L’annuncio che l’ex Ministro delle Finanze russo, Alexey Kudrin, è stato designato vice responsabile del Consiglio dei Consulenti Economici del Presidente Putin, ha suscitato parecchio scalpore.

Questo non sorprende. Pochi tra i politici Russi dividono l’opinione pubblica così tanto quanto Kudrin.

Gli ammiratori di Kudrin devono essere cercati nel mondo degli affari, tra gli economisti liberali, e tra coloro che provengono in genere dall’élite e che sono di idee liberali. Tra le persone di questo tipo la reputazione di Kudrin è la più alta.

La massa della popolazione Russa, per quanto almeno lo possa conoscere, ha di Kudrin un’opinione molto diversa, mentre addirittura il suo nome suona come un anatema per quella parte, molto vasta, dello spettro politico Russo, che si può definire “patriottico/di sinistra”.

Chi è dunque Alexey Kudrin e perché scatena sentimenti così forti? Kudrin è stato Ministro delle Finanze dal 2000 al 2011, e vice Primo Ministro con responsabilità globale dell’economia dal 2007 al 2011.

Tra i suoi ammiratori liberali Kudrin è il funzionario a cui è largamente riconosciuta la costruzione del boom economico che la Russia ha conosciuto durante i primi due mandati presidenziali di Putin. E’ apprezzato per il suo pensiero economico di libero mercato rigidamente ortodosso, la sua gestione di bilancio rigorosa, il suo rifiuto di ricorrere al deficit, e per il rimborso anticipato del debito sovrano della Russia solo pochi anni dopo l’umiliante default del 1998.

Soprattutto, gli viene riconosciuta la creazione dei due fondi di risparmio nazionali, il Fondo di Riserva, che finanzia il bilancio statale quando esso è in deficit, ed il Fondo Nazionale di Previdenza, che agisce come fondo sovrano della Russia.

La splendida reputazione tra coloro che fanno parte delle élites del retroterra liberale sia in Russia che all’estero, è ben testimoniata dai premi che hanno riversato a pioggia su di lui.

È stato nominato “Miglior Ministro delle Finanze dell’anno 2005” dalla rivista “The Banker”; “Miglior Ministro delle Finanze di un paese europeo in fase di sviluppo” nel 2006 dal giornale “Mercati Emergenti” (un giornale pubblicato dal FMI e dalla Banca Mondiale); e “Miglior Ministro delle Finanze” dell’anno 2010 dalla rivista “Euromoney”.

I critici Russi hanno di lui una visione molto diversa. Lo vedono come un teorico Atlantista del “laissez faire”, come il Ministro delle Finanze la cui dogmatica insistenza nel tagliare le spese aveva strangolato l’economia causando la scomparsa di interi settori produttivi, perché i soldi che avrebbero dovuto essere impiegati per gli investimenti erano invece stati accumulati inutilmente, diventando “capitali morti”, nei due Fondi.

Inoltre molti Russi non hanno dimenticato o perdonato la monetizzazione che Kudrin aveva fatto nel 2005 di molti dei loro benefits di sicurezza sociale dell’era Sovietica, convertendoli, da benefits in natura, in benefits pagati in denaro.

Data l’inflazione storicamente elevata della Russia, ed i suoi due periodi di iperinflazione negli anni ’90, si capisce che questa fu una mossa molto impopolare, e che provocò vaste proteste. Anche se in Occidente queste proteste sono largamente dimenticate, in realtà esse coinvolsero molta più gente delle ben più conosciute proteste che ebbero luogo durante la stagione delle elezioni del 2011-2012.

Kudrin è conosciuto anche per essere un sostenitore dell’aumento dell’età pensionabile, un’altra riforma che, per altrettanto ben comprensibili ragioni, è parecchio impopolare presso molti Russi. Al di là di queste critiche molto pratiche, molta dell’ostilità verso Kudrin in Russia ha una diversa colorazione ideologica.

