Abbiamo atteso alcuni giorni prima di riassumere qualche aggiornamento significativo per questa grande battaglia, decisiva per il prosieguo della guerra in Siria, che non riteniamo sia prossima alla fine come molti credono: ISIS verrà sicuramente sconfitta, ma le carte servite in tavola ci propongono uno scenario poco rassicurante nel breve medio periodo di tempo.
Vediamo ora come si è evoluta e valutiamo le eventuali prossime mosse delle controparti.
Iniziamo quindi con il riassunto delle giornate scorse attraverso gli aggiornamenti flash diffusi sulle nostre pagine social di riferimento.
La Grande Battaglia per Deir Ezzour
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 10-10-2017
Procedono le operazioni di liberazione della città di Deir Ezzour, ma da ieri una grave complicazione per i siriani si sta facendo avanti.
Iniziamo con i combattimenti tra siriani ed ISIS.
Le forze siriane hanno liberato per intero la zona chiusa su tre lati tra la M20, l’aeroporto e il terminal petrolifero, pertanto la M20 è pienamente operativa e utilizzabile per rifornire la città e le truppe di quanto serva loro.
Imperativo ora che le truppe lungo la ferrovia che va da Arak alla stazione di pompaggio T2, per poi proseguire verso l’Iraq, avanzino e si portino a ridosso del fiume Eufrate.
Un fattore che è fonte di grande preoccupazione è rappresentato dall’avanzata delle milizie SDF, che sono scese ad occupare, da sciacalli, altra Siria che non compete loro. Inoltre devo constatare, e lo ribadisco avendolo già scritto ieri, che non ci sono notizie di alcun loro combattimento contro ISIS fino all’arrivo alla periferia della città, ieri sera. Oggi la conferma della loro posizione e del fatto che abbiano occupato le vie che portano fuori dalla parte est della città e che potevano essere utilizzate dalle milizie ISIS in fuga: ora si prospetta una lotta sanguinosa che porterà altra distruzione in questa città martire, un’altra tacca da aggiungere a quanto già fatto, quando in futuro queste milizie saranno chiamate finalmente a risponderne.
Qui un collegamento dall’aeroporto.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 14-9-2017
Velocemente ci riportiamo sui fronti siriani per verificare, dopo l’unificazione delle difese cittadine e la precedente rottura dell’assedio, quali siano le principali novità.
Innanzitutto oggi la visita del Capo di Stato Maggiore , il generale Abdullah Ayoub, che non ha mancato di garantire agli ufficiali in comando tutto il necessario supporto logistico e militare.
È da ieri, infatti, che continuano ad affluire ingenti rinforzi e camion di aiuti per la città: la strada M20 è praticamente un serpente di mezzi in movimento.
Potete vedere in questo video la visita del Comandante in Capo.
Gli attacchi in corso sono a sud, verso un’installazione militare confinante con l’aeroporto, e sono state liberate anche una stazione di pompaggio e di distribuzione del gas.
L’ansa col villaggio di Jafrah è stata liberata nella notte di ieri l’altro, e da lì sono partite le voci riguardanti la preparazione di pontili galleggianti per l’attraversamento del fiume, che poi non c’è stato.
A nord, al momento, c’è l’impegno bellico maggiore.
Le Unità Tigre, stanno avanzando lungo il fiume e hanno liberato diversi quartieri della periferia cittadina, località che i più attenti ricorderanno perse dalle difese nel corso di pesantissime offensive dell’ISIS.
Barzaghi, Salaiyah, l’antenna delle trasmissioni radiofoniche, i magazzini militari, che erano stati bombardati nel 2016 dagli americani (per errore, dissero), l’installazione militare di Hadzhana, ai vecchi confini delle difese. Manca ormai solo il quartiere di Al Safhirah e ci saranno tutti: stanno chiaramente mettendosi al sicuro da eventuali colpi di coda delle forze chiuse nella sacca che si è formata a nord, e che chiameremo di Ma’Dan.
