Stiamo trascorrendo un periodo in cui non vi sono grandi offensive ma grandi preparativi.
La presenza costante delle forze ISIS non ancora eradicate, gli spostamenti di truppe a sud presso i settori di Quneitra e Daraa, la Siria occupata dalle forze filo USA in fermento di rivolta.
Sono questi i fronti attuali e di cui oggi parleremo.
Siria del sud
Daraa e Quneitra
Proseguono i preparativi. Nelle settimane scorse sono giunte molte unità di rinforzo che hanno occupato ognuna il settore di competenza, in vista o dell’offensiva finale per liberare il sud della Siria o la resa dei terroristi e la liberazione del sud della Siria.
Parallelamente alle unità di terra sono state schierate anche unità di difesa antiaerea, diverse postazione Pantsir (recentemente consegnate dalla Russia) e altre batterie, il tutto per scoraggiare eventuali incursioni israeliane o intercettare le salve di missili.
Proseguono nel frattempo i contatti tra Russia, Israele e USA al fine di raggiungere un accordo che accontenti le varie parti e permetta di liberare i territori siriani.
Stamattina elicotteri siriani hanno lanciato volantini che invitano la popolazione residente a cacciare i terroristi da Daraa.
L’attacco si fa sempre più vicino.
I consiglieri russi proseguono nei preparativi delle varie operazioni con gli ufficiali siriani che assistono ai briefing preparatori.
Suweyda
In questo settore poco ad est di Daraa è rispuntato l’ISIS. La recente battaglia per Tal Barakat, altura di importanza strategica, ha visto l’esercito riconquistare alcune posizioni importanti e metterlo in grado di avanzare sulle altre alture attorno ad Al Kara. Conquistate queste all’ISIS non resterebbero che alcune caverne dove nascondersi.
La cosa che ci incuriosisce è capire da dove siano sbucati questi miliziani, in quanto il confine giordano al momento è presidiato da diverse milizie locali legate alle NDF siriane mentre la fonte dei questi miliziani potrebbe essere la base di Al Tanf, occupata dagli USA, che risulta molto vicina e attiva nell’addestrare terroristi.
Sono giunte alcune milizie Hezbollah e Liwa al Fatemiyoun a dare manforte per contenere e attaccare il Califfato così duro a morire.
L’esercito ha posizionato nei pressi di Harren una postazione di batterie antiaeree, come anche dall’altro versante del fronte nei pressi di Al Atam.
Il comparto missilistico in funzione di deterrenza è stato molto potenziato.
Un convoglio davvero considerevole di circa 80 mezzi leggeri e di supporto è arrivato ieri, si tratta di Unità Tigre spostati qui in vista dell’offensiva.
Il comandante gen. Hassan ha ispezionato diversi fronti per sincerarsi dei preparativi e della operatività dei reparti.
Il giorno prima, con l’arrivo del gen. Hassan, era arrivato in questo settore il più grosso convoglio di truppe e mezzi pesanti mai giunto qui, credo sia una diretta risposta alle minacce USA dirette a intimidire i siriani e dissuaderli dall’attaccare queste regioni, che ricordiamo operano sotto comando centrale situato in Giordania con consiglieri americani e NATO. Le uniche forze non inserite in questo comando unificato sono quelle di Hayat tahrir al Sham, ovvero Al Qaeda in Siria.
Sacca di al Sukhnah
Proseguono gli scontri tra i soldati siriani e l’ISIS, che nelle giornate passare ha attaccato in forze la città strategica di Al Abukamal. Le forze siriane hanno subito decine di vittime ma non sono indietreggiate e grazie ai rinforzi giunti da Deir Ezzour hanno potuto respingere con forza ogni attacco e causato pesanti perdite in uomini e mezzi al Califfato nero.
Anche in questo settore stiamo assistendo ad un continuo arrivo di gruppi armati, milizie legate alle NDF, milizie tribali, che pur non essendo addestrate in maniera paragonabile alla Guardia Repubblicana o alla 4° divisione, svolgono con attenzione ed impegno il loro ruolo di contenimento.
Con la risoluzione definitiva della situazione nel sud, vedremo allora spostarsi qui quelle unità di prima linea, ben armate ed addestrate che porranno fine definitivamente alla presenza ISIS in terra siriana libera.
