Sono seduto davanti al mio computer a guardare il film “Ожог” (L’ustione) di Arkadij Mamontov, sulla strage del 2 maggio a Odessa. Il film è molto ben fatto e spero che qualcuno lo possa sottotitolare in inglese. Mostra molti filmati degli eventi che hanno avuto luogo negli ultimi anni. Le scene includono le telefonate intercettate dei leader ucronazisti locali, i volti sorridenti delle ragazzine ucraine che preparano le molotov, gli applausi della folla mentre il gruppo di linciaggio ucronazista si avvicina alla piazza dove i manifestanti anti-Maidan avevano le loro tende. Due cose in particolare mi stupiscono: l’odio assolutamente bruciante degli ucronazisti per i “separy” o “colorady” (gli ucraini anti-Maidan) e il fatto che tutti parlano in russo! Questi odiatori della Russia non pronunciano una sola parola nella loro beneamata lingua ucraina.
E mi chiedo – ma questi sono russi o no?
Suppongo che questo dipenda dalla definizione. Per me, un russo è una persona che ama la Russia e l’ha a cuore. Non è un gruppo etnico o una lingua, ma un “regno di civiltà”, proprio come ci sono un regno di civiltà indiano o uno cinese. Secondo questo criterio, questi ucronazisti non sono russi.
In questa logica, la storia è letteralmente irrilevante.
Cerchiamo di immaginarci un popolo fittizio che abbia vissuto per 5000 anni su un’isola, senza contatti con il mondo esterno. Eppure, un giorno, alcuni di loro, per una qualsiasi ragione, decidono di dichiarare che sono una nazione completamente diversa, che non ha niente in comune con il resto degli isolani. Si inventano un linguaggio, una storia e un po’ di surrogato di una cultura. Tutto ciò è una sciocchezza assoluta, naturalmente, e qualsiasi indagine storica smaschererà questa frode. Ma anche se tutti i suoi miti fondatori contraddicono completamente i resoconti storici, anche se la loro lingua è completamente artificiale e inventata, e anche se tutta la loro pretesa di una identità separata è basata sul nulla, proprio su niente, c’è una cosa che non può essere contraddetta, una cosa che è innegabilmente vera: l’odio ribollente per il proprio popolo, la propria cultura e la propria storia. Tale odio di per sé non ha bisogno di essere basato su un fondamento qualsiasi, può apparire ex nihilo e nessun livello di dimostrazione logica lo indebolirà.
Superficialmente, si potrebbe guardare il filmato del massacro di Odessa e dire che questi erano russi che uccidono russi. Ma questa è una visione profondamente sbagliata. La “russicità” o “l’essere russo” è qualcosa che nasce nell’anima e nell’identità di una persona, e non si può essere russi e odiare la Russia. Anche se provieni da 100 generazioni di russi “puri” (qualunque cosa questo significhi), cessi di essere russo nel momento in cui inizi a odiare la Russia. Diventi un ucronazista di lingua russa.
C’è anche un’altra differenza fondamentale tra russi e ucronazisti. Potete guardare qualsiasi programma televisivo russo, leggere qualsiasi articolo, vedere migliaia di ore di riprese fatte per le strade della Novorossija o del Donbass e vedrete la stessa cosa più e più volte: persone mosse innanzitutto dall’amore. Amore per la patria, amore per la propria gente, amore per un giusto ordine sociale, amore per la memoria e gli esempi di coloro che hanno dato la loro vita in difesa della libertà.
Che Guevara una volta scrisse: “Lasciatemi dire, con il rischio di apparire ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da forti sentimenti d’amore. È impossibile pensare a un rivoluzionario autentico senza questa qualità. Questo è forse uno dei grandi drammi di un leader; egli deve combinare uno spirito appassionato con una mente fredda e prendere decisioni dolorose senza batter ciglio. I nostri rivoluzionari d’avanguardia devono idealizzare il loro amore per la gente, per le cause più sacre, e renderlo uno e indivisibile. Non possono discendere, con piccole dosi di affetto quotidiano, sul terreno in cui gli uomini ordinari mettono in pratica il loro amore”. Il Che ha scritto queste cose a proposito di Cuba, ma si applicano benissimo alla Novorossija di oggi: la rivoluzione novorussa (che è, naturalmente, una rivoluzione), è mossa dall’amore.
Confrontatela con l’Ucraina occupata dai nazisti, che io chiamo “Banderastan”:
Come si fa a bruciare poliziotti a cui è stato ordinato di tenere le posizioni e non reagire?
Come si fa a cavare gli occhi a un poliziotto già ferito?
Come si fa a sparare sui propri stessi manifestanti?
Come si fa a tradire ogni impegno preso?
Come si fa a gioire alla vista di gente bruciata viva?
Come si fa a essere orgogliosi di bombardare il proprio stesso popolo, tutti civili?
Come si fa ad accettare volontariamente di essere burattini di stranieri?
Come si fa a massacrare civili stranieri che per caso sorvolano il proprio spazio aereo?
Come si fa a privare il popolo dei beni di prima necessità per combattere una guerra impossibile da vincere?
