Domanda di Iconodule:

A noi Cristiani Ortodossi viventi in America, viene insegnato praticamente ad adorare i nostri vescovi e a considerarli infallibili. Dobbiamo obbedire scrupolosamente a loro, a meno che non ci chiedano di infrangere la legge o di offendere qualcuno. Ma cosa succede quando loro sbagliano? Cosa si deve fare? In quanto Cristiano Ortodosso combattuto in America, apprezzerei i consigli di altri Cristiani Ortodossi.

(questa domanda è stata originariamente pubblicata qui [in inglese])

Caro Iconodule,

La tua è una domanda così cruciale e importante che ho deciso di prendermi lo spazio e il tempo per risponderti in questa sede, con un articolo appositamente dedicato, invece che nella sezione dei commenti. Spero che non ti dispiaccia. La mia speranza è che questa risposta possa essere d’interesse anche per altri Cristiani Ortodossi.

Ecco quindi la mia risposta:

Innanzitutto, i Cristiani adorano solo Dio, mai altri uomini o parti del creato. Persino le icone sono solo venerate ma non adorate! Allo stesso modo per l’obbedienza, la nostra obbedienza è SOLO a Dio e alla sua Chiesa. Ma per quanto riguarda l’obbedienza ad un qualsiasi membro del clero, questa è, ovviamente, totalmente subordinata all’obbedienza di quello stesso membro del clero a Dio e alla sua Chiesa. Approfondirò maggiormente qui sotto.

Inoltre, non mischiamo il grado conseguito (сан in russo) e l’uomo. Gli ecclesiastici sono come tutti gli altri, peccatori che soffrono per le passioni connaturate nella nostra cedevole natura umana: possono far male, e spesso lo fanno. In effetti, nessun essere umano è senza peccato e nessun essere umano è infallibile. L’unica fonte di infallibilità è la Chiesa perché l’unica e sola vera Chiesa è il Corpo fatto uomo di Cristo animato dallo Spirito Santo. Ma i singoli membri del clero e persino i santi sono uomini, proprio come tutti noi: si dice “errare humanum est”, giusto? Essi meritano comunque la nostra gratitudine e ammirazione per aver accettato di sopportare la pesante croce di appartenere al clero nell’avvicinarsi dei giorni del Giudizio. Meritano anche il nostro appoggio e la nostra compassione quando non riescono a vivere all’altezza, nei loro sforzi pastorali (non nella loro fede!), degli altissimi livelli richiesti dal loro grado d’ufficio.

TUTTAVIA,

c’è una cosa in cui non possiamo comunque transigere e per cui ognuno di noi ha il diritto di rimproverare e persino censurare chiunque tra i nostri membri del clero: la loro Ortodossia. Questa è l’unica cosa in cui TUTTI i Cristiani Ortodossi sono assolutamente uguali: nella conservazione della purezza della fede Cristiana.

Nella Chiesa Ortodossa non esiste il concetto Papista della  “Chiesa che insegna” rispetto a una “Chiesa che ascolta”. Leggetevi [in inglese] per favore la vita di San Massimo il Confessore, e rendetevi conto che era solo un monaco, non era nemmeno un prete. Tuttavia, era disposto a  denunciare apertamente tutti i Patriarchi del suo tempo (mentre era in prigione e non sapeva con certezza se il Papa si sarebbe unito agli eretici o no, e i suoi carcerieri gli mentirono al riguardo!)

Inoltre, guardate [in inglese] al 15° canone del Primo e del Secondo Consiglio: (enfasi aggiunta)

