La riunione tenutasi a San Pietroburgo fra il presidente russo Vladimir Putin e la sua controparte turca Recep Tayyip Erdogan ha attirato l’attenzione dei media quasi quanto le olimpiadi di Rio.

Erdogan è arrivato a San Pietroburgo nel pomeriggio del 9 Agosto, e le discussioni iniziali sono state seguite subito dopo da negoziati con vari ministri e da una conferenza stampa, dopo la quale i due leaders hanno incontrato i rappresentanti degli ambienti imprenditoriali russi e turchi.

All’incontro erano presenti più di 200 membri del mondo dei media, che affollavano l’enorme centro stampa che era stato loro fornito. Per i media turchi è stata una “enorme sorpresa” che Erdogan abbia portato con sé dei ministri, incluso il ministro del Turismo e della Cultura turco Nabi Ayci, il ministro dell’Energia e delle risorse naturali Berat Albayrak, il ministro dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e dell’Allevamento Faruk Celik, così come il vice Primo Ministro Mehmet Simsek. Erdogan inoltre era accompagnato dal capo dell’intelligence Hakan Fidan, la cui presenza nella delegazione è stata descritta dai media turchi come “davvero inaspettata[in inglese].

Ma, anche prima che l’aereo di Erdogan atterrasse a San Pietroburgo, varie fonti di stampa si sono affrettate a fare le loro valutazioni.

In Turchia tutti i giornali e i siti, senza eccezione, hanno enfatizzato l’importanza di questa visita per i futuri sviluppi dell’economia turca, che ha avuto un grosso colpo da quando la Russia ha introdotto restrizioni commerciali e alla circolazione nel periodo successivo all’abbattimento del Su-24 russo in Siria. I giornalisti hanno espresso le loro speranze per il ripristino di un’unione stabile fra i due stati, insieme a una cooperazione più forte nelle questioni di sicurezza regionale, inclusa la lotta al terrorismo, all’estremismo e al crimine organizzato.

Alcuni analisti hanno sottolineato l’importanza dell’incontro fra Erdogan e Putin descrivendola come una nuova pietra miliare [in turco] nella lotta fra l’Atlantico e l’Eurasia, ed è importante non solo nei termini delle future relazioni turco-russe, ma anche di una riforma del sistema internazionale, per la formazione di un nuovo mondo concentrato sul Medio Oriente, nord Africa e Eurasia. Quegli analisti sono convinti che l’Occidente sia terrificato dalle prospettive di un abbandono della Turchia dalle cooperazioni con USA, UE e NATO e che questo possa diventare un altro blocco di attori internazionali.

Secondo il giornale tedesco Spiegel [in tedesco], quello a cui stiamo assistendo è uno sviluppo stressante per l’Occidente, da quando quotidianamente Erdogan critica Berlino, Vienna e Washington conseguentemente al golpe fallito, il tutto mentre elogia Mosca, rivolgendosi a Putin con un “mio caro amico Vladimir”.

La fonte turca Haber7 [in turco] si è accanita sulla NATO e i suoi stati membri, definendola un covo di serpenti e una gang di banditi, creata con lo scopo di proteggere gli interessi di Washington, l’alleanza Nord Atlantica sarebbe stata usata dall’Occidente per sopprimere i deboli stati dell’Asia, Africa, Sud America, tutto nel tentativo di farne degli obbedienti servitori, e la NATO è la mente e il maggior finanziatore dietro le rivoluzioni e i colpi armati nei paesi musulmani e nei paesi del terzo mondo. Haber7 fa notare che a meno che la Turchia e i paesi islamici non creino una loro organizzazione difensiva, non potranno sfuggire la pressione, le minacce e l’ingerenza delle forze del male della NATO. Non c’è più una minaccia comunista, non c’è più l’unione sovietica ormai, argomenta la fonte, quindi qual è la ragione dietro l’esistenza della NATO ora?

Il cambio di posizione della Turchia nelle sue relazioni con l’Occidente è stato espresso da Tayyip Erdogan in un’intervista con il francese Le Monde [in francese] in cui osserva che l’Occidente, invece della solidarietà con la Turchia, ed invece di difendere i principi democratici, sceglie di abbandonare Ankara, e aggiunge che la Turchia è rattristata dal fatto che John Kerry sia arrivato ad Ankara 45 giorni dopo il golpe fallito, il che indica che Washington ha abbandonato la sua alleanza strategica.

Il Financial Times [In inglese] pone in risalto l’affermazione particolarmente severa di Erdogan che ha sconvolto l’Occidente poche ore dopo la visita del capo di Stato Maggiore Joseph Dunford in Turchia, secondo cui in nessun modo la Turchia sarà un partner strategico degli Stati Uniti, senza l’estradizione dell’uomo che agisce contro gli interessi della Turchia (il riferimento è a Fethullah Gülen).

Il tedesco Focus [In tedesco] fa notare che il patto di amicizia fra Putin ed Erdogan può davvero cambiare gli equilibri di potere nel mondo, e qualora la Turchia dovesse stare dalla parte della Russia su tutte le questioni, l’Occidente crollerebbe, cosa che gli Stati Uniti non sarebbero capaci di tollerare, come hanno fatto notare alcuni giornalisti tedeschi. Per esempio per il Wall Street Journal [in inglese] il ripristino delle relazioni bilaterali fra Turchia e Russia allontanano Erdogan e Putin dall’Occidente.

Dopo i colloqui i due leader hanno adottato una serie di provvedimenti indirizzati a facilitare lo sviluppo delle relazioni bilaterali, in particolare sulla preparazione di un programma a medio termine di cooperazione economica, scientifica e tecnica fino al 2019, e sulla costruzione della prima parte del gasdotto “Turkish Stream” che potrebbe cominciare a breve.

Non c’è dubbio che l’incontro fra  Erdogan e Putin farà avvicinare i due stati, benché l’Occidente sia da sempre terrorizzato [in inglese] dalla possibilità di questo sviluppo, e le ragioni sono da  cercare in una politica occidentale poco lungimirante, che mira ai conflitti, oltre al disinteresse che Washington ha dimostrato nei confronti di Turchia e Russia.

Martin Berger è un giornalista freelance e analista geopolitico, esclusivamente per il giornale online “New Eastern Outlook”.

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Articolo di Martin Berger pubblicato il 10 agosto 2016 su New Eastern Outlook

Traduzione in italiano a cura di Chiara per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore] 

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