Appuntamento davvero interessante per i diversi contenuti di novità sullo scacchiere siriano.
Iniziamo da sud con le “sacche” attorno a Damasco, autentico nodo strategico attorno cui si gioca il futuro della Siria.
Sacca di Daraya
I terroristi di Daraya si sono arresi!!!

Daraya le sacche dei terroristi si sono arrese dopo 5 anni di scontri sanguinosi, una grande vittoria 26-8-2016
Dopo anni di combattimenti, con le recenti avanzate di cui vi abbiamo parlato nei mesi scorsi, l’esercito siriano ha definitivamente messo con le spalle al muro i gruppi jihadisti asserragliati all’interno di quei pochi quartieri che ancora resistevano in loro mano.
L’esercito siriano ha respinto due differenti e disperati tentativi di controffensiva e ha ripreso l’avanzata.
Le forze legate ad al Qaeda si sono viste ormai perdute e hanno richiesto la ripresa delle trattative proposte a suo tempo dai siriani.
Come d’uso per Damasco, la proposta è stata accolta ed un colloquio è avvenuto. A questo incontro i siriani si sono presentati con una proposta di resa incondizionata, cedendo le armi ed arrendendosi, hanno proposto in cambio un salvacondotto attraverso un corridoio umanitario supervisionato dall’ONU per condurre i terroristi fuori dalle zone libere della Siria e portarli a nord, presso i loro compari terroristi.
La proposta segue il profilo adottato dall’amministrazione Assad nel gestire la resa di altri quartieri in altre zone della Siria, come ad Homs per esempio.
A breve quindi tutti i combattenti della jihad, si definiscono così anche se non esiste jihad ma solo terrorismo, abbandoneranno le posizioni che hanno occupato per anni e, sconfitti e disarmati ma vivi, verranno trasportati a bordo di autobus verso nord.
Una sacca si chiude e molte truppe, dopo un periodo di riposo e riorganizzazione, potranno essere utilizzate altrove.
26-8-2016
Sono iniziate le operazioni di sgombero dei terroristi sconfitti da Daraya. Abbiamo già discusso di quanto significhi l’eliminazione delle sacche per le forze siriane e per il positivo sviluppo della crisi siriana. Le truppe scelte che combattevano qui, come la 42° brigata della 4° Divisione, con grande dispendio di uomini e mezzi, potranno a breve essere riorganizzate e spostate su fronti vicini, o su fronti molto attivi come Aleppo. io , sinceramente preferirei un rinforzo all’ottimo momento che si sta vivendo anche sul fronte della sacca del Goutha est al fine di imporre quella decisa spallata che obblighi alla resa anche i terroristi, numerosi, che ancora si annidano in queste terre, per poi invece muovere un numero decisamente elevato di unità complete alla volta di una avanzata forte che finora ha sempre peccato proprio in dispiegamento di truppe. Ricordo bene che Palmira venne liberata con poco meno di 6000 uomini e Qariatayn neppure quelli.
Sacca del Goutha est
Continua la pressione dell’esercito siriano, le difese jihadiste mostrano sempre di più la corda.
Quattro differenti contrattacchi delle varie formazioni di terroristi chiuse nella sacca sono andate ad infrangersi nel fuoco di interdizione delle truppe di Damasco e hanno solo peggiorato la già precaria tenuta dei terroristi.
Nel frattempo, ieri 24 agosto, la SAA ha iniziato una nuova offensiva da nord ovest, precisamente dalla prigione centrale di Adra, da dove sono partite le truppe di damasco e sono riuscite a far breccia nelle difese dei terroristi.
In questo modo, alcuni villaggi, tel Kurdi, Tel Savannah e Reihan sono rimasti chiusi in una nuova piccola sacca e credo proprio che i loro occupanti se la daranno a gambe levate esaurendo ogni resistenza in un’altra sostanziosa parte di questa vecchia sacca.
Ogni volta che il perimetro si riduce, il numero di truppe necessarie al suo controllo si riduce, aumentando esponenzialmente le capacità offensive delle truppe siriane. E’ per questo motivo che vediamo accelerare sempre più l’avanzata dell’esercito a danno dei terroristi, i quali presto rimarranno bloccati in una zona urbana chiusa tra la M6 ad ovest e la morsa siriana ad est. Prevedo che a breve chiederanno una nuova trattativa per la resa, una già si è svolta nel mese di luglio.
I terroristi da parte loro hanno fallito ogni grossa controffensiva, perdendo uomini e mezzi. Ora tentano di attaccare le difese siriane dal lato opposto, presso Jobar, ma anche qui per loro la cattiva sorte non muta affatto.
Asakah
Abbiamo visto, nella SITREP scorsa, come fossero stati attaccati i miliziani delle Forze di Difesa Nazionale, NDF, dalle milizie curde Asayish, che si occupano della gestione dei servizi di polizia nelle aree sotto controllo curdo nella provincia di Asakah, tranne nelle zone sotto controllo governativo.
