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L’omicidio dell’eroe martire iraniano Generale Soleimani ha creato una situazione in cui una guerra tra l’Iran e l’Asse della Bontà (USA/Israele/Arabia Saudita) è diventata una reale possibilità ma, all’ultimo minuto, lo Zio Shmuel ha deciso di non avere il fegato per una guerra su vasta scala contro l’Iran. Decisione saggia. Ciò, tuttavia, non implica affatto che l’Impero Anglo-Sionista abbia deciso di rimanere a guardare, tutt’altro. La necessità di agire rapidamente
I Neoconservatori non cessano mai di stupirmi e la loro ultima trovata con il Venezuela rientra in questa bizzarra categoria di eventi che sono assolutamente impensabili e allo stesso tempo assolutamente prevedibili. Questa apparente contraddizione logica è il risultato diretto di una visione del mondo e di una mentalità che è, credo, unica dei Neoconservatori: un mix di arroganza imperiale e infinita arroganza, una completa mancanza di decenza, un totale
Introduzione: il mondo non è Hollywood Le ultime due settimane hanno visto una serie di eventi davvero tettonici che si sono svolti simultaneamente negli Stati Uniti, in Russia, in Israele, in Siria, in Iran e nell’Unione Europea. Penso che sarebbe anche ragionevole affermare che la maggior parte di coloro che si sono opposti all’Impero Anglo-Sionista hanno provato sentimenti che vanno dalla mite delusione al totale sgomento. Sicuramente non ho sentito
Gli eventi in Siria hanno recentemente preso una brutta piega, e vi è una crescente quantità di prove che la task force russa in Siria sia stata presa di mira da una campagna sistematica di “attacchi molesti”. In primo luogo, vi è stato l’attacco (relativamente riuscito) con droni e mortai [in inglese] alla base aerospaziale russa di Khmeimin. Poi c’è stato l’abbattimento di un Su-25 russo [in inglese] sulla città di Maasran,
E’ troppo presto per arrivare a una conclusione su ciò che è successo a quest’aereo, ma visto che mi è stato richiesto per email, eccovi le mie considerazioni, personali e provvisorie: Guasto meccanico: improbabile. Il Tu-154 è un aviogetto a tre motori, una bestia estremamente forte. Il suo grado di affidabilità è paragonabile e quello della maggior parte dei velivoli contemporanei, nonostante sia stato spesso utilizzato in condizioni estreme a cui
Dopo il totale fallimento della politica americana per il cambio di regime in Siria e il rovesciamento di Assad, è arrivato ora il momento per gli Stati Uniti di operare una scelta fondamentale: negoziare o raddoppiare la posta. Apparentemente, Kerry e gli altri, all’inizio hanno cercato di negoziare, ma il Pentagono ha deciso altrimenti; ha proditoriamente rotto i termini dell’accordo ed ha (illegalmente) bombardato le forze siriane. Al punto che Kerry, Powers
La parte occidentale di Aleppo, col suo milione e mezzo circa di abitanti, è sempre stata sotto il controllo del governo siriano, ma nell’ultimo paio di settimane si è ritrovata nell’incombente pericolo di cadere in mano degli jihadisti. Grazie all’aiuto di nuove armi, munizioni e informazioni fornite dagli Stati Uniti e dagli stati del Golfo Persico, diecimila o più jihadisti radicali hanno attaccato la città di Aleppo, guidati da Al-Qaeda
Fronte di Aleppo Situazione la sera del giorno 2 agosto 2016: Giorno 3-8-2016 Quartiere Ramouse L’offensiva scatenata ieri dalle truppe di Fatah Halab non è riuscita a sfondare le difese siriane, che, dopo l’iniziale successo, si sono arenate; due le potenti esplosione provocate in tunnel scavati appositamente sotto le difese siriane, come nella Prima Guerra Mondiale, hanno dato il via agli attacchi. Ancora alcune zone del quartiere restano in mano
“Le società giuste non possono essere governate dalle ricchezze o dagli eserciti, con le loro prospettive troppo limitate”. Platone. Sembra che la battaglia di Aleppo sia destinata a non finire bene per i ribelli e gli jihadisti che occupano la città da ormai quattro anni, vivendo con i saccheggi delle case e delle attività dei sostenitori di Damasco, fuggiti molto tempo fa dalla città, con solo la macchina e poche
A metà Marzo Putin ha ordinato il ritiro delle forze armate dalla Siria. Immagini satellitari mostrano ciò che i russi hanno ritirato: 3 bombardieri tattici Su-24 su 15 disponibili, 4 Su-34 di 8 disponibili e l’intera flotta di 12 bombardieri da attacco al suolo Su-25. Sono rimasti in Siria tutti i caccia da superiorità aerea Su-30 e Su-35; sono stati trasportati nel paese almeno 4 elicotteri d’attacco Mi-28 e Ka-52.