– Stefano Orsi –
Fronte esteso di Aleppo
Dopo le mirabolanti vittorie dell’esercito siriano e dei suoi alleati in questo settore, che ha visto la liberazione della Base aerea assediata di Kuweires e le successive battaglie per allargarne con successo il perimetro di sicurezza, abbiamo assistito negli ultimi giorni ad un certo rallentamento delle operazioni.
Ci chiediamo, quindi, quali possano esserne le cause, se di natura tattica o questa situazione discenda da una reale difficoltà sul campo di battaglia. Certamente non abbiamo i dati necessari per compiere una analisi ponderata della situazione, ma come nostro uso, ragionando sulle circostanze note, proveremo a dare un senso logico alla confusione di questa guerra, tenendo conto del fatto, ben comprensibile, che le notizie che ci arrivano sono comunque, da una parte o dall’altra , il frutto di necessità propagandistiche di guerra.
Innanzitutto il nemico non va mai sottovalutato. Se il Califfato ha conquistato tanto terreno in Siria o Iraq, è perché i suoi uomini sono ben addestrati, o almeno lo sono a sufficienza, e sono sicuramente ben motivati. Grazie al fanatismo questi uomini sono spronati a giocarsi il tutto per tutto nella difesa o nell’attacco, si tratta quindi di nemici ostici da abbattere, e per ora difficili da volgere in fuga, come invece si sperava sarebbe avvenuto di fronte a certe difficoltà sul campo.
Questo, se da un lato dà valore al nemico, dall’altro esalta le capacità siriane di motivare e sostenere gli uomini delle diverse formazioni impegnate, dalle truppe regolari, alle forze paramilitari delle milizie civili, alle truppe di Hezbollah, vero esercito proveniente dal Libano.
Le vittorie siriane ottenute sul campo non sono dovute ad una schiacciante superiorità di mezzi: i carri armati sono pochi, sparpagliati su innumerevoli fronti e in ambiente urbano non offrono certo quel gran vantaggio; anzi sono esposti a più pericoli di distruzione. E’ è stata la motivazione e la fede nella vittoria che ha mosso il loro spirito combattivo, la sicurezza di operare per il bene del loro paese e la difesa delle loro famiglie: nessuna motivazione è più forte di questa.
Il comando siriano stupisce per come riesca a coordinare tanti fronti sparsi a macchia di leopardo sulla cartina della Siria, inoltre cerca sempre di risparmiare uomini e mezzi in maniera molto intelligente. Osserviamo quindi che quando una situazione si rende difficilmente sostenibile se non a prezzo di molte perdite di uomini o mezzi, il comando preferisce sempre la strategia prudente, che garantisce la salvaguardia delle truppe, facendole retrocedere verso posizioni meglio difendibili e richiamando rinforzi e raid aerei per attaccare con maggiore efficacia i Takfiri e ricacciarli più in profondità sul loro fronte.
Ecco quel che sta accadendo attorno ad Aleppo, iniziamo col fronte sud.
Fronte sud di Aleppo
Dopo che l’offensiva governativa si era spinta in profondità riconquistando un ampia sezione di territorio a sud ovest di Aleppo, i difensori si sono organizzati facendo confluire maggiori truppe e mezzi su questi fronti ed arginare le avanzate siriane. Sono confluite truppe di diverse fazioni, praticamente vi troviamo tutte le sigle combattenti da Al-Nusra alle forze del Libero Esercito Siriano. Nella sostanza questa galassia di formazioni rappresenta una sola posizione, ma mantengono le apparenze per ottenere aiuti e fondi da diversi Paesi che li sostengono. Queste milizie stanno dando fondo a tutte le loro riserve di missili controcarro, usati senza parsimonia al fine di annullare l’apporto dei carri armati siriani nei vari settori, e si prodigano in continui assalti ed offensive su più fronti contemporaneamente.
La maggiore di queste offensive è stata portata da sud nella settimana passata, ed ha fruttato il controllo di diversi villaggi (Aziz, Kafr Haddad, Tal Ma, Tali Bajir) tenuti per qualche giorno dai governativi. In seguito, colpite da ovest come da un maglio le difese siriane hanno vacillato ma hanno anche resistito, pur sgombrando alcuni centri secondari ( Tal Hadya, Al Barfoum, Barna, Zitan). Al Eis ha fatto da perno della difesa ed ha resistito alla spinta. Esaurita l’offensiva ribelle è poi venuta la contromossa siriana e ora alcune di queste località sono nuovamente contese tra le parti.
