Quando inizierà l’offensiva invernale russa? Alcuni pensavano che sarebbe iniziata a dicembre, quando il terreno si era ghiacciato. Ora ci avviciniamo a febbraio.
Ma è bene ricordare che la cosiddetta offensiva invernale russa è stata pensata da generali da poltrona. Certo, potrebbe esistere come uno dei tanti scenari dello Stato Maggiore russo, e potrebbe ancora verificarsi, e presto, ma un’offensiva invernale potrebbe anche trasformarsi in un’offensiva primaverile o addirittura in un’offensiva estiva. La pianificazione deve essere flessibile, visti i sempre nuovi ingredienti del mix. Finché le forze di Kiev, inaspettatamente, continueranno a distruggersi gettandosi nel tritacarne dell’artiglieria, dei missili e dei droni nel sud-est dell’Ucraina, tra Soledar e Artemovsk, con perdite minime da parte russa, perché avere fretta? Non c’è fretta. Gli unici ad avere fretta sono gli occidentali. Hanno bisogno che questo conflitto finisca e presto, perché l’Occidente è sull’orlo del caos sociale, economico e politico.
Il tempo stringe, ma a Mosca ci si può permettere di strimpellare mentre l’Occidente brucia.
Quindi c’è un ritardo. Perché rischiare quando Kiev vuole suicidarsi? Lasciateli fare. Inoltre, gli ultimi eventi suggeriscono altre ragioni di ritardo: le spaccature interne.
Innanzitutto, il 17 gennaio ci sono state le dimissioni di Arestovich da consigliere dell’Ufficio del Presidente, ufficialmente perché ha detto la verità, cioè che il condominio distrutto a Dnipro è stato distrutto direttamente o indirettamente da un missile ucraino mal mirato (non è la prima volta…).
Poi, il giorno dopo, il 18 gennaio, è avvenuto lo schianto dell’elicottero francese Super Puma a Brovary (non a Kiev). Questo ha ucciso diverse figure importanti, non ultimo il Ministro degli Interni e il suo vice, oltre a bambini innocenti in una scuola materna. Un amico che vive nelle vicinanze mi ha fornito poco dopo fatti e immagini. Mettendo da parte l’ipotesi che l’Eurocopter sia stato abbattuto da un altro missile ucraino mal indirizzato, sembra che l’incidente sia avvenuto perché il pilota volava a bassa quota nella nebbia, e ha colpito un edificio di 14 piani. Il mio amico dice che i cieli sopra di loro sono pieni ogni giorno di elicotteri di Stato, è così che viaggia il regime di Zelensky. Troppo spaventati per fare diversamente. Prima o poi un incidente era inevitabile. Qualunque sia la ragione dell’incidente, significa che ora ci sono dei comodi posti vacanti ai vertici. Probabilmente è in corso una lotta per il potere. E questo è prevedibile, perché le forze di Kiev sono state cacciate dalla città strategica di Soledar, Artemovsk (Bakhmut) sta per cadere, e con essa il resto del Donbass. È una sconfitta perché le perdite ucraine sono monumentali, per non dire suicide.
Di conseguenza il regime di Kiev sta implorando alcuni paesi occidentali per ottenere più carri armati. Nella migliore delle ipotesi potrebbe ricevere da vari paesi occidentali circa 200 (in realtà, probabilmente meno di 100) carri armati e veicoli blindati obsoleti e assortiti, e probabilmente solo tra qualche mese. Ma ha bisogno di 2.000 carri armati e veicoli corazzati ieri. Ma per il momento l’Occidente diviso è riluttante a dare all’Ucraina qualcosa, a parte le dolci parole. Promesse, promesse… sono così a buon mercato, soprattutto quando si è a corto di denaro e si sa che i russi probabilmente distruggeranno la maggior parte delle attrezzature donate prima ancora che arrivino al fronte. Inoltre, tutto questo avviene nel contesto di un’economia ucraina che si regge su un sostegno vitale occidentale a breve termine (nessuno le darà nulla a lungo termine) e mensile (altrimenti non si possono pagare stipendi e pensioni). E questo da parte di un Occidente sull’orlo del caos sociale, economico e politico e sullo sfondo di un sistema energetico ucraino che, per il momento, è stato distrutto al 50%, e di un sistema logistico militare che è stato gravemente danneggiato dai missili russi.
