Anche nel bel mezzo di un conflitto militare ad alta intensità una delle principali priorità delle autorità ucraine è attaccare la cultura e la storia russe. L’amministrazione locale di Odessa ha recentemente approvato la demolizione dei monumenti russi, compresi quelli dell’Imperatrice Caterina la Grande e del Generalissimo Aleksandr Suvorov. La mossa mostra come Kiev intenda portare avanti il suo progetto di “de-russificazione”, che può essere fermato solo con una vittoria militare russa.
La decisione è stata annunciata dal legislatore ucraino Aleksej Goncharenko, portavoce del comitato esecutivo del consiglio comunale di Odessa. Ha detto: “Durante una sessione del Comitato Esecutivo del Consiglio Comunale di Odessa, i membri del Comitato Esecutivo hanno sostenuto la decisione di smantellare e trasferire il Monumento ai Fondatori di Odessa”.
In passato Goncharenko aveva già presentato al sindaco di Odessa, Gennadij Truchanov, un disegno di legge che proponeva la rimozione della statua di Caterina la Grande, ma poi era rimasto senza risposta. Trukhanov ha partecipato all’installazione della statua quasi un decennio fa, ma ora sembra aver aderito alla frenesia russofoba che colpisce i funzionari ucraini e i loro sostenitori militanti. Nel solo mese di novembre la statua dell’Imperatrice Caterina è stata attaccata due volte da vandali neonazisti, a dimostrazione della grave situazione di sentimento antirusso dei gruppi politici locali.
In precedenza erano già stati compiuti diversi altri atti di vandalismo contro la statua, oltre a petizioni prodotte da militanti neonazisti per demolirla. Il 5 luglio, ad esempio, gruppi ultra-nazionalisti hanno creato una petizione online proponendo la sostituzione del monumento con una statua in onore dell’attore americano Billy Herrington, noto per aver lavorato in diversi film pornografici. Ovviamente, la proposta era una presa in giro e non poteva essere presa sul serio, ma tale è la profondità dell’animosità antirussa nella società ucraina post-Maidan che più di 25.000 persone hanno firmato la petizione – che è stata presentata allo stesso presidente Volodymyr Zelenskyj, nonostante l’aspetto grottesco della situazione. Sorprendentemente, ad agosto, il presidente ucraino ha reagito alla petizione chiedendo alle autorità locali di “considerare” il tema della demolizione.
È importante notare come la decisione di distruggere un simile monumento costituisca un attacco diretto alla memoria stessa di Odessa, poiché fu Caterina la Grande a fondare la città con decreto imperiale nel XVIII secolo. Goncharenko ha anche sottolineato nel suo discorso che si trattava di un atto contro i “fondatori di Odessa”, chiarendo l’intenzione delle autorità ucraine di cancellare la propria storia. L’obiettivo è staccare Odessa – e l’intera Ucraina – da ogni legame culturale con la Russia, distruggendo la memoria nazionale e riscrivendo la storia locale come puramente “ucraina”, senza la partecipazione russa.
Zelenskyj ha ripetutamente commentato la presunta “necessità” di liberare l’Ucraina da “oggetti legati alla Russia”. Diversi attacchi a monumenti di eroi russi e sovietici sono già stati effettuati in molte regioni dell’Ucraina. Lo stesso conflitto nel Donbass è stato segnato nei suoi primi giorni – nel 2014 – dal tentativo da parte delle forze ucraine di rimuovere una statua di Lenin, impedito da una forte resistenza popolare.
È inoltre necessario sottolineare che l’Ucraina non è l’unico paese che sta attraversando un tale processo. Il caso ucraino è più grave perché il paese è sotto un regime neonazista dal colpo di stato di Maidan, ma ci sono iniziative simili in tutti gli stati che si sono uniti all’ondata anti-russa sostenuta dall’Occidente. Nei paesi baltici, ad esempio, la rimozione dei monumenti sovietici è diventata una pratica comune. E così i paesi che in passato hanno partecipato alla civiltà russa cercano gradualmente di cancellare o riscrivere la loro storia, considerandola una sorta di “pulizia”.
La demolizione delle statue è solo una delle linee di azione di questo ampio progetto di “cancellazione” della storia russa. Anche il rifiuto della cultura, della lingua e dell’arte russa fa parte di questo problema. Come noto, negli ultimi mesi l’Ucraina ha promosso l’eliminazione dei libri in lingua russa, comprese le traduzioni di autori non russi, e si sono verificati persino falò pubblici di libri. Di fatto, se il regime neonazista di Kiev durerà a lungo, sicuramente le generazioni future saranno educate con versioni adulterate della propria storia, credendo che i loro antenati non abbiano mai fatto parte della civiltà russa e che la Russia sia sempre stata una nazione “nemica”, un “aggressore”.
