Il rapporto della Turchia con l’UE e la NATO sembra aver raggiunto nuovi livelli minimi.

L’accordo di Ankara con l’UE per contribuire a respingere un’invasione di migranti sta per terminare. Il 13 marzo, il Vice Primo Ministro turco Numan Kurtulmuş ha annunciato [in Inglese] il suo congelamento nel bel mezzo dell’escalation di una disputa sull’accesso dei funzionari turchi nei Paesi Bassi. Anche un altro Vice Primo Ministro, Nurettin Canikli, ha detto che potrebbero essere prese misure per rivalutare l’accordo di Ankara con Bruxelles per evitare che rifugiati e migranti sconfinino nell’UE dopo il loro transito in Turchia.

Il Ministro per gli Affari Europei della Turchia Ömer Çelik ha detto [in Inglese] che il suo paese dovrebbe rivalutare l’accordo sui migranti con l’Unione Europea in risposta alla crescente crisi con i Paesi Bassi, che hanno impedito ai ministri turchi di tenere dei comizi.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha accusato l’Olanda di comportarsi come i Nazisti, scatenando l’indignazione in un paese che è stato bombardato e occupato dalle forze Naziste tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre ha accusato la cancelliera tedesca Angela Merkel di “aiutare i terroristi”. Ankara si è infuriata per il rifiuto di alcuni paesi dell’UE di far parlare dei ministri turchi a dei raduni politici all’estero. Secondo lei, la Turchia potrebbe rivedere il suo rapporto con l’UE sulla base del fatto che il blocco non è riuscito a mantenere le sue promesse su una serie di questioni, da quando sono iniziate le trattative un decennio fa.

Il presidente è andato oltre, affermando che l’UE ha perso il suo posto di simbolo della democrazia e dei diritti umani, giurando al contempo che la Turchia cercherà di mobilitare altre organizzazioni internazionali chiave, in particolare l’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC), contro l’ascesa del Fascismo in Europa, che colpisce direttamente i Turchi, i Musulmani e tutti gli stranieri del continente.

Versando altra benzina sul fuoco, la Commissione Europea ha sottolineato [in Inglese] le “serie preoccupazioni” espresse dal Consiglio d’Europa il 13 marzo sugli emendamenti alla costituzione turca, che verranno votati col referendum del 16 aprile. La Commissione di Venezia, l’organo del Consiglio d’Europa specializzato in questioni costituzionali, ha pubblicato il suo parere [in Inglese], affermando che gli emendamenti costituzionali proposti in Turchia, che aprono la strada alla permanenza in carica di Erdoğan fino al 2029, sono un “pericoloso passo indietro” per la democrazia.

Evidentemente, ai rapporti di Ankara con l’UE e i paesi europei più importanti, è stato inferto un colpo enorme. Date le circostanze, non c’è dubbio che la componente sull’attraversamento dei confini dell’accordo sui migranti siglato il 18 marzo 2016, sarà riconsiderata. Secondo le statistiche ufficiali [in Inglese], il numero di migranti e rifugiati in Grecia è diminuito del 95 per cento un anno dopo l’attuazione dell’accordo UE-Turchia. La Grecia sta attualmente accogliendo più di 60.000 rifugiati. Circa 200.000 rifugiati e migranti affollerebbero la Grecia se cessasse l’accordo tra la Turchia e l’Unione Europea sulla crisi dei rifugiati.

La Turchia è un paese Musulmano. Il rapporto con l’UE probabilmente peggiorerà ancora di più se nell’unione continueranno a crescere sentimenti anti-Musulmani. Per esempio, la minaccia di flussi incontrollati di rifugiati ha dato origine ad un fenomeno nuovo: visto che i governi non riescono a controllare i confini, in Europa si moltiplicano i gruppi di volontari per ostacolare l’immigrazione illegale e tenere lontani  i rifugiati. Più di un milione di volontari in tutto il continente, comprese Repubblica Ceca, Spagna, Germania, Slovacchia e altri paesi, sono a guardia dei confini per fermare l’immigrazione clandestina. In Ungheria, il numero dei gruppi di volontari sta crescendo in maniera esponenziale. I gruppi lavorano a stretto contatto con le agenzie governative e i loro membri sono armati di bastoni e spray al peperoncino.

In Bulgaria un’organizzazione costituita per fermare l’arrivo degli immigrati conta circa 50mila membri. I membri del Movimento Nazionale Bulgaro Šipka sono spesso armati di lunghi coltelli, baionette e accette.