Fronte di Kuweires
Ripresa la base, senza una pausa, gli uomini del Presidente Assad hanno proseguito le operazioni allargando a 360 gradi i fronti a difesa del perimetro difensivo dell’installazione: con uno sfondamento hanno quasi chiuso in una sacca i villaggi occupati dal califfato a sud della base e sono arrivate vicino a Dayr Hafir, roccaforte IS o ISIS nella regione.
In questi giorni i combattimenti sono proseguiti. Immagino comunque che, raggiunto l’obiettivo di mettere in sicurezza la base, sia stato concessa ai soldati, come opportuno, una tregua dai combattimenti ad elevata intensità in modo che possano recuperare forze e freschezza.
Anche in questo, cioè nella gestione delle truppe, si denota l’intelligente opera dei comandi che non esasperano i comandanti locali con impellenti richieste di risultati, ma concedono autonomia decisionale a chi è sul campo di battaglia. Dopo alcuni giorni di fraseggio e studio, con annessi bombardamenti sulle difese di Dair Hafir, per ammorbidirle, le Forze TIGRE, hanno compiuto una delle loro prodezze, che ne rendono tanto celebre il nome e indispensabile l’operato, conquistando, con una rapidissima proiezione offensiva, il villaggio di Aqulah, sito lungo la M4 che porta a Raqqa e che è oltre Dayr Hafir, come potete osservare sulla mappa: di fatto la roccaforte ISIS è tagliata fuori dai rifornimenti provenienti dalla loro capitale. Grazie al contributo dell’aviazione russa crediamo che gli uomini del Califfato in questo settore possano incontrare difficoltà di rifornimenti, dovendo essi cercare strade alternative più a nord o affrontare i commandos di forza Tigre ben asserragliati a difesa in Aqulah.
E’ stata senza ombra di dubbio un’abile mossa tattica, e il prosieguo della vicenda è senza dubbio da seguire con estrema attenzione.
Fronte nord-ovest di Aleppo
L’altra importante novità è rappresentata dal rinnovato impegno bellico dei Curdi della provincia di Aleppo. Le forze curde infatti, collaborando attivamente con la strategia russa di colpire tutti i convogli che arrivano dalla Turchia non appena varchino i confini siriani, hanno ingaggiato battaglia con l’esercito libero siriano, pupilli di diversi stati occidentali ma alleati strettamente coi terroristi di Al Qaeda/Al-Nusra, e hanno conquistato alcuni villaggi espandendosi ad est (Kistaar ed Ibbin, entrambi vicini ad Azaz), dove nei giorni scorsi sono state colpite alcune colonne di rifornimenti bellici diretti ai terroristi e provenienti dal vicino confine turco.
La notizia dell’impegno curdo è estremamente importante perché testimonia come sia complessa ed articolata la strategia russo-siriana per arrivare alla vittoria in Siria demolendo i terroristi pezzo dopo pezzo.
Fronti dell’Oronte e di Latakia
Fronte dell’ Oronte
Su questo fronte sono stati molteplici i combattimenti e le azioni siriane, basta dire che diverse cime sono state riprese al nemico e che il fronte si sta allargando verso la provincia di Latakia.
Fronte di Latakia
Abbiamo vissuto nel nord di questa provincia un situazione di enorme tensione, con il rischio di veder avverare le profezie di Terzo Conflitto mondiale. Tutti sappiamo del gravissimo episodio di tradimento turco, che si è consumato nei cieli siriani: approfittando di un insignificante sforamento nei cieli turchi (un episodio durato dai 10 ai 15 secondi) i Turchi, che si erano preparati, hanno colpito il bombardiere armato di soli ordigni aria terra, bombe o razzi, e privo di contromisure per attacchi aerei, in assoluta e totale configurazione per attacco al suolo e quindi totalmente indifeso di fronte ad un caccia in allestimento da superiorità aerea.
Il SU-24, non aveva alcuna speranza di sopravvivere ad un simile confronto ed infatti così è accaduto. La strada scelta dal Presidente russo Putin mi ha, ancora una volta, piacevolmente sorpreso: come ho avuto modo di scrivere, confidavo sul suo serio pragmatismo.
