Negli ultimi anni la Russia è apparsa spesso sui media, più che altro come il demoniaco “Impero di Mordor”, responsabile di tutte le cose negative che accadono sul pianeta, tra cui in particolare la vittoria di Trump su Hillary Clinton, l’intervento russo in Siria e, naturalmente, l’ “imminente” invasione russa dei Paesi Baltici, della Polonia o addirittura dell’Europa Occidentale. Non darò la minima importanza a queste puerili sciocchezze, mi concentrerò invece su quelli che penso essere importanti sviluppi che sono o fraintesi o completamente ignorati in Occidente.
Prima di tutto, alcuni punti fondamentali:
1) L’intervento russo in Siria
Ci sono così tanti aspetti dell’intervento militare russo in Siria che dovrebbero essere attentamente studiati, e sono certo che in futuro molte tesi di dottorato saranno scritte su questo argomento. Sebbene io abbia concentrato il mio lavoro soprattutto sugli aspetti puramente militari di questa campagna, è però importante guardare il quadro nella sua interezza. Partirò quindi dall’assunto, chiaramente rischioso, che la guerra civile in Siria sia praticamente finita. Non è solo una mia conclusione, ma anche un parere espresso da un numero crescente di analisti, e anche da un generale russo durante un briefing ufficiale. Con la caduta di Aleppo e ora con l’ultima mossa di Siria-Russia-Hezbollah che taglia fuori le forze controllate dagli Stati Uniti dal loro piano al confine iracheno, le cose sembrano andare piuttosto male per i terroristi, quelli “buoni” e quelli “cattivi”. Nelle zone controllate da Siria, Russia ed Hezbollah, la vita sta gradualmente tornando alla normalità, e i Russi stanno mettendo in campo nelle aree liberate enormi quantità di aiuti (cibo, forniture mediche, bonifiche delle mine, opere di ingegneria, ecc.). Quando Aleppo era sotto il controllo dei Takfiri, era il centro dell’attenzione dei media occidentali: ora che questa città è stata liberata, nessuno ne vuole più sentir parlare in modo che nessuno si renda conto di questo enorme successo russo.
Ancora più impressionante è la natura delle forze russe a Tartus e, in particolare, a Khmeinim. Il canale televisivo militare russo Red Star ha recentemente trasmesso due lunghi documentari sulle strutture russe in Siria, e due cose sono evidenti: primo, che i russi resteranno per molto tempo; secondo, che hanno completato una infrastruttura avanzata di rifornimento che può ospitare aerei e navi non solo di piccole e medie dimensioni, ma anche l’immenso An-124. I Russi hanno scavato molto molto profondamente, e combatteranno molto duramente se saranno attaccati. La cosa più importante è che ora hanno i mezzi per portare più forze, compresi gli equipaggiamenti pesanti, in un tempo molto breve.
Lo ripeto, questa potrebbe essere una conclusione prematura. Ma salvo sorprese (sempre possibili), i Russi sono dentro, Assad rimane al potere, i Takfiri sono fuori e la guerra civile è finita.
Di converso, ciò vuol dire che gli Stati Uniti hanno perso la guerra, così come l’Arabia Saudita, il Qatar, Israele, la Francia, il Regno Unito e tutti gli altri cosiddetti “amici della Siria”. Hanno vinto l’Iran, Hezbollah e i Russi.
Allora cosa significa davvero tutto questo?
La conseguenza più radicale di questo processo è che la Russia è tornata in Medio Oriente. Ma anche questa non è tutta la storia. Non solo la Russia è tornata, ma è tornata con forza. Anche se l’Iran ha effettivamente compiuto uno sforzo maggiore per salvare la Siria, l’intervento russo, che è stato molto più piccolo di quello iraniano, è stato però molto più visibile, è sembrato cioè che la “Russia avesse salvato Assad”. In realtà, la frase “la Russia ha salvato Assad” è una grossolana iper-semplificazione: dovrebbe piuttosto essere “il popolo siriano, Hezbollah, l’Iran e la Russia hanno salvato la Siria”, ma è così che la maggior parte della gente lo vedrà, nel bene o nel male. Ovviamente c’è più di un fondo di verità in quella prospettiva, in quanto senza l’intervento russo Damasco avrebbe probabilmente ceduto ai folli del Daesh e tutte gli altri, Cristiani e Musulmani, sarebbero stati più o meno cancellati. Tuttavia, la percezione è che sia stata solo la Russia a cambiare ciò che è apparso come risultato inevitabile.
