che può attaccare usando l’atomica, e non è la Russia. Ma questo non dovrebbe importare. Nonostante tutti gli sforzi americani per vanificarla, la Distruzione Reciproca Garantita (MAD) [Mutual Assured Destruction, in inglese “pazzo”] rimane comunque in vigore. La probabilità di uno scambio nucleare è determinata non dalla politica di qualcuno, ma dalla possibilità che possa avvenire a causa di un incidente. Dal momento che nella guerra atomica non esiste una strategia vincente, nessuno ha motivo per iniziarne una. In nessun caso gli Stati Uniti saranno mai in grado di dettar legge alla Russia minacciandola della distruzione nucleare.
Se una guerra nucleare non è fattibile, che cosa ne direste di una convenzionale? Gli Stati Uniti hanno mostrato i muscoli inviando truppe e tenendo esercitazioni negli Stati Baltici, direttamente sul confine occidentale russo, installando sistemi ABM in Romania, Polonia e Corea del Sud, sostenendo i nazisti ucraini anti-russi, ecc. Tutto questo sembra abbastanza provocatorio: ne può scaturire una guerra? E come sarebbe questa guerra?
Qui bisogna dare uno sguardo a come la Russia ha risposto alle provocazioni precedenti. Questi sono tutti fatti che conosciamo e possiamo usarli per prevedere che cosa accadrà, invece di fare delle dichiarazioni esclusivamente immaginarie o basate su congetture, scollegate da ciò che si conosce.
Quando gli Stati Uniti, o i suoi mercenari, attaccano un’enclave di cittadini russi, al di fuori dei confini della Russia, ecco i tipi di risposta che abbiamo potuto osservare fino ad ora:
1. L’esempio della Georgia. Durante i Giochi Olimpici di Pechino (un tradizionale periodo di pace), l’esercito georgiano, armato ed addestrato da Stati Uniti ed Israele, invase l’Ossezia del Sud. Questa regione faceva parte della Georgia solo nominalmente, essendo sopratutto abitata da cittadini russi, di lingua e di passaporto. Le truppe georgiane iniziarono a bombardare la sua capitale, Tskhinval, uccidendo alcuni soldati russi delle forze di pace dislocati nella regione e provocando perdite fra i civili. Come risposta, le truppe russe entrarono in Georgia e in poche ore azzerarono la sua capacità bellica. Annunciarono che, di fatto, l’Ossezia del Sud non faceva più parte della Georgia, aggiungendoci, per buona misura, anche l’Abkhazia (un’altra enclave russa contesa) e si ritirarono. Il guerrafondaio presidente georgiano Saakashvili fu dichiarato “cadavere politico” e lasciato marcire sul posto. Alla fine fu costretto a fuggire dalla Georgia, dove era ricercato dalla giustizia. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti gli ha recentemente dato un nuovo lavoro, Governatore di Odessa, in Ucraina. Recentemente, le relazioni russo-georgiane si sono quasi normalizzate.
2. L’esempio della Crimea. Durante i Giochi Olimpici Invernali di Sochi, in Russia (un tradizionale periodo di pace) ci fu la rimozione violenta ed illegale del governo ucraino, regolarmente eletto, seguita dall’insediamento di un’amministrazione fantoccio, di scelta americana. Come tutta risposta, la stragrande maggioranza della popolazione russa della regione autonoma di Crimea tenne un referendum. Circa il 95% votò a favore della separazione dall’Ucraina e per il ritorno in seno alla Russia, così come era stato per secoli e solo fino a qualche anno fa. I Russi poi utilizzarono le loro truppe, che già stazionavano nella penisola in base ad un accordo internazionale, per far sì che i risultati del referendum fossero regolarmente riconosciuti. In questo esercizio di democrazia diretta assolutamente pacifico non venne sparato neanche un colpo.
3. Ancora l’esempio della Crimea. Durante i Giochi Olimpici di Rio (un tradizionale periodo di pace) alcuni agenti ucraini hanno preso d’assalto il confine della Crimea e sono subito stati catturati dal Servizio Federale di Sicurezza della Russia, con un certo quantitativo di armi ed esplosivi. Alcuni di essi sono stati uccisi durante l’operazione, insieme a due Russi. I sopravvissuti hanno immediatamente confessato l’intenzione di effettuare attacchi terroristici al terminal dei traghetti che collegano la Crimea con il continente russo ed in una stazione ferroviaria. Il capo di questo gruppo ha confessato che gli era stata promessa la principesca somma di 140$ per portare a termine questi attacchi. Per tutti quanti sono in arrivo una branda calda ed asciutta e tre pasti al giorno, tutto a carico del governo russo, e la cosa sembrerà loro un pezzo di paradiso, in confronto alla violenza, al caos, alla miseria e alla desolazione che caratterizzano la vita nell’Ucraina di oggi. Come tutta risposta, il governo di Kiev ha protestato contro la “provocazione russa” e ha allertato le truppe per prepararle all’“invasione russa”. Forse il prossimo invio di aiuti americani all’Ucraina dovrebbe comprendere una fornitura di clorpromazina o di qualche altro potente farmaco antipsicotico.
Notate la ripetizione continua di “durante le Olimpiadi”. Questa non è una coincidenza ma è indicativo di un certo modus operandi americano. Certo, fare la guerra durante un tradizionale periodo di pace è cinico e stupido. Ma il motto americano sembra essere: “se tentiamo ripetutamente qualcosa e questa non funziona, allora vuol dire che non ci stiamo provando abbastanza”. Nelle menti di coloro che pianificano questi eventi, la ragione del loro insuccesso non può avere assolutamente nulla a che fare con il loro essere stupidi. Questa è conosciuta come “Stupidità di III livello”, una stupidità così abissale che è incapace di comprendere la sua stessa stupidità.
