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I colloqui di pace a sorpresa di questa settimana tra le delegazioni sud e nord coreane sono stati accolti da un benvenuto quasi unanime. Perfino il bellicoso presidente Trump ha messo da parte la sua infiammata retorica per avallare l’impegno diplomatico tra le due Coree divise, affermando “spero che ne venga fuori qualcosa di buono”. Le due parti coreane si sono incontrate per 11 ore di discussioni [in inglese] nel “villaggio della
Primo, gli stupidi boriosi Trump e la Haley sono ancora lì. Vogliono spingere la Cina a intervenire contro la Corea del Nord con la minaccia di “occuparsene personalmente” se la Cina si rifiuta di assecondarli. La Haley ha dichiarato [in inglese] che “Per essere chiari, la Cina può fare di più, (…) e noi le stiamo facendo più pressione che possiamo. L’ultima volta che hanno completamente interrotto la fornitura di
I recenti test missilistici e nucleari hanno fatto tornare la questione nucleare nordcoreana al centro dell’attenzione internazionale. Secondo gli analisti, questi test dimostrano che Pyongyang non solo possiede armi nucleari, ma anche missili che possono raggiungere la costa occidentale degli Stati Uniti [in inglese]. Non dovrebbe passare molto tempo prima che la Corea del Nord sviluppi la capacità di miniaturizzare le armi nucleari e adattarle ai suoi missili a raggio intermedio
I media occidentali vorrebbero farci credere che la Corea del Nord e il suo arsenale nucleare rappresentino la minaccia numero uno al mondo. La sua continua rappresentazione come stato “canaglia” sui media occidentali, gioca il ruolo di un attacco preventivo alla Corea del Nord nell’agenda statunitense. Ma andiamo dritti al punto. Secondo l’ultima relazione annuale [in inglese] dell’autorevole Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), la Corea del
Per una volta, Donald Trump ha ragione. “Non possiamo permettere che un pazzo con armi nucleari venga lasciato libero in questo modo”, così ha detto al presidente filippino Rodrigo Duterte, secondo la trascrizione della loro bizzarra conversazione telefonica, quella che è trapelata su The Intercept [in inglese] il maggio scorso. Il pazzo a cui il Presidente Usa si stava riferendo, naturalmente, è il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Il pazzo di cui
I campanelli d’allarme trillano per la speculazione sulle “possibili” testate nucleari miniaturizzate di Pyongyang. Occhio ai cani della guerra. I “tizi” dell’intelligence, gli stessi che ti hanno servito i bambini tirati fuori dalle incubatrici dai “diabolici” iracheni oppure le inesistenti armi di distruzione di massa, ora stanno smerciando l’idea che la Corea del Nord ha prodotto una testata nucleare miniaturizzata capace di entrare nei suoi missili intercontinentali recentemente collaudati. Questo
Il Segretario di Stato americano Rex W. Tillerson ha fatto visita al Giappone il 16 marzo. Dopo l’incontro con i suoi omologhi giapponesi, ha affermato che gli Stati Uniti hanno bisogno di un “approccio diverso” per la crescente minaccia nucleare della Corea del Nord; però non ha specificato nulla di più circa la natura dell’approccio. Come ha citato il New York Times dalla conferenza stampa congiunta del Sig. Tillerson e
La paura è una cosa strana: quando la guerra al terrore è iniziata, gli Stati Uniti hanno iniziato a far cadere bombe sui paesi del Medio Oriente; hanno ucciso migliaia di persone; hanno letteralmente distrutto paesi; e abbiamo ottenuto questa cosa chiamata Islamofobia. Pare che le persone abbiano paura dei Musulmani. Nel 1990, Public Enemy pubblicò un album intitolato Fear of a Black Planet [Paura di un Pianeta Nero], ed
Il rifiuto di Washington di dialogare con la Corea del Nord non sta fermando il programma nucleare nordcoreano, che al contrario si sta rapidamente espandendo. A febbraio, poco dopo il lancio nello spazio di un satellite da parte della Corea del Nord, scrissi un articolo per Sputnik [in Inglese] nel quale mi lamentai della totale assenza di impegno diplomatico occidentale con la Corea del Nord. Ho evidenziato che l’infinita retorica
La settimana scorsa non ha visto attenuarsi l’aspro confronto fra Turchia e Russia sul problema siriano. Mentre la posizione della Russia è semplice, siamo pronti a combattere, quella turca è molto più ambigua: i politici turchi dicono una cosa, poi l’opposto e poi ancora qualcos’altro. Qualche volta fanno sembrare che un’invasione turca sia imminente, e qualche altra dicono “la Turchia non pensa a nessuna invasione unilaterale“. Dal momento però che