Il successo russo è stato particolarmente sorprendente se paragonato alla serie evidentemente infinita di sconfitte degli Stati Uniti: Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Libia, Pakistan e ora, con il recente pasticcio dell’embargo saudita contro il Qatar, gli Americani semplicemente non sembrano essere capaci di portare a termine qualcosa. Solo paragonando il modo in cui gli Stati Uniti hanno tradito Hosni Mubarak con il modo in cui Russi hanno sostenuto Assad, è un potente messaggio a tutti i leader regionali: meglio avere i Russi al tuo fianco piuttosto che gli Americani.
2) Come la Russia ha trasformato la Turchia da nemico a potenziale alleato
Dire che la Turchia è un alleato cruciale degli Stati Uniti e un membro fondamentale della NATO è un eufemismo. Per prima cosa, la Turchia ha il 2° esercito più grande della NATO (ovviamente il più grande è quello americano). La Turchia detiene anche le chiavi del Mediterraneo, il lato meridionale della NATO e il Medio Oriente settentrionale. La Turchia ha una frontiera comune con l’Iran e ha un confine marittimo con la Russia (sul Mar Nero). Quando la Turchia ha abbattuto un aereo da attacco russo Su-24 (con la complicità degli Stati Uniti) la situazione è diventata così tesa che molti osservatori temevano che sarebbe scoppiata una guerra su vasta scala tra i due paesi, e che avrebbe potuto coinvolgere la NATO. Inizialmente non è successo niente, i Turchi hanno preso una posizione dura, ma a seguito del Colpo di Stato contro Erdogan (anch’esso con la complicità degli Stati Uniti), i Turchi hanno improvvisamente fatto un’incredibile inversione a U e si sono rivolti alla Russia per avere aiuto. I Russi, naturalmente, sono stati solo felici di prestarlo.
Non sapremo mai veramente che ruolo hanno avuto i Russi nel salvare Erdogan, ma è abbastanza chiaro, anche dalle sue stesse parole, che Putin ha fatto qualcosa di assolutamente cruciale. Ciò che è indiscutibile è che Erdogan si è improvvisamente allontanato dagli Stati Uniti, dalla NATO e dalla UE e si è rivolto ai Russi, che hanno subito utilizzato i legami della Turchia con i Takfiristi per farli uscire da Aleppo. Poi hanno invitato la Turchia e l’Iran a negoziare un accordo a tre per porre fine alla guerra civile. Per quanto riguarda gli Americani, non sono stati nemmeno consultati.
L’esempio della Turchia è l’esempio perfetto di come i Russi trasformano “i nemici in neutrali, i neutrali in amici e gli amici in alleati”. Oh, certo, Erdogan è un personaggio imprevedibile e, francamente, instabile, gli Americani e la NATO sono ancora in Turchia, e i Russi non dimenticheranno mai il sostegno turco ai Takfiristi in Cecenia, Crimea e Siria o, se è per questo, l’infido attacco turco al loro Su-24. Ma non mostreranno segni esterni di questo. Proprio come con Israele, non ci saranno manifestazioni d’amore tra la Russia e la Turchia, ma tutte le parti sono estremamente pragmatiche e così tutti mostrano solo sorrisi.
Perché questo è importante?
