Guardando indietro di oltre otto decenni al progetto dell’Operazione Barbarossa, l’attacco a guida tedesca del giugno 1941 all’URSS, il suo piano di invasione tradisce un’eccessiva sicurezza patologica. La pianificazione strategica di avanzare attraverso un’ampiezza di molte centinaia di chilometri di terreno, era eccessivamente ambiziosa al punto da essere grottesca.
Anche i dettagli dell’intelligence di Barbarossa furono elaborati male. Le stime naziste sulla capacità militare sovietica erano basate più su congetture che su informazioni affidabili, e questa sottovalutazione del nemico sarebbe tornata a perseguitarli.
Il 13 maggio 1941, in preparazione all’invasione, lo stretto collaboratore di Adolf Hitler, il Feldmaresciallo Wilhelm Keitel, emise un ordine che stabiliva che, dopo la cattura, tutti i commissari sovietici dovevano essere giustiziati immediatamente. I commissari erano funzionari del Partito Comunista assegnati alle unità militari, al fine di infondere alle truppe dell’Armata Rossa i principi bolscevichi e la lealtà allo Stato sovietico.
Fu per questo che Hitler designò i commissari da liquidare in migliaia. L’ordine firmato il 13 maggio continuava dicendo che i civili sovietici sospettati di aver commesso reati contro la Wehrmacht potevano essere fucilati su richiesta di qualsiasi ufficiale tedesco. Cosa più malvagia di tutte, chiariva che i soldati tedeschi scoperti a commettere crimini contro non combattenti non dovevano essere perseguiti.
Quegli ufficiali della Wehrmacht che non credevano nel nazismo perché erano monarchici o conservatori, potevano ancora rimproverare le truppe tedesche per i misfatti, se lo desideravano, e questo avvenne. Uno dei più importanti comandanti dell’esercito tedesco nei primi anni ‘40, il Feldmaresciallo Fedor von Bock, che guidava il Gruppo d’Armate Centro, era un monarchico dichiarato che non amava il nazismo.
La Jewish Virtual Library, supervisionata dall’analista di politica estera americano Mitchell Bard, ha riconosciuto che von Bock “espresse in privato sdegno per le atrocità” commesse dalle squadre della morte delle SS sul fronte orientale; ma il feldmaresciallo non era “disposto a portare la questione direttamente a Hitler” anche se inviò “uno dei suoi ufficiali subordinati a presentare denuncia”. La Jewish Virtual Library ha osservato che i crimini commessi contro i civili sovietici “indignarono ulteriormente molti degli ufficiali subordinati di von Bock”.
Questo non significa che la Wehrmacht, nel suo insieme, abbia avuto una condotta pulita in Unione Sovietica e altrove. Non è stato affatto così, il che è accaduto principalmente a causa del fatto che fedeli nazisti vennero collocati in posizioni di autorità nell’esercito tedesco; come il Capo di Stato Maggiore Franz Halder e il Feldmaresciallo Walter von Reichenau, comandante della 6a Armata tedesca.
Tra gli obiettivi dell’invasione c’erano lo sfruttamento flagrante, il saccheggio e l’annessione. Con questo in mente, i Nazisti istituirono l’Ufficio Economico Orientale, che fu posto sotto l’autorità del Reichsmarshall Hermann Göring, il secondo uomo più potente del Terzo Reich. Göring informò il genero di Benito Mussolini, il Conte Galeazzo Ciano, che “Quest’anno [1941] tra 20 e 30 milioni di persone moriranno di fame in Russia. Forse è bene che sia così, perché alcune nazioni devono essere decimate. Ma anche se non lo fosse, non ci si può fare niente”. Il Conte Ciano, Ministro degli Esteri italiano dal 1936, trasmise a Mussolini i commenti di Göring.
Più di tre settimane dopo l’attacco tedesco, Göring scrisse il 15 luglio 1941: “L’uso dei territori occupati dovrebbe essere fatto principalmente nel settore alimentare e petrolifero dell’economia. Portare in Germania quanto più cibo e petrolio possibile – questo è il principale obiettivo economico della campagna”.
