Settore di Al Kawn
Nella serata di ieri, le forze armate siriane, guidate dalle Unità Tigre, hanno liberato con un deciso e veloce assalto, appoggiati in maniera determinante dall’aviazione russa, il villaggio di Al Taiba, ultimo centro abitato prima di Al Sukhna.
Nel video si può vedere il comandante delle operazione, gen. Al Hassan che controlla di persona il fronte avanzato.
Dopo la conquista di Al Taiba, le forze siriane hanno inviato pattuglie lungo il territorio ad ovest di del villaggio per verificare la consistenza delle eventuali forze ISIS presenti: dai primi resoconti pare abbiano trovato una sparuta presenza di miliziani, subito eliminati.
Il quadro di un settore che sta collassando su se stesso è sempre più evidente: ISIS non può mantenere quest’area del fronte, e ritira i suo uomini oltre la linea che passa tra Al Kawn, ora al Taiba, e Al Sukhna. Alle truppe siriane resta solo di attendere la verifica dei settori a mano a mano che avanzano.
La notizia diffusa ieri da parte del Comando delle Forze Aerospaziali russe, del convoglio ISIS distrutto sulla strada per Deir Ezzour, proveniente proprio dal settore di Al Taiba, non fa che corroborare queste nostre deduzioni. Da una stima russa, il convoglio distrutto avrebbe comportato l’eliminazione stimata di circa 200 miliziani del Califfato: direi un ottimo inizio per il gran finale che verrà. La battaglia più pesante è attesa lungo le sponde del fiume Eufrate infatti.
Provincia di Deir Ezzour

Siria orientale e Rojava a maggioranza curda, settori occupati dai Curdi e dove potrebbe iniziare una nuova occupazione di territorio siriano 21-8-2017
Proprio da questo settore giungono, per me, le maggiori apprensioni.
Non tanto per le sorti della città di Deir Ezzour, con ISIS ben più in salute, anche nelle ore più disperate: la sola presenza del gen. Issam Zahareddine, mi ha sempre garantito che i suoi soldati avrebbero salvato la situazione e gli abitanti della città, e così è sempre stato; ora addirittura riesce a mantenere l’iniziativa in mano, sebbene circondato dai tagliagole.
No, le preoccupazioni giungono dall’atteso attacco sulla sponda sinistra dell’Eufrate da parte delle forze filoamericane dei curdi. Perché preoccupazione? Perché ciò che potrebbero volere a seguito dell’occupazione di un così vasto territorio mi preoccupa: le loro intenzioni non sono affatto chiare. Il Rojava, come lo chiamano loro, non è che un piccolo territorio nel nord-est della Siria, e la presenza a maggioranza curda si limita a qualche centro urbano; i territori che stanno occupando sono abitati da siriani, per cui in città come Hasaka si sono già avuti numerosi scontri a fuoco a causa dei soprusi che i curdi commettono sulla popolazione, che hanno scatenato le milizie NDF, difesa nazionale locale; i curdi impongono il loro controllo “manu militari” sulle autorità locali, che invece sono fedeli al legittimo governo di Damasco; governo che mai fa mancare il pagamento di stipendi e pensioni e assistenza ospedaliera ai suoi cittadini, anche in queste zone occupate dai curdi.
Ciò che verrà all’indomani della sconfitta dell’ISIS mi preoccupa molto: ormai vediamo bene che l’esercito arabo siriano (SAA), ha indebolito a tal punto il Califfato che esso non riesce più ad opporre resistenza; ricordo bene che i guadagni ottenuti invece dai curdi nel settore orientale della Siria sono stati ottenuti grazie ad un ritiro delle truppe del Califfato che le spostava sia a Deir Ezzour, che doveva nelle loro intenzioni divenire la nuova capitale al posto di Raqqa, già abbandonata dai loro capi; ricordo di aver notato come le forze curde trovassero uffici in ordine, ben organizzati, posti di controllo perfettamente integri, ma tutto abbandonato e nemmeno in fretta, con pianificazione accurata.