Non ha infatti scelto, come un qualunque presidentucolo avrebbe potuto fare, di rispondere militarmente ad Erdogan. Al contrarioi ha lasciato che ogni ira gli scivolasse di dosso e, sedendosi a tavolino coi suoi collaboratori, ha optato per colpire il nemico laddove è più vulnerabile: i suoi amati terroristi, coccolati e cresciuti in seno. L’aviazione di Mosca ha quindi intensificato le operazioni di bombardamento, distruzione di ogni convoglio di rifornimento.Tale rifornimento servirà solo a mutare la strategia di consegna delle armi e generi di conforto dalla Turchia, poi portare opportuni mezzi di difesa dei propri aerei impegnati al confine con la Turchia. Ecco quindi che in pochissimi giorni abbiamo visto sbarcare da diversi voli, batterie operative di missili S-400, che comporranno l’ombrello di protezione per i caccia ed i bombardieri sia russi che siriani. In più ogni operazione d’attacco sarà seguita e coperta da una pattuglia di caccia opportunamente allestiti per i combattimenti aria-aria e a questo punto il discorso potrebbe risultare leggermente diverso dal precedente.
Sul terreno invece, come mio uso, vi sono alcune difficoltà.
Non volendo tener conto delle tante ottimistiche dichiarazioni di distruzione ed annientamento delle forze turcomanne presenti attorno al luogo dell’abbattimento, devo invece constatare e non nascondere, che le forze siriane, pressate dagli attacchi Takfiri, hanno optato per il ritiro da un saliente da poco conquistato.
Va opportunamente tenuto conto della natura del terreno su cui si svolgono i combattimenti. I terreni montuosi sono del tutto inadatti alle formazioni corazzate che quindi non possono appoggiare le truppe di fanteria: esse godono, quindi, solo del supporto che le forze dell’aviazione riescono a garantire, ma anch’esse possono non essere sufficienti quando necessarie su altri fronti come per la distruzione dei convogli di rifornimenti o dei depositi della provincia di Raqqa.
Come nella provincia di Aleppo, anche qui si è optato per salvaguardare le truppe ed agire sulle risorse e logistica dei terroristi per indebolirli prima di affrontarli in maniera decisa, inoltre muovendosi e concentrandosi per gli attacchi questi divengono ottimi bersagli per l’artiglieria e gli elicotteri d’attacco.
Non vedo quindi come sconfitte questi ripiegamenti, ma come saggia amministrazione delle proprie forze senza intestardirsi su una linea che non ha vero significato tattico.
Fronte di Maheen ad est di Homs
Proseguono i lavori di preparazione per la liberazione del villaggio di Al Qaratayn, cui i siriani si sono avvicinati molto dopo la conquista di Maheen. Continuao i raid dell’aviazione siriana e il lavoro di artiglieria: si tratta di un lavoro preparatorio particolarmente meticoloso.
La zona rappresenta l’estremo tentativo del Daesh di prendere il controllo del settore attorno alla capitale Damasco, mentre ora rappresenta la possibilità siriana di allontanare e di molto il Califfato, essendo il territorio circostante inospitale e disabitato deserto.
Fronte di Deir Ezzour
La base aerea circondata, è sempre al centro di giornaliere attenzioni da parte del Califfato cui si contrappone il valore e la determinazione dei difensori appoggiati dagli aerei siriani e russi.
Rimaniamo concentrati sui futuri sviluppi.
Finalmente un articolo scritto con competenza.. Non ne ho letti molti riguardo la Siria
Eccellente visione del campo. Mi sembra anche oggettiva la dinamica militare descritta.
A mio avviso sarebbe bello aggiungere il ‘Fronte Diplomatico’ in cui Putin, giorno per giorno, sta dimostrando sopraffine doti.
Chi sa della alleanza sciita?
Chi conosce la beffa russa di aver collocato il centro di coordinamento militare della propria coalizione nella zona verde di Bagdad, che costituiva la proiezione del potere degli USA ?
Chi conosce il significato strategico rivoluzionario dell’accordo tra Putin ed Israele che ha consentito di chiudere lo spazio aereo siriano con gli S400?
Chi conosce i significati dell’intervento dell’esercito degli hezbolla a fianco di assad ?
Chi spiega la formazione dello Stato Curdo ?
Chi spiega il crescente isolamento di quei delinquenti dei Saud ?
Un sincero ringraziamento per il vostro lavo