4. L’esempio del Donbass. Dopo i fatti descritti al punto 2 qui sopra, in questa regione popolosa e industriale, che aveva fatto parte della Russia fino a quasi tutto il 20° secolo e che linguisticamente e culturalmente è russa scoppiarono disordini politici, perché la maggior parte della popolazione locale non voleva aver nulla a che fare con il governo che si era stato installato a Kiev, da loro considerato illegittimo. Il governo di Kiev ci si mise di buona lena per peggiorare la situazione, prima emanando leggi per limitare i diritti dei cittadini di lingua russa, poi attaccando di fatto la regione con l’esercito, cosa che ha continuato a fare fino al giorno d’oggi, con tre mancate invasioni e continui cannoneggiamenti delle zone residenziali ed industriali, nel corso dei quali oltre diecimila civili sono stati uccisi e molti di più feriti. La Russia ha dato assistenza attraverso la formazione di un movimento locale di resistenza, sostenuto da un valido contingente militare di volontari del posto. Tutto questo è stato realizzato da volontari russi, che agivano in veste ufficiosa e da privati cittadini che donavano soldi alla causa. Nonostante l’isteria occidentale sull’“invasione russa” e sull“aggressione russa”, di queste non esistono prove. Invece, il governo russo ha solamente fatto tre cose: ha rifiutato di interferire con l’operato dei suoi cittadini che andavano in aiuto del Donbass, ha perseguito una strategia diplomatica per la risoluzione del conflitto e ha inviato numerosi convogli di aiuti umanitari ai residenti del Donbass. L’iniziativa diplomatica della Russia si è concretizzata in due accordi internazionali – Minsk I e Minsk II – che hanno obbligato sia Kiev che il Donbass alla ricerca di una strategia per la risoluzione pacifica del conflitto attraverso la cessazione delle ostilità e la concessione della piena autonomia al Donbass. Kiev si è costantemente rifiutata di ottemperare ai suoi obblighi, derivanti da questi accordi. Il conflitto è ora congelato, ma continua a scorrere sangue a causa dei bombardamenti ucraini, in attesa del collasso del governo fantoccio di Kiev.
Per completare il quadro, includiamoci anche la recente azione militare della Russia in Siria, in difesa dell’assediato governo siriano, dove in breve tempo ha demolito gran parte del ISIS/ISIL/Daesh/Califfato Islamico, insieme a svariate altre organizzazioni terroristiche attive nella regione. Il razionale di questa operazione è stato che la Russia ha considerato il nido di terroristi sponsorizzati dall’estero in Siria come una minaccia diretta alla propria sicurezza. I due fatti notevoli qui sono che la Russia ha agito in accordo alle leggi internazionali, essendo stata invitata dal legittimo ed internazionalmente riconosciuto governo siriano e che l’azione militare, non appena è sembrato possibile portare al tavolo dei negoziati tutte le parti in causa legittime del conflitto (non terroristiche), è stata subito ridimensionata. Questi tre elementi: l’uso della forza militare come misura di sicurezza reattiva, la scrupolosa osservanza delle leggi internazionali e l’azione militare al servizio della diplomazia, sono molto importanti per capire i metodi e le ambizioni russe.
Guardando adesso le avventure diplomatico-militari degli Stati Uniti, vediamo una situazione abbastanza differente. Le spese militari ammontano a più della metà di tutta la spesa discrezionale federale, danneggiando così altri settori di vitale importanza, come le infrastrutture, la sanità pubblica, e l’educazione statale. Una cosa del genere serve a diversi scopi. Sopratutto è un programma di lavori pubblici, un modo per impiegare persone che non sarebbero utilizzabili in settori veramente produttivi per carenza di intelligenza, educazione ed addestramento. Secondo, è un modo per i politici e gli appaltatori della difesa di arricchirsi sinergicamente a vicenda e a spese della comunità. Terzo, è un programma pubblicitario per la vendita di armi, essendo ormai gli Stati Uniti diventati il maggior fornitore al mondo di tecnologia letale. Per ultimo, è un modo per proiettare la forza in tutto il mondo, sottomettendo a suon di bombe tutte quelle nazioni che osano opporsi alle ambizioni di egemonia mondiale di Washington, spesso in totale disprezzo delle leggi internazionali. In questa lista non è assolutamente compreso l’obbiettivo di difendere gli Stati Uniti.
Nessuna di queste giustificazioni funziona nei confronti della Russia. In termini monetari, gli Stati Uniti surclassano la Russia a mani basse. Comunque, a parità di acquisti, la Russia riesce ad acquisire capacità difensiva fino a dieci volte in più degli Stati Uniti per ogni unità di ricchezza nazionale, azzerando in questo modo il vantaggio americano. Inoltre, quello che gli Stati Uniti ottengono con i loro dollari è (qualitativamente) inferiore: l’esercito russo ha le armi che vuole, quello americano ottiene quelle volute dal sistema politico corrotto e dai suoi complici nel complesso industriale militare, per potersi arricchire. Se fosse una campagna pubblicitaria per la vendita di armi, vedere l’armamento russo in azione in Siria, dove ha veramente spazzato via in breve tempo i terroristi con una incessante campagna di bombardamento, che comunque utilizza scarse risorse, e poi vedere l’armamentario americano usato dai Sauditi nello Yemen, con tutto il sostegno e l’assistenza degli Stati Uniti, venire costantemente sconfitto da guerriglieri scarsamente armati, difficilmente porterebbe ad un incremento delle vendite. Infine, anche il progetto di mantenere l’egemonia planetaria americana sembra stia naufragando. Russia e Cina sono di fatto un’unione militare. La superiorità degli armamenti russi, unita alle dimensioni quasi infinite della fanteria cinese, rende questo connubio praticamente imbattibile. La Russia dispone ora di una base aerea permanente in Siria, ha siglato un accordo con l’Iran per usare basi militari iraniane e sta cercando di sottrarre la Turchia alla Nato. Per quanto riguarda poi l’esercito americano, con le sue numerose e inutili basi attorno al mondo e con le sue montagne di inutili gadgets, questo è diventato un imbarazzo internazionale, per adesso, rimane un programma di lavoro statale, utile ad impiegare degli incompetenti, ed una ricca fonte di mazzette.
