La Verchovna Rada ucraina ha preparato la bozza di bilancio per il 2018. Il sito ufficiale del Parlamento ha pubblicato le informazioni pertinenti, insieme alle disposizioni specifiche su entrate, spese e previsioni sullo sviluppo finanziario ed economico e sull’inflazione. Se il disegno di legge non subirà importanti modifiche esterne (come l’intervento dell’FMI) o interne (l’opposizione parlamentare), allora potrebbe già definire il bilancio dell’anno prossimo.
Comunque, nonostante possibili o addirittura probabili modifiche, possiamo essere certi che la tendenza principale fissata nel disegno di legge, vale a dire le sue ambizioni militari, non cambierà. Infatti, la prima cosa che salta all’occhio esaminando il documento è il forte aumento della spesa militare. Il secondo elemento di spese sostanzialmente aumentate riguarda i costi associati all’apparato statale.
Permetteteci di citare una serie di disposizioni della legge, e di aggiungere il nostro commento.
Nel 2018, le entrate totali ammonteranno a 877,42 miliardi di grivnie ucraine (a fronte degli 876,9 miliardi del 2017). Facciamo attenzione al fatto che questo disegno di legge prevede un leggero aumento delle entrate di bilancio di 520 milioni di grivnie. Le stime del PIL per il prossimo anno stabilite nel disegno di legge sembrano eccessivamente ottimistiche e non tengono conto di una serie di condizioni. Ad esempio, il documento non parla chiaramente degli imminenti picchi dei pagamenti dei prestiti e degli interessi dei prestiti statali. Negli anni a venire, l’Ucraina dovrà pagare 28,7 miliardi di dollari. Nel 2018 in particolare, dovrebbe restituire 2,05 miliardi di dollari, facendo ammontare il debito estero a 1,52 miliardi di dollari. La spesa pubblica per l’energia aumenterà, specialmente a causa delle attese importazioni di carbone dagli Stati Uniti e dal Sudafrica, che comportano un aumento dei costi energetici e un raddoppio dei costi di trasporto. Pertanto, l’aumento dei ricavi previsto dalla bozza di bilancio è incerto.
Nel frattempo, il primo ministro ucraino Groysman ha stimato le perdite dell’economia nazionale causate dal blocco del Donbass, partito come un’iniziativa dei battaglioni nazisti, e in seguito appoggiato dallo stato, all’1,5% del PIL, o a 1,7 miliardi di dollari.
Ora parliamo delle spese: le spese per il bilancio ammontano a 948 miliardi di grivnie, contro i 721,4 miliardi del 2017. Il deficit sarà di 77,94 miliardi grivnie (77,5 miliardi nel 2017). Il PIL dovrebbe essere di 2.845 trilioni di grivnie contro i 2.867 trilioni dell’anno precedente. L’inflazione nel 2018 dovrebbe attestarsi sull’11,2%, contro l’8,1% di quest’anno.
I costi dell’apparato statale sono un’altra fonte di aumento della spesa; il prossimo anno, alla Verchovna Rada verranno assegnati 1,6 miliardi di grivnie, più del doppio rispetto al 2017 (983 miliardi). L’amministrazione statale, dopo aver ricevuto 1,49 miliardi di grivnie nel 2017, riceverà 2,3 miliardi di grivnie nel 2018. All’Amministrazione Presidenziale, nel frattempo, verranno destinati 965 milioni di grivnie, contro i 665 del 2017. Per quanto riguarda il Consiglio dei Ministri, 1,5 miliardi di grivnie nel 2018 significano un aumento di tre volte rispetto al 2017 (423 milioni).
Ovviamente questo è lavoro dei potenti gruppi di lobbisti della Verchovna Rada. Solo questo spiega un aumento così forte ed esponenziale dei costi del Parlamento e del governo.
Tuttavia, le voci di spesa più evidenti riguardano i ministeri e i dipartimenti di sicurezza e militari, un fatto che ci permette di chiamare il bilancio 2018 un vero bilancio di guerra.
Il Ministero della Difesa riceverà 83,3 miliardi di grivnie (contro i 61,7 miliardi del 2017); l’SBU (Servizio di Sicurezza dell’Ucraina, la famigerata forza di polizia politica e controspionaggio responsabile della diffusa repressione) riceverà 7,6 miliardi di grivnie contro i 5,7 miliardi del 2017. Scorrendo la lista, l’Ufficio del Procuratore Generale otterrà 6,7 miliardi di grivnie (invece dei 4,6 miliardi del 2017); il Ministero degli Affari Interni riceverà 63,9 miliardi UAF (contro i 41,3 miliardi del 2017); alla Guardia Nazionale (che funge da polizia/forza di sicurezza) verranno concessi 9,7 miliardi di grivnie (contro gli 8,5 miliardi di grivnie del 2017); alla Polizia Nazionale andranno 23,7 miliardi grivnie (invece dei 15,4 miliardi del 2017); e al Servizio Fiscale Statale (che raccoglie i dazi e le tasse) saranno assegnati 11,5 miliardi di grivnie (a fronte dei 5,6 miliardi dell’anno in corso).
Pertanto, nel 2018 un aumento significativo della spesa per tutte le agenzie coercitive, in primo luogo per il Ministero della Difesa (che otterrà 21,6 miliardi di dollari più dell’anno scorso), sarà un dato di fatto. Questo aumento è possibile solo grazie a tagli a parti che non sono essenziali per lo stato ucraino contemporaneo.
