Afferma che Yanukovych non fu realmente cacciato poiché era un terrorizzato perdente già sulla via di fuga. Ma dov’è la differenza?

Quindi, come spiegano, i media popolari degli U.S.A, la crisi Ucraina, dopo avere essenzialmente falsificato gli eventi storici dell’anno scorso? Bene, se voi siete il New York Times, continuate a rivoltare il vecchio racconto, anche se con qualche variazione.

Per esempio, Domenica, il Times ha pubblicato un lungo articolo che cercava di sostenere l’opinione occidentale che il colpo di stato che ha deposto il presidente eletto Victor Yanukovych non era realmente un colpo di stato – solo lo sgretolarsi del suo governo in considerazione della violenza paramilitare nelle strade con voci di maggior violenza in arrivo- anche se questo potrebbe suonare molto vicino ad un colpo di stato. In più, il Times effettua qualche ritocco all’immagine di Yanukovych.

Nell’articolo, Yanukovych è riconvertito da un brutale autocrate, -la cui polizia, coscientemente, massacrava i pacifici protestatori-, ad un perdente spaventato, la cui mano era “tremante” quando ha firmato il 21 Febbraio l’accordo con i diplomatici Europei, accettando di ridurre il suo potere e tenere nuove elezioni, un accordo che fu disatteso il 22 Febbraio quando milizie neo-naziste invasero gli uffici presidenziali e parlamentari.

Definizione di un colpo di stato

Ci si potrebbe meravigliare di cosa ne pensa il New York Times di un colpo di stato. Infatti il colpo di stato dell’Ucraina ha avuto molti dei classici marcatori dei cambi di regimi progettati dalla CIA in Iran nel 1953 ed in Guatemala nel 1954.

La strada che questi colpi di stato hanno seguito è storicamente nota. Funzionari segreti governativi degli U.S.A iniziarono una furiosa propaganda verso il soggetto dell’attacco, diffusero false notizie di maggior violenza in arrivo e quindi -appena le istituzioni politiche crollarono- cacciarono il correttemente eletto leader prima di accogliere il nuovo “legittimato” ordine.

In Iran, ciò è significato reinstallare l’autocratico Shah che governò con mano pesante per il successivo quarto di secolo; in Guatemala, il colpo di stato portò a più di tre decadi di brutale regime militare e l’uccisione di 200.000 guatemaltesi.

I colpi di stato non hanno bisogno di utilizzare carri armati che occupino le pubbliche piazze, anche se questo è un metodo alternativo che segue molti dei passi iniziali ad eccezione che la parte militare ha una fine. Il colpo militare era un metodo comune specialmente in America Latina negli anni 1960 e 1970.

Ma il sistema preferito negli anni recenti è stato la “rivoluzione colorata” che opera dietro la facciata di una”rivolta popolare pacifica” e di una pressione internazionale sul leader sotto attacco perché mostri moderazione, fino a quando è troppo tardi per fermare il colpo di stato. Malgrado la moderazione il leader è ancora accusato di enormi violazioni dei diritti umani, tutto il meglio per giustificarne la rimozione.

Più tardi il leader deposto avrà un ritocco di immagine; invece di un crudele prepotente, viene ridicolazzato per non aver mostrato sufficienti capacità di soluzione lasciando che la base di sostegno si sciolga nel nulla, come è successo a Mohammad Mossadegh in Iran e Jacob Arbenz in Guatemala.

Ancora, malgrado i migliori tentativi del Times, del Post e altri popolari media, lo sforzo di nascondere questa brutta realtà al popolo americano, – nuove voci alternative -che presentano un più realistico racconto di quel che stava accadendo in Ucraina- cominciavano ad allontanarsi dal racconto preconfezionato.

Invece di accettare la versione dei grandi media, molti americani riuscivano a comprendere che la realtà era molto più complicata e che si vendeva solo propaganda.

Negare il colpo di stato

In soccorso ai suoi articoli precedenti, il New York Times di Domenica presentava quella che veniva dipinta come una dettagliata, minuziosa “investigazione” di come non c’era stato un colpo di stato in Ucraina e riaffermando con insistenza che solo spalleggiatori di Mosca avrebbero pensato a questa idea.

“La Russia ha attribuito la cacciata del signor Yanukovych a ciò che descrive come una violento colpo di stato “neo-fascista” sostenuto ed anche coreografato dall’occidente e vestito come una rivolta popolare; hanno scritto Andrew Higgings e Andrew E. Kramer.

“Pochi al di fuori della bolla propagandistica dei Russi hanno mai seriamente considerato la linea del Cremlino”. Ma dopo circa un anno dalla caduta del governo Yanukovych, rimangono ancora interrogativi sul come e perchè collassò così velocemente e completamente.