Lo Šipka fa parte dell’organizzazione Fortezza Europa, che vanta 17 filiali in tutto il continente, tra cui Repubblica Ceca, Germania e Spagna. In totale ci sono circa 50 gruppi del genere in Europa.

Né la leadership dell’UE, né i governi nazionali controllano completamente le attività degli “eserciti popolari di volontari”. È difficile prevedere cosa faranno se la Turchia si tirerà fuori dall’accordo sui rifugiati con l’UE, e flussi incontrollati di migranti inonderanno di nuovo l’Europa.

Visto lo svolgersi degli eventi, l’idea di adesione della Turchia all’UE sembra essere più un sogno irrealizzabile. Il rapporto tra i due paesi è sull’orlo del collasso.

La Turchia ha un’alternativa: il 18 gennaio, le forze armate di Russia e Turchia hanno combattuto insieme [in Inglese] lo Stato Islamico in Siria. È stata la prima volta che le forze aeree di Russia e Turchia si sono impegnate in un’operazione congiunta. Il rapporto è diventato sempre più stretto di recente, soprattutto dopo che i due paesi si sono uniti per avviare il processo di Astana, nel tentativo di porre fine alla crisi siriana. Prima o poi lo Stato Islamico sarà cacciato dalla Siria e Russia e Turchia si troveranno ad affrontare la questione su cosa fare dopo. Potrebbe essere l’inizio di un’alleanza più ampia per la lotta contro il terrorismo globale oltre i confini della Siria, che comprenderà altri settori di cooperazione e attirerà altri attori.

Sono stati compiuti progressi in tutti i campi quando i presidenti di Russia e Turchia hanno tenuto il loro vertice a Mosca il 9-10 Marzo. Per esempio, la Russia e la Turchia sono sulla strada per realizzare l’ambizioso progetto del gasdotto Turkish Stream [in Inglese].

L’agenda del vertice ha incluso la vendita di sistemi avanzati per la difesa aerea a lungo raggio S-400. Con l’aiuto della Russia, la Turchia potrebbe avviarne la produzione in patria per migliorare notevolmente la propria base industriale.

La Turchia cerca anche offerte di appalto [in Inglese] in materia di sistemi elettronici, munizioni e tecnologia missilistica. Il Generale Hulusi Akar, il Capo di Stato Maggiore Generale delle forze armate turche, ha visitato [in Inglese] la Russia lo scorso novembre per discutere di cooperazione militare. I funzionari turchi hanno lamentato la mancanza di volontà della NATO di cooperare con la Turchia. Nel mese di agosto, il Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu ha criticato l’Alleanza Atlantica, dicendo che non è stata del tutto collaborativa con Ankara. Secondo lui, la NATO è stata evasiva su questioni come lo scambio di tecnologia e gli investimenti congiunti.

La Turchia potrebbe unirsi all’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), visto che le prospettive di adesione all’UE stanno svanendo. L’adesione della Turchia all’SCO sarebbe uno sviluppo fondamentale che potrebbe riunire l’organizzazione e il Consiglio Turco (CCTS) [in Inglese] – un’organizzazione internazionale di paesi turchi [in Inglese], che comprende l’Azerbaigian, il Kazakistan, il Kirghizistan e la Turchia. Il Turkmenistan e l’Uzbekistan sono possibili futuri membri del consiglio.

Dopotutto, la Turchia è una grande potenza eurasiatica. La sua integrazione nel sistema eurasiatico acquisisce maggiore rilevanza, dato che le sue relazioni con l’UE e molti membri della NATO stanno peggiorando. Ulteriori progressi faciliteranno il dialogo tra le potenze eurasiatiche e la Turchia, e rafforzeranno la posizione di Ankara per quanto riguarda l’Occidente in generale.

Il graduale spostamento della Turchia dall’Occidente verso l’Eurasia e altri partner fa parte di un processo più ampio, mentre l’Unione Europea viene indebolita e divisa. Non sorprende il fatto che, con i suoi rapporti con l’Occidente che si deteriorano, la Turchia si avvicini ad altri poli di potere. Questa politica estera multidimensionale [in Inglese] rafforzerà la posizione della Turchia nel mondo.

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Articolo di Peter Korzun pubblicato su Strategic Culture il 21 marzo 2017.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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