Qui il video di questi scontri.
Da ieri , dicevo, stanno affluendo rinforzi di enorme consistenza, e molto velocemente, velocità cui non eravamo abituati. Un netto miglioramento rispetto anche solo a pochi mesi fa, merito, rispetto a quello che abbiamo sempre sottolineato: un tremendo problema di mobilità interna dei siriani che, avendo fronti frastagliatissimi, erano costretti a linee di comunicazioni impossibili da gestire. Ora è tutto diverso: vediamo come carri armati, mezzi blindati, camion a non finire e migliaia (davvero una moltitudine) di soldati, riescano a confluire nel giro di poche ore fino al fronte avanzato.
Tra questi rinforzi si segnala una intera brigata corazzata della 4° Divisione, soldati di grande esperienza ed addestramento.
Attendiamo quindi per domani altre nuove.
Sul lato curdo vediamo come essi, una volta trovata una minima resistenza, si siano quasi del tutto fermati.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 15-9-2017
Come quasi tutte le sere vediamo se ci siano novità per quanto riguarda i fronti più attivi.
Mentre ad Astana i diplomatici stanno lavorando sul futuro assetto della Siria, vediamo invece come a Deir Ezzour la politica stia lavorando con altri mezzi.
Le Unità Tigre sono protagoniste anche oggi delle operazioni condotte dall’esercito siriano a nord di Deir Ezzour.
Le truppe si muovono con manovra a tenaglia sia lungo la sponda destra del fiume Eufrate che chiudendo dal deserto sulle forze ISIS dispiegate a difesa dei villaggi nella valle. Stanno aggirando le loro difese in modo da chiuderne una parte in una sacca o spingerli a ritirarsi a nord verso Ma’Dan.
Nel dettaglio, ieri si erano fermate dopo aver liberato il quartiere di Baghiliyah; oggi hanno proseguito e stanno completando, in queste ore, la liberazione di al Safhirah. Hanno così ricomposto il fronte delle difese cittadine del settembre 2015: domani torneranno con ogni probabilità dove non mettevano piede ormai da più di tre anni.
L’avanzata incontra una notevole resistenza da parte dei miliziani, ancora ben armati e disposti a morire per difendere le loro posizioni.
L’esperienza delle truppe siriane, permette loro di arginare le tattiche che ISIS è solita mettere in campo con i suoi attacchi fulminei, l’eliminazione delle postazioni e una fuga veloce per poi attaccare altrove.
A sud della città non troviamo le Unità Tigre: ci sono invece le truppe della Guardia Repubblicana, corpo tra i meglio addestrati delle forze armate siriane. Ieri hanno liberato la base di difesa aerea 1082 e vicini abitati, oggi hanno proseguito liberando il quartiere di al Muri’iyah ed altre piccole frazioni. Attualmente si starebbero portando oltre, avvicinandosi a Jafrah, l’abitato dell’ansa del fiume in gran parte già liberato, quindi sarà la volta dell’isola Sakr.
Sull’altro lato del fiume, le forze SDF-YPG hanno trovato, dopo tanto correre, le prime truppe ISIS, e si sono immediatamente fermate. Sappiamo come siano in viaggio ingenti rinforzi chiamati da altri fronti e dalle truppe preposte al controllo della popolazione sui territori da essi occupati: la maggior parte di essi si trova infatti in zone a grande maggioranza di popolazione araba.
Vedremo domani, quando, arrivati i rinforzi, si disporranno sul terreno, come intenderanno muoversi: al momento non si comprendono ancora le loro reali intenzioni.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 16-9-2017
Prosegue la campagna siriana: in queste ore è stata annunciato l’inizio della fase tre dell’operazione denominata Big Dawn, Grande Alba, che dovrebbe portare le truppe siriane a ridosso di Abu Kemal.
