Appuntamento settimanale per riassumere la situazione sui fronti siriani dopo i fatti descritti nella sitrep del 20 ottobre.

Vediamo nel dettaglio i fronti attivi al momento, allargando lo sguardo al vicino Iraq.

Aggiornamento flash dai fronti siriani del 22-10-2017

Deir Ezzour pozzi di Omar 22-10-2017

Se qualche sprovveduto avesse nutrito dubbi sulla reale natura e sul compito delle SDF-YPG in Siria, oggi potrebbe osservare l’ultimo tassello mancante al puzzle che chiarisce a cosa servano realmente e quale sia il loro compito in Siria.

Poche ore fa le SDF hanno annunciato che, a seguito dell’accordo di resa e trasferimento delle milizie tribali che avevano in custodia le installazioni petrolifere siriane di OMAR, che da sole contano l’80% delle estrazioni in Siria, sotto la bandiera delle SDF (come già accaduto con altre sigle passate dall’ISIS direttamente e apertamente a combattere con e per gli Statunitensi). Oggi anche queste ultime milizie passano direttamente sotto il comando americano: come abbiamo ampiamente evidenziato, infatti, moltissime scelte dei comandi ISIS manifestavano in maniera inequivocabile la loro esclusiva funzione anti siriana,  e sembravano tese alla creazione di un Califfato. La genesi e la crescita di ISIS sembrano intrinsecamente legate agli interessi della politica statunitense in Medio Oriente e il passaggio che si è verificato tra ieri ed oggi non è che l’ultimo elemento che ancora mancava a completare questo disegno.

Dopo la conquista di Mayadin, abbiamo assistito al passaggio di una testa di ponte siriana oltre l’Eufrate in attesa del ripristino del ponte sul fiume. Le SDF hanno inizialmente finto di prendere in considerazione una restituzione dei campi di estrazione del gas, quando, pochi giorni fa, hanno ricevuto una delegazione russo siriana che ne ha ispezionato la struttura. Oggi, come già accaduto in precedenza in occasione di ogni avanzata YPG-SDF, le milizie del califfato non solo non combattono, non solo non si ritirano, ma si trasferiscono direttamente sotto il loro controllo cambiando semplicemente la bandiera sui loro mezzi, sostituendo il drappo nero del Levante e dell’Oriente con la bandiera giallo verde dei curdi e delle SDF. Ci troviamo di fronte a una manifestazione del male assoluto, una manifestazione di quel “Patto col Diavolo” che tanto bene ha descritto Fulvio Scaglione nel suo libro (consiglio sempre a tutti di leggerlo: é un prezioso documento di ricostruzione storica e documentale della attuale situazione in medio oriente).

Purtroppo oggi l’atto di occupazione di questi pozzi petroliferi deve essere letto come una dichiarazione di guerra delle SDF-YPG alla Siria, che non potrà non avere prima o dopo gravi conseguenze. Il califfato oggi è in grave crisi. i combattenti stranieri, infatti non seguono le mosse delle tribù locali, essi hanno seguito il martirio a Mosul, e a Raqqa si sono arruolati bevendosi in toto la propaganda permessa e consentita dai servizi occidentali per anni (poco importa che poi commettano attentati nei Paesi di provenienza, poco importa ai burattinai se cittadini inermi finiscano massacrati dai loro sgherri, è ben poca cosa nei loro disegni e rispetto all’importanza che danno alla realizzazione dei loro piani)”. Comunque, subito prima o subito dopo la liquidazione dell’ isis, comunque a breve, la Siria dovrà combattere un nemico più pericoloso dell’ISIS, non perché meglio armato o addestrato, no, ma perché supportato da una finta immagine di forza di pace, immagine imposta dai media occidentali attraverso uno spietato marketing, che ci ha propinato le foto delle soldatesse, sempre carine e ben truccate anche in quella che ci mostravano come prima linea di combattimento, pericoloso perché nuovamente coperto dai media e nascosto nella sua reale natura criminale e terroristica, esattamente come lo fu l’ISIS della prima ora, o in parte la stessa Al Qaeda ancora oggi. Pericoloso e mortale in quanto vedrà il pieno supporto della coalizione occidentale, che è riuscita e rigenerare gli orchetti ISIS e spostarli sotto un altro “brand” per poter proseguire la sua missione di demolizione della Siria e del Medio Oriente.
Questo non potrà essere né
tollerato né accettato. Ormai è certo che la guerra proseguirà nei prossimi mesi e anni, e tutta la regione ne subirà le conseguenze, proprio ora che poteva essere vicina al ripristino della pace e della sovranità della Siria sul suo territorio.
Le forze esterne che agiscono per tramite dei terroristi ancora non sono sazie di morte e distruzione, vogliono ancora sangue, e purtroppo lo avranno.
Che i martiri per la pace in Siria possano dare la forza e la saggezza all’Esercito Arabo Siriano per vincere questa difficile guerra che nuovamente si presenta alle porte di Deir Ezzour.