In tutto e per tutto, è importante capire quanto attualmente siano ridotte le capacità militari americane. Gli Stati Uniti sono assai bravi ad attaccare avversari molto inferiori. L’offensiva contro la Germania nazista aveva avuto successo solo perché, per quella data, essa era già stata effettivamente sconfitta dall’Armata Rossa, in tutto meno che per la ripassata finale, quando gli Stati Uniti si erano decisi ad uscire dal loro timido isolamento e a buttarsi nella mischia. Anche la Corea del Nord e il Vietnam si sono dimostrati ossi troppo duri, e anche lì, la sua misera performance sarebbe stata ancora più misera se non fosse stato per la leva obbligatoria, che aveva avuto il merito di far affluire nei ranghi un certo numero di non-incompetenti, ma che aveva avuto lo spiacevole effetto collaterale dei coscritti che sparavano ai loro incompetenti ufficiali, un capitolo assai poco divulgato della storia militare americana. Ed ora, con l’ingresso nei ranghi degli LGBTQ, l’esercito americano è sul punto di diventare uno zimbello internazionale. Fino ad ora termini come “checca” o “fighetta” erano molto usati nell’addestramento militare di base. I sergenti istruttori usavano questa terminologia per esortare i “tontoloni” sotto il loro comando ad iniziare a comportarsi come uomini. Mi chiedo quali termini useranno i sergenti istruttori, ora che hanno il compito di addestrare proprio quelli che prima chiamavano “checche” e “fighette”. Il potenziale comico di questa sfumatura non è sfuggito ai militari russi.
La commedia potrà continuare fino a che i militari americani continueranno a guardarsi bene dall’attaccare degli avversari seri, perché, in quel caso, la commedia si tramuterebbe in tragedia abbastanza rapidamente.
Se, per esempio, le forze americane cercassero di attaccare il territorio russo lanciando missili attraverso il confine questi sarebbero neutralizzati dalla rappresaglia istantanea della molto più efficiente artiglieria russa.
Se gli Americani, o chi per essi, provocassero i Russi che vivono al di fuori dei confini della Russia (e di questi ce ne sono milioni) fino al punto di creare un’aperta ribellione, i volontari russi, operando in modo ufficioso e usando fondi privati, li addestrerebbero, li equipaggerebbero e li armerebbero rapidamente, creando un’insurrezione popolare che, se necessario, andrebbe avanti per anni, fino alla capitolazione degli Americani o dei loro tirapiedi.
Se gli Americani facessero la cosa più stupida ed invadessero la Russia, verrebbero imbottigliati ed eliminati, come è successo più volte alle truppe ucraine nel Donbass.
Ogni tentativo di attaccare la Russia con le portaerei terminerebbe con il loro istantaneo affondamento, per mezzo di una qualsiasi di queste armi: missili balistici antinave, siluri a supercavitazione o missili da crociera supersonici.
Bombardieri strategici, missili da crociera e missili balistici verrebbero eliminati dai nuovi e avanzati sistemi di difesa aerea della Russia.
Questo è vale per l’attacco, ma per quanto riguarda la difesa? Beh, viene fuori che per ingaggiare militarmente la Russia bisogna entrare in una dimensione completamente diversa. Vedete, la Russia, combattendo la Germania nazista, ha perso un enorme numero di civili. Molte persone, compresi vecchi, donne e bambini, sono morte di stenti e malattie, oppure sotto le bombe tedesche o per gli abusi subiti per mano dei soldati tedeschi. D’altro canto, le perdite fra i soldati sovietici sono state paragonabili a quelle dei Tedeschi. Questa incredibile calamità è occorsa alla Russia perché era stata invasa e questo fatto, fin da allora, ha condizionato il modo di pensare dei militari russi. La prossima guerra su larga scala, se ce ne sarà una, sarà combattuta in territorio nemico. Perciò, se gli Stati Uniti attaccheranno la Russia, la Russia contrattaccherà sul suolo americano. Tenete a mente che gli Stati Uniti non combattono una guerra sul loro territorio da più di 150 anni, questo sarebbe un bello shock.
Naturalmente, questo verrebbe fatto in modo compatibile con la dottrina militare russa. Cosa più importante, l’attacco dovrebbe essere condotto in modo da minimizzare la possibilità di uno scambio nucleare. In secondo luogo, l’uso della forza dovrebbe essere relegato a quel minimo necessario per garantire la cessazione delle ostilità e il ritorno al tavolo dei negoziati in termini favorevoli alla Russia. Terzo, verrebbero fatti tutti gli sforzi possibili per far buon uso delle rivolte popolari interne, allo scopo di creare disordini permanenti, lasciando che siano i volontari a fornire l’armamento e l’addestramento necessario. Infine, vincere la pace è altrettanto importante che vincere la guerra, e bisognerebbe fare ogni sforzo possibile per informare il pubblico americano che quello di cui stanno facendo l’esperienza è solo la punizione per un certo comportamento illegale. Da un punto di vista diplomatico, sarebbe molto più limpido gestire il problema dei criminali di guerra tramite un governo locale, un problema americano che dovrebbe essere risolto dagli Americani stessi, con il minimo possibile di aiuto dall’esterno. Questo si potrebbe ottenere meglio con un piccolo scambio di intelligence, amichevole e di buon vicinato, facendo sapere a tutti quelli che ne fossero interessati, all’interno degli Stati Uniti, chi esattamente sono quelli che devono essere ritenuti responsabili di questi crimini di guerra, chi e come sono i membri delle loro famiglie e dove vivono.
Il problema allora è: qual’è il minimo assoluto di azione militare – quello che io chiamo le “mille palle di fuoco” per ricordare i “mille punti di luce” di George Bush Senior – necessario a ristabilire la pace in termini favorevoli alla Russia? A me sembra che 1000 “palle di fuoco” siano proprio il numero giusto. Queste poterebbero essere piccole esplosioni, sufficienti a demolire un edificio o una installlazione industriale, praticamente senza causare perdite di vite umane. L’ultimo punto è particolarmente importante perché lo scopo sarebbe quello di distruggere il sistema senza però causare danni alle persone. Non sarebbe colpa di nessun’altro se negli Stati Uniti la gente dovesse soffrire perché si è rifiutata di fare quello che la loro stessa FEMA [Federal Emergency Management Agency, Ente federale per la gestione delle emergenze] aveva chiesto loro di fare: scorte di cibo ed acqua per un mese e mettere insieme un piano di evacuazione di emergenza. In più, vista la direzione verso cui si stanno muovendo gli Stati Uniti, ottenere un secondo passaporto, portare all’estero i propri risparmi e fare un po’ di addestramento all’uso delle armi, nel caso si dovesse rimanere nei paraggi, sono tutte buone idee.