Le regole stabilite riguardo ai Presbiteri, ai Vescovi e ai Metropoliti sono ancora più applicabili nei riguardi dei Patriarchi. E così, nel caso che un Presbitero o  un Vescovo o un Metropolita osasse separarsi o apostatare dalla comunione col proprio Patriarca, e ometta il nome di quest’ultimo come prescritto dall’usanza debitamente fissata e ordinata, nella divina Mistagogia, e comunque, prima che un verdetto conciliare sia stato pronunciato e sia stato emesso un giudizio contro di lui e sia creato uno scisma, il Santo Sinodo ha decretato che costui sia ritenuto estraneo ad ogni funzione sacerdotale solo se fosse stato riconosciuto colpevole di aver trasgredito la legge. Evidentemente, queste regole sono state prescritte e fissate nel rispetto delle persone che, con il pretesto delle accuse contro i loro presidenti, si tengono in disparte, creano uno scisma e distruggono l’unione della Chiesa. Ma allo stesso modo dall’altra parte, chi, a causa di qualche eresia condannata dai Santi Sinodi o dai Padri, ritirandosi dalla comunione con il loro presidente, che, bisogna dirlo, predica pubblicamente l’eresia e l’insegna apertamente in chiesa, tali persone non solo non sono soggette ad alcuna pena canonica per essersi isolati da qualsiasi comunione con quella vescovile prima che sia emesso un verdetto conciliare o sinodale, ma, al contrario, saranno ritenuti degni di godere del merito a loro riconosciuto tra i Cristiani Ortodossi. Perché hanno resistito, non da vescovi, ma da pseudo-vescovi e pseudo-maestri; e non hanno diviso la Chiesa unitaria con nessuno scisma, ma, al contrario, sono stati scrupolosi nel salvare la Chiesa da scismi e divisioni.

Parole incredibili, no? E quanto sono state allontanate dall’attuale “culto del clero” che vediamo in così tante Chiese Ortodosse moderne!

[Tra parentesi: un ricordo personale. Il mio primo padre spirituale fu un Arcivescovo della ROCA che amai con tutto il mio cuore. Un giorno, penso avessi 12 anni, gli ho chiesto “Vladyka, se mai sbagli dalla verità dell’Ortodossia, posso disobbedirti?” Lui mi guardò intensamente e rispose “no, Andrei, non puoi, devi! Questo sarà il tuo dovere”. Non l’ho mai dimenticato, e lui e le sue parole hanno avuto un ruolo cruciale nella mia vita negli anni 1999-2007 …]

 

La triste verità è che ciò che tu (correttamente) chiami una sorta di “adorazione del clero” è un atteggiamento tipicamente latino che ora ha contagiato vasti segmenti del mondo Ortodosso. L’ho visto con i miei occhi al momento dello sbandamento morale dei vescovi della ROCA che, mentre inizialmente negavano fermamente l’intenzione di unirsi al Patriarcato di Mosca, in realtà la stavano pianificando. Durante questi cruciali anni di menzogne ​​e raggiri, non solo hanno insistito affinché i fedeli obbedissero loro: molti di loro arrivarono addirittura al punto di predicare “stai zitto, prega e fatti gli affari tuoi” (anche ai monaci!). Il “business” in questione, tuttavia, ha avuto immense implicazioni ecclesiologiche e l’ecclesiologia è un argomento che NESSUN Cristiano Ortodosso potrà mai ignorare. Sfortunatamente, ormai, la maggior parte dei laici ROCA (e anche i membri del clero!) hanno perso la corretta consapevolezza Ecclesiologica Ortodossa.

Ma come facciamo a sapere se abbiamo a che fare con veri vescovi o con pseudo-vescovi? Bene, questa domanda è la ragione principale per cui non possiamo permetterci di essere solo un passivo gregge di pecore obbedienti, ed è anche nostro dovere individuale educare noi stessi nelle questioni dogmatiche e nelle altre questioni teologiche!

La verità è che ogni singolo Cristiano Ortodosso dovrebbe essere un “guardiano della fede”, non solo i chierici e i vescovi. Anche una giovane casalinga ha il diritto (e persino l’obbligo morale!) di ammonire qualsiasi ecclesiastico, anche un Patriarca, se egli si allontanasse dalla fede “che il Signore ci ha dato, che è stata predicata dagli Apostoli, ed è stata preservata dai Padri”.

Tuttavia, e questo non è meno importante, la Chiesa Ortodossa non si è mai impegnata nel non senso della “solo scriptura” e la Chiesa non è una confessione Protestante di “Rito Orientale”, ovvero il criterio di verità non è “qualunque cosa penso di questo dopo aver letto la Scrittura” ma il consenso generale dei Padri: quello che tutti i Padri della Chiesa hanno concordato e che è parte del corpus di insegnamenti patristici della Chiesa. Quindi, prima di accusare un vescovo di apostasia, è meglio che tu sia ben sicuro di cosa stai parlando, e che il tuo presupposto sia inattaccabile (sono previste punizioni canoniche per le false accuse). Ad esempio, un vescovo che esprime un’opinione personale ad alcuni amici o ospiti, non sta propagandando esplicitamente un’eresia dall’ambone. Allo stesso modo, un vescovo che ha un brutto carattere e che si dimostra avido e arrogante potrebbe commettere un peccato personale, ma non per questo sta abbandonando la sua fede.

