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Ogni volta che scrivo in merito a quanto sia caduto in basso l’Occidente, anche quando faccio ipotesi su quanto ancora è destinato a scendere, scopro che la realtà supera la fantasia in men che non si dica. L’arresto di Julian Assange e la serie di accuse che sta improvvisamente affrontando, sta raggiungendo un livello tale che può essere visto solo come un altro precedente che l’Occidente “userà” nel prossimo futuro
Se 7.000 greci poterono fermare l’impero persiano nello stretto passaggio delle Termopili [in italiano] penso sia assurdo pensare che l’Iran non possa fermare il 20-30% del traffico globale di petrolio sul passaggio dei 3 chilometri dello Stretto di Hormuz. Ciò, naturalmente, provocherà una crisi globale e un disastro economico. Questa è “l’opzione nucleare” dell’Iran. Secondo quanto riferito, fa parte di un piano militare chiamato “Ghadir”, che evoca [in inglese] la
Girando e rigirando in una spirale crescente, la geopolitica del giovane XXI secolo assomiglia a un mandala psichedelico concepito da Yama, il Signore della Morte. Kim Jong Un, presidente della Repubblica Popolare Democratica di Corea, reduce da un viaggio in treno di 70 ore, si è incontrato in una prospera Hanoi comunista con il candidato rivale concorrente al Premio Nobel per la pace Donald Trump, sotto lo sguardo benevolo dello
Per decenni gli Stati Uniti, insieme agli alleati della NATO, hanno aiutato l’Arabia Saudita ad esportare il metodo di indottrinamento politico conosciuto come wahabismo, allo scopo di radicalizzare e ingrossare le fila di mercenari usati per scatenare guerre per procura e manipolare le popolazioni occidentali direttamente a casa loro. Ciò che per la casata dei Saud fu inizialmente un mezzo per stabilire, espandere e consolidare il proprio potere nella Penisola
Eccoci all’appuntamento con la SITREP dei fronti siriani: oggi dobbiamo registrare un ampliamento dei nostri “orizzonti geopolitici”, per citare il compagno Luciano Bonazzi che ringrazio per la visibilità e ridondanza che garantisce alle nostre analisi proponendole ai suoi lettori sulla sua pagina blog. Purtroppo siamo costretti dagli eventi a seguire anche due crisi contemporanee a quella siriana, la prima in Arabia saudita, e la seconda tre il Libano e la
Caro diario, non posso mostrare questa lettera alle persone innocenti dell’America e del mondo, quindi è solo tra te e me. Immagina lo shock e l’oltraggio se dico che dobbiamo abbracciare il terrorismo islamico! L’uomo della strada non capisce cosa ci sia in gioco e di come a volte le élite devono contare sul “caos controllato” per un bene superiore. I terroristi islamici sono strumenti meravigliosi nelle guerre per
Negli ultimi anni la Russia è apparsa spesso sui media, più che altro come il demoniaco “Impero di Mordor”, responsabile di tutte le cose negative che accadono sul pianeta, tra cui in particolare la vittoria di Trump su Hillary Clinton, l’intervento russo in Siria e, naturalmente, l’ “imminente” invasione russa dei Paesi Baltici, della Polonia o addirittura dell’Europa Occidentale. Non darò la minima importanza a queste puerili sciocchezze, mi concentrerò
Il New York Times Magazine ha pubblicato un pezzo interessante su Aleppo est: Robert Worth l’ha visitata di recente e ha parlato con persone del luogo. I redattori/censori del NYT hanno inserito molte delle loro calunnie standard contro il governo siriano, ma non sono riusciti nascondere le realtà ivi descritte. Perciò il pezzo si intitola: Aleppo dopo la Caduta [in Inglese], ma una delle frasi chiave in esso contenute dice proprio il
Il caos è scoppiato a Marawi, città nel sud delle Filippine assediata dai miliziani, che hanno issato le bandiere del cosiddetto Stato Islamico. Situata nell’isola meridionale di Mindanao, la città è di poco arretrata rispetto all’area principale di operazioni di Abu Sayaff, affiliato di Al Qaeda, nelle vicine isole di Jolo e Basilian. La testata inglese Indipendent, nell’articolo “I militanti collegati all’ISIS prendono in ostaggio preti e fedeli nelle Filippine”
E’ difficile afferrare del tutto il paradosso – per non parlare dell’assoluto schifo – nella decisione di Donald Trump di fare dell’Arabia Saudita la prima tappa della sua prima missione all’estero in qualità di Presidente degli Stati Uniti. Tale decisione rappresenta l’ennesima brusca inversione di marcia per Trump. Il candidato presidenziale Trump non era un fan del regno saudita. In effetti, non si faceva problemi nell’attaccare Riyadh in modi che