A margine della partecipazione al Congresso del Fronte Popolare Russo, il Presidente Putin è tornato su di una sua battuta di alcuni giorni fa a proposito del ruolo di Vladimir Il’ic Lenin nella storia russa. A differenza della prima uscita, quella di eri è esaustiva ed articolata. Farà sicuramente discutere, motivo per il quale abbiamo deciso di sottoporla ai nostri lettori.
Per quanto riguarda la sepoltura ed altre questioni del genere, sapete, credo che dovremmo essere molto cauti su questi argomenti, e non dovremmo compiere passi che dividerebbero la nostra società. Abbiamo bisogno di unità. E’ questo che conta.
Volendo valutare la breve discussione che abbiamo avuto al Consiglio per le Scienze e l’Educazione (occasione nella quale Putin aveva dichiarato “E’ giusto, certamente, governare le correnti col pensiero, solo bisogna che poi il pensiero ci guidi nella direzione giusta. Il che non è successo a Vladimir Il’ic (Lenin). Perché in ultima analisi, questo pensiero ha condotto al collasso dell’Unione Sovietica, ecco a cosa ha condotto. Vi erano molte idee, come concedere autonomia alle regioni, che hanno rappresentato una bomba nucleare piazzata sotto l’edificio chiamato Russia, bomba che in seguito è esplosa. Ed anche l’idea della “rivoluzione mondiale” non ci serviva.” N.d.T.) qual è il centro del problema? In generale, se volete la mia opinione, sapete che come milioni di cittadini sovietici (più di 20 milioni) io ero un membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), e non semplicemente un membro: per quasi 20 anni ho lavorato per l’organizzazione chiamata Comitato per la Sicurezza dell’Unione Sovietica (KGB). Questa organizzazione deriva dalla Cheka (Commissione Straordinaria di Contrasto della Contro Rivoluzione e del Sabotaggio), successivamente chiamata l’unità armata del Partito. Se, per qualche ragione, una persona lasciava il Partito Comunista, veniva immediatamente licenziata dal KGB. Io non mi sono iscritto al Partito semplicemente per obbligo, sebbene non possa dire di essere stato un comunista tanto fervente, ma avevo un grande riguardo per tutta la faccenda. A differenza di molti, io non ero funzionario del Partito: ero un semplice militante. E a differenza di molti funzionari, non ho stracciato la tessera, non l’ho bruciata. Oggi non voglio criticare nessuno, le persone erano mosse da diversi intenti e questi sono affari loro. Il Partito Comunista dell’Unione Sovietica cadde. La mia tessera esiste ancora, da qualche parte. Le idee comuniste e socialiste mi sono sempre piaciute. Se consideriamo il Manuale del Costruttore del Comunismo, che era largamente diffuso in Unione Sovietica, beh, assomiglia molto alla Bibbia. Non è uno scherzo: era effettivamente un estratto della Bibbia: affermava bei principi: la giustizia, la fratellanze, la felicità. In ogni caso, l’applicazione pratica di queste idee in questo paese non ha avuto molto in comune con ciò di cui parlavano i socialisti utopistici tipo Saint Simen e Owen. Questo paese assomigliava poco alla loro Città del Sole.
Tutti accusavano il regime zarista di repressione. E tuttavia, cosa fece sin dall’inizio il potere Sovietico? Repressioni di massa. Non starò a parlare della scala, darò solo l’esempio più significativo: l’esecuzione della famiglia dello Zar con i loro bambini. Immagino che vi fosse una giustificazione ideologica nell’estinzione degli eredi. Ma perché uccidere il Dottor Botkin? Perché uccidere la servitù, gente di estrazione proletaria? Per quale motivo? Per nascondere il crimine.
Vedete, non ci abbiamo mai pensato prima. Bene, abbiamo combattuto con la gente che resisteva al potere sovietico armi alla mano, ma perché uccidere i preti? Solo nel 1918 vennero fucilati 3.000 preti, più di 10.000 nel decennio. Centinaia furono affogati sotto il ghiaccio nel fiume Don. Quando ci pensi, e quando esamini i nuovi dati, ti viene da vedere le cose in modo differente. In una delle sue lettere, credo a Molotov, Vladimir Lenin scrisse che “più rappresentanti della borghesia e del clero fuciliamo, meglio è”; non ricordo adesso le parole esatte. Sapete, questo approccio non si attaglia molto bene con alcune delle idee che avevamo sulla essenza del potere. Oggi conosciamo anche il ruolo del Partito Comunista Bolscevico nel collasso dei fronti della prima guerra mondiale. Il fatto è che noi fummo sconfitti da uno sconfitto (diversi mesi dopo la Germania capitolò, e noi in conclusione ci trovammo a perdere la guerra ad opera di una potenza che a sua volta la perse, una situazione unica nella storia. Perché? Per conquistare il potere. Sapendo tutto questo, come dovremmo valutare oggi la situazione, con le grandi, colossali perdite che il paese ha dovuto sopportare?