Perché mostra quanto siano sofisticati i Russi, come invece di usare la forza militare per vendicare il loro Su-24, che è quello che gli Americani avrebbero fatto, hanno fatto in silenzio, ma con grande determinazione e impegno, quello che doveva essere fatto per “disinnescare” la Turchia e “trasformarla”. Il giorno dopo l’attacco turco, Putin ha avvertito che la Turchia non se la sarebbe “cavata solo con alcuni pomodori” (riferendosi alle sanzioni russe nei confronti delle importazioni turche). Meno di un anno dopo, i servizi militari e di sicurezza turchi sono stati resi quasi completamente inermi dalle purghe susseguenti il Colpo di Stato contro Erdogan, ed Erdogan è volato a Mosca per chiedere di essere accettato dal Cremlino come amico e alleato. Maledettamente impressionante, se me lo chiedete.
3) Russia e il “Modello Ceceno,” un caso unico nel mondo Mussulmano
Molti osservatori hanno commentato ammirati il miracolo compiuto da Putin e Ramzan Kadyrov in Cecenia. Dove la regione, devastata da due guerre feroci e brutali, e dopo essere stata un “buco nero” per terroristi vari e delinquenti comuni, è stata trasformata in una delle più tranquille e sicure parti della Russia (nonostante il vicino Daghestan soffra ancora per violenza e corruzione).
Non ritornerò a descrivere tutti i drammatici cambiamenti nella Cecenia, ma mi concentrerò su un aspetto spesso ignorato del “Modello Ceceno”: la Cecenia è diventata una regione mussulmana sunnita estremamente rigorosa. Dove sono stati sostanzialmente sconfitti non solo i wahabiti praticanti, ma anche la loro ideologia. In altre parole, la Cecenia oggi è un caso unico, in quanto si tratta di una cultura islamica strattamente mussulmano-sunnita, ma senza alcun rischio di essere re-infettata dal virus wahabita. È difficile esagerare l’importanza di questa caratteristica unica.
Negli anni ’90, la maggior parte del mondo mussulmano aveva sostenuto completamente l’insurrezione wahabita in Cecenia, a seguito di una reazione istintiva che io definisco, a torto o a ragione, “la mia Ummah”. Questo fu in gran parte il risultato della sofisticata propaganda anglo-sionista, diretta al mondo mussulmano – propaganda che ha completamente distorto la verità sul conflitto in corso (lo stesso è accaduto in Bosnia). Oggi, tuttavia, l’ “esempio Ceceno” sta attirando molta attenzione nel mondo mussulmano, e la personalità di Ramzan Kadyrov sta lentamente acquistando le caratteristiche di un eroe.
Anche i Sauditi che hanno finanziato gran parte dell’insurrezione cecena e che minacciarono la Russia con attacchi terroristici durante le Olimpiadi di Sochi, ora sono molto cortesi e “fraterni” con Ramzan Kadyrov. La verità è che i Sauditi sono direttamente minacciati dal “Modello Ceceno”, perché dimostra quanto i Sauditi vogliono categoricamente negare: l’Islam tradizionale e rigoroso NON deve essere né Wahabita né tanto meno, Takfiro.
Pensateci: la più grande minaccia per i Sauditi è, naturalmente, l’Iran, perché è una Repubblica Islamica potente, brillante e dinamica. Ma l’Iran è sciita, cosa che, nella mente di alcuni sunniti, è una grave eresia e quasi una forma di apostasia. Ma i Ceceni sono potenzialmente molto più pericolosi per l’ideologia saudita – sono anti-wahabiti (li chiamano shaitans o, letteralmente, i diavoli) e sono disposti a combattere ovunque nel mondo musulmano i “terroristi buoni” sostenuti dalla CIA e dalla Casa Saud. Più volte, Ramzan Kadyrov e molti altri dirigenti e comandanti ceceni, hanno ripetuto di essere disposti a lottare per la Russia “in qualsiasi punto del pianeta”. Sono già stati attivi in Georgia, Libano, Novorussia e ora stanno combattendo in Siria – ed ogni volta con devastante efficacia. Sono veri eroi musulmani, riconosciuti come tali anche da russi non-mussulmani, e non vogliono assolutamente aver nulla a che fare con i wahabiti, che odiano con passione. Di conseguenza, sempre più gente nel mondo mussulmano esprime la propria ammirazione per il Modello Ceceno.
