Tag "Kosovo"
“La Serbia non può avere il piede in due scarpe allo stesso tempo: o sta con la Russia o sta con l’Occidente” Sui media serbi di queste settimane questa intimazione, che fu espressa lo scorso anno da Hoyt Brian Yee, alto funzionario del Dipartimento di Stato USA, ed oggi è ripresa nei confronti del governo serbo, sta creando un clima molto teso in tutti i campi della società. Queste parole
“…la guerra non è una canzone, che si può dimenticare la guerra è una favola funesta, che ogni giorno si manifesta…” ( Milena N. Kosovo, 12 anni ) —— “…Ho appena dato mandato al comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale Clark, di avviare le operazioni d’aria (ndt: bombardamenti aerei…) sulla Repubblica Federale di Jugoslavia …Tutti gli sforzi per raggiungere una soluzione politica negoziata alla crisi del Kosovo
Ammesso che l’umanità trovi un modo per non autodistruggersi nel futuro prossimo e che ci saranno ancora degli storici nei secoli 22-esimo o 23-esimo, scommetto che guarderanno all’Impero Anglosionista e vedranno che le sue caratteristiche chiave sono le seguenti: menzogne, deliberata ignoranza, ipocrisia e isteria. Per illustrare le mie argomentazioni userò la recente storia dell’”assassinio di Skripal con gas nervino” [in inglese], visto che presenta tutte queste caratteristiche. In questa
Il Generale Ratko Mladić, ora 75enne, è stato condannato la settimana scorsa al carcere a vita dal tribunale illegale della NATO, noto come Tribunale Penale Internazionale per l’Ex-Jugoslavia (ICTY). Vale la pena ricordare qui che, proprio come il Presidente Serbo-Bosniaco Radovan Karadžić e il Presidente serbo Slobodan Milošević, Mladić è stato arrestato e consegnato ai suoi tormentatori della NATO dalle autorità serbe. Questo ci dice tutto ciò di cui abbiamo
In un discorso [in inglese] ad ampio raggio al forum di Valdai, il Presidente della Russia Putin dato la colpa al doppio standard, quello usato dalla UE, per la creazione delle condizioni di crisi in Catalogna. La situazione in Spagna ci mostra chiaramente come una fragile stabilità possa esserci persino in uno stato prospero e consolidato. Chi si sarebbe potuto aspettare, fino a pochi giorni fa, che il dibattito sullo
Errori (domanda di Sabine Fischer, Fondazione Scienze e Politiche, Berlino). Signor Presidente, Lei è stato molto critico verso le politiche dell’ Occidente a proposito delle sue relazioni con la Russia. A dire la verità, molti temi da Lei toccati richiedono una discussione critica approfondita. Allo stesso tempo sappiamo che in ogni rapporto (fra paesi come fra persone), entrambe le parti fanno errori. E dunque ho una domanda. Quali sono gli errori
I recenti referendum in Catalogna e Kurdistan, visti gli sviluppi cruciali per la Russia, hanno portato ad un vivace dibattito sui media russi e nell’opinione pubblica russa. Il Cremlino si è astenuto dal fare affermazioni forti, e forse questo indica che potrebbero esserci diverse scuole di pensiero su questi temi nei ministeri chiave. Guardiamo queste due situazioni dal punto di vista russo. Il Kurdistan: Questa è la questione relativamente più
Prima di tutto, una breve avvertenza o, dovrei dire, un chiarimento. Quando parlo di minoranze, come farò nel seguito, lo faccio da persona che appartiene ad una lunga lista di minoranze. Sono nato in una famiglia di rifugiati russi. Questo, per l’appunto, mi rende esponente di una minoranza (piuttosto esigua). In seguito, ho vissuto gran parte della mia vita nella Svizzera francofona, il che mi rendeva (di nuovo) parte di
Senza controbattere molto, l’articolo del 13 luglio pubblicato da Bloomberg e ripreso dalla testata Johnson’s List di Leonid Bershidsky [in Inglese], propone un’immagine della Russia come un avversario degli Stati Uniti, e trova quindi (essenzialmente) una scusa alla collusione tra il regime di Kiev e il Comitato Nazionale Democratico (DNC) contro Donald Trump durante le elezioni presidenziali americane del 2016, a dispetto dell’affermazione non così motivata di una collaborazione nello
Eccoci di nuovo… “Gli USA mettono in guardia la Siria su un ‘potenziale’ piano per un attacco chimico”: è il titolo melodrammatico che mi ha accolto quando ho aperto il sito della BBC, la mattina di martedì 26 giugno. Una dichiarazione della Casa Bianca annuncia che gli Stati Uniti hanno “identificato potenziali preparazioni per un altro attacco con armi chimiche da parte del regime di Assad, che potrebbe facilmente risultare