In un paese dove i sondaggi d’opinione mostrano una chiara maggioranza della popolazione favorevole ad un’economia pianificata, non sorprende che l’uomo che era conosciuto come il principale economista liberale nel governo, sia divenuto sgradito a molta gente. I Russi tendono anche a confondere il sostegno alle politiche economiche liberali con posizioni politiche filo-Occidentali. Poiché le relazioni della Russia con l’Occidente si sono deteriorate, inevitabilmente questo ha esposto gli economisti liberali come Kudrin all’accusa di far parte di una Quinta Colonna filo-Occidentale. Nel caso di Kudrin alcune sue azioni hanno rinvigorito questi timori.

Infine, ma sopratutto, per molti Russi un economista liberale come Kudrin, che sostiene l’iniziativa privata e le aziende private è, quasi per definizione, un apologeta di quel sistema che ha creato gli oligarchi – l’odiata classe di plutocrati che è emersa in Russia durante le corrotte privatizzazioni degli anni ’90.

Tutti questi fattori insieme spiegano perché la persona che in Occidente era il più stimato funzionario del governo Putin, in Russia è uno dei meno popolari. La verità su Kudrin è che sia gli apprezzamenti, sia alcune, – ma non tutte – le critiche, sono esagerati.

Kudrin ha indubbiamente retto con mano ferma il Ministero delle Finanze. Ed egli ha indubbiamente creato i due Fondi che di certo hanno mantenuto stabile l’economia, finanziando i deficit di bilancio dopo il crollo finanziario del 2008.

Tuttavia l’apprezzamento per la rigorosa politica di bilancio ignora il fatto che quella politica è stata vincente fino a quando ha lasciato il governo nel 2011. Al contrario, gli alti prezzi del petrolio nel 2012 e 2013 hanno permesso al governo di evitare di fare deficit in quegli anni, anche se Kudrin, prima del suo licenziamento, lo aveva proprio pianificato.

Da allora il governo Russo è riuscito a tenere i deficit, durante la recente recessione, più bassi di quelli che Kudrin aveva ottenuto e pianificato durante la crisi del 2008. Nel 2015 il deficit federale è stato appena il 2,4% del PIL, ed anche se probabilmente quest’anno sarà più alto, l’obiettivo è ancora il 3% del PIL.

Se Kudrin è un rigoroso conservatore ed un sostenitore di bilanci in pareggio, le cifre dimostrano che anche i suoi successori lo sono. Nel governo Russo e nel Ministero delle Finanze il conservatorismo finanziario di Kudrin non è un’eccezione, ma è la regola.

Un punto su Kudrin, che è costantemente trascurato dai suoi ammiratori, è che mentre era un membro del governo, lavorava come parte di una squadra. E il capo di quella squadra non era Kudrin, ma Putin.

È Putin, e non Kudrin, che in ultima analisi deve meritarsi l’approvazione, – o la disapprovazione – per la severa disciplina finanziaria degli anni di Kudrin. È a causa della forte enfasi di Putin sulla disciplina di bilancio, che le previsioni di spesa hanno continuato ad essere limitate, da quando Kudrin ha lasciato il governo nel 2011. Ed è stato ancora Putin, più che Kudrin, ad insistere su un rimborso anticipato del debito della Russia.

Quanto invece all’idea di costituire i due Fondi, il merito – o la colpa – è proprio di Kudrin. Comunque non sarebbe successo senza l’approvazione di Putin. Si deve resistere alla tentazione – fortissima per gli ammiratori di Kudrin – di attribuire a Kudrin tutto il merito per qualunque cosa sia riuscita bene sotto la sua gestione, ed invece di dare tutta la colpa a Putin per qualunque cosa che sia andata male.

Se qualcuno pensa che tenere sotto stretto controllo la spesa, accumulare riserve, e saldare i debiti siano i segni distintivi di un buon manager, allora le cifre dimostrano che il buon manager nel caso della Russia è Putin, non Kudrin, e che dovrebbe essere Putin e non Kudrin ad averne il merito.

In effetti i risultati di Kudrin come manager economico, sono decisamente disuguali. È senz’altro vero che l’economia della Russia crebbe rapidamente durante i primi due mandati di Putin, quando Kudrin era Ministro delle Finanze, e che il successo di Kudrin nel rimettere ordine nel bilancio, che fino ad allora era caotico, ha giocato un ruolo in questo.