Il Modello Ceceno è anche oggetto di attenzione e di accesi dibattiti all’interno della Russia. I liberali russi lo odiano assolutamente e, proprio come i loro protettori occidentali, accusano Kadyrov di ogni sorta di crimini indicibili. La loro ultima invenzione è che gli omosessuali vengono incarcerati e torturati dai servizi di sicurezza ceceni. Questo tipo di storie potrebbe essere preso sul serio a San Francisco o a Key West, ma non hanno la minima presa sul pubblico russo.
La Cecenia è nella posizione ideale per influenzare non solo il Caucaso, ma anche le altre regioni musulmane della Russia e perfino l’Asia Centrale. Il gran numero di Ceceni nelle forze operative speciali russe li rende anche molto visibili nei media russi. Tutto questo contribuisce all’alta visibilità e alla popolarità di un modello tradizionale sunnita praticabile, che è l’esatto opposto di ciò che sta accadendo nella UE. Mettiamo a confronto l’immagine dei Musulmani nell’Unione Europea e in Russia.
Prima di tutto un paio di avvertenze importanti. In primo luogo, l’immagine non è sempre stata altrettanto rosea, soprattutto negli anni ’90, quando i Ceceni venivano visti come delinquenti, bruti, truffatori e feroci terroristi. Alcuni Russi non hanno né dimenticato né perdonato (e, naturalmente, alcuni Ceceni odiano ancora i Russi per quello che hanno fatto alla Cecenia durante le due guerre). In secondo luogo, questa tabella confronta quelli che io chiamo “i Musulmani etnici” in Europa, il che significa persone o famiglie provenienti da paesi musulmani, ma che non sono necessariamente veri, pii, Musulmani in tutto e per tutto. In realtà, la maggior parte di loro non lo sono. Questo è il motivo per cui ho messo “Musulmani” tra virgolette. Quando parlo di Ceceni, mi riferisco a quei Ceceni conservatori che sostengono Kadyrov e la sua stretta aderenza ai valori islamici. Quindi, in un certo senso, paragonerò mele e arance, ma lo faccio perché voglio mostrare il massimo contrasto possibile, e credo che queste mele e arance svolgano un ruolo cruciale nello sviluppo delle società in cui vivono.
I “Musulmani” nella UE |
I “Ceceni di Kadyrov” in Russia |
Visti come clandestini/immigrati/“altri” |
Visti come vicini di casa/gente del posto |
Visti come deleteri per la cultura locale |
Visti come rappresentanti di una sezione conservatrice/tradizionalista della società russa |
Visti come potenziali terroristi |
Visti come le prime vittime del terrorismo e alleati contro di esso |
Visti come sleali nei confronti della popolazione locale |
Visti come i difensori più fedeli della Patria |
Visti come criminali e teppisti |
Visti come tipi rispettosi della “legge e dell’ordine” |
Visti come pigre sanguisughe del welfare |
Visti come imprenditori laboriosi e qualificati |
Ancora una volta, queste non sono scoperte scientifiche, non sono sostenute da alcun attento sondaggio d’opinione, e confrontano mele e arance. E quindi prendetele non cum grano salis, ma con un grande sacco di sale. Eppure, penso che questa tabella mostri le tendenze profonde e contrastanti all’interno delle società europea e russa: la UE è in rotta di collisione con il mondo islamico, mentre la Russia no. In realtà, la Russia rappresenta un modello di come una società (nominalmente) cristiana può coesistere con una grande minoranza musulmana a beneficio di entrambe le comunità. La Russia rappresenta anche un esempio unico di come due religioni molto diverse possano contribuire allo sviluppo di un modello di civiltà integrata.
