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Sotto ogni punto di vista storico, ha segnato una svolta: il primo incontro dal VII secolo tra un Papa della Chiesa Cattolica Romana e il leader spirituale sciita considerato una “fonte di emulazione”. Ci vorrà molto tempo per valutare tutte le implicazioni dell’immensamente intrigante conversazione faccia a faccia di 50 minuti, con la sola presenza degli interpreti, tra Papa Francesco e il Grand Ayatollah Sistani presso l’umile abitazione di quest’ultimo,
Gli storici futuri potrebbero annoverarlo come il giorno in cui il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov, solitamente imperturbabile, ha deciso di averne avuto abbastanza: “Ci stiamo abituando al fatto che l’Unione Europea stia cercando di imporre delle restrizioni unilaterali, restrizioni illegittime, e noi partiamo dal presupposto che a questo punto l’Unione Europea sia un partner inaffidabile”. Durante una visita ufficiale a Mosca, Josep Borrell, il capo della politica estera della
Sarà affascinante osservare come gli Stati (Dis)Uniti gestiranno il post-colpo di Stato in Myanmar nell’ambito del loro delirio sul “contenimento della Cina” 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. L’elefante (di Giada) nella complessa stanza del golpe militare in Myanmar doveva essere (chi altri?) la Cina. E il Tatmadaw – le forze armate birmane – lo sa meglio di ogni altro. Ovviamente, non c’è nessuna pistola fumante, ma
Sette anni dopo essere stata lanciata dal presidente Xi Jinping, prima ad Astana e poi a Giacarta, la Nuova Via della Seta sta sempre più facendo impazzire l’oligarchia plutocratica americana. L’inarrestabile paranoia della “minaccia” cinese ha molto a che fare con la via d’uscita offerta da Pechino al Sud del Mondo, permanentemente indebitato a causa dello sfruttamento da parte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Nel vecchio ordine,
Sergey Lavrov, il Ministro degli Esteri russo, è il più importante diplomatico al mondo. Di padre armeno e madre russa, si pone a tutt’altro livello. Ancora una volta, qui possiamo vedere il perché. Cominciamo con il meeting annuale del Club Valdai [in inglese], il principale think tank russo. A questo link [in inglese] possiamo seguire l’imperdibile presentazione del rapporto annuale di Valdai sull’“Utopia di un mondo diverso”, che vede
Non c’è bisogno di legge il libro di Michel Foucault sulla biopolitica per capire che il neoliberalismo, in crisi profonda dal almeno il 2008– è una tecnica di controllo/governo in cui il capitalismo della sorveglianza è strutturalmente integrato. Ma ora, con il sistema mondiale che sta crollando a una incredibile velocità, il neoliberalismo non riesce a gestire il prossimo stadio di distopia, sempre presente nella nostra ansia iper-connessa: la disoccupazione
Idlib è l’ultimo avamposto di Erdogan, ma i combattimenti vanno oltre la Siria – sta prendendo forma un’altra guerra per procura della NATO contro la Russia. Quel fastidioso “regime di Assad” semplicemente non se ne andrà. La narrativa occidentale sulla Siria dice che il regime sta per “massacrare” le oltre 900 mila persone in fuga dalle zone non realmente di tregua, attorno alle campagne tra Idlib e Aleppo. Come
La Nuova Via della Seta è stata lanciata nel 2013 dal presidente Xi Jinping, prima in Asia centrale (Nur-Sultan) e poi nel sud-est asiatico (Jakarta). Un anno dopo, l’economia cinese ha superato quella americana in termini di partenariato pubblico-privato. Anno dopo anno dall’inizio del millennio, si riduce inesorabilmente la quota americana nell’economia mondiale, mentre cresce quella cinese. La Cina è già lo snodo chiave dell’economia mondiale e il principale partner
Il presidente della Cina Xi Jinping sta guidando un “guerra del popolo” scientifica contro il coronavirus Durante il meeting che si è svolto a Pechino all’inizio della scorsa settimana, il presidente Xi Jinping ha dichiarato ufficialmente a Tedros Ghebreyesus, capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che l’epidemia di coronavirus “è un demone, e noi non possiamo permettere a questo demone di nascondersi”. Da parte sua, Ghebreyesus non ha potuto fare altro
Non esiste una provocazione più stupefacente contro l’Iran di quanto è accaduto a Baghdad. Non è importante da dove sia venuta la “luce verde” per l’uccisione dell’obiettivo degli Stati Uniti, il comandante delle Forze Quds, Maggior Generale Qasem Soleimani e del vice di Hashd al-Shaabi, Abu Madhi al-Muhandis Questo è un atto di guerra. Unilaterale, ingiustificato e illegale. Il presidente Trump potrebbe aver dato l’ordine. Oppure lo Stato Profondo americano