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Sitrep con Stefano Orsi Nr.072

Ci ricolleghiamo con Stefano dopo oltre un mese di assenza. Sarà una lunga puntata con numerose novità dal punto di vista geopolitico, novità che vedono protagonista la Turchia in più di uno scenario. In Libia ci sono cambiamenti importanti, in Siria non cessano gli attacchi alla sua sovranità. Parleremo di nuovi combattenti dell’ISIS trasportati in elicotteri americani, dall’Iraq alla Siria. Esamineremo gli attacchi aerei israeliani. Ricorderemo Odessa come altri avvenimenti

Obama, ISIS e la Fratellanza Musulmana. Il “Progetto segreto” PSD-11 per creare cambiamenti di regime in tutto il Medio Oriente

C’è stato grande scalpore per la recente decisione del presidente degli Stati Uniti Trump di ritirare le truppe americane dalla Siria, motivando la decisione con l’ampia sconfitta subita dall’ISIS, il cosiddetto Stato Islamico. Ciò che sta alla base della decisione e, più importante ancora, ciò che era dietro l’emergere a sorpresa dell’ISIS in tutta la Siria nel 2014, punta i riflettori su documenti ancora classificati della presidenza di Obama. Se

Le supposizioni errate sulla guerra in Siria

EHSANI2                     @EHSANI22 07:02 – 7 mar 2018   La “crisi siriana” si riduce, alla fin fine, a quelli che hanno fatto un sacco di supposizioni errate e che poi non hanno mai ammesso i propri errori.   EHSANI2                     @EHSANI22     Errore n° 1: Errate estrapolazioni – Se ciò è avvenuto velocemente

Assad e la guerra in Siria

Robin Yassin-Kassab           @Qunfuz1 13:05 – 16 feb 2018   A causa della dichiarazione di guerra fatta da Assad contro i siriani e gli altri, cominciò la prima guerra, il territorio siriano ora è diviso in zone russe, iraniane, americane, turche, ognuna delle quali è reclamata da molte milizie. Lo stato siriano non sopravviverà. Solo Assad lo farà.   EHSANI2           @EHSANI22 13:17 –

La Primavera araba: restaurazione, repressione e cambio di regime

Questa settimana lo scoppio di proteste di massa in Tunisia ha segnato il settimo anniversario delle rivolte della Primavera araba del 2011. Questa settimana, sette anni fa, l’uomo forte della Tunisia Ben Ali fuggì in esilio in Arabia Saudita. Prima che il mese fosse finito, anche il governante di lungo corso egiziano Hosni Mubarak venne cacciato. All’epoca, la rivoluzione era nell’aria e la regione era sconvolta da un potenziale cambiamento.

La connessione fra Manchester e Libia, e la domanda che bisogna porre

Esistono rapporti sul fatto che Salman Abedi, l’attentatore suicida di Manchester, sia tornato dalla Libia, roccaforte dell’ISIS, appena pochi giorni prima di compiere il suo orribile attacco. La domanda che dobbiamo fare è: chi ha trasformato la Libia – che solo nel luglio 2010 veniva lodata dalla stampa britannica come una delle sei migliori destinazioni per crociere [in inglese] – in una roccaforte dell’ISIS e in un campo di addestramento

La guerra delle informazioni non è “facoltativa”

Le nazioni senza possibilità di condurre la guerra delle informazioni nel 21° secolo sono come nazioni del 20° secolo senza esercito e marina. Sono indifese. Prima dell’invenzione del volo umano, la guerra veniva combattuta in due dimensioni dagli eserciti e dalle marine sulla superficie del pianeta. Con l’introduzione dell’aereo nella guerra, venne aggiunta una nuova dimensione. Le nazioni che non riuscirono a costruire e ricostruire le loro aeronautiche si sarebbero

Come i Think Tank collegati alla NATO controllano la politica europea sui rifugiati

Un flusso incontrollato di rifugiati di guerra, da Siria, Libia, Tunisia, ed altre nazioni Islamiche destabilizzate dalle “Primavere Arabe” – Rivoluzioni Colorate, create da Washington, ha dato origine al più grande spostamento di persone in Europa, dalla Germania alla Svezia, alla Croazia, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ormai è diventato chiaro ai più, che è in atto qualcosa di abbastanza sinistro, qualcosa che minaccia di distruggere il tessuto

L’aggressione multinazionale americana durante il Ramadan

  Non è difficile capire chi sulla Terra possiede sia le risorse che la motivazione per coordinare molteplici e orribili attacchi di militanti, di porre fine a numerose vite e di provocare paura e rabbia su scala globale. Tutto ciò si è potuto vedere nei recenti attentati che si sono svolti durante il Ramadan [18 giugno – 17 luglio, NdT ] in Francia, Tunisia, Kuwait e secondo alcune fonti nella