– Stefano Orsi –

Diversi cambiamenti sono avvenuti su un paio di fronti in questi pochi giorni, ma gli sviluppi più importanti, che influenzano la futura soluzione del conflitto, si verificano fuori dallo scacchiere siriano.

Cosa accade lontano dal fronte?

T-90 russo

T-90 russo

Nei giorni scorsi i primi tank russi moderni (di tipo T90, magari non dell’ultima generazione, ma eccezionali per efficacia e protezione dell’equipaggio se paragonati ai T55 che spesso vengono adoperati dall’esercito siriano), sono stati schierati nel settore di Aleppo. I carri sono affidati ad equipaggi siriani opportunamente addestrati, mentre giunge notizia che altri carichi di armi pesanti stanno convergendo dal Mar Nero alla volta dei porti siriani: altri carri armati T90 di certo e forse altre sorprese che oggi è difficile prevedere.

Dopo i missili S-400 giunti con voli speciali e a tempo di record in Siria a bordo degli ottimi Antonov, e già operativi per la protezione degli equipaggi russi e siriani impegnati nelle operazioni antiterrorismo, ora sbarcano anche le batterie di S-300 per l’esercito siriano, batterie la cui fornitura era stata bloccate dalla Russia per ottemperare all’ accordo, concluso a suo tempo dalle maggiori potenze, di non fornire armi alle parti in lotta; un impegno poi chiaramente disatteso da diversi paesi che hanno proseguito e proseguono tutt’oggi nel sostegno ai terroristi che combattono il Presidente Assad.

Batteria S-400 russa

Batteria S-400 russa

Questi S-300 sono stati aggiornati e modificati in Russia e saranno gestiti da tecnici siriani già addestrati, assistiti a loro volta da consiglieri russi.

Il dispiegamento di sofisticati sistemi antiaerei mette sempre più al sicuro le operazioni antiterrorismo da eventuali ingerenze da parte dei paesi che hanno evidenti interessi e collusioni col Califfato e loro accoliti.

Batteria S-300 russi

Batteria S-300 russi

Altro elemento importante: l’Iran entra pesantemente in gioco. Arrivano presso la base siriana di Tifur 20 caccia, che verranno assistiti ed armati da tecnici russi. La zona delle operazioni per questi caccia, data la posizione della base, sarà senz’altro rivolta al settore fra Palmira-Tadmur e Al Qaryatayn, fino ad arrivare a Raqqa. E’ davvero importante che l’Iran abbia deciso l’invio di questo significativo contingente aereo, sia perché potrà apportare un prezioso sostegno alle truppe, sia, fattore forse ancora più importante, perché in questo modo l’aeronautica iraniana potrà maturare grande esperienza nell’impiego tattico in operazioni di reale conflitto.

Base aerea di Tifur

Base aerea di Tifur

Anche l’Iran sta ricevendo in queste settimane gli S-300 destinati alla salvaguardia del suo spazio aereo: anche questi modelli sono stati aggiornati e modificati da tecnici russi.

Non è tutto. L’Iran invierà anche altri 4000 uomini scelti tra le Guardie della Rivoluzione Islamica, che saranno equipaggiati con armamento adeguato, tale da garantire un supporto di fuoco sufficiente alla copertura delle truppe schierate.

Guardie della Rivoluzione Islamica- Iran

Guardie della Rivoluzione Islamica- Iran

L’esercito libanese si sta adoperando al confine con la Siria nel rastrellare ed attaccare le basi dei terroristi operanti sul suo territorio, e già da tempo sta compiendo importanti operazioni per colpirne i fiancheggiatori più o meno occulti.

La Russia stessa opererà a breve da una moderna e grande base aerea nella provincia di Homs, la base di Shayrat, dove verranno schierate le forze aeree in approntamento aggiuntivo, che raddoppieranno il numero di mezzi impiegati finora. Bisogna infatti considerare che, oltre a colpire i nemici a terra, gli aerei russi erano finora tutti in configurazione di attacco a terra. Ora dovranno anche essere impiegati in squadriglie di superiorità aerea per proteggere i cacciabombardieri.