Non c’è da stupirsi che il regime di Kiev diffidi dell’Occidente. Quest’ultimo non ha tasche senza fondo. Zelensky è probabilmente vicino al capolinea. Già prima di Natale è stato ricevuto con freddezza a Washington. Ora sembra essere osteggiato dal comandante delle forze armate di Kiev, Zaluzhny, che sembra aver avuto colloqui con il suo omologo statunitense in Polonia alle spalle di Zelensky. In generale, i militari odiano le guerre, che sono opera solo dei politici. Dopotutto i politici non corrono il rischio di morire congelati, mutilati o agonizzanti. Forse stiamo per assistere ad un rimpasto a Kiev. Qualsiasi cosa ordinino i burattinai americani. Ma il problema è se i burattinai americani sanno cosa vogliono ordinare. Sembra che siano divisi tra loro.
Mentre Washington e i suoi alleati della NATO non hanno una strategia per vincere la guerra in Ucraina, e tanto meno una strategia di uscita, i russi ce l’hanno. Nei quattro mesi trascorsi da quando la Russia ha ordinato una mobilitazione parziale, altri 300.000 riservisti si sono uniti alle loro unità nell’est o lungo il confine settentrionale dell’Ucraina. Nel frattempo, a sud, la flotta russa del Mar Nero è di pattuglia. Finora la fanteria russa non ha preso realmente parte a questa guerra. Finora la maggior parte del lavoro è stata svolta dai combattenti per la libertà anti-Kiev locali dell’Ucraina (Donbass) e dal gruppo di contrattisti Wagner. La scena è pronta per una guerra di terra, o da est, o da nord, o da sud, o forse tutti assieme. L’incubo di Washington. Perché nessuno a Washington, abituato a combattere fanatici mal addestrati e suicidi armati solo di kalashnikov, ha mai previsto questo. Più di 500.000 russi armati sono in attesa ai confini del territorio in mano a Kiev per liberare i loro fratelli e sorelle ucraini dal regime fantoccio statunitense a Kiev. E qui gli unici fanatici mal addestrati e suicidi sono le forze di Kiev.
Il tempo stringe, ma a Mosca ci si può permettere di strimpellare mentre l’Occidente brucia.
Non dimentichiamo che il conflitto in Ucraina riguarda la lotta degli Stati Uniti per mantenere il loro status di dinosauro come ultima superpotenza mondiale. Più esattamente, si tratta del tentativo americano di distruggere la Cina come rivale. Poiché la Cina, alleata con la Russia, è imbattibile, deve essere attaccata attraverso la Russia eurasiatica. In questa folle fantasia da videogioco neocon, gli Stati Uniti hanno trascurato l’Europa occidentale. In un certo senso ciò è comprensibile, dal momento che i suoi leader sono solo una muta di cani di Pavlov senza cervello, intenti a copiare il loro padrone a Washington – e un mucchio di dollari fa aumenta notevolmente l’acquolina alla loro capacità di imitazione. Ma l’errore degli Stati Uniti è, come al solito, quello di guardare solo ai propri burattini. È stato lo stesso errore di Baghdad e Kabul, o di Teheran e Saigon, per non parlare di Manila e di una serie di capitali dell’America Latina. Nominate uno yes-man anglofono, fornitegli un conto bancario svizzero pieno di dollari e un passaporto statunitense, assicuratevi che abbia il controllo della capitale e delle stazioni radiotelevisive, e a quel punto controllerete l’intero paese. Solo che Hamid Karzai non ci riuscì, e nemmeno voi.
