La Turchia sta cambiando la direzione in cui si muove la sua politica estera. Invece di affacciarsi ad Ovest, verso la NATO e verso il sogno impossibile di un ingresso nell’Unione Europea, si è rivolta ad Est, verso una cooperazione più stretta con Russia, Cina ed Iran. E’ sua intenzione anche sviluppare le relazioni con gli stati dell’Asia Centrale: Turkmenistan, Kazhakistan, Uzbekistan e Azerbaijan.
Per coprire la mossa, che era incominciata prima del recente tentativo di colpo di stato, il governo turco ha bisogno di qualche scusa plausibile. La parte “colpevole”, che dovrebbe giustificare il cambiamento, non dovrebbe essere la stessa [al governo], ma piuttosto i suoi “partners occidentali”.
Che poi il golpe sia probabilmente correlato alle attività clandestine del Movimento Gulenista in Turchia è un regalo bene accetto. La Turchia è convinta che, in qualche modo, nel colpo di stato ci sia lo zampino degli Stati Uniti, o che, come minimo, essi ne fossero già a conoscenza, ma non abbiano avvisato Ankara. Che il golpe abbia una correlazione con gli Stati Uniti non è solo una teoria cospirativa senza fondamento. Le aerocisterne che avevano rifornito gli F-16 che avevano bombardato il parlamento durante il colpo di stato erano decollate dalla base aerea NATO di Incirlik, dove si trova il comando statunitense per le operazioni in Siria. Tre dei cinque reggimenti coinvolti nel colpo di stato ad Istanbul fanno parte dei Corpi a Dispiegamento Rapido della NATO. Uno dei capi del golpe è il comandante della Seconda Armata turca, che coordina con gli Stati Uniti le azioni militari contro la Siria (e l’Isis).
Un altro segno della colpevolezza statunitense, almeno dal punto di vista turco, è l’ipocrita prima dichiarazione rilasciata dal Segretario di Stato Kerry mentre il golpe era ancora in atto. Dal mio live blogging del colpo di stato, prima che si capisse che era destinato al fallimento:
Giornalista alla conferenza stampa Lavrov & Kerry, attualmente in corso, “Francia e Belgio hanno detto ai loro cittadini in Turchia di rimanere a casa”. Lavrov: “Anche i cittadini russi dovrebbero farlo”.
2:11 PM – 15 Jul 2016 Talking Points Memo @TPM
#ULTIMISSIMA John Kerry, con il colpo di stato apparentemente in atto, spera nella stabilità in Turchia. http://bit.ly/29WqHS6
“Stabilità” – Questo è un modo di parlare a favore del golpe….
Kerry ha parlato in diplomatese a sostegno del golpe in atto. Chiedere “stabilità” invece di “democrazia” o “rispetto per il legittimo governo” era assai improbabile potesse scoraggiare i cospiratori. Ciò che aveva voluto annunciare era si “stabilità”, ma sotto il loro controllo.
Oggi il Washington Post ha pubblicato un editoriale che sembra chiedere un nuovo golpe in Turchia. Suggerisce come evitare gli errori di quello fallito. I Turchi lo vedranno come un complotto degli Stati Uniti ancora in atto:
In Turchia i golpisti non hanno atteso elezioni controverse o ondate di malcontento popolare. Forse degli organizzatore più pazienti e con più senso strategico avrebbero ottenuto risultati migliori.
Il capo religioso e predicatore sufita turco Fethullah Gulen risiede in Pennsylvania, da dove controlla la sua rete mondiale di scuole private. Si dice che Gulen sia a libro paga della CIA. Due ex alti papaveri della CIA avevano parlato a suo favore quando, negli anni ’90, aveva richiesto la residenza negli Stati Uniti.
La Turchia ora chiede l’estradizione di Gulen. Le prove della sua colpevolezza, offerte dalla Turchia, consistono sopratutto nelle confessioni degli ufficiali coinvolti. Queste sono state ottenute con modalità in qualche modo coercitive. E’ improbabile che siano sufficienti a convincere i vari gruppi di interesse negli Stati Uniti ad acconsentire all’estradizione di Gulen.
Ma questo si sposa bene con i piani turchi. Se gli Stati Uniti non dovessero avallare la richiesta, la Turchia avrebbe una buona ragione per raffreddare le proprie relazioni con gli Stati Uniti e con la NATO. Il Ministro degli Esteri turco ha appena richiesto una rapida estradizione di Gulen. Dando prova di unità nazionale, il leader del partito di opposizione, il CHP, ha richiesto la stessa cosa. Perciò questa non è solo una qualche pagliacciata del matto Erdogan, ma una vera e propria richiesta del popolo turco.Gli Stati Uniti cercheranno di tirare la cosa per le lunghe, ma dal momento che, anche il partito di opposizione appoggia la domanda, spazio di manovra ce n’è veramente poco.