La ragione per cui è molto importante che questa azione militare non uccida nessuno è questa: attualmente ci sono circa tre milioni di Russi che risiedono negli Stati Uniti e uccidere anche solo qualcuno di loro non è assolutamente una strategia. C’è un numero anche superiore di persone che proviene da nazioni popolose e amiche della Russia, come Cina ed India, e anche a queste non si dovrebbe torcere un capello. Perciò, una stratregia che preveda grosse perdite di vite umane è semplicemente inaccettabile. Uno scenario migliore sarebbe quello di scatenare una crisi che convinca in fretta i Russi che vivono negli Stati Uniti (insieme a tutti gli altri stranieri e agli immigrati di prima generazione, e anche a qualcuno di quelli della seconda) che gli Stati Uniti non sono più un buon posto dove vivere. A questo punto, tutta questa gente potrebbe essere rimpatriata, un processo per cui occorrerebbero indubbiamente anni. Attualmente, la Russia è la terza di tutte le destinazioni mondiali scelte da chi cerca un posto migliore dove andare a vivere, dopo Stati Uniti e Germania. La Germania ora è quasi al punto di aperta ribellione contro l’insana politica pro-immigrazione di Angela Merkel. Gli Stati Uniti seguono a ruota e non rimarranno molto a lungo una meta attraente. E questo lascia la Russia, di tutto il pianeta, come luogo numero uno dove trasferirsi. Questo è molto impegnativo, anche per una nazione che comprende 11 fusi orari e ha tutto in abbondanza, meno la frutta tropicale e le persone.
Dobbiamo anche tener presente che Israele – che, diciamo le cose come stanno, è un protettorato americano temporaneamente parcheggiato sul suolo palestinese – non durerebbe a lungo senza il grosso sostegno degli Stati Uniti. Un terzo abbondante della popolazione israeliana è, guarda caso, russa. Nel momento in cui il Progetto Israele darà i primi segni di voler passare a miglior vita, la maggior parte di questi Ebrei russi, da persone intelligenti che sono, decideranno senza dubbio di mettere in piedi un (secondo) esodo e di ritornare in Russia, com’è loro diritto. Questo creerà un bel mal di testa al Servizio Federale per l’Immigrazione della Russia, perché dovrà vagliarli tutti quanti, facendo entrare gli Ebrei russi normali, tenendo fuori allo stesso tempo i Sionisti fanatici, i criminali di guerra e gli squilibrati ultra-religiosi. Tutto questo porterà via anche un sacco di tempo.
Ma le azioni che mettono a rischio molte vite umane alla fine si dimostrano completamente inutili, dal momento che è disponibile una strategia alternativa ed efficace: distruggere i pezzi chiave delle infrastrutture governative ed industriali, incrociare poi le braccia ed aspettare che gli avversari arrivino strisciando al tavolo dei negoziati, sventolando la bandiera bianca. Vedete, ci sono solo pochi, magici ingredienti che consentono agli Stati Uniti di continuare ad esistere come nazione stabile e sviluppata, capace di proiettare oltreoceano la sua forza militare. Questi sono: la rete elettrica, il sistema finanziario, le autostrade interstatali, il trasporto merci marittimo e ferroviario, le linee aeree, i gasdotti e gli oleodotti. Disabilitate quanto sopra e i giochi sono finiti. Quante “palle di fuoco” ci vorrebbero per ottenere ciò? Probabilmente assai meno di mille.
Disabilitare la rete elettrica è facile in maniera quasi ridicola, perché tutto il sistema è completamente integrato e interdipendente, essendo costituito solo da tre sotto-griglie, chiamate “interconnessioni”: Occidentale, Orientale e Texas. La parte più vulnerabile del sistema sono gli enormi trasformatori di potenza (Large Power Transformers, LPT), che portano il voltaggio a milioni di volt per il trasporto e lo riabbassano poi per la distribuzione. Queste unità sono grandi come edifici, appositamente costruite, costano milioni di dollari, ci vogliono anni per sostituirle e sono, quasi tutte, prodotte al di fuori degli Stati Uniti. Inoltre, come tutto il resto delle infrastrutture degli Stati Uniti, la maggior parte di esse è abbastanza vecchia e si guasta facilmente. Esistono diverse migliaia di queste unità chiave di equipaggiamento, ma, dal momento che la rete elettrica degli Stati Uniti lavora al limite delle sue capacità, con diverse strozzature critiche, essa verrebbe completamente disabilitata anche se fosse distrutta solo una manciata degli LPT particolarmente strategici. Negli Stati Uniti, ogni black-out prolungato che si verifica nei grossi centri urbani scatena automaticamente saccheggi e tumulti su larga scala. Qualcuno stima che due sole settimane di mancanza di energia elettrica porterebbero la situazione ad un punto di non ritorno, dove i danni diventerebbero troppo diffusi per poter essere riparati.
Disabilitare il sistema finanziario è anch’esso di una facilità disarmante. Ci sono solo poche strozzature, la Federal Reserve, qualche grossa banca, alcuni centri-dati delle aziende che gestiscono le carte di credito/debito. ecc. Queste si possono disabilitare usando metodi diversi, come attacchi con missili da crociera, attacchi cibernetici, sconvolgimento della rete elettrica o anche manifestazioni di protesta. C’è da notare che il sistema finanziario degli Stati Uniti è talmente truccato che può scoppiare anche senza un intervento esterno. La combinazione di debito inesigibile, la gigantesca bolla delle obbligazioni, la Federal Reserve intrappolata nel taglio continuo dei tassi di interesse, fondi pensionistici ed obbligazionari al ribasso, il settore immobiliare enormemente sopravvalutato e il mercato azionario ridicolmente frivolo, alla fine lo faranno deflagrare dall’interno.