E poi c’è la questione dell’economia. Hanno dovuto adottare la Nuova Politica Economica perché nemmeno il sistema delle requisizioni funzionava. Era diventato impossibile rifornire di cibo le maggiori città. Ecco perché dovettero ricorrere all’economia di mercato, alla Nuova Politica Economica, che poi abbandonarono velocemente.
Vedete, in questo momento io sto esprimendo una mia analisi personale della situazione, le conclusioni a cui sono giunto. Una economia pianificata ha certi vantaggi, perché rende possibile concentrare le risorse della nazione sugli obiettivi principali. Ecco come risolsero il problema dell’assistenza medica, un chiaro successo del Partito a quei tempi. Ecco come risolsero il problema dell’educazione, una altro grande successo del Partito Comunista. Ecco come riuscirono a realizzare l’industrializzazione della produzione nel settore della difesa.
Credo che se non fosse stata realizzata la concentrazione delle risorse nazionali, l’Unione Sovietica non sarebbe stata in grado di prepararsi per la guerra con la Germania Nazista.
Le possibilità di essere sconfitti nella guerra sarebbero state molto più cospicue, con conseguenze catastrofiche per la nostra entità statale, per il popolo russo e per tutti i popoli dell’Unione Sovietica. E così, questi sono tutti evidenti risultati.
In ogni caso, alla fine dei conti, l’incapacità di fronteggiare i cambiamenti, di sfruttare le rivoluzioni tecnologiche e le nuove tecnologie provocò il collasso dell’economia.
In fin dei conti la ragione principale per cui sostenevo che dobbiamo esaminare con un punto di vista diverso le idee formulate dall’ex capo dello Stato Sovietico Vladimir Lenin. Di cosa stavamo parlando? Ho detto che una bomba era stata innescata sotto le fondamenta del nostro stato. Cosa ho inteso dire con questa espressione? Ve lo spiego ora. Mi riferivo alla discussione fra Stalin e Lenin a proposito della creazione del nuovo stato, l’Unione Sovietica.
Se siete storici dovreste sapere che sin dai primi momenti Stalin avanzò l’idea della autonomizzazione della futura Unione Sovietica. Secondo questa idea tutti di diversi soggetti del futuro stato avrebbero dovuto unirsi all’URSS come autonomie con una cospicua soggettività. Lenin criticò le opinioni di Stalin, sostenendo che fossero errate ed intempestive. Inoltre, promosse l’idea di unire le future entità (al tempo erano quattro: Russia, Ucraina, Bielorussia e, di fatto, Russia Meridionale, la Federazione del Caucaso del Nord, come era chiamata), queste cose le sapete meglio di me. Così, Lenin disse che lo stato, l’Unione Sovietica, si sarebbe formato sulla base di piena eguaglianza con la possibilità, per i soggetti, di separarsi dall’unione (posso avere riportato le parole esatte in maniera non corretta, ma l’idea era questa). Ecco la bomba a tempo innescata sotto la struttura dello stato. Non solo stabilirono dei confini etnici in uno stato multinazionale ed essenzialmente unitario, ma i confini vennero tracciati in maniera arbitraria, senza nessuna razionalità. Perché annettere il Donbass all’Ucraina? La ragione era aumentare la quota di proletariato in quella unità amministrativa per assicurarsi un maggior sostegno sociale. Una totale sciocchezza, come forse intuite. A non è questo l’unico esempio, ce ne sono molti altri. Per dire: una cosa è una autonomia culturale, un’ altra una autonomia con estese prerogative statali, ed un’altra cosa ancora è il diritto di secessione. Proprio questo, assieme ad una politica economica e sociale inefficiente, ha portato al collasso dello stato. Ecco la bomba ad orologeria.
Non era una bomba ad orologeria? Era proprio questo. Dobbiamo semplicemente esaminare con attenzione cosa è successo nel passato usando le fonti di cui disponiamo oggi. Comunque, non possiamo dipingere il passato tutto nero, o il presente, con la cronaca di oggi, tutto rosa. Dobbiamo fare una analisi attenta ed oggettiva, per evitare gli errori fatti e sviluppare il nostro stato, la nostra economia e la nostra società in modo che lo possano rendere più forte. Abbiamo questa opportunità, ed anche il Fronte Popolare Russo gioca in ruolo in questo progetto.
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Traduzione in Italiano dalla versione inglese cura di Marco Bordoni per Sakeritalia.it
molto interessante e molto condivisibile ed un chiaro esempio (lenin) di come le pregiudiziali ideologiche fanno danno anche nelle menti migliori.