Tuttavia anche se Kudrin – con il sostegno di Putin – ha mantenuto uno stretto controllo sulla spesa pubblica, egli è stato fin troppo compiacente circa l’indebitamento e la spesa che le allegre società Russe hanno spinto all’insù negli anni immediatamente precedenti al crollo finanziario del 2008.

Molti commentatori avevano messo in guardia in quel tempo che la crescita dell’indebitamento – molto del quale era in finanziamenti in valuta estera ottenuti da banche Occidentali – stava andando fuori controllo. Eppure Kudrin sembra aver completamente trascurato le preoccupazioni crescenti. Probabilmente, da economista liberale e da credente nella virtuosità della libera impresa, egli ha trovato difficile credere che il settore privato potesse fare degli errori.

Il risultato è stato che il paese si è trovato pericolosamente esposto, nelle settimane e nei mesi successivi al crollo finanziario del 2008, quando le banche Occidentali, sotto la pressione delle loro banche centrali, si affannarono a portar via i soldi, fuori dalla Russia, quanto più in fretta potevano, revocando i finanziamenti.

Il denaro si riversò fuori dal paese mettendo in serio rischio l’esistenza stessa di alcune delle maggiori compagnie. Il panico si autoalimentò quando anche gli investitori cominciarono a fuggire dalle aziende Russe causando il crollo delle due borse. Per poche, terribili settimane sembrò che l’intera economia fosse sul punto di collassare.

In quella occasione le riserve che Kudrin e Putin avevano messo da parte negli anni precedenti si rivelarono sufficienti ad evitare il disastro, anche se la cosa che davvero salvò l’economia da una crisi molto più severa fu il netto recupero dei prezzi del greggio che si verificò nella primavera del 2009.

La colpa di tutto questo ovviamente non fu solo di Kudrin. Tuttavia da Ministro delle Finanze, e come colui che aveva la responsabilità completa dell’economia, è sua la colpa principale. In un momento cruciale egli distolse lo sguardo dalla palla e fu più per una questione di buona sorte, che non di una buona gestione, che il paese riuscì a cavarsela.

Per contro, una delle ragioni per le quali l’economia Russa si è dimostrata così reattiva a fronte delle sanzioni e della caduta dei prezzi del greggio nel 2014, è precisamente perché la lezione di quei mesi terribili del 2008 e 2009 è stata imparata. Invece di riprendere il loro indebitamento selvaggio e le spese folli, quando la crisi si placò, le società russe e le imprese – sotto la spinta del loro governo – avevano frenato l’indebitamento e le spese, muovendosi verso una copertura ed un consolidamento delle loro posizioni.

Il risultato è stato che in questa nuova occasione, anche con l’aiuto del Governo e della Banca Centrale, le imprese sono state in grado di fare fronte ai loro obblighi debitori, senza indebito sforzo e senza che l’economia si avvitasse nella crisi.

Vorrei aggiungere, di passaggio, che la molto discussa caduta del tasso di crescita dell’economia Russa a partire dal 2012 è in parte una conseguenza di questo processo. L’aver limitato l’indebitamento e la spesa, e l’aver consolidato le posizioni, ha portato inevitabilmente a tagliare gli investimenti, causando un rallentamento della crescita. In altri termini, la crescita frenetica del periodo immediatamente precedente al crollo finanziario del 2008 (che aveva toccato un tasso annuo del 9% nei mesi precedenti il crollo) è stato pagato con un tasso di crescita molto inferiore a partire da allora.

Nessuna di queste osservazioni è mai stata fatta dagli ammiratori di Kudrin, proprio come quando affermano, – e lo fanno spesso – che l’economia Russa è stata mal gestita durante il periodo della presidenza di Putin, ritenendo l’economia insufficientemente diversificata, e in qualche modo riescono a dimenticare chi aveva la responsabilità dell’economia durante la maggior parte del tempo in cui Putin è stato Presidente.