Come si fa a passare tutto il proprio tempo, giorno dopo giorno, a mentire, mentire, mentire e ancora mentire?
Come si fa a vendere – letteralmente – il proprio paese, la propria gente e la propria cultura ad avvoltoi stranieri?
Questo lo si fa quando si è mossi da un l’odio bruciante, furioso, ribollente.
Ma da dove viene quest’odio? Da secoli di oppressione e di russificazione crudele? Ben difficilmente, non si può opprimere per “secoli” una cosa che è nata solo 100 anni fa. Il famoso “Holodomor”?! No. Ogni singola nazione dell’Unione Sovietica ha subito terribili sofferenze sotto il dominio sovietico, non solo gli ucraini. Vorrei aggiungere che la documentazione storica mostra che gli ucraini erano sovra-rappresentati nel sistema politico sovietico e che avevano la parte migliore, non quella peggiore, rispetto al resto del popolo sovietico. Allora, qual è la causa di tanto odio?
Potrebbe essere che in profondità, dentro se stessi, sappiano di essere una truffa? Che sappiano che la loro identità nazionale non ha alcuna espressione positiva? Che l’identità ucraina non è nient’altro che russofobia? Posso immaginare quanto debba essere umiliante per loro segnare “vittorie” solo contro civili disarmati. O come si sentono quando il loro Parlamento nazionale dichiara che la Russia è uno “stato aggressore” e la Russia si limita a ignorare queste cose. O come si sentono questi nazionalisti quando guardano il “punteggio” del movimento nazionalista ucraino: la Repubblica Popolare Ucraina (1917), un disastro totale, così come l’Atamanato e il Direttorato, di altrettanto breve durata. Poi, dopo la solita ingerenza polacca, ecco la fine della “Ucraina indipendente”. Ci sono voluti alla “Ucraina indipendente” solo 5 anni per finire nel caos totale nel 1922. L’Ucraina è riemersa nel 1991 come la più ricca repubblica ex sovietica. Questa volta ci sono voluti agli ucraini 20 anni per distruggere completamente tutto l’immenso capitale umano e materiale che l’Unione Sovietica aveva costruito: prima è arrivata l’indipendenza “gloriosa”, seguita da una non meno “gloriosa” rivoluzione arancione e tutto ha raggiunto il suo apice in un ancora più “glorioso” Euro-Maidan. Ora il Paese è in rovina, suddiviso in almeno 5 regioni (Crimea – andata, Donbass – andato, Sud, Centro e Ovest) governate da signori feudali locali. La Russia, nel frattempo, ha realizzato un miracolo economico ed è probabilmente in procinto di realizzarne un secondo, il tutto mentre guarda con sufficienza all’intero Impero d’Occidente. Sì, se fossi un ucronazista probabilmente odierei anch’io la Russia.
Il Banderastan oggi è un pozzo nero spirituale, intellettuale e morale, pieno di odio, ignoranza e invidia. Paradossalmente, è proprio questa natura oscura e repellente che lo rende così anti-russo, così realmente estraneo alla Russia e al popolo russo. In un modo triste e tragico, gli ucronazisti hanno raggiunto il loro sogno – hanno creato un’anti-Russia, un polo opposto al regno della civiltà russa.
Quello che stiamo vedendo oggi nel Donbass è simile a quello che succede quando si mescolano materia e anti-materia: si tratta di uno scontro della Russia con l’anti-Russia, e si traduce in una esplosione che ha già causato molte vittime e che ne causerà molte altre prima della sua fine.
Non mi dà alcuna gioia, alcuna Schadenfreude, vedere quanto sia diventata brutta, repellente, crudele e depravata questa Ucraina monca. Quando penso a Kiev, la “madre di tutte le città russe”, come è stata conosciuta fin dall’antichità, occupata da mostri nazisti, penso alle parole della Scrittura circa “l’abominio della desolazione nei luoghi santi” e sento solo una tristezza immensa.
Spero e prego che ci sia abbastanza amore in Russia per superare questo odio e che un giorno l’Ucraina riprenda la sua identità e gloria passata. Sì, per ora le tenebre hanno davvero completamente avvolto questa terra, ma finché il Donbass rimane invitto c’è ancora speranza. Finché ci sono amore e verità ovunque nell’ex-Ucraina, i nazisti non avranno vinto. Mi dà un immenso conforto il fatto che, dopo oltre un anno di odiosa propaganda anti-russo e dopo una serie infinita di provocazioni, non c’è *ancora* odio anti-ucraino in Russia. Questo fatto, in qualche modo inosservato dai più, in sé e per sé è quasi miracoloso. La giunta di Kiev ha letteralmente fatto tutto ciò che o concepibile per far infuriare la Russia, e tuttora non ci sono affatto sentimenti anti-ucraini in Russia.
Ci vorrà molto amore e compassione da parte del popolo russo per salvare tutto ciò che resterà dell’Ucraina al momento in cui i nazisti saranno completamente sconfitti. Nessun altro lo farà, meno che mai l’Unione Europea o gli Stati Uniti, se non altro perché sono preda di un forte deficit di amore e compassione.