L’Europa occidentale, l’Unione Europea e il Regno Unito, con qualche altro pezzo qua e là, è abitata da 500 milioni di persone (gli altri 50 milioni, più o meno, appartengono all’élite). Alcuni, soprattutto tra le élite, vivono nelle capitali. La stragrande maggioranza non ci vive, e in genere disprezza chi vive nelle capitali. Chiedete ad un francese cosa pensa di “les sales parisiens” (i sudici parigini), ad un rumeno cosa pensa dell’élite di Bucarest, ad un polacco cosa pensa di quelli di Varsavia o ad un inglese cosa pensa dei londinesi. Se non mi credete, chiedete a Macron in Francia. In alternativa, chiedete ad un francese qualsiasi cosa pensa dei veri governanti della Francia: la super-élite grossolanamente strapagata di Bruxelles. Gli inglesi li odiavano così tanto che hanno avuto la Brexit. Molti tedeschi, che in grande maggioranza non avrebbero mai voluto rinunciare al marco tedesco, ne sono diventati piuttosto gelosi, anche se l’incompetente e perfida élite britannica ha gestito totalmente male il processo di negoziazione della Brexit.
Se in Europa occidentale la stragrande maggioranza non ama i propri leader, alla fine – anche i passivi britannici – se ne libereranno e nomineranno leader che non piacciono a Washington, come Le Pen, Farage, eccetera. Ricordate Orban? È già al potere, così come Erdogan (anche se in Turchia). Il conflitto ucraino sta già ridisegnando l’architettura di sicurezza dell’Europa, totalmente obsoleta (1945), costringendola ad una riconfigurazione. Il riallineamento non sarà favorevole a Washington. In diversi paesi europei sono già in corso manifestazioni contro la NATO. Ma è più probabile che siano gli scioperi e le proteste a far cadere le élite fantocce degli Stati Uniti. Gli europei odiano le loro élite. Le élite viziate potrebbero dire ai loro popoli: “Che mangino brioches”. Ma hanno dimenticato che ciò che il popolo vuole è il pane.
Una volta che l’Europa occidentale, compreso anche il Regno Unito, sarà svanita, sarà la fine della breve era unipolare. L’effetto domino, da Kiev a Dublino, è sicuramente solo una questione di tempo. Ricordate la caduta del Muro di Berlino nel novembre 1989? Nel giro di venticinque mesi cadde l’intero impero sovietico dell’Europa orientale, un paese dopo l’altro, finché nel dicembre 1991 cadde l’Unione Sovietica stessa. Da Berlino a Vladivostok. Ebbene, il tempo è ormai scaduto anche per l’Impero americano. Cadrà anche lui, e per le stesse ragioni. L’URSS è andata. Così sarà il suo contrario, gli USA (Stati Uniti). Stelle rosse e stelle bianche, entrambe hanno fatto il loro tempo. Tenete d’occhio l’Europa occidentale.
Il tempo stringe, ma a Mosca ci si può permettere di strimpellare mentre l’Occidente brucia.
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Articolo di Batiushka pubblicato su The Saker il 19 gennaio 2023
Traduzione in italiano di Confab per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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Va bene che i russi diano tempo al tempo, è quanto mai onorevole che i comandanti, Putin in primis, cerchino in tutti i modi di preservare le vite dei loro soldati. C’è un punto però che non ho ancora capito e mi piacerebbe che qualcuno che si intende di faccende militari me lo spiegasse: di fronte a Donetsk, tra Marinka e Avdeevka ci sono grandi fortificazioni ucraine ancora in territorio controllato dai nazi, e che sono abbastanza lontane dai relativi centri abitati. Mi pare di aver capito che queste sono un bell’impedimento alla avanzata russa che può mettere più in sicurezza Donetsk. Se è così perché non si usa contro di loro il vecchio “buon” sistema della seconda guerra mondiale di bombardarli a tappeto con i bombardieri a media quota? Grazie in anticipo a chi vorrà rispondere.
nell’assedio di Stalingrado (rammenti? -autunno del 42)-gli assedianti i tedeschi nazisti e non nazisti- divennero assediati ed il 22 novembre i russi li chiusero nella sacca( il Kessel) ed il 31 gennaio il Feldmarasciallo Paulus si arrese.
Quindi tennero per 70 gg i tedeschi a spurgare al gelo la loro boria e la loro volontà di potenza.