Questo stesso esercizio di memoria selettiva riappare ogni volta che si discutono le circostanze dell’uscita di Kudrin dal governo. Gli ammiratori di Kudrin tendono ad affermare che ha lasciato il governo a causa di un disaccordo tra lui e Putin sulle spese per la difesa. Kudrin forse era scontento che le spese per la difesa stessero andando fuori controllo, e stessero diventando insostenibili. Putin forse si era rifiutato di ascoltarlo, e Kudrin perciò lasciò il governo piuttosto che portare avanti una politica che lui riteneva irrazionale ed irrealizzabile.

Nulla di tutto questo è vero. La vera ragione per la quale Kudrin fu licenziato dal governo non era che ci fosse un contrasto tra lui e Putin sulle spese per la difesa. Kudrin fu licenziato dal governo perché aveva reso pubblico il suo forte disaccordo con la decisione di Putin di candidare come Primo Ministro Dmitry Medvedev, dopo il cosiddetto “doppio scambio” nel 2011, quando Putin e Medvedev si scambiarono gli incarichi, con Medvedev che faceva un passo di lato dalla Presidenza per permettere a Putin di presentarsi per la Presidenza nelle elezioni presidenziali del 2012, e Putin in cambio designava Medvedev ad essere il suo Primo Ministro.

Ciò che è strano riguardo alla tesi che Kudrin avesse lasciato il governo per le spese per la difesa, è che il suo dissidio con Medvedev, che condusse alla sua dismissione, era stato portato a termine nel modo più pubblico che si possa immaginare, su una televisione nazionale, perché tutti vedessero. Kudrin aveva iniziato tutto questo dicendo su una televisione USA che non sarebbe stato capace di rimanere nel governo se Medvedev fosse stato designato come Primo Ministro. Ci fu poi uno scontro pubblico tra Medvedev e Kudrin in Russia, mostrato in diretta su una televisione nazionale, durante il quale un Kudrin terreo in volto chiese del tempo per parlare con Putin, solo per essere licenziato in diretta da Medvedev.

L’argomento delle spese per la difesa saltò fuori per caso, durante lo scontro, perché Kudrin cercava una ragione per giustificare la sua opposizione a che Medvedev diventasse Primo Ministro. La ragione che gli venne in mente fu che lui non era d’accordo con l’impegno di Medvedev di aumentare le spese per la difesa. Comunque non disse esattamente che fossero completamente insostenibili. Piuttosto disse che avrebbe preferito spendere di più per l’educazione.

Per quanto riguarda le ragioni dell’opposizione di Kudrin alla designazione di Medvedev, ancora oggi non sono chiare. Qualcuno suggerisce che Kudrin fosse deluso di non essere stato designato lui stesso come Primo Ministro.

Altri suggerirono che ci fossero state critiche verso di lui all’interno del governo, per la sua incapacità di prevedere ed anticipare la crisi finanziaria del 2008, che la sua posizione stesse già cominciando a traballare e che questo lo avesse indotto a sfogarsi.

Sembra che ci fosse anche un piano, concepito da qualcuno del governo (probabilmente lo spin-doctor del Cremlino Vladislav Surkov), perché Kudrin lasciasse il governo per diventare il capo di un partito lealista liberale, di finta opposizione. Sembra che Kudrin fosse entusiasta di questa idea. Comunque il fatto stesso che questa idea sia stata lanciata dimostra che all’epoca del suo licenziamento l’idea di Kudrin di lasciare il governo fosse già nell’aria.

La vera ragione dello scontro con Medvedev è infatti evidente a chiunque guardi il filmato televisivo del loro scontro: i due si detestano reciprocamente. Piuttosto non si sa perché lo facciano. Forse è per una rivalità per i favori di Putin, ed un risentimento di Kudrin che Medvedev – che evidentemente lui considera meno capace – avesse una marcia in più su di lui.

La mutua antipatia di Kudrin e di Medvedev dimostra comunque una cosa: e cioè che non c’è nessun blocco liberale Atlantista unito all’interno del governo. All’epoca del loro scontro Medvedev e Kudrin erano largamente accreditati per essere i due più importanti liberali Atlantisti nel governo.

