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Come se la sconfitta nella guerra in Karabakh e il regime fantoccio filo-occidentale che non vuole cedere il potere non fossero sufficienti per far precipitare l’Armenia in una crisi profonda, adesso c’è un altro problema – la demarcazione del confine con l’Azerbaigian. Il Ministero degli Esteri armeno ribatte che il processo formale di demarcazione del confine tra Armenia e Azerbaigian non è ancora iniziato. “Di conseguenza, l’attuazione delle attuali misure
Molto è accaduto molto rapidamente negli ultimi due giorni, e inizierò questa analisi con un elenco che riassume ciò che è appena accaduto (non in un ordine particolare, e neanche cronologico): La guerra che si è appena conclusa è stata un vero bagno di sangue, e ha visto più vittime (contando entrambi gli schieramenti) di quante ne abbia subite l’Unione Sovietica in 10 anni di guerra in Afghanistan. Questa guerra
Mentre tutti sono occupati a seguire la telenovela delle elezioni statunitensi, ci sono importanti novità nella guerra in Nagorno-Karabakh. Le elenco qui sotto: Anche se il cessate il fuoco originale russo e quello successivo statunitense sono falliti pochi minuti dopo esser stati firmati, ci sono segnali indicanti l’esaurimento sia degli azeri che degli armeni, e della loro voglia di negoziare. Finora gli azeri stanno prevalendo, ma con grandi costi. Inoltre
Com’era stato previsto da molti, nonostante l’accordo firmato a Mosca, la situazione sul terreno nella guerra fra Armenia e Azerbaijan si è intensificata: gli armeni affermano che droni azeri hanno attaccato i loro missili balistici posizionati in territorio armeno, e gli azeri l’hanno confermato dicendo di aver mandato un segnale ed effettuato un attacco preventivo per proteggere i civili azeri. Il succo della questione è questo: l’Azerbaijan ha ufficialmente attaccato
Ufficialmente, la guerra è fra l’Azerbaijan e la (non riconosciuta) Repubblica del Nagorno-Karabak (RNK [in italiano]), detta anche Repubblica dell’Artsakh (ROA [in italiano]), a cui io mi riferisco sempre con Nagorno Karabakh o “NK”. Come spesso succede, la realtà è molto più complicata. Per dirne una, la Turchia di Erdogan è coinvolta in pieno fin dal primo giorno (e, in verità, perfino da prima) mentre l’Armenia ha sostenuto in tutto
Ieri sono scoppiati scontri militari su larga scala nella contesa regione del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian nel Caucaso. Il fuoco di artiglieria, droni e carri armati ha ucciso molti soldati e civili da entrambe le parti, ognuno accusa l’altro di aver iniziato il conflitto. L’Armenia ha detto che ci sono stati 16 morti e oltre 100 feriti, mentre l’Azerbaigian ha ammesso di aver subito perdite significative senza fornire
https://southfront.org/wp-content/uploads/video/IMR_28_09_20.mp4 Il 27 settembre è scoppiata una nuova guerra regionale nel Caucaso meridionale a seguito del conflitto tra Armenia e Azerbaijan sulla contesa regione del Nagorno-Karabakh. Nei primi anni ’90 le forze filo-armene avevano conquistato la regione scatenando un conflitto tra Armenia e Azerbaijan. Un intervento russo nel maggio 1994 aveva fermato l’ulteriore sviluppo delle ostilità e la prevista offensiva delle forze filo-azere. Durante la crisi politica del 2018 in
Il Daghestan è una delle repubbliche che costituiscono la Federazione Russa: si trova nella parte caucasica dello stato e conta due milioni e mezzo di abitanti, circa l’80% dei quali di etnia Alana. La religione di gran lunga prevalente nell’area è quella musulmana sunnita. L’islam ha una storia molto antica in Daghestan, in quanto fu islamizzata tra la fine del VII e l’inizio del VIII secolo d.C., in piena espansione
La NATO dominata dagli Stati Uniti vuole che l’alleanza si trasformi in una forza militare globale da far controllare agli USA. Vuole schierare forze della NATO a guida statunitense lungo i confini di Russia, Cina, Iran e altri stati sovrani indipendenti – come parte della sua strategia per il cambiamento di regime globale, con l’obiettivo di creare e preservare un dominio unipolare controllato dagli Stati Uniti su tutto il mondo.
Lo scorso 3 aprile Vladimir Putin ha partecipato al Forum organizzato dal Fronte Popolare Panrusso, un movimento apartitico di attivismo politico. L’incontro di quest’anno era dedicato ai Media Locali e Regionali. Il Presidente ha risposto alle domande dei cittadini partecipanti, intervenendo su tanti temi: la libertà di stampa, la rappresentanza politica, la sicurezza stradale, il teatro, la pesca nel lago Baikal e l’ecologia in Crimea. Ha risposto anche a numerose