Fino a quel giorno, la Russia dovrà proteggere la sua gente dagli odiosi maniaci che hanno conquistato l’Ucraina, e la sua anima dal contagio dell’odio. Io credo che ce la possa fare.
Saker
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Articolo di The Saker apparso su TheSaker.is il 5 maggio 2015
Traduzione in italiano a cura di ortodossiatorino.net
Sono Italiano, ma amo l’Ukraina da 20 anni, dopo cioè essermi felicemente sposato con una ragazza Galiziana. Andiamo periodicamente a far visita ai suoi parenti a l’Viv, dov’è nata. Mai e poi mai avrei immaginato una deriva del genere. La lingua russa od ukraina non è mai stata un problema fra la gente. Da come ho capito, nel passato era solo obbligatorio il Russo per poter far carriera, come dappertutto del resto, anche in Italia con dialetti regionali. L’URSS ha dato dignità ad un’infinità di Popoli ed etnie. Tutti avevano un forte senso di appartenenza, rappresentato in modo equo nelle Repubbliche ex-Sovietiche. Negli ultimi anni poi, il Paese non ha avuto risorse economiche, per fare le riforme necessarie dopo l’indipendenza. A conferma del fatto che l’unione fa la forza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. All’Occidente interessano solo le risorse naturali dell’Ukraina e se le è prese con la solita astuzia anglosassone! Il futuro? A mio parere un’integrazione paritaria, fra UE e Russia. Come pure fra Russia ed USA, con lo spirito saggio dell’equa ripartizione delle risorse fra tutti i Popoli della Terra. A tal fine vedo chiaramente strategico l’equilibrio Est/Ovest dell’Ukraina senza “nazi” e senza “ribelli” ma con una profiqua intesa politico-sociale. Voglio poter bermi uno stakancik di vodka al bar, fra gente contenta della vita quotidiana, come era una volta, più poveri ma felici. Ora però serve un Paese indipendente veramente, libero da ingerenze straniere. USA ed Russia tornatevene a casa!
” USA ed Russia tornatevene a casa! “, scrive schcarloit. A me sembra che la Russia stia già a casa sua. E non possiamo addebitarle il fatto che in Ukraina ci siano, più o meno, 6 o 7 milioni di residenti di etnia e lingua russa sui quali è giusto che abbia voce in capitolo ! Piuttosto c’è da chiedersi come mai questi Americani abbiano oltre un migliaio di basi Usa e Nato in ogni angolo del mondo, mentre la Russia quante ne ha ? Due o tre, credo. In quanto “all’equa ripartizione delle risorse” da parte Usa, la vedo molto ardua in quanto è proprio il concetto di ‘ripartizione’ ad essere assente dal Dna yankee. Dalla conquista del West in poi, ogni trattato di ‘ripartizione’ delle terre fra bianchi americani e pellerossa si è progressivamente ridotto a danno di questi ultimi, le frontiere da valicare si sono spostate sempre più in là: Sudamerica, Medio oriente, la frammentazione della Jugoslavia, il patto di Varsavia violato, l’Europa sotto ricatto, la sfilata dei carri armati Usa nelle repubbliche baltiche, l’Ukraina ‘golpizzata’… fino ad arrivare a qualche centinaia di Km da Mosca. La Russia e la Cina sono le ultime frontiere americane, qualcuno o qualcosa dovrà pur fermare l’avanzata di queste cavallette fameliche.
Hai perfettamente ragione. Mi scuso per l’esortazione enfatica infelice. Il momento è cruciale per la Russia, non deve cedere più un cm. alle “cavallette” occidentali. Ragioni ve ne sono a iosa. Non si può tollerare la pulizia etnica in atto. Una cosa sono 400.000 Serbi scacciati a cannonate dai loro paesi natii in Croazia, altro è il tentativo infame di ripulire l’Ukraina dai Russi. Oramai è chiaro a tutti cosa sta succedendo. Il $ facile fa gola a tutti, per cui è stato semplice per la Nato fare proseliti. Questi Paesi ex Patto di Varsavia ci sono cascati come allocchi. La Russia è comunque in trend economico positivo e lo fa vedere senza schiamazzi hollywoodiani. Il faro si è riacceso e tutti i Paesi indecisi cominciano a valutare cosa sia più morale da fare! Meglio un Dollaro bucato o una vita onesta, rispettosa di tutti? In questo senso yankies e russi go home. Rimboccarsi le mani e con il sudore della fronte, guadagnarsi finalmente con onestà il pane quotidiano.
La coscienza nera genera il desiderio di libertinaggio, delinquenti e streghe sono i soggetti predisposti, una leva molto più potente dell’odio, sempre forzata dai “liberatori” in ogni paese che hanno invaso, a parte i soliti mercenari pagati per creare orrore, spesso pochi, ma talmente disumani da decidere per un intero popolo inerte le sorti di quel paese.
La fine dell’URRS è stata giocata a tavolino per riunificare la deleteria Germania, con cui burattinare ancora una volta l’Europa ai fini dei soliti criminali globalisti e kabalisti, manovratori d’interi popoli ignari., un evento nefasto che presagiva brutte cose per il futuro, ed infatti le stiamo osservando tutte.