Un certo numero di attacchi “chirurgici” potrà mettere fuori uso gasdotti e oleodotti, terminal importanti, ponti e gallerie autostradali, ferrovie e linee aeree. Qualche mese senza poter accedere ai contanti e ai servizi finanziari, senza elettricità, benzina, gasolio, gas naturale, trasporto aereo e senza poter importare i pezzi di ricambio necessari a riparare i danni dovrebbero essere sufficienti per costringere gli Stati Uniti alla resa. Se ci fossero dei tentativi per ripristinare qualcuno di questi servizi, uno o due attacchi supplementari li renderebbero rapidamente inutili.
Il numero delle “palle di fuoco” può essere ottimizzato utilizzando le sinergie distruttive: vicino al luogo dell’attacco si può utilizzare un disturbatore di GPS, in modo da rendere difficoltosa la sua localizzazione alle squadre di pronto intervento, distruggere, insieme all’obbiettivo, anche il suo magazzino ricambi e tutta la rete viaria, può ritardare le riparazioni di parecchi mesi, la semplice minaccia di un bombardamento può immobilizzare un centro di distribuzione, garantendo così un unico, facile bersaglio invece di molti e in movimento.
Potreste pensare che l’esecuzione di un attacco così ben calibrato richieda un notevole impiego di intelligence, che sarebbe difficile da ottenere, ma non è questo il caso. In primo luogo, moltissime informazioni di importanza tattica sono diffuse dagli addetti ai lavori, che spesso si considerano dei “patrioti”. Secondo, quello che non viene divulgato può sempre essere hackerato, proprio per lo stato pietoso in cui versa la sicurezza informatica negli Stati Uniti. Ricordatevi che è in Russia dove si produce il (miglior) software antivirus, e magari anche qualche virus. La NSA è stata hackerata di recente e sono stati rubati i suoi gioielli della corona; se può essere hackerata questa agenzia, che cosa ne sarà di tutti quelli che dipendono da essa per la propria sicurezza?
Potreste anche pensare che gli Stati Uniti, se venissero attaccati in questo modo, potrebbero effettivamente rispondere per le rime, ma uno scenario del genere è piuttosto difficile da immaginare. Molti Russi trovano l’inglese non troppo difficoltoso e, di solito, conoscono abbastanza bene gli Stati Uniti tramite l’utilizzo dei media americani e gli specialisti che sono fra di loro, sopratutto quelli che hanno studiato o hanno insegnato nelle università statunitensi possono utilizzare il loro campo di conoscenze negli Stati Uniti con la stessa facilità di come lo farebbero in Russia. La maggior parte degli Americani, d’altro canto, quasi non riesce a trovare la Russia sulla carta geografica, si scontra con l’alfabeto cirillico e trova il russo praticamente incomprensibile.
Considerate anche che tutto l’apparato difensivo della Russia è concentrato sopratutto… sulla difesa. Offendere gente in terre straniere di solito non è considerato strategicamente importante. “Cento amici sono meglio di cento rubli” è un proverbio popolare. E così la Russia riesce ad essere amica, allo stesso tempo, con l’India e il Pakistan e con la Cina e il Vietnam. In Medio Oriente mantiene relazioni cordiali con Turchia, Siria, Israele, Arabia Saudita, Yemen, Egitto e Iran, anche queste tutte contemporaneamente. I diplomatici russi devono mantenere aperti i canali di comunicazione con gli amici, ma anche con gli avversari, sempre. Certo, essere inspiegabilmente avversari della Russia può rivelarsi estremamente doloroso, ma potete porre fine a questo stato di cose quando volete! Basta solo una telefonata.
Aggiungeteci poi il fatto che le vicissitudini della storia russa hanno condizionato la popolazione russa ad aspettarsi il peggio e sopratutto a doverlo gestire. “Non possono ucciderci tutti!“ è un altro proverbio popolare. Se gli Americani riusciranno a farlo soffrire, il popolo russo avrà senza dubbio un gran conforto nel fatto di star facendo soffrire ancora di più gli Americani e molti di loro troverebbero anche che questo risultato, di per sé stesso, è già una vittoria. E neanche rimarrebbero senza aiuto; non è una coincidenza che il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, fosse prima a capo del Ministero per le Emergenze e che i risultati del suo lavoro gli abbiano fatto guadagnare lodi e apprezzamenti in quantità. In breve, se venissero attaccati, i Russi si piglierebbero semplicemente le loro batoste, come hanno sempre fatto, e partirebbero per la conquista e la vittoria, come hanno sempre fatto.
Non facilita certo le cose il fatto che la maggior parte di ciò che è stato detto agli Americani riguardo alla Russia dai loro leaders politici e dai loro mass media sia praticamente tutto sbagliato. Sentono continuamente parlare di Putin e dell’“orso russo”, per cui probabilmente si immaginano la Russia come un enorme deserto dove Vladimir Putin fa compagnia ad un orso esperto scacchista, hacker dei server di Internet, fisico atomico, scienziato spaziale, inventore del vaccino per l’Ebola, poliglotta ed eclettico. Gli orsi sono meravigliosi, i Russi amano gli orsi, ma non enfatizziamo troppo le cose. Certo, gli orsi russi possono andare in bicicletta e qualche volta sono buoni anche con i bambini, ma rimangono comunque animali feroci e/o domestici (molti Russi non riescono a distinguere fra le due cose). E così, quando gli Americani ringhiano sull’“orso russo”, i Russi si chiedono: quale dei due?
In breve, per la maggior parte degli Americani la Russia è un mistero avvolto in un enigma e, semplicemente, non ci sono abbastanza Americani intelligenti, con una buona conoscenza della Russia, su cui poter contare, anche se, per molti Russi, gli Stati Uniti sono un libro aperto. Per quanto riguarda gli attuali servizi americani di intelligence e sicurezza, questi sono solo dei boriosi e burocratici sprechi di tempo e di denaro, impastoiati dall’opportunismo politico e dal pensiero unico, che eccellono solo in due cose: eseguire senza discutere procedure idiote ed adattare creativamente i fatti alla politica del momento. “Provare” che l’Iraq ha le “armi di distruzione di massa”, nessun problema! Distinguere i terroristi islamici dalle nonnine di campagna al checkpoint di sicurezza di un aeroporto, no, non si può fare!
