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Una guerra in Ucraina è tattica – Putin fa strategia

Il 22 novembre, 63 giorni fa, il 22 novembre è partita [in inglese] la corsa dei media “occidentali” alla guerra in Ucraina: Gli Stati Uniti hanno condiviso informazioni, comprese mappe con gli alleati europei, che mostrano un accumulo di truppe e artiglieria russe che si preparano a un’offensiva rapida su larga scala in Ucraina da più località, se il presidente Vladimir Putin deciderà di invadere, secondo persone che hanno familiarità

Titoli di martedì mattina (un piccolo cambio di tono o no?)

Qualche altro link qui, e tra i tanti simili a quelli di ieri, ho deciso di individuarne alcuni possibilmente diversi [tutti in inglese]: Un membro della NATO ritirerà le sue truppe in caso di guerra con la Russia – il presidente La Russia potrebbe essere non in procinto di invadere l’Ucraina – il Pentagono La Germania ha “tradito” l’Ucraina – il sindaco di Kiev Nessuna minaccia di un imminente attacco russo

Ecco come Biden “sta dalla parte del popolo cubano”

I media mainstream stanno attaccando il governo cubano [in inglese] in risposta alle recenti proteste a Cuba, mentre il presidente Joe Biden dichiara [in inglese] che “noi stiamo dalla parte del popolo cubano”. Loro però ignorano o minimizzando la causa che ha portato alle difficoltà economiche di Cuba: l’illegale e punitivo embargo americano che Biden ha lasciato in essere. A partire da Dwight D. Eisenhower, ogni presidente americano ha mantenuto

Non ci sono proteste a Cuba, ci sono rivolte sollevate da agenti degli Stati Uniti

Cuba ha vissuto – o sta vivendo – una grave crisi paragonabile a quella che accadde nel 1994 dopo il crollo dell’Unione Sovietica L’ondata del Covid-19, una nuova mutazione che ha aumentato il numero di malati e morti a livelli senza precedenti, ha colpito l’isola. Cuba era stata poco colpita dalle ondate precedenti, ma questa volta, nonostante la vaccinazione attiva con un proprio vaccino e un sistema sanitario pubblico ben

Bernays e la propaganda – La propaganda continua inesorabile

Nella maggior parte delle nazioni, quando una specifica condotta criminale raggiunge proporzioni epidemiche, alla fine il governo agisce con decisione per debellarla. Non in America: lì risolvono i problemi legalizzandola. Lo hanno fatto con l’“influence-peddling” (lobbismo) e con le droghe, e la stessa cosa ora sta succedendo con la propaganda interna, che non è stata legale per tanto tempo per proteggere i cittadini dal controllo e dalla manipolazione psicologica da

Baia dei Porci 2.0 – Invasione armata in Venezuela

Nel mezzo della pandemia globale, Washington procede con la sua agenda in America Latina. Ancora una volta l’obiettivo è il Venezuela. L’opposizione del governo americano al regime popolare di Nicolás Maduro ha raggiunto livelli sempre più drastici, con gli Stati Uniti che dichiarano ufficialmente la pericolosa bugia che lo stato venezuelano sarebbe coinvolto nel traffico internazionale di stupefacenti e, da allora, giustificherebbe audaci manovre militari e di intelligence per destabilizzare

La russofobia è immune alla solidarietà globale

“Strimpellare la cetra mentre Roma brucia” fu come gli storici dipinsero l’inadeguato imperatore romano Nerone quando l’antica città fu consumata dalle fiamme nel 64 a.C. La stessa espressione potrebbe essere ora applicata a certi stati occidentali, certi ideologhi e sapientoni nei confronti della pandemia attuale di coronavirus. Si potrebbe pensare che, per via dell’emergenza globale, sarebbe stato opportuno mettere da parte antipatie e ostilità con lo scopo di lavorare insieme

La Cina è bloccata in una guerra ibrida con gli Stati Uniti

Le conseguenze dell’epidemia di Covid-19 mette Pechino e Washington in rotta di collisione Tra gli innumerevoli e sconvolgenti effetti geopolitici del coronavirus, uno è già molto evidente: la Cina si è riposizionata. Per la prima volta dall’inizio delle riforme di Deng Xiaoping nel 1978, Pechino considera apertamente gli Stati Uniti come una minaccia, come ha affermato un mese fa il ministro degli esteri Wang Yi [in inglese] alla Conferenza sulla

Lavrov afferra il toro dell’Impero per le corna e annuncia il suo obiettivo principale

Provate a immaginare le facce paonazze per l’indignazione nella casa dell’eccezionalismo americano quando Lavrov ha preso il toro per le corna durante la visita in tre Paesi dell’America Latina. Può essere che il suo viaggio non sia stato pianificato in questo modo, ma ha dato a Lavrov l’opportunità di resistere al bellicoso Discorso sullo Stato dell’Unione di Trump, in cui Trump ha di nuovo preso di mira Venezuela, Cuba e