E adesso un tentativo di discernere il futuro
Ed ora, cerchiamo di unire i puntini: in primo luogo, la Russia è probabilmente il singolo attore più importante del Medio Oriente, eclissando di gran lunga gli Stati Uniti. In secondo luogo, la Russia ha costruito con successo un’alleanza informale, ma cruciale, con l’Iran e la Turchia, e questi tre paesi decideranno l’esito della guerra in Siria. In terzo luogo, la Russia è l’unico paese al mondo in cui l’Islam Sunnita è veramente al sicuro dal virus wahabita, e dove esiste una società tradizionalista sunnita senza alcuna interferenza saudita. Combinando questi tre elementi vedo un immenso potenziale perché la Russia diventi la forza che si opporrà nel modo più efficace al potere e all’influenza dei Sauditi nel mondo musulmano. Questo significa anche che la Russia è oggi il leader indiscusso nella lotta per sconfiggere il terrorismo internazionale Takfirista (quello che Trump – erroneamente – chiama “fondamentalismo islamico”).
I governanti Anglo-Sionisti dell’Impero sono stati molto intelligenti, anche se molto miopi: in primo luogo hanno creato Al Qaeda, poi l’hanno scatenata contro i loro nemici, poi hanno usato Al Qaeda/ISIS/Daesh per devastare alcuni regimi laici solo per “dare una nuova forma” ad un “nuovo Medio Oriente”, e infine ora stanno utilizzando Al Qaeda/ISIS/Daesh per far andare l’Occidente in rotta di collisione diretta con l’intero mondo musulmano (1,8 miliardi di persone!) cosa che impedirà agli schiavi imperiali, cioè tutti noi, la gente comune che vive nella UE e negli Stati Uniti, di conoscere la vera causa dei nostri problemi o, tanto meno, di rovesciare i nostri governanti.
Così assistiamo alla vergognosa e, francamente, stupida propaganda contro i Musulmani e l’Islam, come se in qualche modo ci fosse una vera minaccia musulmana o islamica. La realtà, naturalmente, è che tutti quei Musulmani che rappresentano una minaccia reale per le persone in Occidente sono invariabilmente associati con i servizi di sicurezza occidentali, e che dall’11 Settembre la stragrande maggioranza degli attacchi terroristici sono stati attacchi sotto falsa bandiera [false-flag attacks]. È vero, ci sono stati alcuni attacchi apparentemente “reali” (cioè non diretti dai servizi segreti occidentali), ma il numero delle vittime in tali attacchi, francamente, dilettantistici è stato minuscolo e gonfiato a dismisura.
Proprio come la propaganda musicale negli Stati Uniti a favore della “vita da criminali” ha provocato l’uccisione di un gran numero di afroamericani, che si sono per lo più sparati fra di loro, così l’isteria sul “terrorista islamico” nei media si tradurrà in un paio di attacchi terroristici veri e propri. Ma se si sommano tutte le cifre ci si rende conto rapidamente che questa isteria paranoica è completamente sproporzionata rispetto al pericolo reale.
Qualcuno vuole che tutti noi abbiamo paura, davvero paura
Purtroppo, questa isteria ha colpito molti, non solo nei media sionisti ufficiale, ma anche nei cosiddetta media “alternativi”. Il risultato? Proprio come vogliono i governanti dell’Impero, l’Occidente e il mondo islamico sono ormai in rotta di collisione. Ma che ci guadagnate da questo scontro? Basta dare uno sguardo ai pagliacci che abbiamo come leader e ditemi se l’Occidente vincerà!
L’Occidente, naturalmente, perderà anche questa guerra, ma le conseguenze di questa sconfitta non sono l’argomento di questo articolo. Quello che sto cercando di illustrare qui è che l’Occidente e la Russia hanno adottato approcci radicalmente diversi alle sfide di un mondo islamico sempre più influente. Comparerei la Russia e l’Occidente a due nuotatori bloccati da una potente corrente contraria: l’Occidente è determinato a nuotare direttamente contro di essa, mentre la Russia utilizza questa corrente per arrivare dove vuole. Anche in questo caso, chi pensate che se la passerà meglio?
Ma questo non riguarda più solo l’Occidente, questo riguarda il mondo multipolare che sostituirà l’attuale Egemonia Anglo-Sionista. In questo contesto, uno dei processi più interessanti in svolgimento è che la Russia sta diventando un attore importante nel mondo Musulmano.