La loro fin troppo evidente antipatia reciproca tuttavia rende inconcepibile che essi potessero formare insieme un fronte unito. Essendo riuscito a farsi buttare fuori dal governo nel modo più pubblico che si possa immaginare, Kudrin ha commesso un’azione che ha profondamente irritato i suoi ex colleghi nel governo, e che ha alimentato da allora una sfiducia in lui largamente diffusa nel paese.

Durante le proteste che hanno fatto seguito alle elezioni parlamentari nel dicembre 2011, Kudrin si alzò e parlò in una manifestazione dell’opposizione liberale in viale Sakharov a Mosca. Facendo questo egli sembrò bruciare i suoi ponti con il governo, e sembrò allinearsi con l’opposizione liberale filo-Occidentale contro Putin.

Il discorso di Kudrin alla manifestazione in viale Sakharov in effetti dimostrava qualcos’altro: la completa mancanza in Kudrin delle abilità politiche di base necessarie per un politico di successo.

Il suo discorso alla manifestazione fu, per comune ammissione, un disastro – una noiosa lezione di un ex accademico e tecnocrate, che fece addormentare tutti – assai distante dal grido di battaglia che la situazione avrebbe richiesto.

Da quel momento fu chiaro a tutti, incluso Kudrin stesso, che lui non avrebbe mai potuto condurre con successo un partito politico, o trasformarsi in una forza politica rilevante, e che non rappresentava nessuna concepibile minaccia politica o sfida né per Putin, né per il governo.

Quella percezione quasi certamente spiega le azioni di Kudrin a partire da quel momento. Avendo capito che non aveva nessun futuro come leader di un’opposizione, cercò invece di tornare a riconquistare i favori di Putin.

La storia della carriera di Kudrin da quel momento è quella di una costante azione di lobbying, sia da parte sua, sia da parte di suoi sostenitori, per rientrare nel governo. Anche se durante questo periodo ha fatto regolarmente delle critiche al governo, ha sempre fermato sul nascere gli attacchi più acuti.

L’impressione che ha dato è quella di qualcuno che voleva che il governo avesse successo, ma che pensava che non fosse abbastanza riformista. Come capita spesso in Russia con quelli che vorrebbero più riforme, lui era abbastanza vago su quali fossero le riforme che voleva, ma tendeva a dare l’impressione che volesse tagliare ancora di più le spese di bilancio, ed aumentare l’età di pensionamento.

Sembra che alla fine Kudrin qualche mese fa abbia convinto Putin a riprenderlo con sé, e che l’unica cosa che ha ritardato il suo ritorno fosse il disaccordo sul posto che gli sarebbe stato dato. Se il posto per Kudrin è quello di vice responsabile del Consiglio dei Consulenti Economici, benché importante, è però solo consultivo, e difficilmente comparabile con gli incarichi di Ministro delle Finanze e di Vice Primo Ministro, che lui aveva avuto prima di essere licenziato nel 2011.  Se Kudrin voleva una posizione più importante – come è probabile – allora è chiaro che non l’ha ottenuta.  Di fatto sembra che sia Medvedev, sia Sergey Ivanov (capo dello staff di Putin) abbiano posto il veto a dare a Kudrin un posto direttivo, tanto nel governo, quanto nell’Amministrazione Presidenziale.

 

Ma allora perché Putin si è ripreso Kudrin ?

Può esserci stato un elemento di calcolo politico dietro alla decisione. Benché il nuovo posto di Kudrin non sia di centrale rilevanza, il suo ritorno si porta dietro un importante simbolismo. Lo si potrebbe intendere come un ammiccamento per l’Occidente – dove Kudrin gode di alto riguardo – in un momento in cui la politica anti Russa che USA ed EU hanno perseguito, viene sempre più posta in discussione.