La mia previsione è che gli Stati Uniti rifiuteranno ogni tipo di estradizione e che la Turchia userà questo come pretesto per giustificare relazioni meno amichevoli.
Dall’altro lato di questa giravolta in politica estera ci sono Russia ed Iran. Entrambe si sono espresse, rapidamente e con durezza, contro il golpe. La Turchia ha esplicitamente ringraziato il Presidente russo Putin per il suo incondizionato sostegno contro il colpo di stato. (Voci non confermate asseriscono che la Russia avesse messo in guardia il governo turco alcune ore prima che il golpe avesse inizio). Il Presidente turco Erdogan incontrerà personalmente Putin il 5 agosto. La Turchia vuole “portare le relazioni con la Russia a nuovi livelli”.
L’ambasciatore turco a Teheran ha plaudito al sostegno iraniano contro il colpo di stato.
Come precondizioni per il miglioramento delle relazioni, la Russia (e l’Iran) ha richiesto che la Turchia interrompa gli aiuti ai ribelli jihadisti in Siria. Secondo l’Economist, la Turchia ha acconsentito:
Mentre il Sig. Erdogan si concentra sui nemici interni, ha anche cercato di chiudere il più boccaporti possibile, sigillando il valico di confine di Bab al-Hawa, in pratica la principale via di rifornimento del territorio in mano all’opposizione siriana sunnita.
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Alcuni ribelli sostengono che, a seguito del contro-golpe, il Sig. Erdogan potrebbe anche proiettare all’esterno il suo trionfalismo sunnita e andare al loro salvataggio. Ma, fra i leaders esiliati a Gaziantep e fra gli Americani che coordinano il loro backup logistico, il morale è basso. “I giochi (per i ribelli siriani) sono già finiti”, dice uno di loro.
C’è anche questo, dal Financial Times:
La settimana scorsa i ribelli siriani hanno affermato di aver notato un cambiamento nel comportamento di Ankara […] La Turchia rimaneva inattiva mentre i ribelli combattevano […] Normalmente, i Turchi sarebbero arrivati in massa a controllare, si sarebbero incontrati con i comandanti e si sarebbero assicurati che ciascuno facesse il suo lavoro.
Uno scontro con gli Stati Uniti su Gulen, migliori relazioni con Russia ed Iran e sostegno ridotto ai “ribelli” siriani, il cambio di politica estera della Turchia è in pieno svolgimento.
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Al-Qaeda in Siria, conosciuta con il nome di Jabhat al-Nusra, temeva una stretta nella cooperazione fra Russia e Stati Uniti e [la ripresa di] una intensa campagna di bombardamenti contro di lei (come richiesto da due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite). Per evitare danni, al-Qaeda sta cercando di ingannare il pubblico.
Jabhat al-Nusra si auto-rinominerà in Jabhat Fath al Sham e rinnegherà pubblicamente ogni collegamento (ma non i suoi obbiettivi) con il gruppo principale di al-Qaeda. Jabhat al-Nusra dispone di circa 5.000 combattenti, un terzo dei quali stranieri. La formazione spera che questa mossa sia sufficiente per non essere più considerati dall’ONU e dagli USA come una “organizzazione terroristica”, ed essere invece riconosciuti come “ribelli moderati”. Questi ultimi ricadono nei termini del cessate il fuoco concordato fra Russia e Stati Uniti. Gli stati del Golfo che sponsorizzano Jabhat stanno spingendo da un po’ di tempo questa mossa. Ci si chiede che promesse abbiano fatto gli Stati Uniti per promuovere l’iniziativa.
L’amministrazione Obama accetterà e difenderà un cambio di nome solo di facciata? Chiederà alla Russia di sospendere gli attacchi contro una al-Qaeda dal travestimento nuovo? Secondo me sarebbe estremamente imbarazzante. Ma, se gli Stati Uniti difendono persino il loro sostegno a “ribelli moderati” che decapitano i bambini malati, potrebbero benissimo sostenere apertamente una sola al-Qaeda rinominata.
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Articolo pubblicato da Moon of Alabama il 26 Luglio 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it
Grazie a Saker italia per questo interessante articolo: c’è tutto o quasi quello che serve per capire: chi sono stati i burattinai del tentativo di golpe; la nuova politica estera della Turchia finalmente orientata verso russia-iran; il blocco degli aiuti turchi ai tagliagole manovrati soprattutto da Usa e Riad; addirittura anche l’appoggio dell’opposizione che si affianca al governo nella sua richiesta agli Usa di estradare quel personaggio (gulen) che (naturalmente sotto dettatura della Cia) ha avuto un probabile ruolo nell’organizzazione del golpe…e con questo è bello e servito (nel senso di smentito) chi, influenzato da certa propaganda occidentale di denuncia degli eccessi di erdogan, è cascato nella trappola accodandosi al coro dei cantori dei “diritti civili” lesi e storceva il naso verso il personaggio temendo che questo facesse piazza pulita a destra e a manca. Il truce erdogan non è poi tanto stupido e, almeno per il momento, mi sembra si stia movendo nella giusta direzione…speriamo che prosegua così.