Importante da questo punto di vista, la contemporanea offensiva irachena lungo il confine con la Siria. Questa offensiva infatti reca con sé due conseguenze: la prima riguarda il diretto avanzare delle truppe irachene che si riappropriano del confine con il vicino siriano; inoltre garantisce alla Siria di non avere alcun avversario da cui guardarsi sul suo fianco destro, consentendole quindi di disimpegnare una moltitudine di truppe da utilizzare dapprima per l’avanzata sulla stazione T2, per portarsi poi, dal deserto, a ridosso della valle del fiume Eufrate e sulle postazioni difensive dell’ISIS attorno a Abu Kemal, costringendole a rimanere sul posto, prive di mobilità tattica. Proprio da questo fronte quindi stanno partendo delle micidiali salve di artiglieria e razzi, e a breve si attende l’assalto alla base T2 e poi l’avanzata verso il fiume. Nel contempo, spero che non dimentichino di chiudere i territori poco più a nord verso la M20, in modo da eliminare questo fronte e spostare tutte le truppe disponibili verso l’Eufrate.
Se doveste rileggere le recenti SITREP, scoprireste che da tempo abbiamo evidenziato come sia prioritario ridurre questo fronte per garantire senza impiego di truppe la sicurezza dei convogli di rifornimenti e rinforzi e bloccare la maggior parte di miliziani ISIS sulle loro posizioni.
In Deir Ezzour procede bene la liberazione dei quartieri periferici: un gruppo di 20-25 miliziani ISIS si è arreso alle truppe guidate da Issam Zahareddine, che ha difeso la città per anni. Un bel segnale.
A nord è terminata la liberazione del quartiere di Safyrah e già si spingono oltre le truppe guidate dalle Unità Tigre. La manovra è articolata: non solo sale lungo il fiume, ma attraversa anche il deserto per prendere il fianco del nemico e costringerlo ad arretrare sempre più in direzione di Ma’Dan.
Nella parte meridionale della città avanzano ancora le avanguardie siriane, che hanno liberato il villaggio di Jafrah, poi Marbaiyah e ora arrivano presso Al Abd e Abu Amr.
Sul’altra parte del fronte, le SDF-YPG sono ancora inchiodate, nonostante i numerosi rinforzi ricevuti, e si impegnano nel produrre comunicati sempre in contraddizione tra loro: al mattino affermano di non voler avanzare sulla città, verso mezzogiorno attaccano verso la città, verso la zona industriale, rintuzzano le offensive ISIS, poi annunciano di aver subito un attacco aereo verso le 12,30; altre fazioni, dopo due ore circa, annunciano di avere subito lo stesso presunto attacco aereo da parte russa alle ore 15.00: Insomma, non riescono a mettersi nemmeno d’accordo tra di loro. Un giorno annunciano di voler restituire i territori presi alla Siria, ed il giorno dopo tuonano contro l’ipotesi che la Siria torni nelle province ad est del fiume. Credo sinceramente che chiacchierino troppo e nel frattempo i siriani avanzano. Presto, spero, anche oltre il fiume.
Nella giornata si sono diffuse voci di un attraversamento del fiume da parte siriana: ebbene fino a questo momento si può affermare che ancora non sia avvenuto alcun attraversamento; al massimo ci sono state delle ricognizioni da parte di pattuglie appositamente addestrate.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 18-9-2017
Prime conferme visive della notizia dell’attraversamento del fiume Eufrate da parte delle forze siriane che stanno combattendo l’ISIS.
La sfida aperta ai diktat americani e alle milizie curde si sta palesando in tutta la sua importanza: la Siria è e deve restare unita sotto la bandiera dello stato siriano, i nemici della sua unità e sovranità sono avvisati.
Per ora nessuna reazione da parte USA o dalle SDF-YPG. Speriamo non giochino brutti tiri, che aiuterebbero solo a prolungare i tempi e a procrastinare l’inevitabile sconfitta del Califfato e delle forze che anelavano al divisione della Siria.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 19-9-2017
Prosegue l’attraversamento del fiume Eufrate da parte delle forze congiunte siriane, con presenza di truppe speciali russe.