Più cinicamente, riportare Kudrin all’ovile potrebbe essere stato inteso come tenerlo quieto e da parte nella corsa alle prossime elezioni parlamentari, questo autunno. Più praticamente sembra che a Kudrin sia stato chiesto di lavorare ad un piano economico nazionale.  Quasi certamente il piano includerà un invito ad aumentare l’età di pensionamento – una misura molto impopolare, che però si sa che Putin sta prendendo in considerazione. Forse Putin vuole usare Kudrin come copertura politica – mandando avanti Kudrin per raccomandare una riforma impopolare, che Putin capisce che è necessaria, ed intanto lo usa come capro espiatorio che si prenderà le colpe se, o piuttosto, quando, la misura sarà contestata.

Comunque, al di là di calcoli politici così specifici, anche alcuni fattori personali hanno probabilmente giocato un ruolo importante. Si deve lasciare da parte l’idea di grandi differenze ideologiche tra Putin e Kudrin.  Per la costernazione della maggior parte dei sostenitori di Putin, le cifre dicono che lui è un convinto economista liberale. Putin non ha mai mostrato la più piccola inclinazione a rimangiarsi le riforme di mercato che la Russia ha fatto da quando è crollata l’URSS. Se Kudrin è un economista liberale, allora i numeri mostrano che anche Putin lo è.

E quanto a Kudrin, non è esattamente il teorico liberale o Atlantista che a volte dicono che sia. Ha sostenuto l’azione di Putin contro Khodorkovsky e la Yukos nel 2004. Come vice Primo Ministro e Ministro delle Finanze ha sostenuto gli investimenti in infrastrutture della Russia. Ed ha anche dichiarato il sostegno alla politica governativa di creare aziende leader nazionali in specifici settori dell’economia.

Benché fautore delle privatizzazioni, non ne ha mai fatto un feticcio della sua politica. Kudrin è anche stato ben attento a non sfidare apertamente la politica estera di Putin. Qualunque siano le sue private convinzioni sull’argomento, non si è mai espresso pubblicamente contro la riunificazione della Crimea alla Russia. Lui sa sicuramente che sia per Putin, sia per l’opinione pubblica Russa, questo argomento è diventato la cartina di tornasole della lealtà nei confronti della nazione.

Non solo quindi c’è un terreno comune tra Kudrin e Putin, sufficiente per lavorare insieme in futuro, ma c’è una lunga storia di stretta amicizia e collaborazione tra di loro. Insieme Kudrin e Putin hanno lavorato negli anni ‘90 a San Pietroburgo per l’allora sindaco della città Anatoly Sobchak. Insieme Kudrin e Putin furono poi trasferiti nell’Amministrazione Presidenziale quando Sobchak non fu rieletto nel 1996. E quando Putin nel 2000 divenne il Presidente della Russia, nominò Kudrin come suo Ministro delle Finanze, e lo ha sostenuto in quella posizione anche in seguito.

Se c’è un comportamento costante nella carriera di Putin, è la sua totale lealtà verso i suoi amici, anche quando, come nel caso di Kudrin, questa lealtà non è stata pienamente ricambiata. È probabilmente il senso di amicizia e di lealtà di Putin nei confronti di Kudrin ciò che spiega meglio di qualunque altra cosa la sua decisione di riprenderselo.

Se i sentimenti di amicizia e di lealtà di Putin nei confronti di Kudrin saranno sufficienti a superare l’impopolarità di Kudrin nel paese e con molti dei suoi colleghi, è un’altra questione. A conti fatti è improbabile. Comunque, richiamando Kudrin, Putin ha riportato all’ovile un vecchio amico e collaboratore con una storia di leale servizio.

Se Putin dovesse decidere di assumere un atteggiamento più liberale nella gestione dell’economia dopo le elezioni del 2018, Kudrin sarebbe lì per aiutarlo. Mentre le ricorrenti indiscrezioni che Kudrin potrebbe diventare Primo Ministro al posto di Medvedev sono probabilmente fuori luogo, è molto più in carattere con Putin muoversi per mantenere questa opzione possibile, e con il richiamo di Kudrin, ha fatto esattamente questo.

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Articolo di Alexander Mercouris per The Duran pubblicato il 5 Maggio 2016
Traduzione a cura di Luciano Ragazzi per SakerItalia.it

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