Aggiornamento flash dai fronti siriani del 23-10-2017

Saliente desertico di Suknah

 

Fronti congiunti Siria ed Iraq, base T2 , Al Qaim e Abukamal 26-10-2017

La base T2 risulta essere sotto controllo di fuoco dell’esercito siriano. Si spera che finalmente si siano decisi a conquistarla dopo tanto tergiversare inutile.
Prendere la stazione T2 significa aprirsi la via del deserto verso Abu Kamal.
Dal lato iracheno, dovrebbero avanzare in maniera coordinata le forze governative che hanno raggiunto la linea di quelle siriane lungo il confine.


Fronte di Mayadin


Le truppe siriane proseguono la loro avanzata lungo il fiume Eufrate in direzione sud da ambo le sponde del fiume. Al Momento non si stanno occupando delle truppe SDF-YPG che hanno occupato ieri, senza colpo ferire, una parte dei pozzi di petrolio Omar. Confermo che la notizia era corretta.

Aggiornamento flash dai fronti siriani del 26-10-2017

Fronti siriano ed iracheno 

Come avevamo annunciato nell’ultima sitrep, sta avvenendo contemporaneamente l’attacco parallelo sui fronti siriano e iracheno.
Il fronte iracheno sta collassando a sud di Al Qaim, roccaforte sunnita dell’ISIS, e l’esercito siriano è finalmente riuscito a liberare la stazione T2. Ora può avanzare nel deserto verso Al Abukamal: nel farlo, come potete osservare nella mappa, troverà il fianco destro coperto dall’avanzata degli iracheni e potrà avvicinarsi con decisione alla roccaforte ISIS pesantemente difesa di Al Abukamal, ultimo baluardo ISIS in Siria e, attualmente, capitale del Califfato.
Questa manovra a tenaglia impedisce all’ISIS di movimentare truppe tra i due fronti, e inoltre dovrebbe provocare l’immediato collasso del saliente di Al Suknah, in quanto le truppe residuali ISIS dovrebbero essere immediatamente richiamate al fine di potenziare le difese della capitale. Vedremo se invece i comandi Daesh riusciranno ad inventarsi qualcos’altro per impedire l’avanzata delle truppe siriane a vantaggio dei curdi e delle SDF.
Non è da escludere che siano iniziate pesanti defezioni tra le milizie del Daesh.


Fronte di Deir Ezzour

Deir Ezzour 26-10-2017

Tra ieri ed oggi l’esercito siriano, guidato dalle Unità Tigre, ha conquistato diverse posizioni all’interno della città occupata dall’ISIS. Diversi quartieri sono stati liberati e tutta la Saker-island è stata occupata dalle forze siriane. L’offensiva è ancora in corso e credo che terminerà solo con la completa liberazione della città martire, manu militari, o con la resa dei miliziani.