Mentre gli specialisti del genio pontieri procedono nell’approntamento del ponte, le forze speciali hanno assicurato sulla sponda orientale una buona testa di ponte, atta ad assicurare la tranquilla prosecuzione dei lavori necessari al completamento dell’opera, che garantirà un attraversamento in forze e in sicurezza oltre il fiume. Questa al momento la situazione sul campo.
I combattimenti proseguono, ma nonostante la resistenza dell’ISIS le forze siriane riescono ad avanzare verso un’importante arteria stradale; sono in corso dei contrattacchi ma finora non hanno avuto alcun esito.
Gli attraversamenti finora sono stati assicurati da mezzi anfibi e da barconi che trasportano mezzi e truppe.
Vi sono altre iniziative siriane, che grazie ai numerosi rinforzi giunti nei giorni scorsi possono assicurare una avanzata verso sud guidata dalla Guardia Repubblicana siriana e a nord dalle Unità Tigre del gen. Hassan
Fate circolare, grazie.
Giorno 20-9-2017
La Grande Battaglia per Deir Ezzour
Come avete letto nei bollettini flash postati sui social, le forze armate siriane, sono riuscite ad oltrepassare il fiume Eufrate e a stabilire una testa di ponte sulla sponda est, liberando anche alcuni villaggi.
Immediatamente le truppe SDF-Ypg hanno tentato di raggiungere i pozzi di petrolio, ma non vi sono riuscite, bloccate dalle milizie dell’ISIS che, dove sono presenti, a volte combattono anche contro SDF.
Comunque procede la costruzione del pontile e a breve, forse domani, potremmo assistere ad una nuova avanzata.
Fattore esterno e fonte di grossa preoccupazione: oggi è giunta la notizia di un possibile atterraggio di truppe aviotrasportate sui pozzi di petrolio di Tabieh. Il punto è che ancora non si sa chi sia stato, se i siriani o, più probabilmente, gli USA, il che lascia intendere che vogliano privare illegalmente la Siria delle risorse necessarie alla ricostruzione del Paese. Ancora una volta gli americani si stiano palesando come forza destabilizzante della regione mediorientale.
Oggi ci sono state pesanti denunce da parte russa per questi episodi esecrabili, volti a favorire l’ISIS contro l’esercito siriano: ricordiamo bene come le truppe SDF siano avanzate proditoriamente e senza incontrare resistenza alcuna fino alla soglia della città dove poi sono state fermate, ma sempre senza che vi fossero attacchi intensi contro di loro. Ora, stando alle dichiarazioni russe, gli attacchi di artiglieria contro le forze siriane arriverebbero non da sud, come ci si potrebbe attendere, ma da nord, oltre le linee del fronte curdo, il che lascia più che qualche perplessità: qui si sta parlando di azioni di guerra in accordo con ISIS.
Facciamo un attimo un salto di qualche centinaio di chilometri.
Arriviamo a nord di Hama.
Qui si estende la vasta sacca di Idlib, dove Al Qaeda, improvvisamente, ma con grande tempistica strategica, ha rotto la tregua, e attaccato le linee siriane con una pesante offensiva. Sono due giorni con oggi, nei quali ha subito perdite pesantissime: si parla di circa 850 miliziani, decine di pickup, e altri blindati e mezzi vari, 11 carri armati, tra cui i due famosi T90 che aveva catturato alle fattorie Mallah a nord ovest di Aleppo, nelle fasi iniziali della Grande Battaglia che portò alla rottura dell’assedio della parte ovest e poi alla sua totale liberazione dai terroristi, e forse ricorderete quanto la stampa occidentale si opponesse alla liberazione della città.
Come valuto questa azione.