Si tratta di questioni complesse e sfumate che richiedono non solo uno specifico grado di istruzione (formale o meno), ma anche molta saggezza, preghiera e pratica ascetica. Ricorda che nell’Ortodossia un teologo non è qualcuno che ha una laurea in “Divinità » (amo questo termine!), ma una persona illuminata dall’esperienza personale e dal cuore puro (“perché vedranno Dio”). La Chiesa è un Corpo mistico, non una comunità scolastica …

Ma, con tutte queste importanti precisazioni, sì, i Cristiani Ortodossi non hanno mai delegato la loro personale responsabilità per la difesa delle tradizioni “che vi hanno insegnato, a parole come con la nostra epistola” a qualsiasi tipo di “Santa Inquisizione” o “Congregazione per la Dottrina della Fede”. Ogni volta che un’eresia o uno scisma minacciavano la Chiesa, anche i  monaci eremiti nel deserto lasciavano le loro caverne e si dirigevano verso le città per denunciarlo.

Ma qualsiasi vescovo che ti dice che dovresti obbedire rigorosamente a lui “a meno che non ci chieda di infrangere la legge, o di ferire qualcuno” ti sta insegnando un’eresia ecclesiologica e, se lo fa dall’ambone, hai il diritto, e secondo me il dovere, innanzitutto di ammonirlo. Ci si appella al consiglio dei vescovi e, se non agiscono, ci si ritira dalla comunione da lui e da coloro che rifiutano di censurarlo. In effetti, il 15° canone del Primo e del Secondo Concilio ti consente persino di troncare temporaneamente la comunione con quel vescovo fino a che il consiglio dei vescovi non prende una decisione sulle sue azioni (praticamente, comunque, con le tecnologie di telecomunicazione del XXI secolo, ti consiglierei semplicemente di parlarne con il tuo confessore o di chiamare/contattare via e-mail un vescovo della cui Ortodossia ti fidi, e chiedergli un consiglio).

Un cristiano ortodosso adora solo Dio e obbedisce solo a coloro che, essi stessi, rimangono obbedienti a Lui. Non esiste una cosa come “l’obbedienza Cristiana”, che non è la vera obbedienza a Dio. Il clericalismo occidentale è qualcosa di completamente estraneo alla mentalità Ortodossa, nonostante i superbi titoli onorifici.

Ricorda le parole del Vangelo “D’ora in poi non vi chiamo servi; poiché il servo non sa quello che fa il suo signore: ma vi ho chiamato amici; perché tutte le cose che ho ascoltato dal Padre mio, ve le ho fatte conoscere”. Ognuno di noi è chiamato ad essere “amico di Dio” (pensa che incredibile affermazione è questa!), perché Dio ci ha fatto conoscere la Sua Volontà. In questo modo scegliamo liberamente di metterci nella Sua obbedienza, ma questo implica due cose: in primo luogo, che ci sforziamo di studiare e comprendere la Sua Volontà e, in secondo luogo, che obbediamo soltanto a Lui, anche attraverso coloro che Egli ha nominato per vegliare sopra di noi, ma solo finché essi stessi rimangono nella Sua obbedienza!

[Nota a parte: mi fa sempre sorridere quando sento uomini Ortodossi che ricordano alle loro mogli che la Scrittura dice “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore;  il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto” (cosa che effettivamente fa, in Ef 5: 22-24), ma poi sembrano dimenticare che i versi immediatamente successivi (25 -28) dicono anche: “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso”. Oserei dire che mentre il livello è molto alto per le donne, è ancora più alto per gli uomini: amare come Cristo ha amato la Chiesa è, letteralmente, amore infinito e perfetto! Quanti mariti vivono all’altezza di questo ideale?

Come si può guardare all’obbedienza della moglie senza prendere in considerazione il dovere di un amore perfetto che si posa sui mariti?! La stessa identica cosa vale per qualsiasi altra gerarchia Cristiana, da quella dei figli verso i genitori, a quella che il prete deve al vescovo e naturalmente, a quella che il vescovo deve a Dio e alla Sua Chiesa. Ecco perché dico che tutta la vera obbedienza  cristiana è a Dio e solo a Lui].

 

Un’altra cosa importante che ti consiglio vivamente è di approfondire i seguenti:

  • Gli scritti dei Padri della Chiesa (assolutamente cruciali!!!)
  • Le Vite dei Santi (compresi i canoni liturgici associati ai loro giorni di festa!)
  • Libri sulla storia delle Chiese (eccetto quelli scritti dai moderni storici e “teologi” che, con poche eccezioni degne di nota, sono in genere inutili, poiché i loro autori sono molto più interessati a farsi un nome nelle accademie occidentali piuttosto che a trasmettere, attraverso i loro libri, la vera mentalità Ortodossa o lo “spirito dei Padri[in inglese] (phronema ton pateron) o, riguardo all’argomento, il “consenso dei Padri[in inglese] che esprime la “coscienza generale della Chiesa” (he genike syneidesis tes ekklesias). Tieniti lontano da quei “brillanti” “teologi”!)

Se farai queste letture immergerai te stesso in quel mondo spirituale, capirai che non c’è davvero nulla di nuovo sotto il sole e che il tipo di crisi che vediamo oggi accaddero anche nel passato. Se leggerai i Padri della Chiesa, le Vite dei Santi e studierai la storia della Chiesa, vedrai numerosi esempi di come i Cristiani Ortodossi hanno lottato per la questione dell’obbedienza e della gerarchia e chi è stato nel  giusto e chi nello sbagliato. Vedrai anche una lunga, lunghissima lista di pseudo-vescovi, di membri del clero  “caduti” (un concetto ecclesiologico molto importante) in quanto allontanati con l’inganno dal Golgota (pensa a cosa significhi veramente fare il segno del Croce!) dalle tentazioni e dalle ricchezze del mondo. Ma, alla fine, la Chiesa ha prevalso contro i teomachi ogni volta.

Oggi gran parte di ciò che appare sotto l’etichetta “Ortodossia” è un po’ più di un’alternativa di “rito orientale” del Papato o del mondo Protestante. Ma se ti immergi nello studio della Chiesa scoprirai un universo spirituale completamente diverso, una diversa realtà spirituale, in cui non è necessario reinventare la ruota ogni giorno, ed in cui a tutte le domande che puoi avere oggi è già stata data risposta molte secoli fa! Proprio la vita di San Massimo il Confessore (di cui ho messo il link sopra) contiene un immenso patrimonio di lezioni teologiche su come confrontarsi con eresie, scismi, obbedienza, autorità e persino feroci persecuzioni da parte di autorità civili.

Non è facile trovare buone fonti sull’ecclesiologia Cristiana in rete, specialmente in inglese [o in italiano], ma ecco cosa ho trovato: (in ordine casuale)

 

San Cipriano di Cartagine: “Sull’unità della Chiesa[libro in italiano], qui [testo in inglese]

Alexei Khomiakov: “La Chiesa è Una”  [testo in inglese]

Arcivescovo Hilarion (Troitsky): “Cristianesimo o Chiesa[testo in inglese]

Reverendissimo Photios, vescovo di Triaditza: “Unità ortodossa oggi[testo in inglese]

Protopresbyter Michael Pomazansky: “Sulla Chiesa[testo in inglese]

San Giustino (Popovich): “Gli Attributi della Chiesa” [testo in inglese]

Dr. Alexander Kalomiros: “Ecclesiologia Ortodossa[testo in inglese]

San Giovanni Crisostomo: “Il Carattere e le Tentazioni di un Vescovo[testo in inglese]

L’arciprete Georges Florovsky: “La Cattolicità della Chiesa [testo in inglese]

Arciprete Georges Florovsky: “I Limiti della Chiesa [testo in inglese]

Arciprete Georges Florovsky: “Sulla Chiesa e sulla Tradizione[testo in inglese]

Quanto sopra è un miscuglio di autori e testi molto diversi, ma da essi si può trarre un buon compendio per lo studio dell’ecclesiologia Cristiana (insieme ai nomi di pochi validi teologi moderni).