Dopo l’iniziale reazione delle NDF agli attacchi di Asayish, il successivo intervento anche di unità YPG, ha fatto pendere la bilancia dalla parte curda, riducendo significativamente il settore delle NDF di quasi la metà. Solo a quel punto, dopo giorni di trattative mediate dai Russi , le forze curde hanno acconsentito ad un cessate il fuoco che riporterà alle iniziali posizioni.
Subito abbiamo espresso perplessità per la condotta delle forze curde che procedevano con questa aggressività nei confronti delle forze governative che pure le avevano aiutate sia militarmente che con rifornimenti quando contro le forze ISIS si erano trovate in difficoltà.
Inoltre l’apertura di una linea ostile nei confronti delle forze governative ha posto in grave difficoltà il mondo curdo-siriano, in una posizione di grande debolezza ed isolamento. Loro probabilmente contavano e contano ancora su un appoggio americano, alleato mediocre che valutando la posizione delle attuali basi in Turchia ed il peso militare del loro maggiore alleato, al momento già abbastanza irritato, uso un eufemismo, per la vicenda del tentato e fallito miseramente, golpe militare di matrice Gulemista, e le eventuali prospettive offerte dall’appoggio curdo, temo non si farà troppi scrupoli nel prendere scelte scomode per i Curdi che vedranno franare ogni sogno di autonomia amministrativa nel prossimo futuro, in quanto ipotesi sgradita alla Turchia.
Provincia a sud di Asakah
Mentre le forze Asayish, su ispirazioni di provenienza esterna, erano impegnate a richiamare le truppe YPG dai fronti per rimediare ai danni causati dai loro attacchi alle NDF, l’ISIS non è rimasta a guardare, e fiutato il momento favorevole, in un solo balzo ha attaccato le truppe curde da sud lungo la M7 e risalito lungo il suo percorso per almeno una trentina di Km. Ora minacciano di arrivare addirittura ad Ash Shaddadi.
Da ieri 25 agosto sono fermi ma potrebbero riservare nuove sorprese.
Provincia di Aleppo, il fronte a nord della città
Cosa è successo nel nord della Siria.
Dal varco di confine di Jarabulus, sono penetrate nella Siria, in territorio occupato da ISIS, forze armate turche, assieme a gruppi di jihadisti, sigle note in quanto presenti in Aleppo. Tra esse spiccano miliziani di Nur Eddin Zanki, gruppo responsabile della decapitazione del 12nne palestinese. Naturalmente questi jihadisti, vengono presentati a tutti sotto la bandiera di comodo delle FSA, giusto per salvare la faccia. Sono segnalate anche diverse presenze di unità armate facenti parte dei Lupi Grigi, ultra nazionalisti Turchi.
In queste ore, dopo la risolutezza mostrata dalle truppe e dal governo turco, anche con gli Americani, le forze YPG hanno annunciato stamane di ritirarsi ad est del fiume Eufrate, con buona pace delle centinaia di vittime che sono costate loro i 73 giorni di assedio per conquistare Manbij.
Stiamo quindi seguendo l’evolversi della situazione. Al momento la posizione più vergognosa la stanno tenendo gli Statunitensi che assecondando il governo Turco hanno inflitto una pesantissima umiliazione alle forze curde che, seguendo i loro consigli, avevano pochi giorni fa attaccato per l’ennesima volta le forze NDF presenti ad Asakah, come avete già letto.
ISIS al momento, se mi consentite il termine popolare, le sta buscando da entrambi i contendenti, sia dai Turchi che dai Curdi, per cui per ora si limita a ritirarsi senza opporre molta resistenza.
Ma l’iniziativa turca non si sta limitando all’est ovest dell’Eufrate, già stanno muovendo i passi gruppi filo turchi a Tal Abyad, dove a breve con la scusa di scontri etnici, ad Ankara, potrebbero decidere un ulteriore intervento armato.
Aleppo
Proseguono intensi gli scontri, dal giorno 22 non vi sono state grosse modifiche sul fronte, ma occorre precisare come nei giorni intercorsi, dall’ultima SITREP, non vi sia stato un attimo di tregua sul fronte del Corridoio per Aleppo est, al momento chiuso di fatto, essendo la via dei rifornimenti sotto diretto fuoco siriano dall’altura di Zahrat Umm Al Qar. Proprio questa collina è stata bersaglio delle offensive di Jaish al Fateh, l’alleanza qaedista che ha lanciato diverse e sempre potenti offensive e ha perso innumerevoli mezzi e uomini nel farlo, solo nell’ultimo attacco ben 7 carri armati ed un blindato.
Gli jihadisti hanno rinnovato i loro attacchi anche contro il cementificio da un lato, e le linee siriane lungo la M5 dall’altro, ma non sono mai riuscite a guadagnare terreno.
Da parte loro invece le truppe siriane hanno tentato di attaccare più volte l’Accademia tecnica ma hanno preso solo posizioni di poco avanzate rispetto a quelle di partenza ma, sinceramente, anche avendo visto dei video di questi attacchi, dubito che si trattasse di vere offensive, quanto piuttosto che molti di essi siano scontri a fuoco per bloccare il più a lungo possibile i terroristi e sfoltirli con l’artiglieria ed i numerosi raid aerei che martellano le posizioni di al Qaeda.
