Nonostante che la vittoria schiacciante di Putin faccia ben sperare per il prossimo futuro della Russia, il problema di trovare un erede adeguato rimane. E i liberali filo-occidentali potrebbero guadagnare popolarità fino al 2024.

Ksenia Sobchak potrebbe aver vinto molto di più rispetto a quell’1.6% uscito fuori dal voto del 18 marzo. Nonostante la signora Sobchak abbia perso, in parte a causa del suo crollo nervoso durante la sfuriata di Vladimir Zhirinovsky nel confronto della settimana scorsa, il margine è significativo, e potrebbe destare qualche preoccupazione per il futuro della Russia. Questo sia detto anche se, prima delle elezioni, l’improbabilità che la Sobchak divenisse presidente era data all’82% [in inglese].

Vladimir Putin ha vinto le elezioni con una maggioranza schiacciante. E, come scritto qui [in inglese], la sua rielezione significa che la grandissima parte del popolo russo crede in lui. Questa è un’analisi che mi sembra scontata, dato che vivo in Russia e parlo regolarmente della questione con molti russi. Non è una vittoria di propaganda, né una vittoria “costruita” in alcun modo. È la vittoria di una Nazione che mantiene l’abitudine di basarsi largamente sull’esame critico dei fatti prima di prendere una decisione.

Ad ogni modo, per quanto la Sobchak rappresenti la “frangia estremista” dei liberali russi, questa frangia si è stabilizzata [in inglese]. Si tende a pensare che abbia la propria sede a San Pietroburgo, poiché la prossimità geografica all’Europa occidentale è spesso stata una tentazione per chi vorrebbe trapiantare le mode e gli stili di vita occidentali in Russia. Questo, se confermato, è più un’iniziativa sociale che altro, dato che Mosca e altre città russe vantano uno sviluppo straordinario sotto l’aspetto di tutto quello che si potrebbe chiamare la “vita tecnologica” dell’Occidente. A parte questo, in linea generale, la Russia rimane culturalmente conservatrice, con pochissima voglia di assomigliare a qualsiasi altro Paese, da un punto di vista culturale.

La questione dell’unione dei liberali preoccupa la Sobchak, che sostiene che la sua campagna intendeva fare luce su un argomento che lei ritiene ingiusto: la relazione tra il presidente Putin e le persone che sono viste come “in opposizione” al suo governo. Da Tass.com [in inglese]:

“Credo che ci sia una notizia positiva: il mio risultato è quanto di meglio un candidato liberale abbia mai ottenuto fino a questo momento”, ha detto la Sobchak. “Dà a Dima [Gudkov] e me un’ampia piattaforma per creare il Partito del Cambiamento. La gente ha espresso la propria visione, e più di un milione di votanti vogliono vedere un cambiamento, vogliono vedere politici giovani. È un buon inizio per grandi cambiamenti”, ha concluso la Sobchak.

Il problema è semplice: cos’è che i liberali russi vogliono denunciare? Mentre loro continuano ad evidenziare, giustamente, esempi di corruzione, dovrebbero sapere che la corruzione non scomparirà a seconda del presidente. Ciò che si può sperare è ciò che sta avvenendo, e cioè un rapido progresso nell’affrontare questo vulnus; ma è irragionevole pensare che una qualsiasi misura possa permettere di liberarsi del problema in un colpo solo. Per molti russi onesti, la situazione non è diversa da quella degli Stati Uniti o altrove: a volte le regole vanno aggirate perché costituiscono un ostacolo per la buona riuscita delle cose. A volte ciò è fatto con intenti criminosi, altre volte no.

Con maggior probabilità, ciò che la signora Sobchak riuscirà a consolidare, lo voglia o no, è il sostegno ad un umanesimo secolare di tipo occidentale. Le linee di battaglia disegnate nel “Primo Mondo” sono state disegnate su questo aspetto. Da un lato c’è il punto di vista globalista, secolare, umanista, sessualmente “liberato”, che ha portato al disastroso risultato di distruggere non solo le istituzioni della famiglia e del matrimonio, ma persino la socializzazione in senso tradizionale, a causa di una società sempre più frammentata che si vanta di essere libera ma che in realtà è soffocata da un insieme estremamente oppressivo di visioni anti-tradizionali ed anticristiane.

Dall’altro lato c’è il gruppo di chi riconosce estrema importanza a Dio, Patria e famiglia; e, in Russia, questo gruppo è tendenzialmente cristiano ortodosso. Questo vale per molte delle vecchie repubbliche sovietiche. Le persone appartenenti a questo gruppo sono una gran parte dell’elettorato del presidente Putin, ma dopo il 2024 quest’ultimo non potrà più essere presidente, mentre la Sobchak e i liberali sono giovani e potrebbero aumentare il proprio elettorato nei prossimi anni.

Negli Stati Uniti, da quando l’umanesimo secolare ha fatto presa sulla società, i fatti e la soluzione dei problemi quotidiani non sembrano più importare. Ora il Paese è intrappolato in retorica senza costrutto, ed entrambe le “parti” (liberali e conservatori) a volte dibattono in modo emozionale. Il sentimentalismo selvaggio occidentale si sta dimostrando difficile da eradicare, e le sue conseguenze vanno dal noioso al terrificante, come potranno confermare gli stessi americani.

Seppure ciò non sia ancora davvero avvenuto in Russia, i semi sono piantati.

Speriamo che non crescano troppo rapidamente.

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Articolo di Seraphim Hanish pubblicato su The Duran il 19 marzo 2018
Traduzione in italiano a cura di barg per SakerItalia.it

[le note in questo formato sono a cura del traduttore]

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