In conclusione, vorrei ricordarvi che, a differenza dei poveri Latini, noi non dobbiamo identificare la Chiesa di Cristo con nessun individuo. La nozione stessa di “Per Sede Vacante” è, grazie a Dio, sia assurda che irrilevante per noi: possiamo scegliere liberamente chi riconosciamo come un vero Vescovo Ortodosso in base alla nostra coscienza e questa scelta è totalmente estranea da considerazioni politiche, geografiche o amministrative. Allo stesso modo, l’ “argomento dei numeri” è totalmente irrilevante per noi: in fondo non ci interessa quante persone riconoscono la Chiesa X o il Patriarca Y come “canonici”, o quante parrocchie abbia un vescovo o una Chiesa. La migliore dimostrazione di questo è ancora l’esempio di San Massimo il Confessore quando rispose ai suoi carcerieri (i quali gli dissero persino che i legati di Roma avrebbero preso parte ai Misteri con il Patriarca eretico): “Il mondo intero può entrare in comunione con il Patriarca, ma io non lo farò. L’apostolo Paolo ci dice che lo Spirito Santo lancia anatemi perfino agli angeli che predicano un nuovo vangelo, ovvero introducono un nuovo insegnamento”. Paragonate la volontà di San Massimo di ignorare la possibilità che il mondo intero riconosca il patriarca eretico con il moderno “conteggio dei fagioli” delle parrocchie o dei membri della Chiesa elevato a prova di legittimità! In fin dei conti, sappiamo dalla nostra escatologia che nella Fine dei Tempi quasi tutti cadranno e si inchineranno all’Anticristo, giusto?! Eppure, molti di noi usano l’argomento dei numeri per provare la “canonicità” di questa o quella persona o entità ecclesiastica. Quanto è triste eppure quanto è rivelatore…

È paradossale che nella nostra epoca di “illuminazione”, “democrazia” e “libertà”, così tanti dei nostri vescovi punitivamente più “liberali” e “tolleranti”, esigano da noi un’obbedienza cieca e irragionevole, e non a Dio, ma a loro personalmente.  Questi vescovi sono veramente le “stelle del cielo cadute sulla terra” descritte da San Giovanni il Teologo, Apostolo ed Evangelista, nel suo libro della Rivelazione. Posso dirti per esperienza personale che il tuo vescovo non è, almeno ai nostri tempi moderni, l’eccezione, ma la regola. Ecco perché penso che la singola domanda fondamentale che ogni Cristiano Ortodosso dovrebbe porsi è questa: “quale vescovo oggi è rimasto veramente Ortodosso?” Sappiamo dalle Scritture che la Chiesa è “il pilastro e il fondamento della verità” e che “le porte dell’inferno non prevarranno su di essa”. Questo significa che ci sarà sempre almeno un vero vescovo da qualche parte fino alla Seconda Venuta. Ma non ci è stato detto che rimarranno molti veri vescovi. Cristo ci ha detto “Non temere, piccolo gregge” e ha promesso di mandarci lo “Spirito di verità” che ci “guiderà alla verità completa” e che coloro che cercano veramente la verità (“sono affamati e assetati di giustizia”) la troveranno (“saranno riempiti”) e che questa verità “ci renderà liberi”. Questa è la cosa più lontana da qualsiasi tipo di obbedienza cieca e irragionevole che io possa immaginare.

Cordiali saluti,

Il Saker

 

PS: sarei molto grato se coloro che vogliono semplicemente esprimere la consueta ostilità verso la religione, il Cristianesimo e l’Ortodossia si asterranno dal farlo. Allo stesso modo, risparmiateci i soliti cliché tipo: “Cristo non ha mai voluto una Chiesa”, “Paolo ha creato il Cristianesimo” o “le religioni sono la causa di tutti i mali e tutte le guerre”, ok? Vi assicuro che son cose che  *tutti* abbiamo sentito molte volte in passato, e vi giuro che non abbiamo davvero bisogno di ascoltarli ancora una volta. Idem per i soliti “ad hominem”, che ho già sentito abbastanza per conoscerli a memoria. Iconodule in particolare ha scritto che avrebbe “apprezzato i consigli di altri Cristiani Ortodossi”, e se sei di questo parere, sentiti pure libero. Ma per favore risparmiaci tutti (compresi i poveri moderatori!) dall’obbligatorio tsunami di scemenze.

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Articolo del Saker pubblicato su The Saker il 30 settembre 2018
Traduzione a cura di Pier Luigi per SakerItalia

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