L’articolo del Times ha concluso che Yanukovych “non era stato lasciato alla deriva dai suoi alleati e che i funzionari occidentali erano sorpresi dal disfacimento come qualsiasi altro.

L’abbandono degli alleati, alimentato in larga parte dalla paura fu accelerata dalla cattura, da parte dei protestatari, di una grande quantità di armi nella parte occidentale del paese.

Ma della stessa importanza, come mostra la ricostruzione delle ultime ore, fu il panico creato dal tentativo di Yanukovych di portare ordine nei ranghi del governo.

Ancora, quel che è particolarmente curioso in questo articolo è che ignora il corpo sostanziale delle evidenze; funzionari U.S.A furono gli strumenti iniziatori della crisi alimentando la cacciata finale di Yanukovych.

Per esempio, il Times non fa riferimento alla moltitudine di progetti politici in Ucraina finanziati dagli Stati Uniti incluso le stoccate di Gershman NED, ne dell’intervento straordinario dell’Assistente del Segretario di Stato Nuland.

Si potrebbe pensare che l’incoraggiamento di Nuland a quelli che sfidavano il governo eletto dell’Ucraina dovrebbe sicuramente meritare una menzione. Ma è scomparso nella versione della storia del Times. Ancora più sorprendente, non c’è riferimento alla chiamata telefonica tra Nuland-Pyatt, malgrado Pyatt fosse intervistato per l’articolo.

Anche se il Times desiderava trovare delle scuse per lo schema Nuland-Pyatt -rivendicando che forse non provava che stavano complottando-potreste pensare che la chiamata infame meritasse almeno una menzione. Ma la Nuland non viene citata da nessuna parte. Lo stesso per Gershman o per McCain.

Il Times riporta che ” gli inviati Europei si sono incontrati presso l’Ambasciata Tedesca con Antoniy Parubiy, il capo delle forze di sicurezza che protestavano e che gli hanno detto di tenere le armi di Lviv lontane da Kiev. “Gli abbiamo detto: non lasciate arrivare queste armi a Kiev. Se arrivano, questo cambia l’intera situazione. ” Mr. Pyatt ha richiamato Mr. Parubiy che è ritornato all’incontro indossando un balaclava nero.

“In una recente intervista a Kiev, Mr. Parubiy ha negato che le armi prese a Lviv fossero arrivate a Kiev, ma ha aggiunto che potrebbero aver fornito una leva potente per influenzare sia la parte di Yanukovych sia i governi occidentali.

“Li ho avvisati che se i governi occidentali non prendevano ferme azioni contro Yanukovych tutto il processo poteva raggiungere una dimensione pericolosa”

“Andriy Tereschenko, un comandante della Berkut (polizia) di Donetsk che era stato richiamato con i suoi uomini presso il Gabinetto dei Ministri, la sede del governo in Kiev, ha detto che 16 dei suoi uomini erano già stati uccisi il 18 di Febbraio e che era terrificato dalle voci che un arsenale di armi automatiche, in arrivo da Lviv, erano per strada.

” E’ già una sollevazione armata ed è destinata a peggiorare”: ha detto.” Abbiamo capito perché le armi siano state sequestrate; per portarle a Kiev”

Il Times tralascia l’identificazione di Parubiy: oltre ad essere il capo delle “forze di autodifesa” di Maidan, “Parubiy era un noto neo-nazista, fondatore del Partito Socialista Nazionale Ucraino (e capo della sicurezza nazionale del regime, dopo il colpo di stato). Ma “non vedere neo-nazisti” in Ucraina è diventato uno schema fisso per il New York Times.
Ancora la domanda giornalistica rimane: come deve essere, per il New York Times, un colpo di stato?

Avete il sequestro di un arsenale in mezzo alle voci che queste potenti armi siano state distribuite a quei paramilitari.

Avete le pressioni internazionali sul presidente eletto di richiamare le sue forze di sicurezza, anche se la propaganda lo dipinge come un omicida di massa.

Chiunque conosca il colpo di stato in Guatemala del 1954 dovrebbe ricordare che l’elemento più vistoso dell’operazione della CIA fu la campagna di disinformazione, trasmessa dalle stazioni radio finanziate dalla CIA, circa un gran numero di forze antigovernative che marciavano verso la Città di Guatemala, spingendo così il governo al collasso e Arbenz a fuggire.

L’articolo del Times non è un serio tentativo di studiare il colpo di stato Ucraino.

Se lo fosse stato, avrebbe guardato seriamente alle sostanziali evidenze delle interferenze occidentali ed di altri fatti chiave, quali le identità dei cecchini del 20 Febbraio.

Invece, l’articolo era solo l’ultimo tentativo per pretendere che il colpo di stato non era un colpo di stato.

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Traduzione a cura di Stanislao per sakeritalia.it
Articolo di Robert Parry apparso l’8 Gennaio 2015

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