Non è ancora del tutto chiaro se il metodo nazista di sistematizzare il saccheggio e amministrare i territori occupati (noto come Piano Oldenburg) fosse basato sulla convinzione che il Reich avesse bisogno di questa quantità di generi alimentari, con la morte di milioni di russi ed ebrei per fame come effetto collaterale; o se il loro desiderio fosse lo spopolamento delle regioni conquistate, con la fame usata come conveniente processo per l’omicidio di massa. Qualunque fosse il motivo principale, le prospettive dei cittadini sovietici abbastanza sfortunati da cadere sotto l’occupazione nazista erano cupe.
La marcia tedesca sul suolo russo non fu certo un nuovo avvenimento storico. Una generazione prima, le divisioni orientali dell’esercito imperiale tedesco, comandate da Erich Ludendorff e Paul von Hindenburg, dalla fine del 1914 avevano catturato parti del territorio dell’Impero russo; che in quell’occasione avvenne dopo che l’esercito imperiale russo aveva marciato sulla Prussia orientale.
Anche l’espansione orientale tedesca sotto Ludendorff e von Hindenburg era interessata alla conquista, ma la loro era più umana della politica nazista, poiché non si riduceva all’uccisione diffusa di civili o popolazioni ebraiche. Invece, Ludendorff e von Hindenburg hanno cercato di requisire bestiame e cavalli, sfruttando “le vaste risorse agricole e forestali per lo sforzo bellico tedesco”, hanno osservato gli storici Jens Thiel e Christian Westerhoff.
Il gauleiter della Prussia orientale di Hitler, Erich Koch, che sarebbe stato incaricato di governare l’Ucraina occupata dai Nazisti, disse che “Il nostro compito è di succhiare dall’Ucraina tutti i beni che possiamo ottenere, senza considerare i sentimenti o la proprietà del ucraini. Signori: mi aspetto da voi la massima severità verso la popolazione autoctona”.
La forza di invasione tedesca del 1941 era composta da 136 divisioni, che ammontavano a 3 milioni di uomini. All’inizio erano appoggiati da oltre mezzo milione di truppe finlandesi e romene, comandate da Gustaf Mannerheim e Ion Antonescu, due ufficiali di carriera esperti che per ragioni diverse desideravano la distruzione dell’URSS. Il feldmaresciallo finlandese Mannerheim, una figura monarchica e più moderata del Generale Antonescu, non aveva mai perdonato ai Bolscevichi di aver fucilato lo Zar Nicola II e la sua famiglia il 17 luglio 1918; Mannerheim pianse amaramente quando seppe della morte dello Zar, perché conosceva bene il monarca russo e aveva servito sotto di lui nell’esercito imperiale russo.
Delle 136 divisioni della Wehrmacht che avrebbero attaccato l’URSS il 22 giugno 1941, solo 19 erano divisioni panzer [divisioni corazzate] e 14 erano divisioni motorizzate. In tutto, circa 600.000 veicoli a motore tedeschi sarebbero avanzati verso est, ma i tedeschi schierarono fino a 750.000 cavalli. Ciò dimostra che la Wehrmacht non era l’esercito ultramoderno e motorizzato che la propaganda nazista sosteneva fosse.
Di fronte ai tedeschi oltre il confine, nell’URSS occidentale, c’erano tre grandi gruppi d’armate sovietici, composti da 193 divisioni equivalenti. Cinquantaquattro di queste erano divisioni corazzate o motorizzate, significativamente di più di quelle che avevano i tedeschi. Dal 1932, Iosif Stalin aveva speso ingenti somme per dotare l’esercito di mezzi motorizzati e corazzati pesanti. In particolare, i russi possedevano un numero di carri armati molto maggiore del nemico; ma l’esperienza e la qualità degli equipaggi dei carri armati sovietici erano notevolmente inferiori ai tedeschi, che erano temprati dalla battaglia e ben versati nello stile di combattimento Blitzkrieg (guerra lampo).