Base aerea di Shayrat

Base aerea di Shayrat

Come si vede la coalizione contro il Califfato & C. si organizza sempre meglio e raccoglie sempre più consensi nel mondo. Il compito e la mission sono davvero impegnativi e non ammettono alcun errore di valutazione sulla reale pericolosità del momento e dei passi da intraprendere. Esaminati, dunque, gli sviluppi sull’intero scacchiere, soffermiamoci sul alcune novità nel singoli teatri.

Per correttezza racconto sempre sia dei progressi compiuti sia delle difficoltà che si incontrano negli scontri, ed è proprio da queste che devo partire.

Fronte di Kuweires 5-12-2015

Fronte di Kuweires 5-12-2015

Fronte di Kuweires

Vi ho riportato nei giorni scorsi di come fossero state superate le difese takfire e si fosse giunti, anche sul fronte sud, a breve distanza dalla roccaforte di Dair Hafir. Commandos di Forza Tigre erano riusciti a prendere il controllo, in brevissimo tempo, del villaggio di Aqulah, a sud est di Dair Hafir, oltre ad un certo numero di altri villaggi di minore importanza sempre su questo fronte.

Purtroppo i terroristi sono giunti in forze, contrattaccando e respingendo i siriani sulle posizioni di partenza. Non sempre si riesce a mantenere le conquiste, e di fronte a forze decise e numerose, come ho già spiegato nei giorni scorsi, i comandi siriani preferiscono applicare una moderna versione, aggiornata ai tempi, della storica “contromarcia” (Maurizio di Nassau, 1594 N.D.R.) facendo vittime sull’esercito avanzante ed arretrare, prolungandone il tempo di esposizione al fuoco aumentandone così i danni subiti mentre si minimizzano quelli da esso arrecati.

Diversi villaggi del fronte sud di Kuweires quindi sono ora nuovamente in mano del Califfato, ma per alcuni villaggi persi a sud, la mobilissima Forza Tigre, si è spostata a nord e ha nuovamente assaltato il villaggio di Nasralla, posto in località strategica (è sulla strada che porta ad Al Bab). In passato avevano già tentato di prenderne il controllo, ma evidentemente era ancora troppo ben presidiato, mentre ora, forse sguarnito dei presidi nemici attirati a sud, si è aperto alla liberazione con una operazione lampo, nello stile di Forza Tigre.

Dair Hafir resta comunque vicina.

fronte fiume Oronte 5-12-2015

fronte fiume Oronte 5-12-2015

Fronte di Latakia e valle del fiume Oronte

Nel teatro che ha visto l’abbattimento del caccia russo SU-24 ad opera degli infidi turchi, si era verificata (ne abbiamo perlato nella Sitrep del 1 dicembre 2015) una ritirata truppe regolari siriane dal saliente prossimo al confine turco. Ora invece è in corso una nuova offensiva siriana e gli uomini di Assad, repentinamente si erano ritirati, stanno recuperando tutto il terreno e le cime perdute solo pochi giorni fa.

nord ovest Latakia 5-12-2015

nord ovest Latakia 5-12-2015

Al confine con la provincia di Idlib, la valle del fiume Oronte, prosegue l’attività offensiva siriana, che da giorni libera villaggi e cime montuose dalla presenza dei terroristi nascosti sotto le più svariate insegne.

Villaggi dai nomi altisonanti e non come: Arafit, Kaft al Ziyani, Kaft al Hamidi, e altri sono nuovamente sotto tutela siriana.

La zona di Salma è ancora contesa.

Nel fronte a nord ovest come dicevo è in corso una veloce offensiva e in breve sono state liberate le località della quota 803, la foresta di Kuzulydag, Zahi Dzebhely, Zahi Gryada ed Attera: praticamente si è ricreato un saliente che si incunea nel fronte terrorista.

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