Va inoltre valutato che maggiore è il numero di truppe jihadiste inchiodate su questo fronte, minore sarà il numero di miliziani disponibili per un eventuale attacco contro la Castello road.
Per ora è tutto, nel caso ci fossero grosse novità prepareremo un bollettino speciale.
Il vigore degli scontri ci dice molto sulla posta in gioco e non accenna a placarsi, segno che è destinato ad intensificarsi finché uno dei contendenti non avrà subito danni tali da costringerlo a desistere dalla difesa ad oltranza delle sue posizioni.
Bashar al-Jafari, rappresentante della siria alle NU, lancia un allarme sull’intervento turco in Siria: “Non c’è dubbio che ci sia pressione russo-iraniana su Ankara per farle cambiare politica verso la Siria. Ma la Turchia dice una cosa e ne fa un’altra. Sentiamo buoni interventi ogni giorno, ma non vediamo nessuna azione reale. Se ci fossero azioni coerenti con le dichiarazioni, non avrebbe iniziato l’operazione a Jarabulus. Gli Stati Uniti usano la Turchia, il braccio armato del PKK, al-Nusra e altri. Questo è noto “.
L’allarme avvalorerebbe la tesi del finto golpe operato con la super visione della CIA. Se le cose stessero effettivamente così, allora Putin sarebbe caduto in una trappola molto sofisticata che, ancora più di tutte le provocazioni attuate finora per spingere la Russia a una reazione, con una strategia subdola di invasione mascherata, avrebbe creato le condizioni per rendere inevitabile una risposta. Una situazione estremamente pericolosa per i destini globali. La Russia se volesse replicare dovrebbe presto denunciare all’ONU l’azione turco-americana e stigmatizzarne la violazione delle norme del diritto internazionale, dopo di che approntare una risposta tale da prendere di contropiede gli USA e lasciare la NATO incapace di reagire. A meno di un intervento in soccorso da parte del più stretto alleato, la Cina, la quale avendo in mano l’arma del debito americano potrebbe intimare a questi ultimi di abbandonare i loro piani per il Medioriente, non sembra ci siano alternative. Operando improvvise e massicce vendite di dollari la Cina potrebbe mettere in crisi la valuta e l’economia americane indebolendone, sul momento, le mire imperialistiche.
non credo molto all’ipotesi del falso golpe, credo piuttosto che erdogan ne sia stato informato in anticipo dai suoi servizi e/o forse da quelli di qualche altro paese (russia?la stessa Israele?).
Quanto all’invasione turca, ammesso che non sia effetto anche di un qualche accordo (più o meno tacito) con Putin, non vedo cosa i russi possano fare … se agli ammericani è consentito occupare territorio siriano col pretesto di lottare contro i terroristi, non vedo come potrebbe essere vietato ai turchi di fare la stessa cosa …peraltro non sono forse ancora alleati agli ammericani? e, a giudicare dalla veloce occupazione di una citta occupata dai terroristi, sembra che i turchi siano più bravi degli ammericani o forse gli ammericani sono usi suggerire ai loro burattini dell’isi di ritirarsi in fretta quando si muovono i turchi o altri loro amici.
Il problema è che la russia, nell’ansia di crearsi alleati di tutti i tipi nella lotta contro il Daesh, come se non le fosse bastata l’esperienza negativa fatta con l’altra risoluzione Onu sulla Libia, a suo tempo si adattò facilmente ad approvare anch’essa l’ennesima “risoluzione Onu” che, sotto la foglia di fico del rispetto dell’integrità territoriale della siria, dava invece via libera a cani e porci di intervenire sotto le false insegne della lotta ai terroristi perseguendo il loro progetto di smembramento della siria e facendo carta straccia dei bei proclami Onu.
Ora la situazione è questa: nel nord della Siria gli ammericani sono presenti con le loro truppe speciali ed hanno istituito di fatto una loro no fly zone, gli inglesi mi sembra che ne occupano un altro pezzo ai confini con la giordania, gli israeliani continuano ad occupare le alture del golan e parlano apertamente di volerle annettere, i curdi hanno mangiucchiato qualche altro pezzetto tra i confini turchi e la siria mentre ora anche i turchi ne hanno occupato un altro pezzo sempre con lo stesso pretesto della lotta al Daesh e in aggiunta alla loro ostilità verso ogni ipotesi di stato curdo.
I russi, a mio modesto parere, fin dall’inizio avrebbero dovuto dire chiaro e forte che solo ad Assad e ai suoi alleati spettava il diritto e il dovere di liberare il paese dai terroristi…invece, si sa, tra “partner” bisogna darsi una mano!
Cosicché la siria di un tempo di fatto è finita e ora si tratta solo di vedere chi riuscirà a mangiarsela di più e prima degli altri. Amen