Da subito l’obbiettivo è parso quello di voler colpire le forze russe che controllano l’effettiva de-escalation nel settore: 29 agenti di polizia militare russa sono stati accerchiati e si sono trovati a combattere fianco a fianco con miliziani di formazioni non qaediste, con un massiccio intervento aereo russo. La tenacia nel combattimento serrato mostrata dai russi, ma anche dai miliziani, è riuscita a rompere l’accerchiamento e a consentire loro di mettersi in salvo.
Al Qaeda, con le sue varie formazioni presenti in Siria, tra cui spicca Al Nusra con le sue successive reincarnazioni in differenti sigle, ultima Hayat Tahrir al Sham, è da tempo impegnata in una guerra sanguinosa con le altre formazioni jihadiste presenti nella sacca, ed è riuscita in questi mesi ad impadronirsi di Idlib e di altri centri urbani strategici e controlla anche tutti i settori dove sono avvenuti gli assalti di questi ultimi giorni, nonché il famoso “attacco chimico” messo in scena e filmato alla bisogna dei media occidentali presso Khan Shaykhun. I media occidentali non si sono mai posti il problema di dare per certe e affidabili le informazioni diffuse dagli organi della propaganda qaedista, che , come abbiamo saputo dai resoconti del senato americano, nelle relazioni del bilancio dello stato, erano state ben addestrate per la propaganda attraverso i mezzi di informazione di massa. Il fatto che proprio nelle sole zone controllate da Al Qaeda vi sia la presenza dei famigerati White Helmets ancora pare non suscitare alcun sospetto, e stimolare qualche dubbio nelle labili menti di tanti giornalisti blasonati e ben retribuiti…, parlo chiaramente dei nomi a noi più noti.
Al Qaeda quindi è dietro l’attacco simulato di Khan Shaykun. Mai alcuna commissione di indagine si è recata sul posto per indagare e si è solo dato credito a testimonianze di terroristi, persone che tra uno sgozzamento ed una decapitazione, evidentemente, sono ritenute degne della massima affidabilità.
Ora un attacco suicida. La risposta siriana è stata guidata dalle forze speciali delle Unità Tigre, mai allontanatesi dalla scorsa offensiva e preparate a respingere gli assalti: è stata durissima. Subire perdite di queste dimensioni rasenta la follia.
Il comportamento di al Qaeda non è dissimile dalle anomalie tattiche e strategiche che abbiamo notato in ISIS; quindi, se anche Al Qaeda non agisce negli interessi di Al Qaeda, negli interessi di CHI si sta muovendo?
Cosa potrebbe accadere in queste ore per far precipitare un situazione bellica che volge sempre più a favore della Siria e contro gli interessi di Israele e degli USA in questo scacchiere?
Il discorso di un ridicolo presidente americano (sapete bene quanto non amassi lui, ma anche che disprezzavo anche di più la Clinton) pronunciato ieri all’assemblea dell’ONU, ha indicato le priorità a stelle e strisce: i criminali per loro sono i Paesi non allineati con le loro folli politiche, l’Iran vilipeso ed odiato da Israele, che vede la sua vittoriosa presenza in Siria come una diretta minaccia al deretano di Bibi Netanyahu, anche se non è affatto così, e poi naturalmente Hezbollah e la Siria, col presidente Assad dipinto come se il criminale fosse lui, e non chi ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone scatenando questa guerra sanguinosa ed infame.
In questo discorso quindi si delinea la linea politica americana e i suoi principali bersagli, tra i quali la Corea, che incredibilmente apparirebbe non più come la priorità assoluta.
Addirittura la diplomazia a stelle e strisce e suon di speroni si porterebbe a denunciare il trattato sul nucleare iraniano, fatto questo che preluderebbe a possibili attacchi militari.
Cosa ci dobbiamo attendere?