Solo il 10-15 per cento dei Russi sono musulmani, il che ammonta a circa 10 milioni di persone. La maggior parte dei paesi musulmani ha una popolazione molto più grande. E dal momento che dall’85 al 90 per cento dei Russi non sono musulmani, l’influenza della Russia nel mondo musulmano non può essere misurata con numeri così relativamente modesti. Tuttavia, se si considera il ruolo centrale che hanno i Musulmani russi nella politica russa verso il Caucaso, l’Asia centrale e il Medio Oriente, se prendiamo in considerazione il fatto che i Musulmani russi sono per lo più sunniti e molto ben protetti contro il virus del wahabismo, e se ci ricordiamo che l’Islam Sunnita tradizionale ha il pieno sostegno dello stato russo, riusciamo davvero a comprendere la combinazione unica di fattori che darà ai Musulmani russi un’influenza di gran lunga superiore al loro numero relativamente modesto.
Inoltre, i Russi stanno ora collaborando a stretto contatto con l’Iran, Sciita, e con (soprattutto) la Turchia, Hanafita. La maggior parte dei Ceceni appartiene alla tradizione Sunnita Sciafeita, e circa la metà aderisce al Sufismo. Forse è proprio perché la Russia non è un paese a maggioranza musulmana che essa è il luogo ideale per ricreare una forma non confessionale di Islam, un Islam che si accontenterebbe di essere l’Islam senza la necessità di suddividere sé stesso in sottogruppi in competizione, a volte anche ostile, tra loro.
La Russia ha solo lo status di membro osservatore nell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) perché non è un paese a maggioranza musulmana. La Russia è anche membro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), che riunisce Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan, Uzbekistan, India e Pakistan. Diamo un’occhiata al numero [in inglese] approssimativo dei Musulmani nei paesi della SCO: Cina 40 milioni, Kazakistan 9 milioni, Kirghizistan 5 milioni, Russia 10 milioni, Tagikistan 6 milioni, Uzbekistan 26 milioni, India 180 milioni, Pakistan 195 milioni. Questo fa un totale di 471 milioni di Musulmani. Aggiungiamo a questa cifra i 75 milioni di Iraniani, che si uniranno alla SCO in un prossimo futuro (portando il totale complessivo a 546 milioni) e vedrete questo splendido contrasto: mentre l’Occidente ha più o meno dichiarato guerra a 1,8 miliardi di Musulmani, la Russia ha forgiato in silenzio un’alleanza con più di mezzo miliardo di Musulmani!
I nazionalisti russi (a differenza dei patrioti russi) hanno fatto del loro meglio per contagiare la Russia con il proprio marchio di islamofobia. Questo movimento però è stato sconfitto da una presa di posizione [in russo] assolutamente irremovibile di Vladimir Putin, il quale è arrivato al punto di dichiarare:
Devo dire, come ho già ripetuto molte volte, che, fin dalla sua nascita e formazione, la Russia è uno stato multiconfessionale e multietnico. Voi sapete che la religione da noi praticata è il Cristianesimo Orientale chiamato Ortodossia. Alcuni studiosi della religione dicono che l’Ortodossia è per molti versi più vicina all’Islam che al Cattolicesimo. Non voglio giudicare quanto vera sia questa affermazione, ma, in generale, queste principali religioni coesistono in Russia da molti secoli. Nel corso dei secoli infatti abbiamo sviluppato una peculiare cultura di interazione, che potrebbe essere stata in parte dimenticata negli ultimi decenni. Ora noi dobbiamo richiamare alla memoria quelle nostre radici nazionali.
Ovviamente, finché Putin e coloro che lo sostengono rimangono al potere, l’islamofobia non ha alcun futuro in Russia.