La Russia non ricorrerà a misure militari nei confronti degli Stati Uniti, a meno di una grave provocazione. Tempo e pazienza lavorano per i Russi. Ogni anno che passa gli Stati Uniti diventano sempre più deboli e perdono amici ed alleati, mentre la Russia diventa più forte ed acquisisce amici ed alleati. Gli Stati Uniti, con le loro disfunzioni politiche, il loro debito inesigibile, le infrastrutture in decadenza e i moti di protesta sempre più diffusi sono una nazione morta che cammina. Ci vorrà del tempo prima che ciascuno degli stati confederati crolli nettamente su sé stesso, così come è successo ai tre grattacieli di New York l’11 settembre (WTC 1, 2 e 7), ma la Russia è molto paziente. La Russia è pronta a rispondere ad ogni provocazione, ma l’ultima cosa che i Russi vogliono è un’altra guerra. E questa, se vi piacciono le buone notizie, è la notizia migliore che potrete sentire. Ma, se pensate ancora che ci sarà una guerra con la Russia, non pensate all’“Armageddon”, pensate alle “mille palle di fuoco”, e poi, solo i grilli!
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Articolo di Dmitry Orlov pubblicato da Club Orlov il 23 Agosto 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it e ClubOrlov
Articolo divertente e rilassante ma qualche volta un po’ troppo ottimistico, qualche altra un po’ bugiardello, qualche altra ancora non particolarmente chiaro o, ancora, eccessivamente ottimistico.
Vediamo i singoli casi.
1) “gli impianti missilistici in romania e, prossimamente, in polonia sono inutili contro missili kalibr lanciabili da sottomarini o piccoli battelli nel pacifico e nell’atlantico in prossimità delle coste americane”.
Francamente se fossi nei panni di qualche generale americano e ricevessi l’ordine di attaccare la russia, non credo che trascurerei di spedire dei missili anche su quei battelli o su quei sommergibili russi in prossimità delle coste americane.
2)”il governo russo (riguardo al donbass) ha solamente fatto tre cose: ha rifiutato di interferire con l’operato dei suoi cittadini che andavano in aiuto del Donbass, ha perseguito una strategia diplomatica per la risoluzione del conflitto e ha inviato numerosi convogli di aiuti umanitari ai residenti del Donbass. ”
non vorrei essere scambiato per un amico degli ammericani e, men che ,di quei pazzi nazistoidi di Kiev, ma credo che la logica impone di supporre che il movimento di rivolta nel donbass (sacrosanto) abbia ricevuto dai russi non solo l’aiuto di volontari (tollerati dal governo russo) e aiuti umanitari ma anche aiuti in termini di armi … non credo proprio si possa dire che artiglieria pesante e quant’altro è nelle disponibilità dei separatisti del donbass sia tutto frutto di un dono dello spirito santo o delle capacità ingegneristiche dei separatisti o del fatto che l’hanno sottratto all’esercito di Kiev.
3)”le azioni che mettono a rischio molte vite umane alla fine si dimostrano completamente inutili, dal momento che è disponibile una strategia alternativa ed efficace: distruggere i pezzi chiave delle infrastrutture governative ed industriali, incrociare poi le braccia ed aspettare che gli avversari arrivino strisciando al tavolo dei negoziati, sventolando la bandiera bianca. Vedete, ci sono solo pochi, magici ingredienti che consentono agli Stati Uniti di continuare ad esistere come nazione stabile e sviluppata, capace di proiettare oltreoceano la sua forza militare. Questi sono: la rete elettrica, il sistema finanziario, le autostrade interstatali, il trasporto merci marittimo e ferroviario, le linee aeree, i gasdotti e gli oleodotti. Disabilitate quanto sopra e i giochi sono finiti. Quante “palle di fuoco” ci vorrebbero per ottenere ciò? Probabilmente assai meno di mille.”
La cosa poco chiara, qui, è da chi o da cosa sarebbero causate queste “mille palle di fuoco”? da atti di sabotaggio di russi residenti in america oppure da mille missili kalibr lanciati dalla russia e dai “sommergibili e battelli” russi presenti vicino alle coste americane? A parte quanto già detto al n.1 riguardo a sommergibili e battelli aggiungerei questo:
nel primo caso, se fossi nei panni di qualche comandante della difesa interna americana, non credo che trascurerei di schierare soldati a difesa di ogni singolo punto sensibile in modo da evitare o limitare atti di sabotaggio.
Nel secondo caso mi domando: ma i russi ce li hanno 1000 missili da crociera kalibr? E se ce li hanno il sistema di difesa antimissili ammericano sarebbe davvero così inefficiente da farli passare tutti? Infine, ammesso che passino tutti o quasi, sono davvero così precisi da colpire in modo tanto selettivo, chirurgico solo i punti nevralgici del sistema ammericano evitando vittime tra quei russi, cinesi e indiani che l’autore ritiene sia essenziale risparmiare?
In conclusione, concordo con l’autore che, a meno di qualche incidente, è improbabile che russia e Usa vogliano dar fuoco alle polveri in una devastante guerra nucleare.
Sono meno fiducioso nel fatto che in caso anche solo di guerra “convenzionale” i russi riuscirebbero a incendiare quelle “1000 palle di fuoco”.
Sono anche dell’idea che una qualsiasi guerra diretta tra russi e ammericani, anche se inizialmente si vestirebbe pudicamente di vesti “convenzionali”, in men che non si dica si trasformerebbe in guerra nucleare totale.
Non a caso entrambi (russi e ammericani) tendono ad evitare confronti diretti anche solo con i fucili.
Non a caso, specie gli ammericani, tendono a far combattere gli altri per loro conto (le cosiddette guerre per procura) e sono proprio queste il pericolo maggiore per i russi.
Se qualche russo pensa con soddisfazione alle sue “1000 palle di fuoco”, quegli altri (gli ammericani) pensano invece – e con un certo successo – a incendiare 1000 conflitti locali (vedi ucraina, ora anche crimea, siria e quant’altro hanno in mente per il futuro) per dissanguare la russia.
La scarsa decisione e fermezza russa nel rispondere a questi attacchi mi spinge, contrariamente all’autore, al pessimismo riguardo alla futura evoluzione del confronto russo-ammericano.
