Giorno 16-5-2018
Sacca di Rastan, oggi LIBERA
Nei giorni scorsi, con progressione e molto ordine, ha avuto corso l’evacuazione dei miliziani jihadisti che non hanno accolto la riconciliazione con il governo siriano. Le forze russe del gruppo di contatto hanno organizzato ed accompagnato le fasi del trasferimento.
In questi giorni, partendo da est, l’esercito siriano ha preso il controllo di villaggi e città. Stamattina è arrivato a Rastan, la città più importante di questo settore ed ecco nel video la popolazione che è scesa in strada salutando con gioia l’arrivo dell’esercito ed il ritorno dello stato siriano nelle loro vite.
A coloro che si domandassero come abbia potuto resistere in questi anni la Siria, schiacciata da tante potenze e dai loro mercenari venduti come “ribelli”, la risposta è solo questa: il Presidente Assad ha rappresentato per i siriani l’unica speranza di arginare il terrorismo e sconfiggere le potenze straniere che gettarono 7 anni fa la Siria nel caos più totale.
Dopo centinaia di migliaia di morti, questa guerra sta terminando all’interno della Siria densamente abitata. Le sacche interne, con la caduta di questa (Rastan), e la ormai prossima Yarmouk, stretta in pochi isolati di rovine, saranno liquidate. Restano aree occupate da nemici, gli Usa ad esempio, e altre potenze come la Francia, la Turchia, e altre fazioni legate all’Arabia che occupano il sud.
Gli Usa hanno sottratto alla Siria le risorse energetiche per proseguire nello strozzare economicamente il Paese. Affamare e sterminare la popolazione, come hanno fatto a Raqqa distruggendola, nonostante vi fossero decine di migliaia di civili. Oppure a Mosul in Iraq, dove le autorità hanno calcolato in circa 10.000 i civili morti sotto le bombe USA per arrivare alla sua liberazione.
La guerra non si ferma, sta ancora mutando. Dopo la sostituzione dell’ISIS nell’occupazione della Siria con le SDF, gli Usa ora mirano all’occuparla direttamente. I lavori per una base nella provincia di Deir Ezzour non si fermano.
Sacche Isis ad est
Entrambe le sacche dell’Isis sia quella ad est che quella ad ovest del fiume Eufrate, si trovano sotto attacco. Forze Usa, Sdf e irachene attaccano contemporaneamente i superstiti all’interno del settore della valle del fiume. Avanzano con difficoltà, lentamente. Quale enorme differenza dalle cavalcate di mesi fa con cui, senza colpo ferire, occupavano decine di Km al giorno. Segno evidente che laddove i terroristi non cambino bandiera, è molto difficile guadagnare terreno, anche per gli stessi corpi speciali Usa. Prioritario per loro pare sia stato chiudere la via verso l’Iraq, ma ancora non premono sulla zona desertica.
Ad Al Sukhnah invece i siriani stanno serrando la morsa sui terroristi. In questi mesi i combattimenti non si potrebbero dire mai cessati. Piccole scaramucce fino al mese scorso, quando l’Isis ha deciso di giocarsi il tutto per tutto cercando di riprendere la base T2, e poi Al Abukamal, chiaramente senza riuscirci. Ora invece hanno perso terreno e i siriani hanno ripreso il centro della loro sacca con la conquista di Faydan Bin Muwaynah e della strada che collega la T2 ad Al Mayadin.
Presto avverrà lo scontro finale che provocherà il crollo delle ultime difese.
Si sospetta comunque che parte delle milizie Isis siano passate attraverso le difese siriane. Nel deserto non ci sono trincee o fronti ben definiti e si crede che abbiano raggiunto o la base americana per arruolarsi nelle NSA o si siano dileguate all’interno per poi uscire dalla Siria e magari far ritorno nei Paesi d’origine.