https://www.youtube.com/watch?v=s5bGsgP6dXo

https://www.youtube.com/watch?v=zXp_FJzvgz0

27-10-2017

Fronte di Itriyah

Fronte di Itriyah 27-10-2017

Le forze armate siriane stanno portando avanti un’offensiva che sta costringendo all’arretramento sia ISIS che Al Qaeda. Nelle settimane scorse avevamo osservato la disintegrazione della sacca di Hama-Homs e la fuoriuscita di miliziani attraverso un varco verso un settore a sud di Itriyah, dove c’è un’imporante arteria per i rifornimenti di Aleppo, sebbene ora non più vitale. Da queste posizioni miliziani ISIS hanno attaccato Al Qaeda, nelle vicina sacca di Idlib, dove contavano di trovare basi e materiale per proseguire la lotta o almeno assicurarsi la sopravvivenza. Non è andata così. Dapprima la loro azione ha colto impreparate le schiere numerose delle milizie qaediste, poi si sono riorganizzate e sono arrivati rinforzi per la controffensiva, che ha subito messo in difficoltà ciò che restava del Daesh in questo settore. Da due giorni invece l’esercito siriano ha attaccato: dapprima è stata eliminata ogni traccia di miliziani a sud di Itriyah, poi hanno attaccato direttamente la sacca di Idlib.

La 3° Divisione guida l’offensiva e diversi villaggi sono già stati liberati. Scopo di questa iniziativa: mettere in maggiore sicurezza la strada ed iniziare a contrarre il territorio in mano di Al Qaeda.

Fronte di Omar, i pozzi della discordia

Pozzi di Omar 27-10-2017

Nella videositrep precedente purtroppo ci sbagliammo per ottimismo, ritenendo credibili le notizie di ispezioni russo siriane nei campi di estrazione gas vicini a Deir Ezzour: come avete potuto leggere i curdi YPG, affiancati dalle truppe mercenarie SDF, si sono impadronite senza colpo ferire dei campi di estrazione petrolifera di Omar che costituiscono l’80% delle risorse di idrocarburi siriane. Questa situazione si sta ulteriormente sviluppando. Infatti, man mano che le truppe siriane si muovono in direzione di Abukamal, le forze YPG-SDF, sempre senza alcuna notizia di battaglie, occupano altro territorio siriano ad est del fiume Eufrate, come hanno fatto oggi. Purtroppo tutto ciò prelude a pessimi scenari per il futuro.

Non possiamo ormai parlare di liberazione, quando diamo la notizia di nuovi territori sottratti ad ISIS da queste milizie; molto semplicemente, dovremmo indicarle come nuova OCCUPAZIONE. Non diremo più che Raqqa sia stata liberata, ma distrutta ed occupata da nuove forze nemiche della Siria che, purtroppo, al termine della campagna contro ISIS, dovranno essere trattate come tali, dapprima con contatti diplomatici per chiederne l’immediato ritiro dai territori occupati ed il riconoscimento su di essi della piena sovranità siriana. Se tutto ciò non troverà immediato riscontro positivo, la guerra proseguirà contro questo nemico che gode non solo degli aiuti militari certi e dichiarati della coalizione occidentale, ma anche del pieno appoggio di tutti i media occidentali.

Questo garantirà il necessario supporto mediatico ai nuovi beniamini da parte degli orfani dei terroristi del Daesh, visti prima come ribelli contro il “regime” di Assad, poi (ma solo dopo evidenti ed abnormi massacri) come terroristi. Orfani anche di Al Qaeda, ormai sempre più scopertamente sanguinaria e terrorista, nonostante il loro elaborato alter ego mediatico noto come White Helmets idolatrato in occidente.

A supporto di quanto affermo, basta vedere come sia stato trattato il combattente italiano aggregato alle YPG-SDF che è rientrato in Italia: considerato un eroe, mentre i combattenti italiani che hanno militato tra i partigiani del Donbass vengano additati come mercenari e terroristi. Qualcosa di simile accadde a Vanessa e Greta, le due ragazze italiane sostenitrici di Al Qaeda che, invece di essere processate, vennero accolte come eroine. Dopo pochi anni invece differente sorte toccò a Lara Bombonati, accusata di terrorismo ed arrestata. I media dissero che fosse legata ad al Califfato, ma poi emersero i suoi legami con Al Qaeda, presso gli stessi miliziani che poi rapirono Greta e Vanessa.

Strani destini i loro secondo i media nostrani: una persona può divenire eroe o terrorista a seconda della convenienza mediatica del momento, pur trovandosi nelle medesime condizioni.

Stefano Orsi

Condivisione: