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Il 28 novembre, sessantatré senatori statunitensi hanno votato a favore dell’inizio di una discussione su una risoluzione che chieda la fine del diretto coinvolgimento delle Forze Armate statunitensi nella guerra guidata dalla coalizione di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti allo Yemen. Descrivendo il voto come un rimprovero all’Arabia Saudita e all’Amministrazione Trump, l’AP ha parlato [in inglese] dell’insoddisfazione del Senato per la risposta dell’amministrazione alla brutale uccisione di Jamal Khashoggi
Il 1° novembre, il Qatar ha elogiato la posizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un cessate il fuoco nello Yemen, e chiesto [in inglese] nuovi colloqui di pace delle Nazioni Unite per por fine alla guerra nello Yemen. In una dichiarazione ufficiale, il Ministro degli Esteri del Qatar ha definito [in inglese] le richieste di pace degli Stati Uniti nello Yemen come “un passo incoraggiante verso una soluzione
Come la mafia locale che rompe i finestrini dell’auto di notte e li ripara di giorno, gli Stati Uniti hanno arruolato i propri partner del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) – Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti – a “ricostruire” l’Iraq sulla scia dello sconfitto Stato Islamico autoproclamato (ISIS), sponsorizzato da questi stessi stati. L’agenzia di stampa Reuters in un articolo [in inglese] intitolato “I
Le accuse inventante contro l’Iran non funzionano I combattenti sostenuti dall’Occidente sono in ritirata, Bashar al-Assad rimane presidente, Hezbollah ha esteso la sua presenza nella regione, il potere di Israele è in declino [in inglese] mentre quello dell’Iran è in crescita. Non un bel risultato per l’investimento di molti miliardi di dollari fatto da Washington nel conflitto siriano, specialmente se la finalità era quella di cambiare la mappa della regione