ISIS, quindi, preferì lasciare ai Curdi questi territori, non si capisce in base a quale logica, per proseguire la guerra contro il governo di Damasco. Verrebbe da pensare che i suoi capi abbiano ancora più a cuore di combattere il governo di Damasco che non invece curare la sopravvivenza del fantomatico Califfato. Ci chiediamo sempre, infatti, chi mai potrebbe immaginare una strategia di battaglia tanto folle se i suoi obbiettivi fossero stati quelli sventolati, ma evidentemente non era così: tutto il progetto dell’ISIS nasceva infatti con lo scopo di destabilizzare l’area tra la Siria e l’Iraq per favorire la distruzione di queste realtà statali relativamente forti. La Siria in realtà, militarmente, appare oggi molto più forte che prima della guerra, e l’Iraq altrettanto. Inoltre al fallimento del progetto ISIS si contrappone la crescita come potenza locale dell’Iran, punto di riferimento ormai non solo per gli Sciiti di tutto il mondo.
Iran che ricordo a tutti non alimenta affatto il terrorismo mondiale, ma lo combatte ferocemente.
Quindi, in definitiva, l’ISIS non ha seguito una strategia di guerra volta a difendere il Califfato, ma rivolta interamente a combattere lo stato Siriano, anche favorendo l’espansione curda ad est e ritirando gran parte delle milizie poste a difesa di Raqqa (come prima fece a Mosul) per spostarle a combattere i siriani.
Per fortuna l’esercito siriano è stato in grado di resistere agli attacchi ISIS (ricordiamo la grande offensiva siriana su Palmira e su Deir Ezzour) e a decimare le truppe del Califfo vanificando ogni ulteriore offensiva. Dal momento in cui è intervenuta la Russia, il cambiamento in positivo della condotta della strategia bellica siriana non si è arrestato, la priorità data da un certo punto in avanti alla semplificazione dei fronti, ha segnato l’evidente punto di svolta, il prediligere la trattativa di resa all’annichilamento del nemico; inoltre, la diplomazia che ha riportato sotto la bandiera siriana più di 250 gruppi e comunità prima ribelli, ha segnato un altro punto di svolta. Le recenti defezioni dei miliziani, perfino quelli filoamericani, ci dà l’esatta misura della disfatta del progetto di “primavera” in Siria, costato la vita a centinaia di migliaia di persone, tutto per perseguire disegni di destabilizzazione di una democrazia stabile del medio oriente.
Settore di Al Sukhna, confine con l’Iraq
Presso la strategica base T2, ISIS sta tentando di riconquistare il villaggio di Humaymiyah (o Humaymah che dir si voglia): sono già state impiegate alcune auto esplosive (VBIED), ma finora i siriani, che ricordo hanno riconquistato il centro abitato tra sabato e domenica, resistono. Con la presa di Humaymah si gioca la partita per la conquista della base T2: presa la T2 la valle dell’Eufrate è vicinissima e ISIS lo sa; da qui in avanti si giocherà tutte le carte a sua disposizione, e sappiamo bene cosa significhi.
Sacca di Arsal
Procede spedita la bonifica (in gergo, derattizzazione) della sacca di Arsal, ultimo baluardo dei terroristi lungo e a cavallo del confine siriano-libanese.
Il coordinamento di questo attacco, affidato ad Hezbollah, ha portato un vantaggio tattico enorme, costringendo alla resa le forze legate ad Al Qaeda dopo pochi giorni, ed ora alla quasi completa , ormai prossima, totale eliminazione dei miliziani ISIS ancora presenti.
Per dare un’idea delle dimensioni, nelle sole ultime 24 ore, dal lato siriano sono stati liberati diversi villaggi ed un territorio pari a una sessantina di chilometri quadrati.
Tutto questo nonostante le montagne del Qalamoun offrano un vantaggio tattico a chi si difende.
Da lato libanese anche l’esercito si sta impegnando a fondo; ricordo che questa è la più grande operazione condotta contro i terroristi da parte dei libanesi, e il fatto che la stiano portando avanti assieme ad Hezbollah è un fattore di grande valenza.
Sacca di Hama ed Homs
Proseguono le operazioni come indicato ieri: nella notte l’aviazione siriana, decollando dalla base di Shay’rat, ha compiuto una serie di bombardamenti contro obbiettivi nella parte meridionale di questa sacca per indebolire le difese ISIS.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 21-8-2017 ore 21.00
Settore di Al Sukhna
Le forze siriane stanno chiudendo il corridoio tra Al Taib e Al Sukhna, ritengo che ben poche truppe ISIS siano potute rimanere nel settore che si sta isolando, per cui dovremmo vederlo sparire entro un tempo brevissimo.
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.