Yarmouk
Le forze siriane, Saa e Guardia Repubblicana, sono affiancate su questo fronte dalle milizie palestinesi. La volta scorsa abbiamo accennato al rallentamento dell’offensiva. Eliminato il grosso delle difese ora mirano a ultimare il lavoro limitando le perdite umane e di mezzi. Individuati gli edifici con cecchini o nidi di resistenza, viene fatto intervenire un mezzo per lo sminamento, l’ UR-77 Meteorit, che lancia un missile ancorato che trascina con se una potente carica di esplosivo che ricade sugli edifici mirati per poi deflagrare distruggendoli con i miliziani al loro interno.
I carri modificati per il CQB, stanno resistendo molto bene ad ogni attacco con Rpg, non ho visto attacchi con missili americani Tow, segno che almeno qua l’isolamento ha funzionato.
Della mattina del 16 maggio le forze aerospaziali russe hanno iniziato una serie di pesanti bombardamenti mirati sulle posizioni ISIS a supporto delle forze siriane.
Nel video allegato potete osservare le milizie palestinesi coordinate e comandate da un ufficiale dei corpi speciali della Guardia Repubblicana, i mezzi corazzati modificati e i tunnel immancabili. Scoprono anche un laboratorio per l’assemblaggio di bombe barile usato anche per approntare trappole esplosive e VBIED.
Sacca di Idlib
Proseguono gli spostamenti di truppe siriane a ridosso della sacca. Nel contempo l’aviazione russa si è molto concentrata su questo settore, colpendo molto anche a ridosso della frontiera turca.
Probabilmente torna a suonare la campana per i qaedisti di questa sacca, sempre molto attivi anche nella guerra interna con gli jihadisti mercenari al servizio della Turchia.
Alcuni report ci hanno segnalato movimenti di truppe anche a nord est, nel settore di Aleppo, forse in vista di una nuova offensiva per allontanare definitivamente il fronte dalla città e metterla così in sicurezza.
Prossime tappe quindi, Daraa nel sud della Siria e La sacca di Idlib. Resta da vedere se attaccheranno presso il fronte di Aleppo o se libereranno prima Jisr al Shougur.
La Turchia minaccia la Siria di non attaccare la sacca di Idlib. Vi hanno posto delle strutture avanzate, chiamate osservatori, mediante i quali vorrebbero egemonizzare il territorio di Idlib come fosse di loro competenza. Tuttavia sappiamo come sia in corso all’interno della sacca una guerra tra fazioni e che una di esse sia Al Qaeda, per cui vi sono tutte le condizioni per attaccare la sacca e recuperare il controllo della maggior parte di territorio possibile.
Assad a Sochi
Il giorno 17-5-2018 il Presidente siriano Bashar al Assad si è recato dal suo omologo russo Vladimir Putin per discutere della situazione in Siria e fare il punto della situazione. Ha ribadito la sua ferma convinzione nel proseguire nella riconciliazione e quindi in ottemperanza agli accordi di Astana, di inviare presso l’Onu una delegazione siriana con l’incarico di predisporre il processo di stesura della nuova Costituzione che terrà conto degli interessi di tutti i siriani (aggiungo che già è stata votata ed entrata in vigore nel 2012, per cui immaginiamo la riprendano, modifichino leggermente e la ripresenteranno perchè venga formalmente approvata dalle parti. Comunque controlleremo a tempo debito).
Speriamo abbiano colto l’occasione per discutere anche del futuro ammodernamento dell’esercito siriano, del recupero dei pozzi di petrolio o dello sfruttamento di nuovi e dei rischi per tutto il settore medio orientale.
Inserisco la video sitrep appena terminata e pubblicata, buona visione:
Stefano Orsi
video molto interessante, sopratutto ultima parte. peccato che i tg italiani non ne facciano alcun cenno . Questa mancanza di informazioni mi rattrista anzi mi fà imbestialire perchè i giornali e televisioni( italiani )
fanno di tutto per tenerci all’oscuro dei fatti del mondo. Ci raccontano solo quello che aggrada a chi comanda.
Si, siamo delle persone e cittadini con tutti i diritti previsti dalle varie costituzioni,ma alla fine, chi comanda ci considera solo dei numeri e non persone che hanno il diritto di conoscere.