[Nota a margine: anche se non se ne parla mai nella letteratura occidentale, in Russia esistono prigionieri politici reali e c’è un gruppo di persone che il Cremlino ha realmente perseguitato per motivi politici: i nazionalisti russi. Questo argomento meriterebbe da solo un articolo dedicato. Qui dirò semplicemente che, poiché la Russia è un paese in cui lo Stato di Diritto è una politica ufficiale, il Cremlino deve ricorrere a qualche trucco creativo per arrestare questi nazionalisti, tra cui utilizzare l’accusa di “tentare di rovesciare lo Stato usando le balestre” (giuro!) [in inglese]. Spesso i nazionalisti sono perseguitati con l’accusa di violare le leggi contro l’incitamento all’odio, per la distribuzione di stampa estremista, ecc.. Di fatto le autorità li perseguitano e cercano di interrompere le loro attività. Ancora una volta, i campioni occidentali dei diritti civili e i vari nemici di Putin non parlano mai di queste reali persecuzioni politiche in Russia. Sembra che le organizzazioni occidentali per i diritti umani vivano seguendo il motto di Louis Antoine de Saint-Just, l’“Angelo della Morte” del famigerato periodo del “Terrore” della Rivoluzione Francese, che dichiarò “pas de liberté pour les lesignements de la liberté” (“nessuna libertà per i nemici della libertà”). È chiaro che Putin, appena è salito al potere, si è subito reso conto del potenziale pericolo che potevano essere questi nazionalisti per la società russa, e ha deciso di dare un giro di vite su di loro, in maniera così dura come ha fatto con i reclutatori wahabiti e con i propagandisti neo-nazisti in Russia.]
Inoltre, la Russia è ormai diventata il membro più influente della Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai [Shanghai Cooperation Organisation, SCO], che rappresenta gli interessi strategici di più di mezzo miliardo di Musulmani in tutto il mondo. La Russia è tornata in Medio Oriente in maniera sorprendente, rispetto ad una quasi totale assenza negli anni ’90, fino a diventare il singolo “attore” più influente della regione. La Russia è riuscita a convincere due potenti concorrenti potenziali (Iran e Turchia) a lavorare insieme, e ora questa alleanza informale è in una posizione tanto solida da influenzare gli eventi del Caucaso e dell’Asia Centrale. A questo punto è già chiaro che quello a cui stiamo assistendo è sia un processo che un obiettivo strategico a lungo termine della Russia: essere cioè direttamente coinvolta nella lotta per il futuro dell’Islam.
La lotta per il futuro dell’Islam
Il mondo islamico sta affrontando una sfida enorme che sta minacciando la sua stessa identità e futuro: l’ideologia Wahabi-Takfira. Per sua stessa natura, questa ideologia rappresenta una minaccia mortale per ogni altra forma di Islam e, letteralmente, una minaccia morale per tutti i Musulmani non-Takfiri che vivono sulla terra. L’ideologia dei Takfiri rappresenta inoltre una reale minaccia per l’esistenza di tutta l’umanità, soprattutto in Russia, e la Russia non può quindi semplicemente sedersi e aspettare di vedere chi prevarrà tra l’Occidente Anglo-Sionista e l’aspirante Califfato del Daesh, soprattutto perché i due soggetti sono bloccati in una bizzarra relazione simbiotica tra Stato Profondo Occidentale, servizi speciali e leader Takfiri. In più, assumendo che l’Occidente voglia combattere seriamente il terrorismo (e al momento non ce n’è alcuna evidenza), è chiaro che l’Europa non può fare nulla in questa lotta (a causa di una grave mancanza di cervello, colonna vertebrale e altre parti del corpo) e che gli Stati Uniti, grazie alla protezione dei due grandi oceani, non stanno affrontando la stessa minaccia dei paesi della regione euroasiatica. La Russia deve quindi agire da sola e con molta forza.