Tornando al caso di oggi i russi stanno lavorando per chiudere la sacca di Bakmut e tagliare ogni strada utile di logistica via terra autostrade e ferrovie dopo di che si realizzerà la sacca maggiore più sud da dove i kokol molestano i civili ogni giorno Donetsk ed altri centri minori.
Non sappiamo perché la Nato non entri con gli scarponi invocando un disastro umanitario od altro pretesto ma certamente ora non ci provano nemmeno perché sanno che i soldati occidentali non sono sperimentati a soffrire nel freddo nelle trincee .
I russi lo sanno e si prendono il tempo necessario per ridurre perdite che hanno sempre delle conseguenze negative nell’opinione pubblica.
I Russi possono contare ancora su circa tre settimane per realizzare un attacco che scardini i collegamenti
fra le forze ucraine di stanza in zone non contigue.
Con la Luna nuova di Febbraio( il 20) i mezzi pesanti dovranno vedersela con il terreno morbido (fango) dovuto al disgelo ed alle piogge che anticipano la primavera.
Per quella data gli ucraini potrebbero essere già bloccati laddove si trovano oggi e con le linee della logistica interrotte.
Per la Nato si porrà qualche problema che ritengo cercherà di risolvere sollevando qualche incendio sul confine russo dalle parti dell’Azerbajan e Armenia ,Paesi baltici nel golfo di Finlandia ed in Siria per distogliere le forze russe su altri teatri di guerra.
li, 30/1/23
Come italiano che è costertto a vivere in una colonia dell’impero del male, mi preoccupa molto la situazione, perché dopo la “deflazione salariale” selvaggia, le pensioni sempre più insufficienti, la diffusione di sotto-occupazione e disoccupazione, arriverà il disastro finale socio-economico.
Quindi per me il fattore tempo è quanto mai importante, anche se nel pieno del disastro che verrà ci sarà forse da divertirsi, alla Robespierre” o (come spero) ancor peggio, con i collaborazionisti locali dell’impero del male … Piccola soddisfazione, comunque, quando tutto sarà collassato.
Credo che “il tritacarne” di nazi-ukrainofoni gigantesco, allestito dai Gloriosi Russi nel Donbass e nell’ukraina meridonale in via di liberazione, abbia funzionato bene fin ad ora, ma se ci saranno nelle prossime settimane segnali forti di cedimento dei troll al servizio della nato in più punti del fronte, mi sembra possibile (anche se non certo) che il Cremlino abbia pianificato un’operazione militare di largo respiro, per raggiungere i più importanti obbiettivi strategici non ancora acquisiti, ad esempio la liberazione completa dell’Oblast di Donetsk, il ritorno a Kerson sulla sponda settentrionale del Dniepr, la liberazione di Odessa e il controllo di tutte le coste ukraine sul Mar Nero.
Se ciò accadrà in tempi non biblici, ma in pochi mesi da oggi, non vorrà però dire che le condizioni di vita dei prigionieri nelle colonie europee dell’impero del male statunitoide-occidentaloide, con l’esaurirsi del conflitto, miglioreranno, perché l’impero del male stringerà la morsa su di noi, per non perdere il controllo delle colonie … E quanto precede è la migliore ipotesi, perché resta comunque l’opzione nucleare, probabilmente caldeggiata dagli stargisti neocon usa, che forse pensano di poter “vincere” un conflitto nucleare, con perdite “accettabili” ….
Cari saluti
è ovvio che la situazione socio-economica nelle colonie U€ non può che peggiorare a medio termine indipendentemente dalla soluzione militare più o meno rapida;
tanto più che già gli U$ hanno ordinato: quello che resterà dell’ukraina verrà sul groppone all’€U con tutti i suoi disastri (la parte agricolo mineraria di interesse U$ è già nelle mani delle Porcorations , sponsi di zelè le cocò).
consideriamo inoltre che i soldi buttati nel cesso ukro hanno incominciato a rubarceli qualche anno fa e continueranno a rubarceli indipendentemente dai mercati energetici,dall’andamento socioeconomico . come nella vita (e come sempre in italia) “chi ha avuto ha avuto(i ladri) e chi ha dato ha dato.