I conflitti fatti per “dissanguare la Russia” in realtá non stanno avendo successo.
Primo perchè come la Georgia o l’Ucraina bastano poche risorse settimanali per stabilizzare o addirittura stravolgere la situazione.
In secondo luogo accrescono solamente le capacitá di Mosca. Con la crisi ucraina ha preso la Crimea ottenendo un enorme area strategica per operazioni belliche e controllo del mare, in più con l’est ucraina ha ottenuto la maggior parte del Pil ucraino e carbone ecc. Quando la guerra finirá tutte le tasse e guadagni entreranno nelle casse di Mosca compensando molto i costi precedenti.
In Siria stesso discorso. Considerando che la cina che sta fornendo molti aiuti non vedo dove siano le spese enormi dato che a differenza degli Americani l’operazione russa in siria ha gia un esercito alle spalle(quello siriano) i russi hanno colmato la mancanza di aviazione. Si tratta di un piccolo ed economico contingente che sta svolgendo un ottimo lavoro. In più azioni extra sono a zero uscite nel senso che spendere per un esercirazioni contro bersagli in russia o direttamente su bersagli reali è uguale.
Ai Russi non sono l’Europa la loro economia ha le possibilita quindi qualche rublo in piu o in meno non scriverà le pagine della storia.
Lei vede il mezzo bicchiere pieno, io cerco di vedere anche l’altra metà vuota.
– ucraina: prima i russi ce l’avevano tutta ora ne hanno un pezzo (la crimea)…sbaglio? inoltre abbiamo già i primi sintomi di assalti terroristici alla stessa crimea. E gli S400 o 500 serviranno a ben poco contro forze islamiste sovversive che usano kamikaze.
– donbass: è vero che è la parte industrialmente più produttiva dell’ucraina…ma quante industrie sono andate distrutte? quanti russi sono scappati in russia? quanti ne vengono ammazzati giornalmente? Francamente non sarei così sicuro che il saldo sia poi tanto positivo per i russi.
– siria: prima Assad (alleato di Mosca) aveva tutta la Siria ora ne ha solo un pezzo…sbaglio? Credo che i russi hanno sostanzialmente abbandonato il campo troppo presto…bastava ancora poco per spezzare le reni ai terroristi, allora perché se ne sono andati? forse per favorire quella spartizione di fatto della siria che sta avvenendo sotto i nostri occhi?
– turchia (lei non ne parla ma ne parlo io): avevo sperato in una insanabile frattura tra la turchia e la Nato e, quindi, avevo giudicato positiva la riconciliazione di Putin con Erdogan…ma, col senno del poi, mi sembra che anche in questo caso Putin sia stato troppo frettoloso a stringere la mano ad erdogan…a un semplice commentatore come me sbagli del genere sono scusabili…lo sono un po’ meno per uno statista del calibro di Putin)…a meno che non ci sia stato il consenso di Putin per le nuove imprese dell’ottomano nell’ottica, appunto, di una spartizione della siria con tanti saluti ai solenni proclami sull’integrità territoriale della siria.
– Iran: gli usa sono stati in grado di creare una bella crepa all’interno del potere iraniano col risultato che sappiamo riguardo alla base prima concessa ai russi e poi sospesa…sarebbe accaduto lo stesso se per caso i russi fossero ancora pienamente operativi nel teatro siriano oppure se avessero concesso i missili s300 agli iraniani in cambio dell’uso senza se e senza ma della base iraniana? Ho qualche dubbio.
Insomma la situazione non mi sembra così rosea come Lei la descrive.
– romania (neanche di questa lei parla ma ne parlo io): avrebbe accettato di installare i sistemi missilistici americani se l’ucraina non fosse attualmente in mano ai nazistoidi di Kiev? Ho qualche dubbio.
– polonia e paesi baltici (anche di questi lei non ne parla) : sarebbero attualmente così visceralmente anti russi se Putin avesse dato una bella lezione a quelli di Kiev?
In conclusione, non mi sembra che la situazione per i russi sia così rosea come lei la dipinge…ma spero sinceramente di avere torto e che lei abbia ragione.
—,se posso fare un rilievo all’articolo (delle mille palle) trovo che alcune situazioni descritte potrebbero non avverarsi ed allora tutte le conseguenze che ne seguirebbero darebbero altrettanto ipotetiche.
In ogni caso non bisognerebbe mai dare informazioni ,anche solo indirette, di quale sia la propensione a punire i possibili aggressori d’oltre oceano, o loro esecutori per procura, ed in che modo.
I russi ormai non altro obiettivo che lavorare di concerto con la Cina( l’Iran e la Turchia non sono attori su cui contare ma potrebbero essere utili in situazioni contingenti ) per favorire il Totalitarismo scientifico d’oltre oceano che ha preso da tempo i caratteri di una Dittatura pericolosa per la Sovranità delle Nazioni.
Una Caduta degli dei americani restituirà la sovranità alle Nazioni europee che non avranno più bisogno di formare entità sovranazionali di offesa o difesa che preparano sempre l’esilio della Libertà.
come al solito il grande Orlov ha centrato perfettamente le questione , La russia non puo’ essere intimidita nuclearmente ,ha le risorse e il tempo e lo spazio e la semplice visione strategica di portare subito la guerra in casa di chi l’ aggredisce .
In queste condizioni i piani U$A per piegare la russia non hanno altra speranza che “prendere il cremlino dall’ interno” con un bel “gorby 2.0” … Peccato pero’ che la mossa per quanto brillante stia gia’ in tutti i manuali di geopolitica … 🙂
Quoto il “gorby 2.0″…..
s’insiste (e lo fa anche Orlov) a ipotizzare scenari di guerra diretta tra russi e ammericani.
Allora si contano i missili e i carrarmati disponibili in ciascun arsenale, si mettono a confronto gli aerei e le navi, si fanno anche trapelare progetti tipo questo delle “mille palle di fuoco” … e via dicendo.
Oddio, la cosa in parte è utile perché l’avversario (gli ammericani) sappia almeno in parte quello a cui andrebbe incontro se osasse premere il grilletto.