C’erano altre gravi debolezze russe. L’epurazione di Stalin dell’Alto Comando dell’Armata Rossa del maggio 1937 “influenzò lo sviluppo delle nostre forze armate e la loro preparazione al combattimento”, scrisse il maresciallo Georgij Zukov, il comandante russo più lodato del 20° secolo. Le purghe, sebbene avessero preso di mira una minoranza dell’intero corpo militare sovietico, avevano inflitto “danni enormi” agli “alti vertici del comando dell’esercito”, affermò Zukov. Significava che la paralisi era endemica nell’apparato decisionale dell’Armata Rossa, il che avrebbe avuto gravi implicazioni nel periodo dell’invasione tedesca.
I calcoli di Hitler per attaccare l’URSS erano audaci, per usare un eufemismo. Il Führer si aspettava di rovesciare la Russia di Stalin in circa 8 settimane, e una volta ottenuto ciò, aveva intenzione di tornare indietro e finire la Gran Bretagna. Hitler stimò che non sarebbe stato coinvolto in una guerra su due fronti e, in questo, aveva ragione, per il momento. Nel 1941 gli inglesi non erano in grado di interferire con il piano nazista di allargamento verso est.
L’offensiva tedesca doveva effettivamente essere lanciata su un fronte massiccio, ma lo Schwerpunkt – il punto più pesante del colpo tedesco – doveva avvenire a nord delle Paludi del Pripyat, nella Bielorussia sovietica. Qui, due formidabili forze, il Gruppo d’Armate Nord guidato dal Feldmaresciallo Ritter von Leeb, e il Gruppo d’Armate Centro guidato dal Feldmaresciallo von Bock, avrebbero attuato un gigantesco movimento a tenaglia contro le armate sovietiche che si opponevano a loro. Quindi, come previsto, avrebbero continuato ad avanzare e preso la capitale, Mosca, snodo delle comunicazioni della Russia europea. Ciò indica che Hitler aveva originariamente assegnato Mosca come obiettivo primario.
Il Gruppo d’Armate Nord di von Leeb comprendeva la 16a Armata tedesca (comandata da Ernst Busch) e la 18a Armata (Georg von Küchler), appoggiate da quattro divisioni panzer sotto il comando del Colonnello Generale Erich Hoepner.
Il Gruppo d’Armate Centro era, per certi versi, il più grande dei tre gruppi d’armate che attaccarono l’URSS. Consisteva della 2a Armata tedesca (Maximilian von Weichs), della 4a armata (Günther von Kluge) e della 9a Armata (Adolf Strauß), sostenuta da due gruppi corazzati per un totale di 10 divisioni panzer, e comandata dai generali Heinz Guderian e Hermann Hoth.
Il Gruppo d’Armate Sud di Gerd von Rundstedt era composto dalla 6a Armata tedesca (Walter von Reichenau), dalla 17a Armata (Carl-Heinrich von Stülpnagel), da un’armata tedesco-romeno (Eugen Ritter von Schobert) e appoggiato da quattro divisioni panzer sotto il comando del Colonnello Generale Ewald von Kleist. Il gruppo d’armate di Von Rundstedt fu designato per avanzare a sud delle Paludi del Pripyat.
In tal modo, ci si aspettava che von Rundstedt si muovesse rapidamente alla conquista della Polonia orientale e, in particolare, per catturare l’antica città polacca di Lublino, vicino al confine ucraino. Ciò avrebbe fornito un trampolino di lancio per i panzer del Gruppo d’Armate Sud perché si spingesse in Ucraina e prendesse la sua capitale Kiev, la terza città più grande dell’Unione Sovietica, con 930.000 abitanti. Successivamente, alle divisioni di von Rundstedt sarebbe stato chiesto di occupare tutta l’Ucraina, con Hitler che desiderava le risorse di quel paese per il saccheggio, come il grano, affinché diventasse “il granaio del Reich”.
Mentre Hitler raccoglieva le sue 136 divisioni lungo la frontiera nazi-sovietica, lasciò dietro di sé 46 divisioni per proteggere il resto dell’Europa continentale. Quel numero sembra eccessivo, e molte di quelle formazioni tedesche sarebbero rimaste inattive. Lo storico militare Donald J. Goodspeed scrisse: “Sicuramente molto meno di 46 divisioni avrebbero potuto contrastare qualsiasi iniziativa britannica nel continente, una possibilità in ogni caso improbabile”.