E’ altrettanto ovvio, però, che l’Italia è un paese di castrati, lobotomizzati e idiotizzati, dove la maggioranza non è solo silenziosa (anche se parla) ma passiva, se ben guardiamo, i soli accenni di rivolta, anche se blandi e ridicoli, le sole violenze (per quanto risibili) sono quelli degli anarcoidi, definiti “insurrezionali” dalle puttane mediatiche, e per cosa? Per il loro compagno cospito costretto ala carcere duro.
Chiaro che con quattro anarchici d’accatto non si va da nessuna parte.
Il resto è popolume non solo inerte, ma addirittura “pastorizzato”.
Cari saluti
il tuo intervento è quanto di piu vicino alla realtà si possa pensare, le elite governanti stanno ottenendo quello che progettano da decadi, il grande reset sfruttando la guerra e l economia di guerra sui propri sudditi, invece che tramite covid scam, tramite una guerra prolungata molto oltre ogni decenza, la Russia ne rimarrà indenne mentre l europa si sta già adagiando ad un livello simile a quello che era ai tempi di Robespierre, niente piu diritti e schiavismo di fatto. A noi serve che la Russia vinca… e che lo faccia molto presto…. l implosione di USA, NATO, EU entro il 2023 ci potrebbe, forse…. salvare
Personalmente credo che la soluzione del problema poteva essere – e forse può ancora essere – nel cuore nero dell’impero del male occidentaloide, cioè gli usa.
Se il Cremlino si fosse dato veramente da fare per destabilizzare gli usa da dietro le quinte, avrebbe potuto aggravare i problemi interni agli stramaledetti usa, neri contro le altre razze, americani MAGA di trump (o anche non di trump) contro demokrat e liberal (truppe dei neocon), stati repubblicani e trumpiani contro demokrat e soprattutto contro un’amministrazione federale demokrat, completamente controllata dei neocon (come quella di oggi), america profonda contro woke, essetera eccetera.
Quanto precede sono premesse per lo scoppio di una guerra civile, corroborate dalle sempre maggiori disparità di ricchezza degli ultimi decenni, sono tutti inneschi per riuscire a destabilizzare gli usa dall’interno, senza dover ricorrere all’ultima spes, cioè la guerra nucleare.
Senza il cuore nero dell’impero del male, niente più nato guerrafondaia e unione europoide/ eurolager …
Cari saluti
Non sono d’accordo…. adesso il fattore tempo per la Russia è fondamentale perché più temporeggia più aumenta il rischio di una escalation della guerra legate non solo a forniture militari sempre più letali dall’Occidente ma anche ad un possibile intervento diretto di truppe della Nato in Ucraina
l’HO SEMPRE PENSATO I SOLDATI UCRAINI SI DROGANO COME FACEVANO I SOLDATI TEDESCHI NELL’ULTIMA GUERRA E PER QUESTO CHE ERANO COSI’ ARDIMENTOSI
Direi di più, li drogano alla bisogna – per analogia – come i tagliagole dell’isis e anche di al-nusra (ricordate? Carichi di anfetamine e captagon), perché il padrone di questa soldataglia infame è sempre lo stesso …
Cari saluti
Articolo caratterizzato da approssimazioni e ideologia. Nonostante tutto, gli USA e l’Europa detengono il primato assoluto nei diritti civili, del miglior life style e soprattutto nella scienza, nella medicina e nella tecnologia. Non scherziamo su queste cose. Russia e Cina fanno bene a sgomitare per avere un giusto spazio di potenza e di rispetto nel quadro geopolitico ma pensare un mondo gestito da Cina, Iran, Putin ed India francamente a mr fa un’enorme tristezza. Gli USA sono di fronte a un bivio e senz’altro se la stanno giocando a loro modo con schemi arcaici e di prepotenza ma dopotutto gli USA si stanno preparando a lunghi anni di commesse e di export alle stelle.Nei fatti, non trovo riscontro ad un possibile loro declino nel breve termine. Ricordo che la guerra in Ucraina è in funzione anti Germania e non anti Russa che invece, per via del ruolo protettivo che ha nel custodire le materie prime nell’artico, funge da barriera all’espansione cinese e quindi pro USA.