Non si costruisce nulla sulle contraddizioni tra quel che si dice e quel che si fa; per questo l’ URSS e’ meritatamente crollato , purtroppo lasciando il discredito su cio’ che da esso veniva affermato e il danno su cio’ che di esso e’ restato..
Intanto sono felice di vedere che Putin abbia finalmente deciso di delinere meglio il suo pensiero circa la figura di Lenin, in questi giorni i giornali borghesi di mezzo mondo si sono subito sbizzarriti nell’interpretare le sue dichiarazioni con analisi del tutto liquidatorie, cosa che nei fatti ha completamente distorto il senso delle sue parole, non è la prima volta che distorcono a piacimento un suo discorso, e sicuramente non sarà l’ultima …
Divertente il fatto che abbiano completamente ignorato la sua frase circa la bellezza degli ideali comunisti, chissà magari in seguito riprenderanno alla rinfusa questa sua frase per demonizzarlo in altro modo 😀
Credo che su alcuni aspetti Putin abbia ragione, ma attenzione, per comprendere appieno i fatti storici è necessario avere una visione più complessiva circa i tumultuosi eventi di quel periodo (le rivendicazioni popolari alla base della Rivoluzione di Febbraio e poi dell’Ottobre) che le condizioni stesse dell’esercito Russo nel 1917.
C’era un senso nel Trattato di Brest-Litovsk !
.. e non soltanto il sogno della Rivoluzione mondiale.
Al momento della Rivoluzione d’ottobre l’ex Impero Russo aveva sotto le armi più di dieci milioni di soldati, nella stragrande maggioranza di estrazione contadina (circa sei milioni distribuiti su vari fronti).
Si trattava in gran parte di un esercito affamato ed in via di dissoluzione dove le diserzioni erano fenomeno costante da almeno 2 anni. gli stessi soldati, assieme agli operai dell’industria bellica (i veri pilastri delle due rivoluzioni) già da tempo erano passati dalla mobilitazione all’interno dell’esercito a sempre più chiare rivendicazione di carattere sociale, in primis rivendicazioni economiche, ovvero la speranza di poter finalmente smobilitare e ricevere, al ritorno a casa, quella terra tanto agognata che era sempre il sogno del contado Russo
Pane e Pace, queste erano le parole d’ordine dei Bolscevichi, e questo era anche ciò che voleva il popolo Russo nella sua grande maggioranza… inutile negarlo in nome di un malcelato patriottismo, fu cosi …
A quelle condizione continuare a seguire la via di Kerensky (ciò quella della guerra) non solo sarebbe stato un tradimento degli ideali rivoluzionari ma sarebbe stato un vero e proprio suicidio, un suicidio per la Russia stessa in quanto nazione
In ogni caso gli effetti di quelle umilianti concessioni al nemico Tedesco volute da Lenin ebbero vita breve …
Il successivo e arcinoto trattato di Versailles cancellerà completamente gli effetti di Brest-Litovsk richiamando in patria le truppe tedesche che si trovavano ancora stanziate nei territori dell’ex impero russo, lasciando poi queste tutte queste aree nel caos della successiva guerra civile, ma questa è un altra storia …
Putin dice delle cose molto interessanti e bisogna apprezzare lo spirito obiettivo e pacato col quale tratta una così delicata questione. Per esempio ha ragione nel criticare l’impostazione federalista dell’Urss, con il diritto alla secessione da parte delle singole repubbliche e poi anche l’arbitrario tracciamento dei confini interni , con un’Ucraina sovradimensionata, dapprima con l’assegnazione ad essa della Novorussia e poi , grazie allo sconsiderato Krusciov, anche della Crimea (errori tragici che adesso si pagano col sangue…) Sorge spontaneo il confronto con la storia degli Stati Uniti d’America, dove il tentativo di secessione degli stati del Sud fu schiacciato nel sangue con una guerra brutale. La politica del “pugno di ferro” ha regnato – da sempre- negli Usa, non certo nell’Unione Sovietica!