Questa non sarà una lotta decisa da mezzi militari. Sì, essere disposti ed esser capaci di uccidere i Takfiri è importante e la Russia può farlo, ma, alla fine, è l’ideologia dei Takfiri che deve essere sconfitta, e i Musulmani russi avranno un ruolo assolutamente fondamentale in questa lotta per il futuro dell’Islam. Il loro status di minoranza in Russia serve di fatto a proteggere i Musulmani russi: semplicemente non c’è alcuna possibilità per qualsiasi tipo di islamismo wahabita di avere abbastanza aderenza in Russia per minacciare lo Stato. Semmai, le due guerre in Cecenia sono la prova più evidente che, anche nelle peggiori condizioni possibili, i Russi torneranno sempre a colpire e molto duramente ogni tentativo di creare uno stato wahabita dentro, o accanto, alla Russia. Il Presidente Putin dice spesso che la Russia deve inviare le proprie forze per combattere in Siria non solo per salvare la Siria ma anche per uccidere le migliaia di cittadini russi che sono attualmente nelle file di Daesh, prima che tornino a casa, meglio combatterli lì che qui. Vero. Ma questo significa anche che la Russia deve portare la lotta ideologica dentro il resto del mondo islamico, e utilizzare la sua influenza per sostenere le forze anti-Takfiri che attualmente combattono contro Daesh & Co. in tutto il mondo.
Il futuro della Russia e quello del mondo musulmano sono profondamente intrecciati, il che, considerando la disastrosa dinamica corrente fra l’Occidente e il mondo musulmano, è una buona cosa per tutti. Mentre i leader dell’Impero AngloSionista usano sia la Russia che il mondo musulmano come spauracchi per spaventare i loro sottoposti e costringerli a sottomettersi alla plutocrazia internazionale, la Russia deve diventare il luogo in cui i miti islamofobi siano smascherati e in cui sia mostrato, come alternativa a quello dell’Egemonia monolitica dominante il mondo odierno, un diverso modello di civilizzazione, realmente multiculturale, multireligioso e multietnico.
Le moderne ideologie secolari non hanno dato all’umanità altro che violenza, oppressione, guerre e perfino genocidi. È l’ora di buttarle in quel cestino della Storia a cui appartengono e ritornare ad un modello di civilizzazione realmente tollerante, sostenibile ed umano, centrato attorno a valori non più materialistici ma spirituali. So benissimo che, per tutti gli zombi là fuori, quelli col cervello lavato dai media, la religione non è associata esattamente con l’idea di tolleranza e di compassione, ma ciò è la inevitabile conseguenza di essere esposti a forme di religione particolarmente sgradevoli e ipocrite. Questo, e una fondamentale mancanza di educazione. Tali cose possono essere rimediate, non dibattendole ad nauseam, ma creando semplicemente un diverso modello di civilizzazione. Ma per far ciò, la Russia e il mondo islamico avranno bisogno di guardarsi dentro e focalizzarsi sulla cura delle loro (ancor numerose) patologie e disfunzioni (specialmente quelle spirituali), per poter creare una tale alternativa al Potente Dollaro centrata sulla spiritualità. Con le parole di San Serafino di Sarov [in italiano], “raggiungi la pace dello spirito e, attorno a te, migliaia saranno salvi”.
Io credo che questo sia un futuro per cui valga la pena di combattere.
The Saker
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Articolo di The Saker apparso su Unz Review il 19 giugno 2017
Traduzione in italiano di Elvia Politi, Raffaele Ucci, Voltaire1964, Fabio_San per SakerItalia
[le note in questo formato sono dei traduttori]
Analisi lungimirante e molto ben articolata! La Russia si pone, per le sue caratteristiche storiche, culturali-antropologiche, per l’orientamento dato dalle politiche dell’attuale presidente, e per il ruolo centrale negli odierni e futuri equilibri internazionali, veramente al crocevia, candidandosi a essere la nazione che può proporre un “diverso modello di civilizzazione” a un mondo di “tutti contro tutti”, soffocato dal relativismo materialista, il cui nichilismo lo conduce, inevitabilmente, alla dissoluzione. Un mondo dove lo svuotamento dei valori e l’assenza di Etica ci rende facili prede delle lobby mondialiste. Un modello quello russo che potrebbe intrecciare il ruolo centrale della sovranità nel multipolarismo, come fa notare il Saker, con quella che vede ogni essere vivente sovrano della propria esistenza, nel quadro di rapporti definiti non più dall’interesse materiale ma dall’orizzonte spirituale. Dove religione si coniuga con rispetto e solidarietà.