Due giorni fa, la mattina di lunedì quando da noi era ancora domenica, forze aeree non precisate hanno attaccato pesantemente le postazioni militari siriane ed irachene, poste a cavallo tra Al Abukamal, in Siria, e Al Qaim in Iraq, tutte impegnate nel combattere ISIS che è ancora presente e attiva su quei fronti.
Inizialmente si è pensato si trattasse di caccia della coalizione, ma con l’andare delle ore è poi emerso, per stessa ammissione dei comandi USA, che dietro vi fosse stata la IAF israeliana.
Israele quindi nuovamente protagonista di una aggressione illegittima e grave contro forze impegnate direttamente nel combattere terroristi che hanno causato anche da noi in Europa centinaia di vittime.
Israele risulta quindi a tutti gli effetti come direttamente impegnato nel supportare il Califfato.
Manca la conferma da parte di Tel Aviv ma nemmeno serve, visto che sono stati indicati dagli stessi comandi statunitensi.
Le vittime sono decine, 22 miliziani iracheni e una trentina di soldati siriani. Numeri pesanti, che indeboliscono non poco le difese di questo prezioso e strategico presidio di confine.
A poca distanza, le truppe siriane e irachene si sono invece incontrate per coordinare le operazioni di controllo del confine, una chiara e tangibile risposta di unità contro il terrorismo sionista.
Tra la base di Al Tanf, occupata dagli USA, e la sacca di Al Suknah è stata smantellato un caposaldo dei terroristi, a conferma di quanto sospettato dei traffici continui di truppe e rifornimenti tra la sacca ISIS e la base USA che sospettavamo.
Siria Occupata
Nei giorni scorsi si è diffusa la voce, riportata infatti da una agenzia turca, dello schieramento di forze speciali italiane nel settore occupato dalle SDF filoamericane. Per la precisione in una base USA in costruzione presso i pozzi Omar, risorsa siriana rubata dalle forze di occupazione. Inutile spiegare quanto sarebbe grave se mai venisse confermata questa presenza, per ora smentita dal ministero della difesa. Tuttavia abbiamo imparato che le forze speciali spesso operano in segreto e certamente non ci si può attendere delle conferme.
Hasakah
Nella provincia di Hasakah sono tre le notizie importanti: la prima riguarda la seconda colonna di soldati USA giunta nelle vicinanze di un settore ancora presidiato da truppe siriane, e il rifiuto di queste ultime a concedere il passaggio delle truppe USA. La colonna anche questa volta è stata rispedita al mittente e ha dovuto compiere un lungo giro per raggiungere la sua destinazione.
Seconda notizia: l’offensiva delle SDF con gli USA e le forze irachene dal loro lato di confine che attaccano l’ISIS nella parte nord della sacca rimasta, dopo mesi di totale inattività e attesa non si sa di cosa.
Non sono avanzate travolgenti, come le farse di mesi fa, compiute solo per chiudere la strada ai siriani e impedire loro di recuperare il controllo dei vitali pozzi di petrolio. Comunque questi attacchi sono una buona novità perchè avvengono contro il giusto avversario, al contrario del passato.
Terza notizia: nella città di Hasakah sono giunti via elicottero, per la prima volta dal 2015, decine di rinforzi siriani con carichi di materiale bellico per rinforzare significativamente le postazioni in questo capoluogo. Non è detta che siano le sole a giungere. L’atterraggio è avvenuto presso il campo sportivo cittadino, quindi al riparo da tiri diretti, ed è importante soprattutto se collegato ai recenti incontri delle tribù locali riunitesi a Dair Hafir, dove i loro capi hanno dichiarato il loro rifiuto di riconoscere l’occupazione americana e hanno annunciato l’inizio della resistenza armata. Movimento di resistenza dunque di cui vi avevamo già più volte annunciato l’esistenza ora palesato pubblicamente e perentoriamente. Ecco quindi che soldati e carichi bellici lasciano immaginare la creazione di una importante base difensiva in vista di moti insurrezionali nella regione.
Per oggi è quindi tutto, vi invito a vedere anche la nostra videositrep diffusa sul nostro canale video cui vi invito a iscrivervi.
Buona settimana a tutti.
Stefano Orsi
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