Però parlare di “bomba ad orologeria” piazzata da Lenin nelle fondamenta dell’Urss è a dir poco esagerato, perché bisognerebbe prima fare chiarezza sulle cause della sua dissoluzione e qui il pensiero di Putin diventa vago e sfumato, ripetendo i luoghi comuni propalati dopo il 1991. L’argomento è complesso, difficile e sarà oggetto di studio da parte degli storici futuri, ma è bene ricordare che un referendum popolare tenutosi nello stesso anno in tutta l’Urss (paesi baltici esclusi, se non erro) sancì la volontà dei popoli sovietici di tenere in vita l’Unione. Di questa volontà i governanti di allora non tennero conto, proprio come succede in Occidente! L’Urss non crollò per volontà popolare e tanto meno era un malato terminale: fu distrutta intenzionalmente da una rivoluzione di palazzo, ovvero da una congiura ordita dalla cricca al potere collusa con la burocrazia e tecnocrazia dei manager che volevano diventare (e divennero) azionisti. Tutto ciò risulta sempre più nitido man mano che passano gli anni, dal 1991 in poi. Quindi la vera bomba a orologeria non era la struttura federale dell’Unione pensata da Lenin, ma la condiscendenza e poi la subordinazione ai dettami dell’Occidente, cercata e voluta da una classe dirigente corrotta e traditrice, che agiva come i Boiardi venduti alla Polonia e alla Lituania e che Ivan il terribile ebbe la forza di reprimere spietatamente. In ogni paese del modo un Capo di Stato giura fedeltà alla Costituzione del suo paese (e alla volontà popolare espressa nei referendum), vi pare che Gorbaciov abbia agito in tal senso? No, agì come agente al servizio dello straniero, e di questo stanno per emergere anche le prove, dal momento che si parla di una sua incriminazione. Ma su queste cose Putin pudicamente non si esprime, forse sono troppo scottanti anche per lui.
A proposito dell’esecuzione dello zar e della sua famiglia da parte dei bolscevichi: c’era la guerra civile e le armate bianche stavano avvicinandosi al luogo dove lo zar era confinato, col proposito di liberarlo. Disgraziatamente per lui e per la sua famiglia, era diventato un simbolo dei controrivoluzionari che si battevano in suo nome. Anche Lenin stava per essere giustiziato (ci mancò poco) da una controrivoluzionaria socialdemocratica! Perciò non vedo la ragione di commiserarlo oltre misura (e ricordiamoci delle sue responsabilità nel “Natale di sangue” del 1905).
C’è un concetto che Putin afferma che rivela come Vladimir Vladimirovic sia al fondo un comunista non troppo pentito, che però adatta le sue idee e i suoi principi al ruolo che svolge in un paese assai complesso e articolato come la Russia contemporanea: “Io non mi sono iscritto al Partito semplicemente per obbligo, sebbene non possa dire di essere stato un comunista tanto fervente, ma avevo un grande riguardo per tutta la faccenda. A differenza di molti, io non ero funzionario del Partito: ero un semplice militante. E a differenza di molti funzionari, non ho stracciato la tessera, non l’ho bruciata. Oggi non voglio criticare nessuno, le persone erano mosse da diversi intenti e questi sono affari loro. Il Partito Comunista dell’Unione Sovietica cadde. La mia tessera esiste ancora, da qualche parte. Le idee comuniste e socialiste mi sono sempre piaciute. Se consideriamo il Manuale del Costruttore del Comunismo, che era largamente diffuso in Unione Sovietica, beh, assomiglia molto alla Bibbia. Non è uno scherzo: era effettivamente un estratto della Bibbia: affermava bei principi: la giustizia, la fratellanza, la felicità”. CONSERVA LA TESSERA DEL PARTITO COMUNISTA DELL’UNIONE SOVIETICA E GLI PIACCIONO LE IDEE COMUNISTE E SOCIALISTE, GRAZIE COMPAGNO PUTIN. Aggiunge Putin parole memorabili: “Una economia pianificata ha certi vantaggi, perché rende possibile concentrare le risorse della nazione sugli obiettivi principali. Ecco come risolsero il problema dell’assistenza medica, un chiaro successo del Partito a quei tempi. Ecco come risolsero il problema dell’educazione, una altro grande successo del Partito Comunista. Ecco come riuscirono a realizzare l’industrializzazione della produzione nel settore della difesa.
Credo che se non fosse stata realizzata la concentrazione delle risorse nazionali, l’Unione Sovietica non sarebbe stata in grado di prepararsi per la guerra con la Germania Nazista.
Le possibilità di essere sconfitti nella guerra sarebbero state molto più cospicue, con conseguenze catastrofiche per la nostra entità statale, per il popolo russo e per tutti i popoli dell’Unione Sovietica. E così, questi sono tutti evidenti risultati.” Critica Lenin perchè ha cocnesso il diritto di seccessione alle varie entità di quello che divenne lo stato sovietico, appoggiando invece la tesi di Stalin della necessità di riconoscere solo autonomia culturale, e conclude: “Dobbiamo semplicemente esaminare con attenzione cosa è successo nel passato usando le fonti di cui disponiamo oggi. Comunque, non possiamo dipingere il passato tutto nero, o il presente, con la cronaca di oggi, tutto rosa. Dobbiamo fare una analisi attenta ed oggettiva, per evitare gli errori fatti e sviluppare il nostro stato, la nostra economia e la nostra società in modo che lo possano rendere più forte. Abbiamo questa opportunità,”
I do believe that Communism is the only way to sort out people social problems