Curiosamente, il progetto di legge dichiara che la spesa sociale aumenterà. In particolare, nel 2018, il Fondo Pensionistico otterrà 156 miliardi grivnie (contro i 141,3 miliardi del 2017) e saranno stanziati ai servizi sanitari 46,97 miliardi grivnie (invece dei 31,5 miliardi del 2017). Esaminiamo questo punto più da vicino.
In breve, la bozza di bilancio ucraina può essere riassunta dal vecchio proverbio russo “i lupi sono sazi e le pecore sono tutte intere”. Ma com’è possibile? In pubblicazioni precedenti, come il mio contributo all’almanacco annuale dell’Istituto di Economia Mondiale e Relazioni Internazionali dell’Accademia delle Scienze russa, e nelle interviste con Radio Sputnik, ho fornito esempi degli atti di bilancio così caratteristici delle statistiche ucraine, come il presunto tasso di crescita del PIL del 2% attribuito al 2016. Un’analisi dettagliata delle entrate e delle spese basata sul Ministero delle Finanze ucraino mi ha portato alla conclusione che la produzione reale in Ucraina continua a diminuire, ad eccezione di alcuni rami industriali che mostrano più o meno una crescita. La presunta “crescita” del PIL è in realtà solo una sostituzione di denaro con quantità fisiche. Data l’inflazione del 13% nel 2016, la crescita del PIL del 2% è stata in realtà una copertura del continuo declino della produzione.
A giudicare da tutti i segnali, si prevede qualcosa di simile con il bilancio del 2018. Nel settore finanziario non esistono i miracoli e non si può creare qualcosa dal nulla, tanto meno i fondi da destinare al rafforzamento degli apparati militari e repressivi, aumentando contemporaneamente la spesa per i bisogni sociali. Al contrario, come ha dimostrato la pratica, le spese sociali e le spesa per l’istruzione, le scienze, l’assistenza sanitaria, ecc. sono state e saranno tagliate.
Inoltre, il principale creditore dell’Ucraina, l’FMI, insisterà sui tagli al Fondo Pensionistico, che copre 12.297.000 ucraini su una popolazione reale di non più di 35 milioni di persone. Infatti, questi tagli pensionistici sono iniziati nel 2014/2015, quando il governo ucraino si è rifiutato di pagare le pensioni agli abitanti del Donbass. E ora Kiev sta preparando una proposta di legge per privare i rifugiati del Donbass delle pensioni, anche se in pratica questo si sta già verificando. L’8 giugno 2016, il Consiglio dei Ministri dell’Ucraina ha adottato la “Risoluzione del Gabinetto dei Ministri n. 365”, che ha sospeso i pagamenti sociali ai residenti del Donbass che avevano lo status di sfollati interni provenienti dalle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk.
Il controllo delle visite e delle permanenze dei cittadini ucraini nei territori delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk è compito dell’SBU, che a sua volta è di fatto controllato dalla CIA americana. L’SBU è tenuto a presentare relazioni sull’affidabilità politica dei cittadini ali direttorati locali per il lavoro e le prestazioni sociali. Il 21 aprile 2017, il Ministro delle Politiche Sociali ucraino, Andrij Reva, ha annunciato che il pagamento delle pensioni per alcuni rifugiati del Donbass è stato interrotto in conformità alla legge che prevede la cancellazione dei pagamenti a coloro che rimangono nel territorio non controllato dall’Ucraina per più di 60 giorni.
Pertanto, possiamo supporre che l’aumento delle spese di guerra andrà in gran parte a scapito dell’incremento del deficit del Fondo Pensionistico, che nel gennaio 2017 ammontava a circa 141,5 milioni di grivnie (circa 5 miliardi di dollari).
Ma dove finiranno i soldi forniti dal nuovo bilancio al Ministero della Difesa? A mio parere, serviranno soprattutto per l’acquisto di nuove armi offensive provenienti dall’estero. La fornitura di armi letali all’Ucraina deliberata dal Congresso degli Stati Uniti implica l’assegnazione di “aiuti” militari gratuiti (vale a dire armi per sterminare la popolazione del Donbass). Ma i pragmatici americani, specialmente con l’uomo d’affari Donald Trump nello Studio Ovale, non distribuiranno semplicemente delle armi gratis. Trump si è recentemente vantato dell’accordo sulle consegne di armi che si suppone sia stato concluso con l’Arabia Saudita, e l’Ucraina non è più esultante dei sauditi, ovvero comprerà contemporaneamente carbone, gas liquefatto e armi americane. In altre parole, le pensioni degli ucraini stanno finendo negli strumenti di morte degli Stati Uniti.
Anche i produttori di armi ucraini avranno probabilmente una fetta della torta del bilancio, soprattutto se consideriamo che gli operai delle fabbriche di carri armati stanno sostanzialmente lavorando senza stipendio da mesi, un fatto che ho saputo da un contatto nella fabbrica di carri armati di Kharkov.
Non ci sono dubbi che le truppe ucraine riceveranno nuove armi dagli Stati Uniti. Pertanto, nel quadro generale, il riarmo dell’Esercito ucraino verrà fatto a spese dei produttori nazionali, e tutto questo si ripercuoterà sulla gente del Donbass. Dopo tutto, il bilancio del 2018 è diretto contro di essa.
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Articolo di Eduard Popov pubblicato su The Greanville Post il 18 settembre 2017
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
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