Di fatto riscrivere la storia sulla base del razzismo e del risentimento è una pratica intollerabile. L’unico modo per impedire il genocidio culturale contro i russi e per preservare la memoria russa in Ucraina è attraverso la vittoria militare contro il regime del Maidan. Solo ponendo fine alla dittatura per procura della NATO sarà possibile promuovere la conciliazione tra russi e ucraini e mantenere la memoria nazionale, interrompendo l’odio razzista e irrazionale instillato da gruppi stranieri.
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Articolo di Lucas Leiroz pubblicato il 25 novembre 2022 su Infobrics
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia
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–,questi dirigenti locali e nazionali ucraini sono totalmente inadatti a vivere civilmente con spirito umanitario e comprendere il significato della loro Storia della loro Patria, che è finita con il colpo di stato di Maidan.
Non si rendono conto ancora che sono ormai la servitù dei loro padroni occidentali che li hanno indebitati con una guerra assurda e che non potranno mai essere americani o inglesi-tedeschi o francesi.
Quando il regime di Zelenky sarà abbattuto dagli ucraini di lingua russa, ci vorranno almeno tre generazioni per rieducare la popolazione, istruita dal 2014 in poi alla crudeltà del Nazismo scientifico gabellato come democratico ed installato dagli USA dell’amministrazione Obama.
li, 29/11/22
https://www.youtube.com/watch?v=1m_Ec18O8Cs
– Le elezioni a Taiwan ridimensionano le ambizioni USA – Stefano Orsi e Giacomo Gabellini
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molti i temi in descrizione, ma il titolo grafico è:
– USA, dichiarata la guerra economica all’UE
la situazione EU sembra però profilarsi estremamente negativa, con ulteriori sgambetti da parte USA:
tanto che l’Economist titola: https://www.giornalone.it/prima-pagina-the-economist/
Frozen Out – Congelata: come il mondo si lascia indietro l’EU
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tanto da ricordare https://www.libraccio.it/libro/9788804681731/thomas-mann/moniti-all'europa.html
e rievocare un Piano Morgenthau per l’Europa di oggi
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https://www.youtube.com/watch?v=hpue1HF3ShU
https://www.youtube.com/watch?v=dafzZDjzGgU
– La Pintadera ep 13 parte 1 e 2 Piano Morgenthau per la UE
di Stefano ORSI
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oltre alla separazione dell’EU dalla Russia, la russofobia e l’attentato terroristico al NorthStream 1 e 2
– costi energetici industriali EU fino a 6 volte maggiori che negli USA
– bilancio commerciale UE catastrofico
ed ora dal 2023
– negli USA altro sgambetto alla UE, con grandi aiuti alle aziende al limite del paradiso fiscale
(nuovo Piano Morgenthau?)
– il Qatar rifornirà la Cina e non la UE che non acconsente alla richiesta di contratti a lungo termine e di non rivendere a prezzi maggiorati (ma gli EU hanno sempre in testa il Mercato Spot)
– la Russia ovviamente boicotterà chiunque proponga Price CAP o vi collabori indirettamente
– accelerazione corsa agli armamenti EU in queste condizioni
– grande impoverimento dei cittadini EU e dirottarne la rabbia per allargare la guerra alla Russia a tutta la UE?
Condivido totalmente il discorso sullo smantellamento dei monumenti. La “cancel culture” anti-russa, come un pó tutte le altre dello stesso tipo, é segno di intoleranza, ma anche di ignoranza, perché non percepisce la differenza enorme che passa tra il lottare contro un avversario o un´ideologia, che percepisci come nemica, e l´omaggio reso a fatti o personaggi di un epoca storica completamente diversa, con altri contesti ed altre ideologie.
Inoltre se odessa volesse veramente “cancellare” le tracce del passato russo, la scelta piú logica sarebbe l´ “autodistruzione” della cittá, visto che essa non sarebbe esistita senza i Russi.
Non condivido, anche se vorrei poterlo fare, la soluzione proposta dall´Autore. Una vittoria militare totale dei Russi é abbastanza improbabile nel breve periodo, e nel lungo si intravvede la possibilitá di un intervento NATO ufficiale ed in prima persona. Io credo che il proseguire della guerra e lo sforzo per sconfiggere Kiev non facciano altro che aumentare nel popolo ucraino i sentimenti russofobi.
Invece la russofobia potrebbe essere interrotta da un negoziato che ponesse fine al piú presto alle ostilitá, riconoscendo la sovranitá di Mosca sul Donbass e la Crimea, ed in cambio la sovranitá di Kiev sul resto del territorio. Mi pare che questo sia, al momento, l´esito piú ragionevole del confronto.