Sebbene l’esercito sovietico si dimostrò molto più grande di quanto pensassero i Nazisti, non era preparato per l’attacco che doveva venire. Una parte considerevole dell’Armata Rossa nel giugno 1941 era posizionata troppo vicino al confine nazi-sovietico che, dal 1939, era stato esteso attraverso Polonia, Lettonia, Lituania, Estonia e Romania.
La Linea Stalin, una serie di fortificazioni costruite alla fine degli anni ‘20 e che proteggevano le frontiere dell’URSS occidentale prima del 1939, era stata solo parzialmente smantellata. Le nuove posizioni di difesa avanzata erano incomplete alla metà del 1941. Anche le formazioni corazzate dell’esercito sovietico erano state smantellate, e i carri armati assegnati alle divisioni di fanteria. Quest’ultimo errore fu corretto da Stalin mentre riposizionava le divisioni corazzate, ma erano ancora in procinto di entrare in piena efficienza quando i tedeschi attaccarono.
Inoltre, Stalin e l’alto comando dell’Armata Rossa credevano che il punto focale dell’assalto tedesco sarebbe stato a sud delle Paludi del Pripyat – cioè attraverso l’Ucraina – mentre i tedeschi, come detto, avrebbero colpito più pesantemente a nord delle Paludi, attraverso la Bielorussia sovietica. Le difese russe erano poste al massimo delle loro forze nel settore sbagliato del fronte. Questo errore di valutazione in parte permise al Gruppo d’Armate Centro di avanzare rapidamente nel cuore della Bielorussia, dove l’Armata Rossa non era fortificata così solidamente.
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Articolo di Shane Quinn pubblicato il 9 novembre 2021 su Global Research
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
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Sappiamoanche che l’errore di Stalin (buonanima) fu quello di rispettare il patto Ribbentrop – Molotov, ivi compresi i celebri “protocolli segreti” per la spartizione della Polonia, credendo che anche Hitler l’avrebbe rispettato almeno fino a una certa epoca.
Infatti, Stalin credeva che la guerra fra Urss e Germania nazista sarebbe stat inevitabile in futuro, ma secondo lui sarebbe scoppiata non nel ’41, come avvenne a sorpesa (sua di Stalin) con l’operazione Barbarossa, ma un paio di anni dopo e si stava ancora preparando.
Fu colto a metà del guado dai tedeschi e a nulla valsero le imbeccate degli inglesi/ Churchill che avvertivano perché volevano l’entrata in guerra dell’Urss contro la Germania nazista.
Stalin i patti li rispettava, Hitler no.
Cari saluti
C’è qualche imprecisione ,ad essere benevoli, in questo articolo.1) I commissari politici erano stati istituiti durante la guerra civile 1917-1921 con poteri di vicecomandante ad ogni livello ,per sorvegliare gli ufficiali zaristi che avevano scelto di arruolarsi nell’esercito rosso. Non per indottrinamento ideologico.Ed erano ben 104.000 gli ufficiali ex zaristi, sui 180.000 del precedente esercito zarista ,contro 40.000 che si erano arruolati con le truppe bianche al servizio dell’aggressione straniera. E’ per questo che ci fu la purga di Stalin nel 1937,e fu troppo blanda , perchè ad esempio il generale Vlasov quando fu catturato dai nazisti accettò di combattere contro l’URSS. Molti di questi ufficiali furono poi richiamati durante la guerra. La strategia di guerra era decisa dagli stati maggiori dell’esercito. Anche se Stalin aveva assunto il grado di comandante in capo non si azzardava a dare ordini ai generali di come bisognava condurre la guerra, non aveva fatto l’accademia di guerra cosa ne sapeva lui, tutto il contrario di Hitler. Lui doveva procurare i rifornimenti le politiche civili, e il sostegno ai partigiani oltre le linee nemiche. Per rispondere ad Orso direi che Churchill gli americani e gli altri occidentali,avevano interesse all’espansione tedesca verso oriente che se avesse avuto successo un accordo con Hitler lo avrebbero trovato. Solo per citare un esempio. Quando durante l’attacco tedesco alla Polonia ,iniziato il 1 Settembre ,mi pare, arrivato al 16° giorno il governo polacco scappò in Romania ,i sovietici si decisero ad occupare la residua Polonia per evitare di trovarsi Hitler giusto al confine. Bene ,il governo polacco dichiarò guerra all’URSS appoggiato da Inghilterra e Francia, ci furono parecchio scintillar di sciabole con minacciosi movimenti di truppe e navi nel mar nero.I francesi inviarono un corpo d’armata di 300.000 uomini in Siria pronti per un attacco all’URSS ….che li rimasero anche quando l’anno dopo, in primavera, Hitler attaccò la Francia quei 300.000 non furono riportati in patria per contrastare i tedeschi. Ecco gli alleati che aveva Stalin.