Temo principalmente che questo attacco di Al Qaeda, ormai evidentemente complementare agli attacchi curdi ad est, possa creare il presupposto sine qua non per inscenare un secondo attacco chimico fasullo, che giustifichi una pesante escalation bellica in Siria con un diretto intervento delle potenze europee, la Gran Bretagna e la Francia, e degli USA. A questo proposito, il frettoloso quanto inconsistente rapporto ONU sul precedente attacco, subito all’indomani della liberazione dall’assedio di Deir Ezzour, suona come un elemento necessario a creare le condizioni ottimali per ripetere la “pièce teatrale” e dare il via ad un gioco pericolosissimo.
L’esercitazione russa e bielorussa Zapad 2017 terminata oggi, con il lancio di un RS24, suona come un pesante monito dell’unica potenza di pace nel mondo, la Russia, a non oltrepassare dei limiti oltre i quali non ci sarebbe via di ritorno.
Una escalation non si limiterebbe al teatro locale , ma sarebbe un vero e proprio “Orizzonte degli eventi”, il luogo dal quale non si fa ritorno ma si può solo precipitare all’infinito dentro al buco nero delle distruzione atomica.
Torniamo ora a Deir Ezzour.
Le SDF muovono verso est lungo la autostrada 7 e nuovamente senza incontrare resistenza alcuna da parte ISIS.
Le truppe siriane invece dilagano a nord, dove, dopo i primi giorni di resistenza accanita, le forze del Daesh cedono il passo e sono sospinte indietro, di villaggio in villaggio. Ora le truppe guidate dalle Unità Tigre sono a non più di 20 Km dalla roccaforte di Ma’Dan, e senza dubbio stanno esplorando l’area desertica ormai racchiusa dalla loro manovra, e fosse libera avrebbero acquisito ormai la quasi totalità di questa sacca.
Chiusa questa sacca, salvo nuove provocazioni da parte dei miliziani curdi, questo settore potrebbe passare in secondo piano, e le preziose truppe esperte potrebbero essere meglio impiegate nell’importante avanzata verso est e verso sud.
Mille sono le tonnellate di aiuti umanitari che l’Iran ha inviato, proprio l’Iran, quel Paese che nello storytelling di Trump sarebbe il diavolo in persona.
Eppure non mi risulta che altri stati abbiano inviato nulla, oltre alla Russia, al Libano, all’Iran e pochi altri. Davvero un bell’esempio di carità umana, complimenti alle Nazioni Unite.
L’aeroporto della città è tornato attivo e sono atterrati nei giorni scorsi i primi due aerei.
Nel frattempo alcune troupe televisive europee si sono risvegliate dal torpore e ci propongono dei servizi che un po’ si ricalcano: erano assieme in un unico gruppo, e tutti danno la stessa versione degli eventi, per una volta accettabile.
Ho notato che ripetono di essere i primi giornalisti stranieri ad arrivare in città… che strano, mi chiedo chi fossero allora quelli delle troupe di Anna News o di Russia 24 o di RT che abbiamo seguito finora… Misteri.
Reportage da Deir-el-Zor. Da 3 anni era sotto assedio di Daesh. E' stata liberata pochi giorni fa dall'esercito siriano grazie ai bombardamenti aerei russi. Prossima tappa: Raqqa.
Posted by Marc Innaro on Monday, September 18, 2017
Mappa del fronte a nord di Hama

Fronte nord di Hama 20-9-2017
Qui potete osservare le zone dei combattimenti e nei video i combattimenti in corso.
Sacca ISIS di Hama-Homs: ormai si riduce di giorno in giorno e si è ridotta a poco più di un fazzoletto di terra dove i miliziani pare si stiano già scavando le fosse, ma alla fine potrebbero decidere che ogni resistenza sia inutile e arrendersi.
Per oggi credo che abbiamo affrontato argomenti a sufficienza, e che abbiate già di che riflettere.
Buona giornata a tutti voi
Stefano Orsi
Ottime e chiari spiegazioni sulla situazione siriana. un grande grazie per il Vostro lavoro