Per il momento, una volta tanto, godiamoci lo sconquasso che la turchia sta provocando nella Nato e nei piani egemonici degli Usa e dei suoi lacchè europei.
Rimane solo un punto ancora un pò oscuro: chi ha aiutato Erdogan a sfuggire ai golpisti? I russi? i francesi? gli israeliani stessi? Per quel poco che si è saputo sembrerebbe che il merito vada ai Russi…in effetti sembrano essere quelli che ci stanno guadagnando di più dalla Virata di erdogan, inoltre sono ben piazzati anche militarmente nella zona per poter presumere che la loro intelligence abbia potuto captare in anticipo movimenti e segnalazioni dei golpisti.
Se così è stato, c’è una ragione in più per gioire in questo momento.
Ciao, volevo chiederti perchè dici che Erdogan si sta muovendo nella giusta direzione. Sta facendo piazza pulita di poliziotti, magistrati, giornalisti, professori, ecc. non mi sembra una giusta direzione. Te lo chiedo perchè, a questo punto, credo che tu ne sappia più di me riguardo le politiche interne della Turchia.
Guarda che io non ho informatori particolari sulla situazione interna della turchia e tutto quello che so lo traggo o lo deduco semplicemente dalla lettura di vari articoli di blog o giornali diversi (compreso Sakeritalia) oppure, prendendo con le pinze quello che sento in televisione. Da tutto questo mi risulta che:
1) Erdogan vuole muoversi verso la normalizzazione dei rapporti con la russia e addirittura con l’Iran e la Siria (anzi penso e spero che sia qualcosa di più di una “normalizzazione”);
2) sembra che stia bloccando gli aiuti ai tagliagole dell’ISIS (non a caso gli hanno già fatto degli attentati));
3) fin dal primo momento ha denunciato le complicità della Nato nel tentativo di golpe
4) ha chiesto agli USA l’estradizione di quel suo vecchio alleato ma ora nemico di nome Gulen che sembra abbia avuto un ruolo importante nell’organizzazione del golpe (naturalmente imbeccato per bene dalla Cia).
Mi sembra che siano tutte iniziative che meritano di essere approvate e sostenute.
Quanto ai “poliziotti, magistrati, giornalisti e insegnanti” ne ha arrestati o licenziati alcune migliaia (peraltro sostituendoli con nuovi assunti) e non milioni, inoltre si tratta di gente seguace proprio di quel Gulen di cui ho già detto.
Tu pensi che fossero gente innocente estranea al golpe? Io credo di no! Credo che quantomeno fossero la base di consenso su cui contavano i golpisti. Naturalmente non ho prove di questo ma se erdogan li sta arrestando o licenziando non credo che lo faccia per divertisti…evidentemente per lui rappresentano un pericolo. Il fatto che giornalisti e politici occidentali si stiano dando tanto da fare per protestare contro quegli arresti e licenziamenti credi che sia dovuto alla loro sensibilità “democratica” ? Tutti i politici occidentali alla Merkel, Hollande e company hanno sostenuto e sostengono il golpe avvenuto a Kiev e hanno assistito silenziosi anche ai peggiori crimini della giunta di Kiev o dei loro scagnozzi uncinati…figuriamoci se nelle loro critiche a Erdogan sono mossi da scrupoli “democratici”! Gli stanno dando addosso (su ordine USA) semplicemente perché il tentato golpe in turchia era made in Usa e quei poliziotti, giornalisti, magistrati e insegnanti “perseguitati” ora da Erdogan erano nient’altro che il terreno di coltura su cui si dovevano poggiare i golpisti se fossero risultati vincenti.
Non mi sento proprio di versare neppure una lacrima per quella gente neppure se davvero Erdogan dovesse condannarli tutti a morte (cosa a cui comunque non credo…quantomeno non in misura così massiccia come qualcuno vorrebbe lasciare intendere o teme).
Per me l’importante è che la Turchia, che fino a qualche giorno fa era un fedele cane da guardia degli Usa, a seguito del golpe, ora sembra voler virare di 180 gradi nella politica estera, voglia quantomeno raffreddare i suoi rapporti con la Nato e gli Usa nonchè mettere fine alle sue complicità con i tagliagole dell’Isis.
Se così non dovesse essere e in futuro dovessi verificare che Erdogan persiste nelle politiche che finora hanno contraddistinto la Turchia, mi pentirò di avergli fatto una qualche apertura di credito e tornerò ad essergli nemico come in passato.