Finalmente qualcuno che di storia se ne intende davvero. Grazie
Gli ufficiali dell’Armata Rossa agli albori non potevano che essere ex ufficiali zaristi essendo necessari anni di studio per diventare ufficiale ed avendo la Russia dell’epoca una percentuale di analfabetismo superiore al 60% ed anche tra chi sapeva leggere e scrivere ben pochi andavano oltre la propria firma, Quanto ai 300.000 francesi inviati in Siria: come potevano attaccare l’URSS stante il fatto che la colonia francese di Siria non confinava con l’URSS?
Occorre sfatare alcuni miti, tra i quali il fatto che l’URSS e Stalin fossero colti alla sprovvista dall’attacco tedesco. Stalin rimase stupefatto dal rapido successo dei tedeschi in Polonia nel ’39 ed il 5 settembre 1939 iniziò a richiamare i riservisti per poi passare alla coscrizione obbligatoria, il 14 settembre Molotov comunicò ai tedeschi che l’Armata Rossa sarebbe intervenuta nella parte di territorio polacco concordata negli accordi Ribbentrop-Molotov, reclamando la sua parte di bottino. Divisa la Polonia Stalin si affrettò a rivolgere la sua attenzione verso gli Stati baltici, tutti obbligati, tra il 28/09/1939 ed il 10/10/1939 a firmare accordi di mutua assistenza con i sovietici ed ad accettare basi aeree, navali e spiegamento di artiglieria nei loro territori cui seguì dappresso l’annessione. Nel giugno 1940 Stalin con una personale interpretazione degli accordi citati chiese al governo di Bucarest di cedere la Bessarabia, al rifiuto opposto da Bucarest formo un fronte al comando di Zukov ed invase la Bessarabia, nel mezzo ci fu la guerra finlandese dove le deludenti prestazioni dell’Armata Rossa portarono al siluramento di Vorosilov ed alla fucilazione di numerosi ufficiali soprattutto nella 9 armata. L’invasione della Bessarabia e la conseguente minaccia ai pozzi petroliferi di Ploesti, vitali per la Germania, convinse AH che il trattato R-M aveva le ore contate e, di conseguenza, iniziarono lo studio ed i preparativi per Barbarossa. Allo stesso modo Stalin ne era perfettamente consapevole ed emanò nella primavera del 1941 un ordine di mobilitazione per uno “speciale minaccioso pericolo di guerra” ( osoboje ugrozajemyyi voennyj period). Fra aprile e giugno i sovietici accelerarono il processo di “furtiva preparazione alla guerra” che in realtà era in corso già dal 1937, l’operazione di furtiva mobilitazione avrebbe dovuto concludersi entro il 10 luglio 1941, Tra aprile ed ed i primi giorni di giugno questa furtiva mobilitazione portò gli effettivi dell’Armata Rossa a crescere di ben 800.000 uomini e 100 divisioni. Il 15 maggio Zukov sollecitava Stalin a lanciare un attacco preventivo contro la Germania, da scatenarsi entro il 10 luglio 1941 come svelato dallo storico russo V,Rezun sulla base dei documenti oggi disponibili. L’inizio di Barbarossa non fece che anticipare di qualche settimana i piani di Zukov.