Tuttavia rischia di non cogliere o di nascondere la strategia ben più probabile e pericolosa da parte degli ammericani…strategia che, a mio parere, non punta affatto a uno sconvolgente scenario di guerra nucleare o, comunque, di guerra diretta contro i russi (detto per inciso adesso addirittura anche il satanico ammericano-polacco autore della strategia del Pivot asiatico ai fini dell’estensione globale del potere ammericano, sembra meno disponibile a una contrapposizione frontale con la russia)
Osservando la situazione internazionale e le mosse che almeno finora sono state fatte dagli ammericani, mi sembra del tutto evidente che puntano a piegare la russia isolandola e accendendo “mille conflitti” a ridosso dei suoi confini e nei paesi che le sono rimasti più o meno amici o, quantomeno, non avversari (fatemelo dire, anche se può sembrare sacrilego, ma sembra di assistere a una riedizione, naturalmente in toni reazionari, dell’antico incitamento guevariano a creare “cento, mille Vietnam”)
Naturalmente il tutto è accompagnato da sanzioni, attacchi al rublo e quant’altro possa essere utile per mettere in difficoltà la russia (addirittura si sono spinti ad attaccarla anche nello sport!).
La ciliegina sulla torta di tutto questo è poi il tentativo – finora miseramente fallito – di minare la russia dall’interno facendo leva su ben noti ambienti filoccidentali che vanno dalla banca centrale ai liberisti a taluni mass media in mano all’oligarchia compradora nonché alle famigerate ONG (ora fortunatamente messe a tacere da Putin…almeno così sembra) di sorosiana ispirazione.
Purtroppo mi sembra che, per effetto di un insieme di fattori, la risposta russa a tutti questi tentativi sia stata e sia ancora abbastanza debole … in particolare lo è stata in ucraina e, ultimamente anche in crimea.
E’ avvenuto per la quasi proverbiale “prudenza” di Putin tanto più necessaria se si è convinti di essere in condizioni di inferiorità militare? Per il suo desiderio di evitare “guerre nucleari”?
Non ne sono affatto convinto e propendo a credere che sia stato perché in russia non si è ancora usciti completamente dalla malattia gorbacioviana prima ed eltsiniana poi …in termini medici si definisce col termine “convalescenza” una situazione postoperatoria … ma forse sarebbe meglio riferirsi al termine “prognosi riservata” per definire l’attuale situazione di incertezza sull’esito, in russia, della cura putiniana….il quale medico (Putin) , però, assieme ai medvedev (e ci metterei anche i LAvrov) forse non è neppure lui del tutto immune dalla malattia vista l’insistenza con cui ricorre al termine “partner” quando si rivolge agli ammericani e quant’altri in occidente che, invece, lo vedrebbero volentieri morto.
Comunque sia, certo è che la strategia attuale della russia è tutta e solo difensiva e volta a limitare i danni della pericolosa aggressività ammericana.
Forse è giusto che sia così, forse la russia non può fare altro che questo … speriamo solo che esca presto dalla convalescenza o dalla prognosi riservata,
La prudenza di Putin e del suo gruppo di collaboratori non è viltà ma senso di responsabilità di coloro che sanno di non essere ancora preparati e in un certo senso sono anche fortunati dal fatto che l’Impero USA non osa attaccare la RUSSIA perché i russi non espongono in vetrina le loro possibilità anzi le sminuiscono per dare l’impressione che abbiano ma non mordono.
Gli USA come Napoleone faranno la sciocchezza di attaccarla ,se vincerà la Medusa demente, ma la Russia non sarà sola perché la Cina non potrà stare a guardare perché avrebbe gli USA sulla porta di casa.
Infatti io non ho affatto parlato di viltà ma di “un insieme di fattori” (condizionamenti interni, forse relativa inferiorità militare, propensione a considerare in termini non del tutto negativi il sistema americano…in fondo anche Putin, si sente ed è un liberista solo con qualche correzione di tipo statalista, desiderio di essere considerato “partner” e non vassallo). Francamente non ho ancora ben capito se Putin si rende ben conto che gli Usa lo vogliono far fuori più dello stesso Assad.
Forse si ma sembra che abbia fatto proprio il motto di Lavrov. che, se non ricordo male, ha detto gesuiticamente: “vogliamo trasformare i nemici in amici o almeno in neutrali”…povero illuso!
Comunque, pur con tutti i suoi limiti (forse comprensibili e giustificabili, considero eccellente lo sforzo di putin di contenere le spinte aggressive dell’impero…spero solo che lui o qualche altro in futuro sappia digrignare meglio i denti contro l’impero…cosa che al momento mi sembra che facciano molto meglio i cinesi piuttosto che i russi forse perché non sono stati infettati dagli americani come lo sono stati i russi ai tempi di Gorbaciov e di Eltsin)
Articolo molto interessante. A parer mio questo attacco ammericano è paradossalmente non dovuto alla consapevolezza del ritorno della Russia come potenza di prim’ordine (anche se la sua crescita del potere russo economico, di propaganda e militare non è stata assolutamente ignorata) ma, nella loro arroganza e stupidità, a colpire la “debole” Russia per poter colpire il loro nemico numero 1: la Cina. Su questo frangente è inevitabile un’alleanza Russo-cinese e questa sottovalutazione pone i Russi in una posizione di vantaggio. Perchè strategicamente sono preparati. Gli Usa sono facili da capire i Russi invece sono indecifrabili. Gli americani attaccano un nemico che non capiscono pensando di contare su risorse illimitate e perderanno perchè sono troppo abituati a vivere al di sopra delle loro possibilità mentre il cuore dell’economia non è più in europa o negli Usa… è molto più a est e i Russi lo sanno e hanno i nervi d’acciaio e la lungimiranza per portare avanti la loro politica vincente. Parlando poi dei vari scenari di guerra è possibilissimo che le difese dei sistemi interni americani sia insufficientemente difesa. Loro non hanno esperienza ma più di tutto non servirebbe che l’attacco andasse a segno. Il solo panico generato da un tentativo andato a male genererebbe tali disordini che il nemico di washington diventerebbe il suo popolo… nemico che non saprebbe gestire. Credo però che se dovesse succedere un attacco su suolo americano avverrà in maniera imprevedibile e non nelle forme ipotizzate… in classico stile russo.